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GIUSTO PRENDERE LE SANZIONI CONTRO LA LUPA FRASCATI MA ADESSO CI VUOLE UN ULTERIORE SEGNALE


articolo del 18/5/2009



I provvedimenti usciti fuori lasciano tutto intatto, o quasi. In parecchi erano pronti a puntare il dito contro la Lupa Frascati e l’indecoroso quanto violento comportamento tenuto da giocatori e dirigenti nei confronti del fischietto umbro Verdenelli. La Lupa Frascati non è un brutto anatroccolo come l’Aprilia, questo è evidente. Il giudice sportivo ha preso una serie di decisioni e ne prendiamo atto. Non si gioca più a Frascati fino al 31 gennaio 2010, con possibilità di ricorrere da parte della società ma anche che, facendo ciò, in secondo grado e più avanti, si vada incontro a sanzioni più pesanti, se qualcuno dovesse avere la faccia tosta di non pensare che è andata di lusso, per quanto accaduto sul campo, alla fine, e al rientro negli spogliatoi. Partite in campo neutro, come era successo all’Aprilia, che però era stata retrocessa dal secondo posto ottenuto sul campo. Tutto questo è uscito fuori dalla stanza dell’organo giudicante sul cui tavolo i referti parlavano di aggressione vera e propria, una prima, e di una seconda, perpetrata nonostante l’arrivo delle forze dell’ordine dalla tribuna al campo.

La federazione ha dato una prima risposta, lasciando a casa, come minimo accorgimento, Apruzzese per recidività in ammonizione, Argenio, nonostante si sia prodigato per cercare di fermare i più scalmanati, violenti e nevrolabili, tra i suoi. Poco male per il dirigente Orsini, in tribuna per tre turni. Per Marco Gonnella, giocatore, a questo punto ex, giusta squalifica di cinque anni con proposta di radiazione, e, a nostro avviso, rischia anche problemi tipo DASPO, dal momento che i giocatori non sono diversi dai sostenitori. Storia finita, giusto. Nulla da eccepire, per utilizzare una frase del gergo arbitrale.

Pabulo fuori dal campo fino a gennaio, e si è rovinato per il prossimo anno intero, e in questo caso non ci sentiamo di condividere la metrica adottata dal giudice sportivo, perché il calcio dato all’arbitro è stato premeditato, violento, cercato. Una cosa davvero singolare, che uno così debba stare fermo soltanto fino al 31 gennaio prossimo. Fossero accadute queste cose in mezzo alla strada parleremmo di un giudizio poco adeguato, scarsamente congruo. Come otto gare per Machado sono poche, visto che il tentativo di violenza c’è stato, a leggere le motivazioni, anche se è stato fermato da poliziotti e carabinieri. Otto giornate non sembrano adeguate nemmeno per Pestrin. Quattro a Nilson raccontano di un tentativo di aggressione a uno dei due assistenti.

Detto questo, ci sono poi sanzioni minori, come accennavamo. Però un dubbio rimane. Ci sono abbastanza serenità e tanta volontà, nel comitato interregionale, e in questa lega nazionale dilettanti, al punto da indagare sulle frasi da noi pubblicate ieri? Ossia sulle offese che Fabrizio Di Mauro e Silvio Argenio hanno detto di essere state pronunciate dall’arbitro Verdenelli di Foligno all’indirizzo di Nilson? Perché già le sanzioni non sembrano tutte adeguate. Se a questo aggiungiamo che persiste il dubbio su un rappresentante del mondo degli arbitri, allora significa che, in primis, questo non è più un giuoco. E in segundis, che non tutti sono giudicati in maniera perequata. Se si accerta che l’arbitro ha sbagliato a mantenere un atteggiamento verbale provocatorio e addirittura offensivo, adesso gli organi competenti dovranno dimostrare altrettanta celerità, efficacia, rapidità. Non come la vicenda di Gaeta-Pisoniano, decisa un anno dopo, con sanzioni che hanno penalizzato le società di arrivo di alcuni giocatori poi squalificati.

Un piccolo suggerimento lo possiamo dare. Ci sono le immagini di una televisione, che forse era TeleUniverso o Lazio Tv. E da lì potremmo individuare altri cialtroni benpensanti che si mettono in giacchetta elegante per poi tenere ben distante il proprio ruolo di origine incoraggiando la violenza, verbale, fisica, psicologica.

Ripetiamo: giusto dare addosso a chi ha sbagliato. Giusto combattere la violenza, inaudita, espressa da gente che ha scambiato, seppur per una porzione di pomeriggio, un campo di calcio per qualcosa di diverso, lontano, anzi remoto, dal pallone. Altrettanto giusto sarebbe appurare se vanno in giro un arbitro, e, forse, un assistente dai metodi poco ortodossi. Non possiamo rimanere con dubbi figli di una mentalità medioevale.

Massimiliano Cannalire

 

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