POCHESCI
ECCO PERCHE' SONO ANDATO
VIA DA GENZANO
Un lunedì mattina qualsiasi, e ti accorgi che da diverso tempo non parla, in giro, alla ricerca di microfono e taccuini, il plateale Sandro Pochesci da Borghesiana e Torbellamonaca, ovvero il personaggio che ha sfidato la retrograda credulità popolare portando, all'inizio del nuovo secolo, quel nome così scomodo, alla ribalta del calcio regionale, fino all'Eccellenza. Lo contattiamo e, strano ma vero, è votato alla calma e alla discrezione (!). Ma ci dice i motivi per cui ha chiuso, con le dimissioni da tecnico, qualsiasi rapporto con la Cynthia Genzano 1920.
“Ho sbagliato a fidarmi di certi pseudo-amici, che peraltro nel calcio non c'entrano niente. Entrano e poco dopo pensano di sapere tutto. Un vero peccato perché la squadra è buona. Ma io ho commesso l'errore di fare entrate amici che poi si sono rivelati come elementi accompagnati da insano e deviante protagonismo. Devono sapere che l'esperienza, nel calcio, conta. E che chi si avventura nel calcio capirà solamente alla fine gli errori di presunzione fatti”. Poi ricorda un saggio del passato, sempre di attualità: “Di calcio parlano tutti ma il calcio non è per tutti, come diceva un grande saggio”.
Questa era una frase del papà di Giampiero Guarracino, Gipo? Sorride, di gusto, al ricordo di uno dei pilastri nella storia dei direttore sportivi che questa regione abbia mai avuto, e dice: “Esco di scena per quest'anno. Un anno buttato via, per me. Mi dispiace solo questo. Non c'è più programmazione, nel calcio, e quindi si va avanti nella speranza che qualcosa vada per il verso giusto. Tutto lontano da come imposto le cose io”.
M.C.