Giovanissimi: Urbetevere-Ladispoli 3-0
articolo del 27/2/2012
URBETEVERE – LADOSPOLI 3 -0 " Trema l’alto Olimpo: la caduta degli dei!" Urbetevere: Quattrotto, Bitti, Pitzianti, Torlai, Tessadri, Befani, Tiraferri (30’st Ciotti), Tagliaferri, Petrone (25’st Ceccarelli), Mangano (32’st Caputo), Rotella. A disp.: Rondelli, Vozzi, De Sanctis, Spurio. All.: Marinelli. Ladispoli: Molinari, Giannattasio, Levano (28’pt Trasca), Casillo, Roscioli, Collepiccolo, De Macchi, Scaramozzino, Falcetta, Ragone, Bernardini (15’st Cavallo). A disp.: Angelucci, Tarisgotti, Mango, Peluso, Maltese. All.: Ferrari Arbitro: sig.ra Perella di Tivoli Reti: 10’pt e 20’pt Petrone (U), 38’st Spurio (U). Note: Allontanato il tecnico ospite Ferrari- ammoniti: 36’pt Pitzianti - recupero: 3’pt, 2’s.t Dopo 14 vittorie e 2 pareggi, 52 gol fatti e 7 subiti, il Ladispoli torna sul pianeta terra e l’atterraggio a via della Pisana è dei più bruschi. Gli alieni tornano umani, prendono tre schiaffi in un solo colpo e perdono quell’imbattibilità che li innalzava tra i miti del dilettantismo laziale. Gli umani, invece, diventano alieni. Sulla navicella spaziale sale l’Urbetevere che, con una prestazione sontuosa, agguanta la sesta posizione in classifica. I 29 punti sono troppo bassi per volare ad alta quota ma, se il decollo è questo, il viaggio non potrà che essere piacevole. Primo tempo: pressing, pressing e ancora pressing. Questa è la pozione magica che mister Marinelli somministra ai suoi ragazzi negli spogliatoi. Il risultato è che in campo si vedono undici diavoli che corrono a destra e sinistra, avanti e indietro senza soluzioni di continuità. I padroni di casa bloccano le fonti di gioco del Ladispoli ingabbiando i suoi migliori interpreti che non riescono ad avere il guizzo giusto. Lo ha invece Mangano, fantasista dell’ Urbetevere, che al 9’, sgusciando nella difesa avversaria, conquista un calcio di rigore dopo essere stato steso in maniera plateale. Sul dischetto si porta Petrone che, nonostante sia costretto dalla sig.ra Perella di Tivoli a calciare due volte, realizza il penalty in maniera impeccabile. Contento ma non sazio, al 20’ il numero nove giallo-blu fa il bis: il suo tiro da distanza ravvicinata viene solo rallentato dai guantoni di Molinari che non impediscono alla palla di varcare la linea di porta. Lo stupore e l’incredulità sugli spalti accompagnano le due squadre all’intervallo. Secondo tempo: tutti si aspettano la reazione di un Ladispoli ferito nell’orgoglio, molti pensano che la partita non sia finita, pochi però si sbilanciano nel dirlo. Gli ospiti infatti tornano in campo ancora sconvolti dai primi 35’ e incapaci di gestire una situazione per loro nuova, lo spettro della sconfitta frena il loro coraggio e imbalsama le loro gambe. Si cambia schema, si modificano moduli, si spostano ruoli. Il problema, però, è mentale e di certo non giova l’espulsione per proteste di mister Ferrari che continua comunque a dirigere i suoi ragazzi dalla tribuna. La vera Ferrari però è l’Urbetevere che, imperterrita ed indomabile, sfreccia sulle fasce e gestisce il gioco a centrocampo. Quando poi si consumano le gomme vecchie, si cambiano con quelle nuove senza che l’efficienza della macchina cambi. Esce Rotella ed entra Spurio. Il numero 18 sembra avere il nos negli scarpini e benzina nelle gambe. E’ lui a siglare il terzo gol dei padroni di casa, con un tiro di sinistro ad incrociare che accarezza il palo e gonfia la rete. Il triplice fischio finale suggella il trionfo dell’Urbetevere che cammina imperiosamente sulle macerie di un Ladispoli costretto a raccogliere i cocci e curare le ferite. Gli ospiti facciano propria la massima di Ernest Hemingway: " Che cosa è la sconfitta? Nient’ altro che educazione, il primo passo verso qualcosa di meglio." Alessandro Ferretti