Girone A: il punto
articolo del 13/12/2010
Tanas, sveglia! Le altre se ne vanno
Il problema non è la squadra. E’ la società che…
Il Montefiascone passa ad Acquapendente nella sfida tra le realtà alto-viterbese, e questo è il terzo, grande segnale che la formazione di Lorenzo Minciotti e Daniele Antolovic propone, anzi, a questo punto, direi impone al girone A. Il tutto capita nel pomeriggio, mentre l’Anguillara, che insegue una punta da innestare, ritrova Giuseppe Cantafio per gli amici, credo tanti, Pino o Colonnello Mortimer, vince a Rignano Flaminio, contro il Pianoscarano per 3-2. Il tutto fa seguito al pareggio (1-1) del “Comunale” di via delle Colonie dove le immagini ci hanno confermato due cose: nonostante non sia un veterano Loiseaux è bravo nel prendere posizione come un consumato giocatore di pallacanestro, ed è ingenuo il suo diretto controllore che manda sul dischetto Provinciali per riuscire a riprendere il gol segnato nella prima parte dall’ispirato Ferro. Era la partita tra due delle grandi società degli anni ’90 e d’inizio secolo, in Eccellenza, consapevoli che solo una, vista la larga concorrenza, potrebbe anzi potrà pescare uno dei due posti utili al ritorno nel massimo campionato. Saremo impopolari, a sostenere questa tesi ma questa pensiamo e scriviamo.
Nelle immediate vicinanze tornano i sorrisi alla Caninese di Franco Mirto, che vince al “Somaini” sul Real Monteverde dopo due passi falsi, un solo punto in due partite con Virtus Cimini e Tolfa, non di certo il Barcellona del raggruppamento, e al Focene di Ivano Bellei, che supera di misura, su rigore realizzato da Feola, l’Atletico Vescovio. La Fortitudo Nepi di Giancarlo “Paperoga” Carloni, uomo tranquillo anche quando non aveva panchina, non come quelli che “devono allenare costi quel che costi”, batte al “Mercante Nuovo” il Trevignano con le realizzazioni di Laurato e Mariano.
Cerveteri e Tanas Casalotti fanno 1-1 ma mentre i verde-azzurri sanno di disporre dei mezzi tecnici e tattici per fare un secondo scatto sul sellino, nella salita che si è materializzata dopo che si sono ripresi ad ottobre, per il club romano si profilano scenari inquietanti, se non prende una certa piega la questione societaria, con i giocatori incerti sul loro immediato futuro. Si può continuare a itinerare, in un torneo che avrebbe dovuto confermare la bontà dell’organico di Primavalle (e dintorni)? Senza giudicare nessuno in modo aprioristico: l’alibi per cui un anno fa certe questioni non fossero preventivate reggeva prima. Ci vogliono, seppur non molti, i soldi, per fare calcio, altrimenti si partecipa a un torneo tra parrocchie. E questi giocatori meritano delle certezze. Accettiamo smentite, non a dichiarazioni TV, stavolta, ma coi fatti.
Dovrà tornarci, al “Felice Scoponi” di Tolfa, l’operaio Giuseppe Porcelli detto Pino perché non basta il casco da minatore per causare la fuga della folta nebbia presente sul colle dello stadio tolfetano.
Massimiliano Cannalire