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SPECIALE SUL GIRONE B: SAN CESAREO SETTEBELLEZZE


articolo del 23/1/2012

SPECIALE GIRONE B D'ECCELLENZA

 

San Cesareo,

7 vittorie consecutive per
cancellare "novembre nero"

 

Il San Cesareo vince a Terracina, ed è un segnale, consdierato come è stata ricostruita la squadra dei tigrotti, e come ha vissuto la risalita in classifica rispetto al solito inizio da film dell'horror. Passare al "Colavolpe", farlo d'autorità, con due gol di un centrocampista, De Paolis, e la firma di Tajarol. Una squadra modellata in corso d'opera, la capolista, che è tale non per caso, sia chiaro, le cui imprese non vanno sminuite, e per diversi motivi. Proviamo a ripercorrere gli ultimi due mesi e mezzo di campionato.
La squadra di Ferazzoli passa un lungo, brutto "quarto d'ora" dalla decima giornata alla tredicesima, inanellando quattro sconfitte di cui la prima sul campo difficile di e dell'Anitrella, due contro le "grandi", entrambe a domicilio, entrambe per 2-1, con Formia prima e Vigor Cisterna poi, una con un'habituée di tutto rispetto, Artena, dopo i tirrenici di Palladino. Roba da far innervosire chiunque perché, è ovvio, battere le dirette concorrenti sarebbe significato, oggi, essersene andati per bene. Sono punti che valgono doppio, in ragioneria, ovvero è come quando dici "avere 5.000 € e non averne significa dover rimettere a posto le cose per 10.000". Naturale, no?! Ebbene: la squadra costruita, con grande impegno, da Guglielmo Carpentieri e Cesare Cantatore e messa insieme dall'architetto Fabio Iengo, viene messa in discussione. "Blasfemia!", gridarono in parecchi, tra i quali i tifosi delle altre squadre, che di San Cesareo città e del San Cesareo hanno paura, evidentemente; qualche tifoso rosso-blu ha storto il naso, probabilmente. Di certo è stato detto in giro da qualcuno che, nella materia della matematica applicata, a scuola, andava peggio del sottoscritto (è tutto dire!, n.d.r.), che la squadra fosse costruita coi piedi o giù di lì, che "l'era tutto da rifare o quasi" e che rischiava, pressapoco, di diventare una stagione orribile, per il San Cesareo.
E in effetti il duo presidenziale e il direttore sportivo Iengo hanno sposato, se vogliamo, l'adagio caro a Gino Bartali: "L'è tutto da rifare". Pensato, messo in pratica, fatto. Il San Cesareo ha avuto il coraggio di rinunciare, in una botta unica, a Marco Neri, sapendo bene da qualche giorno che fosse pronto per andare a rinforzare la Lupa Frascati, altra grande pretendente, da due stagioni, delle uniche due chiavi utili all'ascesa in serie D; a Turazza, punta di grande peso specifico, nelle marcature, per ogni squadra, finito alla Cynthia. Federici, classe '91, è andato al Lariano, e Antonini al Terracina! Con loro Baylon, finito al Sora, e Trovato, dalle retrovie, sono stati destinati ad altri lidi calcistici. E il promettente '92 Cherubini, già convocato l'anno prima nella Nazionale Dilettanti quando militava nella Vis Artena? Ritenuto dotato di percorrere solo un binario, che, in modo elegante vorrebbe dire: ha solo un piede, buono. Via pure lui, a Viterbo. Sono arrivati giocatori di livello. I sopravvissuti si contano sulle dita di una mano, se vogliamo: Vezzani, bel portiere, Rufini e Bernardi, gli esterni difensivi, con quest'ultimo che è il '94 più forte che ci sia in Eccellenza; Ciogli e Mancini che sono due dei tre centrocampisti centrali (4-3-1-2 o albero di Natale con un un'unica punta), Tajarol, centravanti che vorrebbero tutti, fino almeno in Lega Pro 2 (la vecchia C2), e Brasiello, classe 1981 esterno sia da centrocampista che da fluidificante di difesa. Oltre al reparto giovani pronti all'inserimento. Sono stati presi Gai, per diversi anni tra Viterbo e Monterotondo giocatore d'ordine e di buona qualità; De Paolis, arrivato a dicembre, può fare da centrocampista centrale, trequartista o uno dei tre mediani anche su un lato. Quindi Pacetti che affianca Tajarol, e l'ex Fidene Ciotti, vincitore del campionato d'Eccellenza 2009-2010, dal Civitavecchia, ex Fidene, giocatore di grande intraprendenza. Con loro Simone "Bubb" Calabresi, roccioso quanto efficace difensore centrale già campione regionale juniores col Tor di Quinto nel 2004, finalista nel 2005. E naturalmente Gai, nome davvero eccelso, e Galluzzo, classe 1978, che a soli 18 anni nel 1996, esordì nel Ceccano in serie D con Mario Lenzini allenatore. In sostanza due difensori centrali, un'ala destra o sinistra, Ciotti, un centrocampista costruttore di gioco, un trequartista e una seconda punta. A San Cesareo non sono nuovi nelle rivoluzioni novembrine, o estive perché 17 su 22 di quelli che avevano vinto con Manrico Berti la Promozione e la Coppa di categoria giocando in 10 contro 11 al "Desideri" di Fiumicino (espulso Brasiello ingiustamente al 23').
Fabio Iengo è tipo di poche parole, e fa un'analisi rapida, immediata, diretta, disarmante, per quanto è precisa: "In 44 anni di storia aveva al massimo fatto la Promozione, una piazza, San Cesareo, che in due anni ha giocato due semifinali di Coppa Italia regionale d'Eccellenza, uscendo ai rigori dopo quel gol fortunato e rocambolesco segnato dal Pisoniano. 73 punti e un terzo posto in categoria al primo anno. Questa città deve comprendere, avendo fino a Zagarolo un bacino di 30.000 abitanti, che al Torino ci vanno tutti, a giocare, al Gubbio no. Ricordate il Chievo Verona? Quello che, magari, la piazza sancesarese dovrebbe capire, a 360 gradi, che non c'è mai stata una società così solida, lungimirante, capace di costruire una bella juniores, sotto e una base, e una prima squadra così forte". Non fa una grinza. Lo dicono gli annuali, e il d.s. prosegue: "Non è facile portare determinati giocatori in una piazza per certi versi sconosciuta. Tutti dicono "Abbiamo il progetto" poi dopo tre, quattro partite i progetti non esistono più". Però lo schietto dirigente romano non dimentica quanti il San Cesareo, in campo, l'hanno portato al piano di sopra, e dice: "E' stato un passo importante per la crescita di una società che doveva affacciarsi a un campionato superiore, il fatto di puntare su grandi atleti. Non si può rinnegare il valore dei vari Antonini, Reali, Iannotti, Cavaliere perché il target va selezionato ed è normale puntare anche su gente come Gai, Gamboni, Calabresi, atleti che hanno vinto i campionati. Loro prima non conoscevamo il San Cesareo ma che, grazie alla continuità, alla serietà, alla correttezza impiegate dai presidenti, è diventata una società di rilievo".
Ha ragione Alda Merini: "La miglior vendetta? La felicità. Non c'è niente che faccia impazzire la gente che vederti felice". Come dar torto a questo arguto pensiero? Questa è San Cesareo, prendere o lasciare. Consapevole che fin qui non ha vinto, in Eccellenza, e che gli avvesari vadano rispettati. Domenica ci sarà il Valmontone, altra piazza che viene dalla Promozione. E che è rimasta scottata, all'inizio, salvo poi rimontare, in campionato. I giallo-rossi di mister Andrea Di Rosa, negli ultimi tre mesi, in 12 incontri, ne hanno vinti 10, perso uno, a Cisterna, pareggiato uno, con il crescente Lariano di questi tempi, tre domeniche fa, 0-0.

Massimiliano Cannalire

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