stampa | chiudi

VIGOR ACQUAPENDENTE, TRIONFO AI RIGORI, NEL 1995


articolo del 5/1/2012

SPECIALE COPPA ITALIA: QUELLA VITTORIA PARTICOLARE

LA VIGOR ACQUAPENDENTE?

E' SEMPRE UN'EMOZIONE FORTISSIMA!


Sandro Celli, uomo dalle idee chiare e tecnico di grande capacità, ha vinto la Coppa Italia nel 1994-1995, dopo i trionfi del Civitavecchia, in regione e fuori. La sua squadra vinse ai tiri di rigore, con il Santa Marinella, allo stadio Flaminio di Roma, contro il Santa Marinella, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e dei supplementari. Quella splendida, tenace Vigor Acquapedente vinse 6-5 dopo quel doppio esito a occhiali, contro una squadra già attrezzata, e abitudinaria, a certi livelli, per tutti gli anni '90. E l'anno dopo uscì dopo la doppia semifinale, per merito dell'Anziolavinio di Umberto Succi, presidente che poi avrebbe lasciato a Franco Rizzaro, e mister Gianfranco Ricci. Questo, però, capitò, sempre a viale Tiziano, dodici mesi dopo, contro il Terracina (1-0), con i portodanzesi che finirono in 9 contro 11, ma vincitori.

Tornando alla Vigor Acquapendente, superò il Santa Marinella, dopo una finale interminabile, fatta di un pronostico che, ovviamente, andava in favore della compagine che giocava nel più importante campionato, nato da poco. Oggi Alessandro “Sandro” Celli è assessore allo sport e al turismo, nella bella Tarquinia, culla, con Cerveteri, della civiltà etrusca.

Non eravate favoriti, quel giorno, mister Celli...”.

Alla fine non c'è mai il favorito. La sensazione è quella di una soddisfazione particolare perché era la terza che si giocava allo stadio Flaminio. Un fascino particolare, venne tutta Acquapendente, con 4.000 persone, e vincemmo ai rigori, contro un grande Santa Marinella. Ancora ho vivi tutti i ricordi, minuto per minuto, di tutta la partita”. Sorride, al pensiero di quanto vissuto, ottenuto, mantenuto nelle fotografie, nei ricordi...

Prima non c'erano i social network, ho il cartaceo, ben conservato, a casa”.

I giocatori più in vista erano grandi atleti, ma soprattutto persone di spessore umano, comportamentale.

Celli: “Gli uomini di punta erano Brandolini, Camilletti, Paris, un ragazzo del posto, e c'era Viviani, il cui figlio gioca oggi in serie A. Federico, infatti, è il figlio di Mauro; il padre ha fatto una partita in serie B e in A, con la Lazio poi in prevalenza ha fatto la serie C. Ha fatto più strada il figlio, vedi?”.

Che rapporti hai mantenuto con Acquapendente?

E' sempre fortissimo, proprio dal punto di vista emotivo. Il mi' figlio tifa per la Vigor Acquapendente, ancora adesso. Quando stavo con la Vigor aveva un anno, due e tre e oggi, a 18 tifa ancora la Vigor! Con Giancarlo Fastelli, il direttore sportivo, ci sentiamo ancora oggi per gli auguri. C'è un legame particolare. Nella mia carriera di allenatore mi sono tolto con quella società le migliori soddisfazioni, e quindi ho un pensiero sempre particolare”.

Parliamo di oggi. Quanto è una bella una realtà come la Corneto?

Intanto oggi è una realtà del calcio tarquiniese nel senso che è rimasta l'Eccellenza grazie al club di Rinaldo Sartori e Ciro Granato. Come assessore allo sport seguo tutto lo sport della città. Abbiamo 40 associazioni sportive, che sono un'infinità, e la più grande è la Corneto, per numero di praticanti, circa 200 ragazzi. Una cosa importante, stiamo cercando di fare un impianto adeguato; dopo il campo lavoreremo sulle tribune, per accogliere meglio gli sportivi. La Corneto Tarquinia è una gran bella realtà sia dal punto sportivo che sociale”.

Così ha parlato alla vigilia di Rieti-Pisoniano Sandro I, principe di Acquapendente, per un blasone mai trascorso. Come il rapporto con quella città per tanti lontana, ma ancora innamorata di quella vittoria, degli eroi di una stagione intera.

Massimiliano Cannalire

(hanno collaborato Alessandro Grassetti

e Cesare Lamonaca)


stampa | chiudi