L'intervento completo di Melchiorre Zarelli
articolo del 18/1/2009
IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO COMPLETO DEL PRESIDENTE ZARELLI CARI AMICI
Apro il mio intervento ricordando a tutti, e per qualcuno forse sarà un’assoluta novità, che il 2009 è l’anno del centenario della nascita del Comitato Regionale Lazio. Quest’assemblea non è la sede adatta per celebrare l’avvenimento e, pertanto, il comitato lo farà in modo adeguato nel prossimo mese di ottobre, con una festa a cui, ovviamente, sarete tutti invitati a partecipare. Cento anni sono tanti e, prima di assolvere ai nostri doveri istituzionali, permettetemi di dire con un pizzico d’orgoglio che sono felicissimo di tagliare questo storico traguardo. Alle mie spalle vedete comparire il logo ufficiale che abbiamo voluto realizzare per ricordare durante tutto l’anno questo anniversario. E’ un marchio semplice ma significativo, che ci accompagnerà in ogni avvenimento o appuntamento. E’ questo il primo passo di una serie di iniziative che stanno per essere attuate e per le quali chiedo un vostro piccolo-grande contributo. Chiunque di voi abbia una foto o una testimonianza particolare di questi anni, è invitato a farcela pervenire affinchè noi si possa inserirla in una pubblicazione che vi sarà regalata e nella quale si racconteranno questi cento anni. Passo ora ad assolvere ai compiti istituzionali dettati da questa Assemblea, facendo una verifica, la più ampia possibile sui progressi effettuati dal nostro Comitato. Innanzitutto, il Consiglio Direttivo ed io vogliamo ringraziare calorosamente tutte le componenti del calcio dilettantistico regionale e provinciale per aver consentito il raggiungimento del momento di massimo sviluppo dell’attività agonistica, che pone il nostro Comitato nelle primissime posizioni in campo nazionale. La crescita dell’attività e del numero di squadre e società, in questi ultimi quattro anni è stata davvero esponenziale, con cifre che superano di gran lunga la media nazionale. In quattro anni, siamo infatti passati da una quota di 17.425 gare giocate in una sola stagione a 19.925 della stagione 2007/2008, con un incremento di 2.500 incontri. Stesso andamento lo ha avuto il numero di squadre scese in campo, che dalle iniziali 1211 di quattro anni fa sono arrivate a 1394 nella scorsa stagione, con un aumento del 15,5 per cento. Parlo solo di gare relative a squadre di Lega Dilettanti, senza prendere in esame l’attività giovanile che assume dimensioni ancora più notevoli. I dati, per quanto siano aridi e freddi, nel loro insieme ci aiutano a raffigurare il quadro attuale del Comitato Regionale Lazio, diventato senza ombra di dubbio tra i capofila di tutta l’attività dilettantistica in Italia. Il percorso comune, in questi quattro anni che oggi chiudiamo ufficialmente, ci ha visti camminare uno a fianco all’altro, in un lungo e proficuo lavoro di crescita e sviluppo. Io sono arrivato a guidare il Comitato Regionale nel 2002 e dopo sei anni posso affermare, senza dubbio di smentita, che di strada ne abbiamo percorsa tanta, dando un’impronta nuova e moderna a tutta l’organizzazione calcistica regionale, attraverso un salto di quantità e di qualità, un aspetto, quest’ultimo, a cui guardo con particolare attenzione nello stesso momento in cui elenco i numeri che gratificano l’impegno dell’intero Consiglio Direttivo.
Per me, oggi, è un piacere ricordare gli scudetti vinti dal San Lorenzo, dal Tor di Quinto e dalla Nuova Tor Tre Teste nelle finali nazionali del campionato Juniores Regionale; oppure la finale raggiunta nel 2006/07 dalla Rappresentativa del Lazio al Torneo delle Regioni e le vittorie per due anni consecutivi nel Torneo delle Due Sicilie , ed ultima la vittoria del Torneo del Tirreno per il calcio a 11 dello scorso anno; ma anche i successi e i piazzamenti conseguiti con il calcio a 5 e il calcio femminile, che andrò ad elencare più avanti.
Sono tutti traguardi che negli anni passati venivano spalmati su più lustri e che oggi, invece, racchiudiamo in sole quattro stagioni. Un segnale forte della crescita tecnica e agonistica raggiunta dai nostri ragazzi. Merito vostro, che giorno dopo giorno preparate e crescete questi ragazzi, ma anche delle scelte operate dal Comitato Regionale Lazio, che ha inteso spingervi a credere fortemente nei giovani e nei loro valori tecnici, oltre che umani. Questa vocazione giovanile, il nostro Comitato Regionale, l’ha sempre avuta nella propria identità. Ed è stata trasmessa sempre di più anche ai campionati di vertice, ovvero all’Eccellenza prima e alla Promozione poi. Qui, andando anche oltre le direttive nazionali, abbiamo inserito sempre più ragazzi all’interno delle prime squadre, aiutando al tempo stesso sia i calciatori ad affermarsi che le società ad essere preparate ad affrontare la crisi economica che oggi purtroppo ci sta investendo. La presenza sempre crescente di giovani calciatori nelle squadre di vertice dell’attività del Comitato, è stata resa possibile anche grazie ad una base forte, formata da oltre trecento squadre che prendono parte al campionato Juniores. Un dato scaturito da una serie di accorgimenti che hanno favorito la formazione di nuove squadre e che testimonia come l’attività giovanile di vertice sia entrata in pianta stabile anche in quelle società che negli anni passati, non di rado, preferivano andare incontro a delle sanzioni pecuniarie piuttosto che dare vita ad un’attività riservata agli under 18.
Su questa strada bisognerà insistere anche in futuro per contrastare, come dicevo prima, i momenti di difficoltà che ogni giorno sempre di più si manifestano. L’attività della nostra Rappresentativa rappresenta un punto di partenza, oltre che di gratificazione, per quei ragazzi che amano il calcio e attraverso il calcio vogliono raggiungere i traguardi della vita. Pensando a questo aspetto, abbiamo dato vita ad alcuni appuntamenti internazionali di grande spessore. Mi riferisco al Torneo Roma Caput Mundi, che quest’anno, per la quarta volta, tornerà a svolgersi nella nostra Regione, e al Torneo internazionale Alta Tuscia Città di Viterbo, appuntamenti che sono serviti e serviranno ad offrire un confronto di grande valore umano e sociale ai nostri ragazzi. Ai quali, da alcune stagioni abbiamo dato l’opportunità di arricchire il proprio patrimonio culturare e tecnico andando a confrontarsi all’estero con altre realtà calcistiche, attraverso la partecipazione al Torneo Egnatia che si svolge ogni anno a Salonicco, nella Grecia Settentrionale nella seconda metà di agosto.
Giovani, per noi significa parlare della novità più importante della storia recente del Comitato Regionale Lazio; l’accorpamento del settore giovanile con il settore dilettanti. Svolta epocale, arrivata dopo anni di attesa e di cui, consentitemelo, voglio prendermi una piccola ma significativa parte del merito perché, negli anni del mio mandato, ho sempre operato con caparbietà, convinzione e tenacia affinchè questo traguardo venisse finalmente raggiunto. Non è un caso che l’attuale presidente della Federcalcio, il dottor Giancarlo Abete, prima di raggiungere l’accorpamento e quando era ancora vicepresidente federale, mi avesse dato la sua disponibilità a scegliere proprio il Lazio come Comitato pilota di una fase di sperimentazione, poi superata dalla decisiva accelerazione nei tempi di attuazione di cui va dato il giusto merito al nostro presidente Carlo Tavecchio.
Come ho detto, è stato un passo epocale che ha rimesso le cose al posto giusto, dando alle società maggiori certezze e una maggiore facilità di accesso, con l’istituzione dello sportello unico, a quelle che sono le operazioni indispensabili per partecipare alla vita federale. In pratica, c’è stato uno snellimento di tutti quelli che sono i passaggi obbligati che ogni società deve compiere per partecipare ai campionati: dall’espletamento delle pratiche per le iscrizioni ai campionati all’acquisizione dei moduli per i tesseramenti, fino ad una contabilità diretta e completa, senza più distinzioni tra dilettanti e settore giovanile. C’è poi stata l’introduzione delle agevolazioni nelle modalità dei pagamenti di stampati e cartellini, che hanno ridotto quelle odiose file allo sportello che rendevano infernali i vostri pomeriggi di fine estate. Anche sul piano organizzativo, importanti sono state le novità introdotte per i campionati Allievi e Giovanissimi regionali, avviati verso una riforma strutturale che si concluderà nelle prossime due stagioni e adeguerà il loro format a quello già in essere con gli juniores, attraverso un percorso che dal 2009/2010 porterà ad avere una piattaforma pressochè unica per le tre categorie più importanti del settore giovanile, tenendo anche conto della peculiarietà formativa soprattutto della categoria Giovanissimi.
Abbiamo scelto questa strada per dare certezze e facilità di comprensione a voi dirigenti, che con le vostre squadre sarete così chiamati a seguire un unico percorso a prescindere dalla categoria presa in considerazione. L’attività regionale ha, altresì, alle spalle tutto un movimento provinciale al quale conferiamo notevole importanza. Sia perché è l’attività giovanile di base, il primo approccio con il mondo del calcio, sia perché è la più consistente e vasta. E’ stato un grandissimo passo in avanti, che ha comportato fatica, impegno e uno sforzo particolare da parte di tutti noi, profuso soprattutto nel momento del passaggio di consegne che, come avrete constatato, ha richiesto tempo e pazienza e portato anche qualche inevitabile disfunzione che ancor oggi, e sarei fuori dalla realtà se dicessi il contrario, persiste.
Situazioni che però fanno parte della naturalità delle cose e che non possono e non devono essere un freno. Anzi, da questi particolari bisogna trovare lo sprone a fare ancora meglio, trovando soluzioni adatte a rendere più agevole il vostro impegno nel calcio. Dal 1 luglio del 2007, data ufficiale dell’accorpamento, è passato un anno e mezzo, ma numerosi sono i giovamenti che avete già certamente riscontrato in questa nuova fase della vita organizzativa della Lega Dilettanti.
Tanto, però, c’è ancora da fare, in questo cammino di ricongiumento dei due mondi, che non possono e non devono essere messi in parallelo ma devono viaggiare mano per mano perché sono l’uno il complemento dell’altro. In questo percorso di miglioramento continuo, manca però uno strumento molto importante. Ovvero chiare e definitive normative, che piantino paletti precisi e invalicabili, in modo tale da consentire a tutti noi e a tutti voi di lavorare secondo dettami ben delineati, che non si prestino ad interpretazioni del momento o siano soggetti a cambiamenti in corso d’opera. L’obiettivo, dunque, deve diventare proprio questo: il raggiungimento di normative che rispondano in pieno alle domande, soprattutto per quanto riguarda l’attività di base, che giornalmente voi dirigenti fate agli uffici del nostro Comitato Regionale.
E’ questo l’impegno che chiediamo al nostro presidente Carlo Tavecchio, a cui va riconosciuto il merito di essersi sempre battuto in vostro favore nei confronti della Figc e di aver portato avanti battaglie importanti e fondamentali. Tra le quali, mi piace qui ricordare la prosecuzione della politica dei servizi attraverso il mantenimento della gratuità e mutualità per il calcio dilettantistico, con la copertura di tutti i costi arbitrali fino al campionato di Eccellenza. Senza dimenticare le battaglie vinte, come quella per la destinazione di una quota del 5 per mille alle società dilettanti; c’è poi da ricordare, l’acquisizione di una vice presidenza federale per la Lega Dilettanti, la trasformazione dei Comitati Provinciali in analoghe delegazioni, con componenti non più nominati dalla Figc ma dal Consiglio Direttivo della Lega Dilettanti, su proposta dei rispettivi Comitati Regionali; ed, infine, la possibilità per le società di puro calcio a 5 e di calcio femminile a 11 di eleggere i propri rappresentanti, dando così maggiore dignità a queste discipline.
A proposito di richieste, in tutti questi anni di presidenza del Comitato tra tutte quelle arrivate sui nostri tavoli, con piacere abbiamo riscontrato essere numerose quelle di tanti piccoli comuni che, proprio attraverso l’organizzazione federale, hanno deciso di riavvicinarsi al mondo del calcio. L’incremento registrato nel numero di iscrizioni delle società è dovuto anche a questo piacevole fenomeno, che noi del Comitato abbiamo stimolato e incentivato andando ad allacciare contatti magari perduti o addirittura inesistenti con le amministrazioni comunali. La diffusione del calcio dilettantistico a livello provinciale, oggi può essere annoverata come una realtà consistente e duratura. Proprio attraverso il calcio dilettantistico, in molti casi alcuni paesi isolati ora vivono la domenica intorno ad una partita di calcio, lontana e diversa da quella vista in tv.
E in questo ambito, il calcio a cinque ha dato un suo importante contributo, portando questa disciplina làddove non aveva mai avuto ragione di essere. Ecco, il calcio a cinque, sia machile che femminile, mi offre l’opportunità di parlare di un settore che ha una parte importante nella fase di crescita e sviluppo del Comitato Regionale Lazio. I dati stanno a testimoniare come il Lazio sia ancora ai primi, se non al primo posto nel panorama del futsal italiano. Tante le società, numerosi i dirigenti, tecnici e giocatori che animano il mondo del calcio a cinque, conferendo vivacità e autorevolezza ai nostri campionati, siano essi quelli di vertice della serie C1, o la base appassionata e combattiva della serie D. Segnale di un movimento che ha una sua fisionomia, che viaggia, ormai, con le proprie gambe. Non a caso oggi le società hanno una propria identità affermata negli anni e non costituiscono più delle meteore che vanno e vengono.
I club del calcio a cinque, che fino all’altro ieri era difficile identificare in una locazione specifica, oggi hanno strutture e sedi stabili, che caratterizzano il territorio, rappresentando dei punti di riferimento per i giovani che vogliono avvicinarsi a questa disciplina. Anche sul piano tecnico, i passi in avanti sono stati notevoli e tutti di grande rilevanza. I successi ottenuti dalle nostre squadre in campo nazionale stanno a testimoniare la valenza tecnica del movimento, che negli ultimi anni ha vinto la Coppa Italia nazionale maschile con il Colleferro nella stagione 2007/2008, ha conquistato un titolo italiano con la Rappresentativa regionale maschile nella stagione 2005-06 e vinto lo scudetto nazionale femminile con la Lazio Woman nella stagione 2007-08, la Coppa Italia nazionale con la Virtus Roma nella stagione 2005-06, oltre alle finale raggiunta dalla stessa Virtus Roma nel 2006-07.
Successi di grande prestigio che sono stati accompagnati e supportati da una serie di riforme che hanno avuto lo scopo di incrementare e sviluppare sia in termini di quantità che di qualità tutta l’attività. Il successo ottenuto dal campionato regionale Under 21, che negli ultimi tre anni è passato da un solo girone di 12 squadre a tre raggruppamenti di 14 squadre ciascuno, ci consente di inserire, dalla prossima stagione, tre calciatori under 21 nelle liste delle squadre che prendono parte al campionato di serie C1. Il campionato Under 21 è la punta dell’icerberg del settore giovanile del calcio a cinque, che si sviluppa anche attraverso un affermato campionato Juniores ma, soprattutto, si poggia su una base ormai solida di giovani formazioni, che prendono parte ai campionati Allievi e Giovanissimi. Sono ormai cinquanta, per ognuna delle due categorie, le squadre che prendono parte ai campionati di base. La dimensione assunta dal Calcio a cinque ha trovato riconoscimento nella Festa dei Calendari, che da due stagioni consente di vivere un pomeriggio di grande cordialità e convivialità in occasione della pubblicazione ufficiale della composizione dei gironi e dei calendari dei campionati di serie C1 e C2 maschile e di serie C femminile. Un appuntamento che ha avuto un grande successo e che riesce a dare la giusta visibilità mediatica al calcio a cinque, che negli anni si è andata sviluppando attraverso le pubblicazioni ormai storiche del movimento, ma anche attraverso i numerosi siti internet appositamente dedicati al calcio a cinque e ai suoi protagonisti.
Stesso discorso, sia pure con contorni numerici molto inferiori, possiamo farlo per il calcio a 11 femminile che passo dopo passo, sta cercando di conquistarsi il proprio spazio, riuscendoci, sia pure a costo di enormi sforzi. Il riconoscimento a questo graduale avanzamento, è arrivato negli ultimi due anni dagli straordinari risultati conseguiti dalla nostra Rappresentativa. Il titolo italiano conquistato due anni fa e il secondo posto raggiunto nell’ultima edizione del Torneo delle Regioni, rappresentano tappe storiche per il nostro Comitato, arrivate, e di questo ne sono particolarmente felice, quasi in coincidenza con il centesimo anno di vita del Comitato Regionale Lazio. Ecco, festeggiare il secolo di vita senza un tocco di rosa mi sarebbe dispiaciuto assai. Per questo dico grazie alle nostre ragazze per aver colmato questa lacuna e averci consentito di celebrare così l’evento nel migliore dei modi.
Da questo aspetto, dobbiamo prendere spunto per compiere altri importanti passi in avanti, con l’obiettivo di superare le difficoltà che il movimento del calcio femminile a 11 trova nello svilupparsi sul territorio. Da parte nostra è stato sviluppato un progetto di creazione e amplificazione dell’attività giovanile. E’ stata formata una rappresentativa regionale Under 15 che ha già un suo spazio e ha trovato i primi positivi riscontri. Sono stati poi organizzati dei tornei, come quello intitolato a Pasma Oveslati, giovane calciatrice prematuramente scomparsa in tragiche circostanze, o i tornei giovanili con otto squadre che andranno a iniziare alla fine di questo mese. Ho appena parlato dei cento anni di vita del Comitato Regionale, che andremo a festeggiare nel prossimo mese di ottobre, anche per ricordare a tutti noi quanto sia grande e importante la nostra famiglia.
Proprio questo, in tutti questi anni di mia permanenza alla guida del Comitato Regionale Lazio, è sempre stato in cima ai miei pensieri: il riconoscimento dell’importanza di voi dirigenti di società. E’ da questo assunto che sono partite, nel tempo, tutte le iniziative che a voi si sono rivolte. Mi riferisco ai riconoscimenti del lavoro e dell’impegno profuso in decenni di attività da alcuni di voi, anzi direi dalla maggior parte di voi. L’assegnazione delle Benemerenze, nazionali ma in particolare quelle regionali è stato e sarà ancora il riconoscimento per tutti quelli che si sono distinti nell’ambito del calcio dilettantistico. In quattro anni abbiamo premiato quasi duecento dirigenti, con delle cerimonie che prima hanno avuto carattere regionale e poi provinciale, avendo voluto portare a casa vostra il Comitato e il riconoscimento che meritate. In questo ambito, abbiamo inserito anche la Festa dei Calendari del calcio a 11 maschile, che è già diventato un importante appuntamento di fine agosto. Attraverso questa manifestazione, sveliamo tutti insieme sia la composizione dei gironi dei campionati di Eccellenza, Promozione e Juniores d’Elite, sia la composizione dei calendari dei tre campionati, oltre che gli abbinamenti del primo turno della Coppa Italia.
Premiare i dirigenti di oggi, per noi non ha significato dimenticare quelli di ieri. Persone di grande spessore, dirigenti che ci hanno accompagnato in percorsi più o meno lunghi nei cento anni della nostra storia. Alla loro memoria, il Comitato Regionale ha intitolato tornei e manifestazioni, iniziative sportive e benefiche che hanno voluto ricordare i nomi di Raffaele Grandi, Antonio Sbardella, Ruggiero Lopopolo, Roberto Ciccaglioni e altri che ancora hanno un posto importante nei nostri cuori e nella nostra memoria. Parlare di chi non c’è più non mi esime dal ricordare anche quei ragazzi tragicamente scomparsi per e in nome del calcio. Giovani vite portate via da fatalità, ma che sono ancora vicine a noi grazie al calcio. Abbiamo organizzato il Torneo degli Angeli, il Torneo Tortora e altre manifestazioni celebrative, proprio per ricordare questi giovani atleti la cui scomparsa è purtroppo legata anche ad un altro aspetto fondamentale, quello della prevenzione sanitaria e della sicurezza degli impianti di gioco.
La tragedia che ha colpito tutti noi meno di un anno fa con la morte di Alessandro Bini rappresenta una ferita ancora aperta nei nostri cuori, ma ci ha spinto a raddoppiare l’impegno già profuso affinchè tutta la nostra attività si svolga in strutture adeguate e a norma di sicurezza. Il Comitato Regionale Lazio in tutti questi anni, al di là delle tragiche vicende accadute, ha incrementato costantemente le visite sui campi di gioco per monitorare più frequentemente e preventivamente situazioni e condizioni degli impianti. L’avvento dell’erba sintetica (nel Lazio sono ormai oltre 120 gli impianti) ha portato un notevole miglioramento ai campi di gioco, ma ha dato anche un imput alla ristrutturazione degli spogliatoi e delle altre strutture di supporto dei campi stessi. Questo, ovviamente, non ci basta perché serve di più, molto di più di un terreno erboso, per quanto importante, a garantire, a chi gioca, ogni standard di sicurezza.
Pertanto, abbiamo deciso che dalla prossima stagione alle società chiederemo, all’atto dell’iscrizione ai campionati, la certificazione di agibilità dei propri impianti sportivi. Lo faremo partendo dal vertice, ovvero dalle società che si iscriveranno al campionato di Eccellenza. Un primo importante passo di prevenzione che vogliamo estendere, in pochissimo tempo, anche alle altre categorie della nostra attività.
Prevenzione, per noi significa anche attenzione agli aspetti medico-sanitari dell’attività sportiva. Poco più di un mese fa si è svolto a Pomezia un incontro-convegno che ha riscosso grande interesse e che ha presentato un progetto in cui crediamo molto e che, attraverso un percorso porterà i ragazzi, ma anche i dirigenti, ad avere prima di tutto una certificazione medico-sportiva d’inizio attività il più completa possibile, così come accade per i calciatori professionisti; e poi a prendere consapevolezza dell’importanza dell’etica sportiva, andata un po’, se non del tutto perduta negli ultimi anni.
Qui, saranno gli stessi ragazzi a dettare le regole della carta etica attraverso una serie di incontri nei quali si dibatterà su quali devono essere i valori dello sport. Un’altra iniziativa che stiamo attivando, è quella della certificazione di qualità, che verrà rilasciata alle società che lo richiederanno. In questa certificazione si terrà conto della sicurezza dell’impianto, del suo standard di qualità, della certificazione medica e delle occasioni di confronto da loro stesse determinate. In tema medico-sportivo, negli anni, il Comitato Regionale si è strenuamente impegnato a sostenere la politica di prevenzione anche attraverso l’istituzione di corsi di primo soccorso, riservato ai dirigenti di società; poi con il tentativo, sul quale abbiamo internzione di ritornare, con l’istituzione di centri di pronto intervento delle autoambulanze e infine con la distribuzione gratuita di defibrillatori. Grazie al nostro impegno, ne sono stati raccolti e distribuiti alle società ben 123, il cui funzionamento è stato assicurato dai dirigenti delle stesse società attraverso la partecipazione ai corsi organizzati in collaborazione con la fondazione Giorgio Castelli, che ricorda un altro ragazzo tragicamente scomparso su un campo di calcio.
Permettetemi ora di parlare di nuovo del cuore del nostro Comitato, ovvero dell’attività agonistica, che non è, ovviamente, soltanto Eccellenza, Promozione e campionati giovanili. E’ molto di più, con tantissime altre società e squadre, migliaia di ragazzi, dirigenti e tecnici che, senza avere i fari dell’informazione puntati addosso, danno vita a campionati e tornei di elevato interesse. Tutti insieme, costituiscono il nucleo centrale dell’attività del Comitato, il cui impegno trova consistenza nell’andamento sempre più interessante e regolare di questi campionati. Con piacere, in questi anni ho rilevato come sui nostri campi sia cresciuta la partecipazione del pubblico, evidentemente richiamato dalla genuinità e spontaneità del nostro calcio, che con queste caratteristiche si è contrapposto con semplicità, ma anche con grande forza, al calcio di vertice.
Siamo consapevoli che è una battaglia impari su ogni fronte, ma noi siamo qui a sostenerla, comunque, perché crediamo nei valori che le nostre squadre esprimono ogni sabato e domenica. Negli anni, tuttavia, non sono mancati momenti di tensione, generati da comportamenti discplinari non in linea con i principi di lealtà sportiva. Situazioni a volte anche rilevanti, ma che sono sempre state contenute con bravura e senso di responsabilità da parte di tutte le componenti, nello stretto spazio dell’episodicità.
A questo ha contribuito il lavoro della giustizia sportiva, puntuale e solerte, che anche qui può essere evidenziato da alcuni numeri significativi, perché il numero delle giornate di squalifica è in discesa in tutti i campionati, dall’Eccellenza alla Seconda categoria, siano esse per una o più giornate. In quattro stagioni il forte decremento dei provvedimenti disciplinari è la testimonianza diretta di una ritrovata tranquillità su numerosi campi di gioco, e di un accresciuto senso di responsabilità da parte dei calciatori, giovani o maturi che siano, oltre che da parte di dirigenti e tecnici. Non si può dire altrettanto per i comportamenti dei sostenitori, che troppe volte, purtroppo, non sono consoni ai dettami di lealtà sportiva e del rispetto degli avversari.
Tutto questo è avvenuto anche in presenza di riforme strutturali di un campionato come la Promozione, i cui gironi sono stati portati a diciotto squadre, e all’introduzione dei play-out sia nel campionato di Eccellenza che in quello di Promozione e nei campionati giovanili regionali. Anche qui, abbiamo allargato l’organico del secondo campionato regionale per adeguarlo a quello di vertice, porta d’uscita verso il mondo del calcio nazionale. Alla Promozione abbiamo così conferito maggiore consistenza, sia sul piano tecnico che dell’interesse; mentre l’introduzione dei play-out è servita a ridurre, se non proprio a spazzare via, ogni possibile sospetto sull’esito di alcune gare a fine campionato. Due novità che sono state recepite positivamente sia dalle società che da media, che hanno allargato i propri interessi anche a questo campionato, parallelo all’Eccellenza.
A proposito di mezzi di informazione, apro una piacevole parentesi per sottolineare come il loro interesse nei confronti dell’attività calcistica regionale e provinciale sia notevolmente cresciuto. Di questo li ringrazio, chiedendo loro, se posso permettermelo, di continuare a seguirci con affetto e obiettività, componenti che ho riscontrato in moltissime situazioni.
In questo ambito, si inserisce anche il rapporto con gli arbitri, che ha avuto, ha tuttora e avrà con voi società momenti di conflittualità, ma che mi sembra di poter affermare è migliorato rispetto al passato. Da parte nostra e vostra c’è sempre stata la consapevolezza che solo attraverso un rapporto di collaborazione si può e si deve crescere insieme; da parte loro sono arrivati segnali di una maggiore disponibilità ad un confronto sereno, come si conviene a persone che, pur partendo da posizioni diverse, sono animate dalla stessa passione. E di questo me ne compiaccio pubblicamente. Purtroppo, al sempre più crescente numero di gare che si giocano sui campi della regione, non corrisponde un adeguato numero di direttori di gara, condizione originata dalla carenza di vocazioni. Corso dopo corso, purtroppo, non si riesce ad incrementare il numero dei giovani arbitri da mettere a disposizione delle sezioni prima e dei designatori poi.
Al problema abbiamo provato a dare un nostro piccolo contributo, sensibilizzando le società e i dirigenti nella ricerca di potenziali arbitri. Il Comitato ha anche adottato misure di incentivazione a questa ricerca, ma i risultati non sono stati particolarmente incoraggianti e il primo ad esserne dispiaciuto sono proprio io. Ciò nonostante, il Comitato Regionale Lazio continuerà a stimolare la ricerca di giovani arbitri, mettendo in atto tutte le iniziative che riterremo opportune.
Nei prossimi giorni, e il presidente Tavecchio ne è già a conoscenza, partirà un primo progetto che porterà i giovani calciatori delle categorie Allievi e Juniores a dirigere le gare dei Tornei Pulcini e Esordienti delle proprie società. Un progetto che consentirà a questi ragazzi non solo di acquisire una conoscenza superiore delle norme e dei regolamenti, ma anche di fargli conoscere un lato del gioco del calcio che può affascinarli o addirittura attrarli nel momento in cui le prospettive di continuare a giocare dovessero sfumare. Ecco perché, colgo qui ancora una volta l’occasione per chiedere a tutti voi un piccolo sforzo per segnalare o aiutare quei giovani che, magari perché delusi dal calcio giocato, non avendo le qualità per emergere, hanno ancora voglia di restare su un campo di calcio, indirizzandoli verso un corso per arbitri, una grande occasione per continuare a vivere in presa diretta una partita di calcio; un’occasione da sfruttare, una grande esperienza di vita. Questo è il contributo che noi e voi possiamo dare per arginare la carenza di vocazioni nel settore arbitrale.
Ma è chiaro che urge un intervento più drastico che può venire soltanto dalla Federazione, che deve fornire l’Aia di mezzi e risorse per reclutare e formare i giovani arbitri. Superata questa fase elettorale, chiedo al presidente Tavecchio l’impegno concreto affinché si affronti seriamente il problema, che non può essere demandato esclusivamente all’Associazione Italiana Arbitri.
Dico questo avendo bene a mente i grandi sforzi fatti dal presidente del Comitato Regionale Arbitri Carlo Pacifici e dei presidenti delle sezioni del Lazio, nell’interesse delle nostre società, perché i nostri campionati non possono e non devono più essere solo una scuola di formazione, con tutte le conseguenze che questo comporta. Non è più possibile vedere un arbitro di 17 o 18 anni dirigere gare di Seconda categoria al cospetto di calciatori che hanno un’età doppia e anche di più rispetto alla sua e che con la loro scaltrezza spesso vanno ad incidere sulla maturità e a volte anche sulla personalità del giovane direttore di gara. Che, oltretutto, non ha ancora le possibilità di muoversi in autonomia, e quindi deve essere accompagnato da un genitore o un parente sui campi di calcio.
Questa accelerazione dei tempi di inserimento degli arbitri sui campi di calcio, comporta dunque dei rischi elevatissimi in materia di incidenti e sanzioni disciplinari. Ecco perché vanno trovate delle misure affinché si eviti che arbitri di venticinque anni che non riescono più a trovare sbocchi nelle categorie superiori, vadano perduti.
Arrivati a questo punto, non me ne voglia l’amico Carlo Pacifici, ma il Comitato Regionale Lazio non può farsi più carico di sostenere iniziative volte alla preparazione, tecnica e atletica degli arbitri. Spetta ad altre componenti, la Lega di serie A e B in primis, fornire adeguati supporti economici affinché i giovani di oggi, potenziali grandi arbitri di domani, abbiano la necessaria formazione per poter crescere in serenità e compiere le dovute esperienze senza traumi. In fin dei conti, sono le società delle leghe professionistiche quelle che beneficiano degli arbitri selezionati sulla pelle delle società dilettanti.
Bisogna dunque trovare al più presto delle soluzioni, che possono essere quella di rendere obbligatoria per le società, al momento dell’iscrizione ai campionati, l’indicazione di due o tre nomi di potenziali arbitri, oppure, e la mia è solo una provocazione, quella di una diversa filosofia nell’espletare l’attività, riservando maggiore spazio agli enti di promozione sportiva. Ma questa sarebbe davvero una grande sconfitta per tutto il mondo federale.
Nel parlare di rapporti, non posso evitare di fare cenno ai nostri uffici, diventati una macchina che gira a pieno regime tutta la settimana. Grazie all’impegno dei nostri impiegati e alla dedizione dei tanti collaboratori. Da via Tiburtina avete risposte e riscontri efficienti e anche sollecite in relazione all’enorme numero di squadre e società con cui dobbiamo relazionarci.
Da anni, la trasparenza nella contabilità rappresenta una certezza e una garanzia per tutti voi. Ora, poi, che è finalmente stato attuato lo sportello unico, questo dato può essere davvero considerato un assoluto. Anche sul piano economico, l’impegno della Lega Dilettanti a sostegno delle società è stato considerevole. Ultimo, ma non ultimo, è arrivato l’accordo tra la LND e la Lottomatica per la creazione, all’interno delle strutture che hanno i requisiti richiesti, di centri per la raccolta di scommesse e non solo. Veri e propri "corner", come credo siano chiamati in gergo tecnico, che possono dare un notevole impulso all’attività commerciale legata agli impianti sportivi gestiti dalle nostre società.
L’accordo è stato voluto dal nostro presidente Carlo Tavecchio, la cui presenza qui mi spinge di nuovo a formulargli delle precise richieste, chiedendogli, al tempo stesso, anche a nome vostro delle precise risposte in materia. Tre sono i punti su cui, da tempo, le società del Lazio battono costantemente e che noi del Comitato sentiamo di fare nostri, mettendoli in cima al programma attuativo per il prossimo quadriennio. Il primo è l’emanazione di un regolamento per l’omologazione degli impianti sportivi, siano essi in terra battuta che in erba naturale, affinchè tutti possano offrire standard di sicurezza compatibili con l’attività calcistica.
Un regolamento che consenta a voi e a noi di far giocare i nostri ragazzi con dei margini di sicurezza elevati. Il secondo riguarda ancora un aspetto normativo, appena accenato in apertura del mio intervento e che è legato al fenomeno, deprecabile, dell’elusione del pagamento del premio di preparazione. Troppo spesso ho notizie di società a cui non vengono corrisposte, sfruttando gli escamotage che l’attuale normativa consente, le somme dovute dalle norme federali. Un fenomeno a cui dobbiamo e vogliamo porre fine per dare garanzie alle nostre società e riconoscere loro, una volta per tutte, l’importanza del lavoro di formazione e crescita dei giovani calciatori.
Sarà nostra cura avanzare proposte, offrire il massimo del contributo affinchè anche questo problema venga superato, nell’interesse delle società e degli stessi ragazzi. Infine, al presidente Tavecchio chiediamo con fermezza di risolvere l’annosa questione delle quietanze liberatorie, che portano a tante e continue divergenze tra genitori, sollecitati da ben definiti soggetti, e le nostre società. Il nostro desiderio, che diventa anche l’obiettivo che il prossimo consiglio direttivo si impegna a conseguire, è quello di non dover più affrontare situazioni deprecabili, cancellando disagi e disparità in un percorso di crescita dei giovani calciatori che dev’essere anche collegato all’aspetto economico, inteso come giusto riconoscimento a chi cresce e forma i ragazzi, ma dall’aspetto economico non deve essere ne strumentalizzato, ne penalizzato.
Non è più possibile accettare passivamente il diniego della Figc in materia. Da questi tre punti, ai quali, ripeto, chiediamo risposte concrete, intendo far partire il programma per la mia ricandidatura alla presidenza del Comitato Regionale Lazio per il prossimo quadriennio. Con voi desidero infatti ancora camminare insieme per portare avanti un percorso iniziato nel 2002 e che ha ancora dei passi importanti da compiere. Tra questi, oltre a quelli già citati poc’anzi, metto anche il miglioramento della qualità dell’organizazione del settore giovanile, che può e deve fare un salto di qualità anche negli aspetti meno evidenti, come sono quelli che vanno al di là dell’organizzazione dei campionati o delle agevolazioni nell’espletamento degli adempimenti burocratici.
L’incremento della politica dei servizi è e resta al centro di tutto il nostro lavoro, perché continuiamo a credere che il Comitato Regionale Lazio dev’essere al servizio delle società, offrendo loro tutti i supporti di cui necessitano. Nel prossimo quadriennio cercheremo di consolidare lo sviluppo del Comitato anche attraverso il mantenimento di una promessa mancata, quella della realizzazione di una sede tutta nostra. Un obiettivo non certo accantonato, e che proprio in questi giorni sta avendo un imput importante attraverso l’individuazione di una sede idonea ad ospitarci. Il nostro futuro passa anche attraverso l’incentivazione dell’attività agonistica in modo da offrire motivi e occasioni di interesse non soltanto per voi società ma anche per il mondo dell’informazione, che può dare una grande mano allo sviluppo del nostro mondo.
Vogliamo dare maggiore visibilità al mondo del calcio dilettantistico e giovanile (sia attraverso iniziative sportive che mediatiche) anche per dare a voi società un’opportunità in più per reperire risorse economiche che aiutino lo sviluppo della vostra attività. Intendo percorrere questo cammino avendo al fianco gran parte delle persone che in questi sei anni mi hanno sostenuto e aiutato anche nei momenti più difficili. Uno dei consiglieri, Piero D’Innocenzo, persona di rara competenza e sensibilità, per motivi personali e per una scarsa identificazione nel calcio di oggi, ha preferito farsi da parte, sospendendo la sua attività in ambito federale. Voglio qui ringraziarlo per quanto ha fatto negli anni trascorsi nel nostro mondo.
Gli altri, e voglio citarli in semplice ordine alfabetico pur avendoli qui davanti a me, ovvero Vincenzo Calzolari, Francesco Cerro, Sergio Insogna, Franco Pascucci, Giuseppe Russo e Dario Scalchi hanno accettato di continuare con me questo percorso. A loro, se lo vorrete, è ben felice di unirsi, Nuccio Caridi, che tanti di voi già conoscono per i numerosi anni trascorsi alla guida del Comitato Regionale del Settore Giovanile e Scolastico ed attuale coordinatore Federale per la Regione Lazio.
Oggi, per la prima volta, sarete chiamati a votare anche i delegati regionali per il calcio a cinque e per il calcio femminile, figure che fino ad ora erano di nomina. Due i candidati che sono stati proposti: Piero Colantuoni per il calcio a cinque e Alba Leonelli per il calcio femminile. Persone che hanno già fatto conoscere le proprie doti sia all’interno del Comitato che nei confronti delle società.
Ecco, se oggi deciderete che Melchiorre Zarelli può essere ancora il vostro presidente, questa è la squadra che vorrei lavorasse con me. Alla quale, e lo dico con molto rammarico e un po’ di commozione, non potrà aggregarsi Laura Mattia, negli ultimi sei anni segretario del Comitato Regionale Lazio e persona che con me ha vissuto anni storici anche all’interno degli uffici di via Antonio Musa.
Laura ci lascia per raggiunti limiti pensionistici e il suo posto sarà preso da Claudio Galieti, attuale vice segretario, il cui dinamismo e preparazione non potranno che portare benefici a tutti. Al suo fianco, come vice segretario ci sarà Tiziana Vettorel, altra persona di grande competenza ed esperienza che ha vissuto gli ultimi vent’anni a stretto contatto con ognuno di voi. Questa fase di rinnovamento, mi consente di aprire infine una parentesi, per ringraziare di cuore tutto il personale degli uffici del Comitato Regionale Lazio. Gli impiegati, i preziosi e infaticabili collaboratori di ogni settore, tutti i componenti gli organi della giustizia sportiva e quanti compongono gli staff della rappresentative. Un grazie particolare va anche ai delegati provinciali, nostra rappresentanza sul territorio, ed ai loro collaboratori, che hanno offerto un notevole contributo alla crescita e allo sviluppo dell’attività nelle nostre province, laddove la vetrina è forse meno sfavillante ma che offre comunque prodotti calcistici di grande spessore e validità tecnica e morale.
Cari amici, chiudo questo mio lungo ma esaustivo intervento ricordando, come ho già fatto in apertura, come tutto quello che vi ho esposto è stato possibile realizzarlo solo grazie alla fiducia che ho sempre avuto da parte vostra e da parte dell’intero Consiglio Direttivo. RingraziandoVi ancora, porgo a tutti voi un sincero in bocca al lupo per le vostre attività, ricordandovi che siamo a vostra completa disposizione per qualsiasi suggerimento o iniziativa che possa essere legata a questo anno particolare che, lo ricordo ancora, coincide con il centenario della nascita del Comitato Regionale Lazio.
Grazie e auguri a tutti.