stampa | chiudi

IL PAOLO TESTA TECNICO: IL PIU' VINCENTE D'ITALIA


articolo del 18/1/2012

9 TITOLI, 3 SCUDETTI.

IN 11 ANNI.

IRRIPETIBILE,

IN OGNI TEMPO.

                 IN OGNI LUOGO


Servizio iniziato alle 2 a.m. del 17-1,

chiuso alle 00.30 del 18


Ho, abbiamo lasciato l’ultimo capitolo dedicato a Paolo Testa in fondo a questa giornata, anche se sono le 2 del mattino e tra poco più di 12 ore saremo in tanti, a gridare il dolore per la perdita di un personaggio-non personaggio, che ha conquistato tanta gente, sul piano del comportamento e dell’educazione, ben prima di vincere qualcosa sul campo. Di teatri delle finali, regionali e italiane, ne sono stati adoperati parecchi, ma la compostezza, la grande conoscenza del materiale umano a disposizione, rifinito da quel grande, inestimabile intarsiatore, che è Giampiero Guarracino, con la supervisione del padre, Massimo, hanno sovente portato fino in fondo le squadre del Tor di Quinto. Anche a sfiorare, accarezzare due titoli italiani, sono stati soltanto avvicinati, uno nel 2006, con Paolo sulla panchina dei giovanissimi campioni laziali, davanti al Savio, 1-0, rete di Ciavarro, e quella squadra si mangiò lo scudetto nel terzo dei tre incontri di semifinale a Moena, in Trentino. E l’altro, con gli Allievi d’élite, nel 2009, con Marco Moretti, sfumò in Sicilia.

Ma il Tor di Quinto, da società in trincea, di invidie ne ha prodotte parecchio, e allora un tempo qualche superficiale detrattore, andava dicendo, sulle tribune dei campi romani e regionali: “Vabbé, tanto si sa chi fa le formazioni, a Tor di Quinto”. Ho avuto diverse volte la possibilità di prendermi le liste in segreteria e financo in presidenza, e vi assicuro che ho assistito a dei serrati confronti, tra padre e figlio, e il fatto di avere una capoccia propria, e di averla pensante, ha sempre fatto di Paolo un libero allenatore capace di giocarsi i propri pensieri, su come si viva una partita, delicata o meno. E lo dicono i fatti, dal momento che abbiamo escluso, per ora, i 3 successi in 6 anni della juniores Primavera. Nell’élite del calcio laziale Paolo Testa ci si è inserito di diritto, perché su un totale di 13 finali raggiunte in 11, in 3 categorie diverse (!), ne ha vinte ben 9. Con queste percentuali al tiro, si direbbe nella pallacanestro; a livello regionale ha gestito la juniores del Tor di Quinto in 8 finali, CONSECUTIVE!!!, DAL 2004 AL 2011, ne ha vinte bene 6. Andiamo con ordine.

Nel 2003-2004 la juniores domina la stagione regolare, arriva alla finale di viale Tiziano contro il Savio, con il presidente Massimo Testa che stuzzica, oltre misura, il Savio, dicendo che i suoi ragazzi avrebbero vinto 4 o 5-0. E con Paolo Fiorentini che replicò, negli spogliatoi, perché quel Tor di Quinto vinse ai tempi supplementari, 1-0, coi bianco-blu, e con un colpo di testa di Mirko Arce, al 111° minuto. Altra pasta, Paolo, che non ha mai mostrato superbia o saccenza, e si è goduto questa vittoria come la prima di una lunga storia.

Nel 2005 uno straccio bagnato su calcio di punizione, apparentemente innocuo, tentato da Simoncini, gestito in modo pessimo dal portiere Tommaso Mascaro, regala il titolo al San Lorenzo di Marco Ippoliti, con la porta spalancata per vincere il titolo italiano, cosa che farà, tra maggio e giugno, il San Lorenzo. In una stanza con Massimo Testa e Paolo, arriverà più tardi Giampiero Guarracino, arriva la telefonata di un amico, ossequioso, estimatore del Tor di Quinto, Claudio Fazzini. Che disse: “Dalle grandi sconfitte si gettano i presupposti per costruire una grande vittoria. Speriamo che sia questa, una di quelle volte”. E’ stato così, come ha detto l’allenatore che ha fatto le fortune di Fortitudo Nepi e Albalonga, ma anche di Bassano Romano, e, tanti anni prima, delle giovanili di Acilia e Ladispoli, con cui vinse due scudetti. Sono state parole profetiche, di affetto, sì, in un momento di rara delusione, per come è arriva la battuta d’arresto. E quel capolavoro mancato toccò al San Lorenzo che vinse senza i fuoriquota, con il Darfo Boario. Ma il terzo scudetto, dopo quelli del 1991 e del 1993, sarebbe arrivato nemmeno dodici mesi dopo. L’antidivo, l’uomo umile, il caparbio rampollo di famiglia, smentendo tutto e tutti, seppe ricostruire una juniores, nell’anima, con Giampiero Guarracino al posto delle verifiche che vanno fatte sugli atteggiamenti dei giocatori. Un gruppo favoloso, fatto del portiere Moser – una sua parata è valsa lo scudetto – e di Napoleoni, dello stopper Lombardi e di tanti gregari, che avrebbero vinto in regione contro l’Alatri, 3-1, il 9 maggio del 2006, nella prima partita juniores, anzi nella prima finale juniores mai trasmessa via satellite in tutta Europa. E anche in quell’occasione Paolo Testa si tolse una grande soddisfazione, firmando il secondo successo in tre anni, nel Lazio, la terza finale su quattro, considerando quella vinta nel 2001 con gli Allievi. Ma quella squadra non si sarebbe più fermata fino al mese di giugno, del 2006, vincendo una incredibile finale contro la Civitanovese per 2-0, con due reti di Muccichini, la seconda essenza del contropiede dopo una strepitosa respinta volante di Moser, oggi, incredibile ma vero, portiere in Promozione. Ci volle anche tanta fortuna, in quella gara, ma il destino è stato benevole, tracciato, forte, nella storia moderna del calcio juniores italiano. Terzo scudetto. Un’autentica opera d’arte, che ora andrà visitata e rivisitata, anche perché era una gran bella squadra, non la più forte in assoluto, dell’U.S. Tor di Quinto. Ma comunque tornò lo scudetto, a via del Baiardo, dopo ben 13 anni dall’ultima conquista, da quel quinto rigore calciato, realizzato, da Marco Materazzi, contro la Virescit Boccaleone, con Giancarlo Ferzi in panchina, più comunemente Lallo.

In tutto questo lo scudetto della juniores è stato accompagnato da un titolo regionale dei Giovanissimi d’élite, vinto sul campo neutro della Vigor Perconti, contro il Savio, 1-0, con rete di Paolo Ciavarro, mediano di grande valore, autentico giocatore di valore, nel mosaico intarsiato dal noto esperto d’arte calcistica Giampiero Guarracino. Da una soluzione del riccioluto centrocampista arriva un titolo che porta il Tor di Quinto dei più piccini a Moena e Cavalese, nello splendido e dolomitico Trentino, con un terzo posto finale, beffardo, per il pareggio subito al primo minuto di recupero nel terzo e ultimo incontro del girone di semifinale: 1-1 con la Sestese. Che arrivò a causa dell’eccessiva stanchezza e di un fallo commesso da Ciavarro a metà campo. Ma se questa volta il conto è inclemente, questo gruppo si saprà riscattare più avanti, coi Frezza, coi Commini, coi Cruz, gran bel libero. Sarà un collettivo capace di ripagare con due titoli regionali e due scudetti juniores quando avranno l’età per praticare il più importante campionato giovanile regionale e italiano.

La sconfitta ai tempi supplementari col Pianura, a Settebagni (2007)

Tutti quanti si aspettavano il bis di quel formidabile gruppo, fatto di altri giocatori bravi, capaci di integrare quelli che hanno vinto, mezza squadra, sotto età, il titolo regionale e quello nazionale, nell’anno precedente. Nel Lazio l’ultimo atto vide la Nuova Tor Tre Teste in vantaggio per prima, con i ragazzi di Paolo Testa che rimontarono con un tiro da 40 metri malbattezzato dal portiere, e il 2-1 arrivò per una migliore condizione fisica, messa in piedi con l’amico di una vita, Fabrizio Tafani, che, come altri, giocatori e professori, avrebbe raggiunto la serie B e la serie A, di lì a poco, tra Brescia a Sampierdarena.

La finale nazionale fu la seconda di fila, giocata dal Tor di Quinto, ma, probabilmente, tra l’eccessiva disinvoltura di qualche giocatore, errori clamorosi commessi nelle poche occasioni dell’incontro, anche nei supplementari, e la maggior fame di vittorie messa in campo dalla squadra di Napoli, fecero pendere il risultato, 2-1, per il Pianura. Mezz’ora dopo la premiazione, nonostante avesse abdicato in favore dei giocatori partenopei, accompagnati da un gran pubblico, Testa senior, Massimo, Paolo, e Giampiero Guarracino, con Marco Moretti, erano tutti andati dal kilometro 14,500 della via Salaria a via Boemondo, per un torneo dei giovanissimi, che si giocava sul campo della Spes Artiglio. Perché una vittoria o una sconfitta non hanno alterato l’essenza, il modo di fare dell’uomo e del tecnico Paolo Testa, e la stessa cosa per la società. Che, dopo una coppa e un titolo conquistati sul campo, già parlavano di altre cose, riguardanti il giorno dopo.

Anche l’anno dopo la riva sinistra del Tevere risultò amara, per i colori della juniores, perché una finale equilibrata viene decisa dal prolungamento, inopportuno, pur attuato da un discreto arbitro quale è stato Morganti di Latina. Che, scaduti i 4’ di recupero, fa battere un calcio d’angolo su cui si avventa Delle Monache, che scaraventa in rete. Con la Nuova Tor Tre Teste campione regionale per la prima volta, che schiude il casello del Lazio e va a vincere il suo primo scudetto alla Borghesiana contro il San Pietro a Sepe. Due stagioni, dunque, amare, tra il 2007 e il 2008, ma, per dirla con l’antico saggio di Tor di Quinto, Guarracino II: “Per vincere qualcosa, per contare qualcosa, bisogna arrivarci, a giocare le finali”. Nel primo caso il Tor di Quinto ha vinto in regione e non contro il Pianura un bis scudetto che avrebbe avuto del fragoroso; nel secondo non è riuscita, la pattuglia del buon Paolo, a giungere oltre la finale regionale.

Nel 2008, tuttavia, Paolo e il Tor di Quinto conquistano il titolo Allievi Regionali a Ciampino, contro la Nuova Tor Tre Teste, allo stadio Arnaldo Fuso. E’ il secondo titolo di questa categoria, dopo quello del 2001, quindi le partecipazioni alle finali sono due, a livello di regione, per il club del leader…Massimo. Il gruppo che lasciò in modo ingenuo, sbagliando tanti contropiede, contro la toscana Sestese, in terra trentina, comincia a pagare il proprio debito morale nei confronti della società, con la vittoria dei ’91 negli Allievi. Ma sarà la prima, aurea moneta di un rapporto saldo, forte, fortissimo, fatto di coraggio, di attributi, di stimoli, fame di vittoria e riconoscimenti all’UOMO PAOLO, prima che al valido, duttile, sagace TECNICO. VINCENTE.

UN TRIENNIO FA-VO-LO-SO! 2009-2010-2011

Dopo una cocente sconfitta, parafrasando Fazzini, devono persistere e resistere le basi per mettere in piedi rinnovati stimoli e rinnovate soddisfazioni. Paolo Testa entra una volta per tutte, nella storia di ogni categoria regionale con delle cifre da capogiro. E’ l’anima che incoraggia, fa i discorsi ai suoi ragazzi, li guida per mano e li prende per le orecchie, quando è il momento. Si ritrova, Paolo, lo stesso gruppo vincente, che ha vinto nel Lazio coi Giovanissimi e con gli Allievi: non c’è, non ci sarà, due senza tre. E alla finale del Salaria Sport Village il Tor di Quinto vincerà per 2-0 con la doppietta di Del Vecchio, a fine primo tempo e nella ripresa, con due guizzi da gran giocatore. Un centravanti messo in condizione di nuocere da una squadra di campioni di grande livello tecnico, senso della disciplina e di partecipazione al gioco collettivo, in cui si sono distinti Ciavarro e De Rossi. Ma andiamo con ordine: Rossetti in porta, Cruz libero staccato, per la famosa frase “…che gioca a scopa col portiere”. I difensori marcatori Andreani, un gran campione, a dispetto dell’altezza, Di Gioacchino stopper, Kunin a sinistra. In mezzo due giganti, Paolo Ciavarro e Federico Commini, con Poggi pronto all’interdizione, naturale come titolare o come cambio; De Rossi, la più forte ala destra degli ultimi 25 anni laziali e nazionali, oggi impegnato nel campionato delle università americane; Frasca a destra o a sinistra, alternandosi a De Rossi. Davanti un certo Del Vecchio che ha fatto saltare i bunker difensivi di mezza regione e di  tutta Italia; con lui in attacco un Pischedda in via di maturazione, e Faillaci partente dalla panchina, e capace di giocare i suoi minuti a grande velocità. Tra i terzini lo slang americano lo parla il terzino sinistro Kunin, con Florin Maxim già pronto, alla bisogna. L’anno dopo sarebbe stato utilizzato Loreti, poi andato alla Roma, e ora al Fidene. Maxim è stato trovato in mezzo alla strada a Labaro, a giocare a calcio, da un medico gran conoscitore del mondo del calcio, del Tor di Quinto. E’ lui che lo suggerisce al d.s. Guarracino, e, da Brasov, Romania, e dalla nazionale under 15, questo ragazzo approda a Tor di Quinto, nella juniores, a 17 anni, e in Promozione, aggregato.

Una squadra capace di infilare una serie di successi, di vittorie, incredibili, come la doppia sfida di semifinale contro la campana Quarto, battuta al “ Vittorio Testa” 1-0, rete di Ciavarro e anche la fortuna di una rete annullata nel finale ai giocatori della provincia di Napoli; e l’1-1 del ritorno nella rumorosa città a Nord del capoluogo campano, con il pareggio all’86’ su punizione del match-winner dell’andata, Paolo Ciavarro. Con tanto di bombe carta avverse alla squadra romana. Neanche quelle, sono bastate, ad arginare, ad arrestare una compagine ben costruita, ottimamente diretta. Fino alla finale del 14 giugno della Borghesiana, quando la doppietta di Valerio Del Vecchio viene solo parzialmente messa in discussione dalla squadra toscana del Marina di Pietrasanta. E, al fischio finale, i vessilli amaranto-blu consegnano, 2-1 il finale, a Paolo e Massimo Testa, a Giampiero Guarracino, e a un commosso e sensibilissimo Gianni Spallucci, il QUARTO SCUDETTO di una storia che si fa sempre più interessante. Con tante bandiere della Pace, della grande Mamma Africa, presenti in tribuna, con tifosi di origini senegalesi, camerunensi arrivati alla Borghesiana per tifare e, naturalmente, una moltitudine di famiglie, dai nonni, che fecero parte del Tor di Quinto di Vittorio Testa, che hanno visto la società trasformarsi con Massimo, e infine, con anziani e giovani che sono stati capaci di esaltarsi con Paolo grande condottiero.

La penultima, grande impresa di Paolo Testa è duplice, nel 2010, perché la sua squadra domina la stagione regolare, evitando i play-off, col primato in campionato; e, soprattutto, scansando una semifinale di andata al Futbol Club fatta di bombe carta, con aggressione a tifosi e dirigenti, e un arbitraggio, Saccocco di Formia, che resterà nella storia come quel famoso Aston che diresse Cile-Italia nel 1962. Furono espulsi, guarda caso, i due giocatori più forti d’Italia, De Rossi, prima, che non ha mai colpito né tentato di colpire nessuno, e i filmati, per fortuna, resistono, nelle bacheche. E Ciavarro, nel secondo tempo. Ma il Futbol Club non ne approfittò, e finì 1-1, con un clima da guerriglia di sostenitori di altre squadre uniti a una parte dei tifosi di casa. Fu una delle pagine più brutte della storia del calcio laziale. Spazzata via, qualche giorno dopo, dal 4-1 con cui il Tor di Quinto conquistò la possibilità di difendere lo scettro di regina di questo torneo, nonostante le assenze, forzose, di due giocatori dal valore cristallino quali De Rossi e Ciavarro.

E vince la finale, la seconda di fila contro la Vigor Perconti. Ma questa volta si gioca un primo incontro a Marino, e al 65’ viene sospesa la partita per un infortunio che toglie dalla contesa il bravo arbitro di Ciampino Paolo Delle Fontane. E questa seconda finale vedeva rari tiri in porta, con la sensazione che per il blasonato team campione in carica si stesse mettendo su un binario insidioso, meno agevole del solito. Si giocava solo a chiudersi gli spazi, con pochissime conclusioni verso le due porte. Sospesa sullo 0-0, la gara si rigioca all’Anco Marzio, e finisce 2-0 per il Tor di Quinto, ma questa volta non c’è partita. Un’altra cavalcata, a livello nazionale, può partire dal meritato successo di Ostia. Paolo Testa guida in tutta Italia.

Dopo la Sardegna, battuta all’andata e a ritorno il Progetto Sant’Elia, i quarti di finale contro il Guglionesi risultano una formalità, con un successo rotondo in Molise (5-1) e il ritorno che è una formalità. Poi la rumorosa semifinale con l’Arzanese, superata 1-0, ancora gol di Ciavarro, con rete annullata agli ospiti nei minuti finali, con tanto di tentativo di invasione dei sostenitori del recinto degli spogliatoi. Al punto che il ritorno si gioca a Olla (Caserta) per la squalifica del campo di Arzano. A ritorno non c’è partita, finisce 4-1 con tre reti segnate, dal Tor di Quinto, in mezz’ora.

La finale nazionale, giocata a Casal del Marmo, Roma, contro il Bressanone, vede la meravigliosa squadra di Testa scendere in campo così: De Simone portiere, Andreani, Marcelli e Loreti davanti al libero, Cruz; Frasca a destra, Ciavarro e Commini mediani, con il primo autore di una gara eccezionale, De Rossi a sinistra. Punte Pischedda e Marioni. Da una pennellata di De Rossi, alla Pirlo, per Pischedda, il punto decisivo, al cospetto di nove occasioni totali costruite nella sola prima parte. Basterà, quel gol, pur subendo un paio di mischie, alla fine, con il tecnico del Brixen-Bressanone e gli sportivi altoatesini a battere le mani a una squadra pratica, bella, imbattibile. E’ il quinto scudetto, il terzo in cinque campionati con quattro finali disputate. Con Paolo che, nel pre-partita, si commuove perché sembrerebbe l’ultima stagione, con quei ’91, anche se poi non sarà così, per l’impiego di due fuoriquota, l’anno dopo. Ma ci fu un pianto, all’atto di dare la formazione ai diretti interessati, segno della profonda umanità della persona, prima che dell’allenatore.

Il resto, di una carriera-capolavoro, Paolo Testa e i suoi ragazzi, lo ottengono nel 2010-2011, rimontando in finale al Salaria Sport Village il Futbol Club, superato per 3-1 dopo essere andato in vantaggio con Amici. Reti amaranto-blu di Kanouté, due, e una di Pischedda. Con una mossa che è essenziale, nel gioco del Tor di Quinto. Dare lustro all’attacco, ma marcare a uomo, eterna religione, a via del Baiardo 25, e quando Amici, dopo la rete messa nella porta dei vicini di casa e rivali, viene preso in consegna da Silvestro, autore di un’egregia gara, si spegne la luce, per gli orange. Il Tor di Quinto vince il decimo titolo regionale juniores, il sesto su otto finali con Paolo a guidare la compagine del papà, che fu del nonno.

In totale Paolo ha vinto 6 finali regionali su 8 (2004, 2006, 2007, 2009, 2010, 2011), ha conquistato 1 titolo regionale su 2 finali giocate nei Giovanissimi, entrambe giocate contro il Savio. E ha raggiunto 2 allori su 3 con gli Allievi (2001, 2008) con la sola sconfitta ultima dal Savio, e con un III titolo di categoria, per il Tor di Quinto, vinto (2009) da Marco Moretti. In totale 9 ultimi atti e primi posti su 13 finalissime giocate. Di quei 9 titoli regionali in 11 anni, dei quali 3 sono diventati scudetti. IRRIPETIBILE, COME I SUOI NUMERI, IN OGNI TEMPO E IN OGNI POSTO.

BRAVO, PAOLO, SEMPRE IN TESTA. E NEL CUORE DI CHI HAI CONQUISTATO, COME RAGAZZO E COME ALLENATORE. SI’, alla salute di chi non lo credeva forte, dotato di palle, per ragionare da sé, per confrontarsi con un padre dal carattere rimarcato. Hai risposto, una volta di più, con le vittorie. E queste, MISTER, non le può mettere in discussione nessuno. Il tecnico più vincente d’Italia. Dimostrate il contrario.

Massimiliano Cannalire-Cesare Lamonaca


stampa | chiudi