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FINALE SCUDETTO: VIGOR PERCONTI CAMPIONE D'ITALIA


articolo del 24/6/2012

Finale scudetto juniores d'élite

ORGOGLIO, VOLONTA',
RISCATTO. VIGOR...IA.
DA 0-2 A 3-2. CHIAMIAMOLA
COL SUO NOME: IMPRESA!

Uno-due della Liventina/Gorghense, ma non basta.
Prima del riposo l'inizio della riscossa, poi un gran
secondo tempo sul ritmo, quando i veneti hanno
già finito la benzina. Per il Lazio il sesto trionfo in 8 anni!

 


VIGOR PERCONTI-LIVENTINA GORGHENSE 3-2

Vigor Perconti: Nasti 5,5, Nicolini 7, Santori 8, Pomposelli 7,5, De Luca 7, Borgia 6, Campanella 6,5 (73' Narcisi 6), Castellano 7, Piccone 7,5 (85' Cardella 6), Francesco Di Bari 6,5 (61' Piccolo 6), Palmieri 7,5. A disp. Testiccioli, Celeste, Davola, Giancarlo Di Bari. All. Francesco Bellinati 9.
Liventina/Gorghense: Zamberlan 7,5, Loschi 6 (70' Crivaro 6), Serafin 6, Franceschetto 5, Badocco 5, Cuzzolin 5,5, Franchellucci 7, Polesel 6,5, Lorenzon 7,5 (87' De Bortoli), Donadon 7, Rubino 6. A disp. Pasquali, Cibin, Fuser, Ferrazzo. All. Gianluca Rorato.
Arbitro: Davide Curti di Milano (6). Assistenti Arbitrali: Sigg. Orlando Pagnotta di Nocera Inferiore e Maria Rosaria Speranza di Napoli.
Reti: 3' Donadon, 12' Lorenzon, 46' p.t. Santori; 18' s.t. Palmieri, 33' rig. Pomposelli.
Note: ammoniti Cuzzolin, Borgia, Palmieri, Lorenzon, Campanella. Recupero I tempo 3', II tempo 3'. 600 spettatori a ingresso gratuito, con una settantina di sostenitori della squadra di Motta di Livenza.

Dai nostri inviati a Casal del Marmo, Roma

La Vigor Perconti è campione d'Italia juniores! In un'incredibile partita la squadra di Maurizio Perconti e mister Francesco Bellinati ribalta il risultato che la vedeva sotto di due reti dopo appena dodici minuti. Infatti il grande merito della compagine azulgrana è stato quello di non aver mai mollato nemmeno di fronte a uno sciagurato primo tempo, che i romani hanno sentito soprattutto sul piano nervoso, dell'emozione e dei troppi errori commessi dinnanzi a un'avversaria ordinata quanto efficace. La Liventina/Gorghense ha avuto differenti meriti tali da farle riscuotere parecchi applausi, ma ha sofferto, palesemente, una differenza collettiva sul piano atletico e questo alla lunga ha scavato il solco decisivo. E' stata tenace, la Vigor Perconti, ma anche fortunata, per esempio, ad aver segnato un gol capace di schiudere la scatola della singola gara e di un anno intero appena prima del riposo. Il gol di Santori, per stessa deduzione post-partita del roccioso capitano percontiano, è stato quello più spesso nell'economia dell'incontro. Come dar torto al popolare numero 3 di Colli Aniene?
La cronaca racconta...
Al 1' un calcio di punizione dal vertice sinistro di Cuzzolino, per i campioni del Veneto, che ottengono un calcio d'angolo per l'eccessiva fretta della difesa. La squadra di Gianluca Rorato preme da subito e, con un velo di Donadon manda in tilt prima Pomposelli, appostato sul primo palo, e poi il portiere, che riesce solo a respingere la palla, ma non a trattenerla; ne nasce un batti e ribatti insidioso nell'area romana, con tanto di rischio di prendere subito il gol. Gol che arriva al 2'45" per una verticalizzazione di Lorenzon che sorprende in modo evidente la parte della centrale, e spedisce Donadon davanti a Nasti; il tocco di interno destro, un gran piattone, manda la sfera nell'angolo lontano, quello di sinistra, per il repentino, inatteso vantaggio della squadra di Motta di Livenza. 1-0.
La replica c'è ed è efficace, all'11', quando Piccone spedisce in profondità Palmieri, che però viene stoppato autenticamente dal grande intervento di Zamberlan, ai confini della sua area di rigore. Sul rovesciamento il colpo del knock-out tecnico, sferrato dalla formazione del Trevigiano: calcio d'angolo di Donadon, battuto corto per Lorenzon che, dalla corsia di destra, col piede mancino, fa partire un velenoso tiro a spiovere sul palo più lontano che Nasti mal battezza causando il 2-0 per la Liventina/Gorghense. Tecnicamente è un gran tentativo, ma sono forti, le responsabilità del numero 1 capitolino. La Vigor Perconti accusa la "botta" impiegando diversi minuti prima di riordinarsi e almeno fino alla mezz'ora, la quadratura tattica dei veneti, la loro circolazione di palla, gli spazi bene occupati, sono una parte dei fattori capaci di far la differenza. Per la squadra di Bellinati sarebbe un verdetto impietoso, fermarsi qui, dopo un anno di sacrifici cominciati ad agosto.
Al 21'  la seconda palla-gol per la Vigor Perconti, la prima di una certa sostanza, applauditissima dagli oltre 500 sostenitori accorsi da ogni parte di Roma per tifare gli azulgrana; calcio di punizione dalla sinistra, ben battuto, col destro, da Campanella, grande acrobazia di Francesco Di Bari, autore di una splendida rovesciata, col pallone che esce di venti, massimo trenta centimetri rispetto al palo sistemato alla sinistra di Zamberlan. Questo è un bel segnale, per una squadra che deve rincorrere due reti. La partita diventa vivace e al 24' un episodio più che dubbi, mal gestito dall'arbitro Curti di Milano, rischia di incattivirla prima del lecito: Campanella parte sulla destra, si accentra sulla linea dell'area di rigore, viene affrontato da Serafin, che lo mette giù in modo evidente senza che il modesto fischietto designato, spesso lontano dall'azione, intervenga per decretare un giusto calcio di rigore. Questo errore lo condivide con il distratto assistente numero 1, Orlando Pagnotta di Nocera Inferiore. Sarebbe lui, a dover segnalare un'infrazione così grande, avvenuta a pochi metri dalla linea laterale.
Dopo la mezz'ora la Vigor Perconti si fa insistente e capisce che è il momento di cambiare passo, e lo fa nel brevissimo volgere di tre azioni consecutive. Al 31' un tiro di Castellano esce di poco fuori rispetto al bersaglio grosso: al 35' una bella soluzione balistica manda al tiro Campanella appena dentro l'area con un esterno destro che si starebbe per insaccare all'incrocio dei pali. Ma con un gran balzo Zamberlan devia, a mani spalancate, in calcio d'angolo. Sul susseguente corner si registrano due conclusioni verso la porta veneta: nella prima è Piccone che prova a fare da sponda per Francesco Di Bari, il cui tiro è respinto dalla muraglia in maglia bianca. Nella seconda il centravanti del modulo 4-2-3-1 si produce in una apprezzabile mezza girata, respinta da Zamberlan con l'aiuto dei compagni di squadra; nell'occasione Piccone ha ingaggiato un sospetto duello con Badocco che lo tirava giù. La partita si innervosisce per il ricorso frequente di un paio di elementi della Liventina/Gorghense che vanno e restano giù adagiati con troppa frequenza, al punto che Santori e Nasti vanno a risollevar da terra lo stesso atleta, Rubino, in pochi secondi. Deve intervenire il direttore di gara.
Al 43' Palmieri va al tiro costringendo Zamberlan alla deviazione sul fondo. Da un'ulteriore iniziativa della Vigor Perconti (46'), adesso ammirevole, per come si applica e aggiusta quel passaggio di rifinitura lasciato negli spogliatoi per un tempo intero, arriva il punto che riapre la scatola magica, quella dei sogni: con una gran punizione dal versante sinistro, battuta da Campanella a spiovere sul palo più lontano, Santori va a staccare col passo del gambero, come fece Francesco Graziani, col Camerun nel 1982. E il risultato è lo stesso: l'altro ieri N'Kono, oggi Zamberlan, sono stati entrambi sorpresi dal colpo di testa prodotto in controtempo, con la palla che, a palombella, entra sul palo destro, per il giusto punto segnato dalla squadra di Bellinati. L'esultanza è tanta, ma non c'è tempo perché, di fatto, non è stato ricucito tutto lo strappo: al riposo, dopo altri due minuti di recupero, la Liventina/Gorghense dispone di un'altra rete di vantaggio.
Dagli spogliatoi torna in campo una Vigor Perconti arrabbiata con sè stessa, motivata al punto giusto, meglio organizzata una volta sistemate certe posizioni, con quegli elementi nel primo tempo lacunosi sul piano dell'assistenza alle trame offensive, che invece, adesso, sono e riusltano di più a disposizione della squadra. I giocatori laziali iniziano subito a spron battuto provando a metterla sul ritmo: al 12' Piccone manda sul fondo una rovesciata effettuata in mezzo al traffico dell'area di rigore dei bianchi. Al 17' prima mossa di Bellinati: dentro Piccolo per Francesco Di Bari. Al 18', in mischia, il più veloce è Palmieri, che, con un guizzo degno dei più consumati attaccanti delle categorie professionistiche, brucia il tempo di reazione dell'intera difesa avversaria e di Zamberlan, con la palla che entra, imparabilmente, in porta, per il 2-2, per il tripudio degli oltre 500 sostenitori della Vigor Perconti. La rimonta è completata e, per qualche minuto, prova ancora a utilizzare le marce alte, la squadra romana. Anche se Bellinati, intelligentemente, non forza la mano e rende più compatte le linee tra di loro, chiamando i suoi dietro la linea del pallone.
Le ulteriori scelte al tiro di entrambi i fronti arrivano solo dalla distanza, e non producono cambio di vettore né del risultato né dei contenuti della partita. Con il passare dei minuti la sensazione che la Liventina/Gorghense abbia finito la benzina diventa una certezza anche se la squadra di Rorato ha in Franchellucci e Polesel i più generosi. L'episodio che sposta la storia di una stagione intera e della singola contesa di Casal del Marmo arriva al 33' quando Piccone entra in area dalla sinistra, salta un avversario che sbaglia ad allungare la gamba, e il poderoso attaccante, pur lentamente, va giù. Dopo un secondo arriva il fischio del calcio di rigore concesso dal signor Curti alla Vigor Perconti. L'unico dubbio rimane sulla discesa a terra del centravanti ma Badocco il fallo l'ha commesso. Sul dischetto va Pomposelli, rigorista già sperimentato nella finale regionale vinta all'ottavo penalty, e il suo piattone destro manda la palla nell'angolo alla sinistra di Zamberlan, non giunto lontano dal pallone. Ma non basta. E' il 3-2 che fa esplodere la tribuna di sinistra dell'impianto ministeriale: è la rete che, paradossalmente, anziché portare indietro tutta la Vigor Perconti a difendere l'essenziale, minima dote, sembra darle maggior linfa nella ricerca di un'ulteriore segnatura. Al 42' una bella azione sviluppata sulla sinistra da Piccolo manda Cardella a intervenire sottomisura col piede mancino, ma la sfera tocca l'esterno della rete. La squadra di Bellinati, infatti, non rallenta per altri sei, sette minuti, poi comincia a pensare che quel quinto gol di giornata possa bastare.
Il gioco delle parti porta la Liventina/Gorghense a provare un onorevole forcing finale, e l'ultimo episodio capace di irritare la squadra veneta arriva nel terzo e ultimo minuto di recupero: una punizione concessa sul lato destro viene battuta, col piede mancino, da Donadon, e sbatte sul gomito divaricato di Pomposelli, uno dei due sistemati in barriera. Probabilmente in altre situazioni sarebbe stato rigore. La gestione del momento da parte dell'arbitro non è di quelle furbe perché appena il difensore respinge la palla in calci d'angolo, fischia la fine. Avrebbe potuto non sanzionare lo stesso ma allungare di quei pochi secondi in più la partita: buon senso cercasi. Amen.
Al fischio finale, sono le 18.55 di questo intenso pomeriggio e giorno del Signore, la Vigor Perconti sale sul trono di principessa d'Italia nella categoria regina, per i colori della nostra regione. Infatti negli ultimi otto campionati juniores, la squadra diventata campionessa nazionale è stata laziale, dal 2005 a oggi: soltano nel 2007 il Pianura Napoli ha sconfitto ai supplementari la detentrice Tor di Quinto, e nel 2011 ha vinto il Real Misano. Per il resto è andata così: nel 2005 il San Lorenzo, nel 2006 il Tor di Quinto, nel 2007, come detto, i partenopei di Pianura, nel 2008 la Nuova Tor Tre Teste, nel 2009 e nel 2010 il Tor di Quinto, che ha vinto dunque tre scudetti in cinque anni. Il Real Misano un anno fa, e ora la splendida creatura agonistica plasmata da Francesco Bellinati, che dà un'enorme gioia a Maurizio Perconti, alla sua famiglia, ai tanti sacrifici fatti, da ogni appartenente a questa società della media periferia romana. E un pensiero va di certo al segretario Riccardo Naselli, venuto a mancare meno di un mese fa, e di certo sorridente per questa enorme rimonta e vittoria. Chiamiamola col suo nome. Impresa.

Massimiliano Cannalire
Nicola Mastrangelo


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