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PALESTRINA, NON PUO' FUNZIONARE CON UN SOLISTA


articolo del 22/8/2013

CRISTOFARI UOMO SOLO AL COMANDO
PER TUTTO L'ANNO?
Pare tramontare l'asse con Robertone Di Paolo, Giuseppe Cionci
e "il negoziatore" Marco Palumbo. Alla base scelte
non collegiali del noto imprenditore prenestino

Il Palestrina ha perso tanto tempo, se pensate che la sera del 2 agosto, in occasione del gioioso compleanno del "negoziatore" Marco Palumbo, le idee sembravano fin troppo chiare, ambiziose e anche stuzzicanti: l'idea era di costruire una grande squadra composta sì da giovani ma senza dimenticare la porzione di compagine destinata ai giocatori più esperti. E fin lì nulla da eccepire, vista la serenità degli intenti di Augusto Cristofari, presidente dell'Unione Sportiva Palestrina, recentemente riappacificatosi con il sindaco e con la giunta della città prenestina per la questione dello stadio; quelli di Robertone Di Paolo, apprezzato presidente e dirigente in tutto il Lazio, e del suo fedele amico Giuseppe Cionci, che, con entusiasmo, ha dimostrato che avrebbe gradito volentieri un percorso comune anche per la stagione che è in partenza. Ma qui vengono fuori i dolori. Come può, domenica prossima, una squadra andare in campo senza, a oggi, le firme di Fagioli, esterno che ha giocato anche da trequartista (classe 1993), Tiziano Luciani, ex Cynthia, Civitavecchia e Cisco, valido centrocampista, e Marco Apruzzese, uno dei portieri più efficaci del Lazio. E qui altra c'è un'altra nota dolente: nella giornata di mercoledì pare che sia stato liberato Schiavella, portiere del 1991, senza che l'arrivo del succitato Apruzzese, ad ora, sia cosa assodata, come il centrale di difesa Francesco Campanella, 1989, che ancora non ha firmato. E la punta che era stata trattata era Bartolini ex Termoli, giocatore redditizio, 19 reti la passata stagione, da gennaio a maggio.
In tutta questa situazione è saltata la mosca al naso a Di Paolo; il cui errore potrebbe essere stato quello di aver troppo pazientato e aspettato nel suo buen retiro sardo (vacanza) che le cose dette il 2 agosto, in situazione di assoluta serenità, lungimiranza e lucidità, divenissero collegiali. Niente di più complicato per il solista Augusto Cristofari che, pur natìo della stessa città del celebre compositore, Pierluigi da Palestrina, al posto di un operato collegaile, orchestrale, ha preferito un assolo degno del monte Gavia, ma il problema è che non stiamo parlando di Fausto Coppi.
Con questi chiari di luna, con Palumbo deluso, avvelenato e irraggiungibile al telefonino, e sui social network, quale squadra giocherà contro il Sora in Coppa Italia, domenica prossima? Senza contare che il buon Giuseppe Cionci, di professione compagno, ma notoriamente mediatore di carattere e metodo democristiani, non ha comunicato il proprio pensiero, anche se è facile intuire che sia sulle stesse corde dell'amico e collega dirigente Di Paolo, nel pentagramma dell'indecisione; in un'ottica generale fatta di troppi consulenti e forse direttori sportivi, passando dal mansueto Tommaso Maurizi all'ex del Pisoniano Maurizio Proietti, per finire al consulente di mercato, così ci è stato disegnato, Angelo Crialesi, un tempo allenatore.
E' giunto il momento di una presa di posizione che responsabilizzi tanto Cristofari quanto il serafico Cionci, perché Di Paolo è più sulla strada che (ri)porta a Roma, per quanto pare sia risentito anzi imbufalito. Possibile che due dirigenti dell'esperienza, della capacità di Cionci e Di Paolo non abbiano saputo seguire i dettami di quella fausta serata una volta in vacanza? Il loro pensiero è semplice: se partecipano, deve essere una costante, dal mettere proprie energie al presenziare alle decisioni, altrimenti diventa una sorta di uno contro tutti anzi di uno senza tutti. E sarebbe troppo comodo.
Dimenticavo. Palestrina sembra Roma Città Aperta, con un viavai di giocatori che ha avuto, al momento, solo un effetto: aumentare il traffico sulla via Pedemontana. Tutto ciò in attesa che Duhill, tecnicamente dotato, ma di fatto quasi fermo da un anno, recuperi in tempi brevi una forma che lo restituisca atleta. L'Unione Sportiva Palestrina non merita tutto questo ossia dire una cosa e farne un'altra, chiamare in società personaggi capaci di profondere energie e poi operare in solitaria come il ciclista in fuga. Così andare lontano non è un'impresa. Ma, calcisticamente, una pura utopia.
Massimiliano Cannalire
Si ringrazia per la fotografia Guendalina Fortunati

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