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IL RACCONTO DELLA TRAGEDIA DEL DERBY DI CAVA DEI SELCI


articolo del 23/12/2011



IL RACCONTO DELLA TRAGEDIA

DEL DERBY DI CAVA DEI SELCI


Le parole di Roberto Grossi, vice-presidente

del Cava dei Selci, e di Pasquale Carnevale,

d.s. del club di via Appia, stordito dal triste evento


I soccorsi non sono serviti, questa volta. Non è bastata la buona volontà degli uomini e delle donne presenti alla tragedia. Perché quando se ne va in cielo un uomo, un padre di 51 anni, con la moglie presente al campo di calcio, assieme a lui, e il figlio negli spogliatoi, che intuisce e lo viene a capire come un treno che ti passa sopra, sì, parliamo di una tragedia. Nel senso più ampio del suo significato.

Hanno provato a soccorrerlo, Annibale Massullo, papà del giovane atleta del Cava dei Selci, Moreno, classe 1983: hanno tentato, d'immediato, i medici Migliari e Ferretti, che chissà quanti pazienti hanno salvato, anche con opera di prevenzione o per intervento diretto. Questa volta non ce l'hanno fatta, anche se hanno tentato, come ha tentato l'ambulanza di applicare il defibrillatore, ma – racconta Bruno Bellucci, esperto collega addetto alla radiocronaca della partita – quando il dottore della struttura mobile gli ha chiuso le palpebre abbiamo capito che non ci fosse più nulla da fare”.

Raggiunto telefonicamente, il vice-presidente del Cava dei Selci, Roberto Grossi, racconta, con voce rotta dalla stanchezza nervosa, dalla forza d'urto dell'evento, quanto è accaduto: “Si è trattato di un infortunio fulminante, nonostante i due dottori presenti, uno di fianco proprio ad Annibale Massullo, abbiano subito applicato il massaggio cardiaco. Non gli ha dato neanche modo di reagire. Dopo sei minuti è arrivata l'ambulanza e ci siamo subito resi conto della gravità della situazione. E già eravamo sull'irreale, la tribuna era vuota, e con grande umanità Armando De Simone, presidente del Santa Maria delle Mole, ha detto di sospendere la partita”.

Il ragazzo, Moreno, quando lo ha saputo?

Ha capito quando ha visto che la squadra rientrava prima negli spogliatoi, e quando è uscito, che ve lo dico a fare? Immaginate, la scena, straziante, di dolore, di quando ha chiamato il Papà. Che non c'era più”.

Annibale Massullo, 51 anni, lascia moglie e quattro figli, e il direttore sportivo del Cava dei Selci, Pasquale Carnevale, lo ricorda così: “Non si è perso una giornata, della preparazione estiva, un grande appassionato, ma composto in tutto”. Roberto Grossi dice: “E' una tragedia. Nel film della giornata penso: se vinco faccio festa, se pareggio va bene uguale, perché è un derby, se perdi ti rode, è normale. Ma non ti puoi aspettare la morte di una persona. E' fuori da qualsiasi pensiero, calcolo razionale. Poi con una cornice di pubblico stupenda, una giornata di sole, tutto per fare una festa, per stare bene; è andata a finire nella peggiore delle maniere”.

Come lo ricordi, il Papà di Moreno Massullo?

Sempre col sorriso mai un cenno di polemica: giocava o non giocava il figlio è stato sempre composto, non come quei genitori che restano male se il figliolo parte dalla panchina”.

La moglie era a casa o lì, con lui?

La moglie era al campo. Una scena surreale, ci è morto davanti. Era già viola, era già andato. Poi siamo andati ad Albano, per dare il giusto sostegno morale alla famiglia, per far sentire ai familiari tutta la vicinanza umana”.

Il 27 ci dovrebbe essere l'autopsia, per le esequie si parla del pomeriggio o, più facilmente, il 28.

Il racconto dell'uomo e dell'inviato Bruno Bellucci

Bruno Bellucci da Lanuvio et Nemi, di partite di calcio ne ha raccontate, con gagliardia, ironia, e uno spiccato senso della descrizione di una partita. Ma questa volta neanche i suoi 60 anni hanno evitato il contropiede, al cuore, che abbiamo ascoltato in diretta su Radioincontro: “Quando si è alzata la gente ho pensato a qualche screzio tra tifosi, e mi sono chiesto cosa stesse succedendo. Annibale Massullo si è sentito male, ed è stato sdraiato sulla gradinata, dopo essere caduto di fianco. Lo hanno adagiato, e rantolava, respirava a fatica; è arrivato un medico per cercare di toglierli la lingua dalla bocca. E ogni tanto faceva il massaggio cardiaco, sul petto. Ma il respiro piano piano andava via. Poi è arrivata l'ambulanza e la voce che fosse morto si era sparsa. Ma i medici e gli infermieri dell'ambulanza hanno provato con il defibrillatore, prima una scossa poi, quando gli ha calato le palpebre abbiamo capito. Non era più con noi”.

I dettagli di un antico cronista: “Il Santa Maria delle Mole, nel frattempo, pareggiava, senza sapere nulla, con i giocatori che andavano a esultare sotto la tribuna dei tifosi di casa, a mo' di sfottò, come succede per un derby, con qualche botta e risposta. Ma la tribunetta di casa si andava svuotando, ovvio.

Al che si è deciso di renderla nota, la faccenda. Ho chiamato Peduzzi, Milazzo, Alonzi e ho comunicato la situazione. Dicendo ai tre “avvisate l'arbitro che sospenda la partita”. E gliel'hanno detto. Anzi, quando l'ho comunicato a Peppe Milazzo era preoccupato perché ognuno pensa al proprio genitore, in quelle situazioni. Umano, naturale, no?!”.

Da questo triste pomeriggio le due rive della via Appia sono più vicine, a causa della disgrazia che si è abbattuta sulla famiglia Massullo. Cava dei Selci e Santa Maria delle Mole hanno messo in campo tutta l'umanità di cui sono capaci i loro personaggi. A disposizione della delicatezza che si deve alla Signora Massullo e ai figli. Un abbraccio forte, se basta, a consolare, di una perdita così grande.

Massimiliano Cannalire


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