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IL SENTITO RICORDO DI ALFREDO PROVENZALI NELLE PAROLE DI EMILIO ALBERTARIO


articolo del 18/7/2012

ALBERTARIO (TG2): "PROVENZALI UN PATRIMONIO DI TUTTI"



L'omaggio ad Alfredo Provenzali di un grande appassionato del calcio, dalla Serie A al settore giovanile, Emilio Albertario, caporedattore centrale del Tg2 e responsabile della popolarissima rubrica "Costume & Società". Albertario è intervenuto nella trasmissione "Diario di bordo campo" in occasione dell'ultima puntata stagionale, andata in onda su Radioincontro 105.8 e www.radioincontro.itwww.radioincontro.it , a testimonianza dell'affetto e della stima che è stato capace di raccogliere, in tutti questi anni, il celebre e apprezzato conduttore ligure.

Nella fattispecie in studio Alessio Aliberti, di solito inviato al seguito delle vicende laziali, e Luca D'Alessandro. Con Emilio Albertario è intervenuto anche quello che per la moltitudine degli sportivi di calcio regionale e interregionale è un po' il Provenzali del calcio di base, Massimiliano Cannalire più noto come Max. E' lui a rompere il ghiaccio con evidente emozione: “Io penso che chi fa questo mestiere debba parecchio a questi giganti della radiofonia. Credo che la mia generazione, io sono classe '70, sia cresciuta con voci indimenticabili come quella di Provenzali, in precedenza quelle di Ciotti, di Ameri, di Bortoluzzi. C'è una galleria di grandi che non vanno dimenticati, e che vanno sempre omaggiati; tra questi, con Emilio, in un'altra occasione, ricordavamo Paolo Carbone. Tutte persone che hanno contribuito alla diffusione dello sport, e alla diffusione elegante, non strillata. Sembrano lontani quasi decenni dagli attuali telecronisti, che sentiamo in giro urlare a ogni gol segnato anche nella maniera più fortunosa. Mi tengo volentieri la scuola di Tutto il calcio minuto per minuto perché è nella nostra memoria uditiva, nei nostri sentimenti; ha coltivato la nostra passione di quando, piccolini d'età, sul terrazzo di un appartamento, seguivano papà che faceva con la schedina ascoltavamo queste voci di questi totem, di questi poeti del racconto sportivo”.

Emilio Albertario: “Sono sulla strada che mi riporta a Saxa Rubra dopo una mattinata un po' pesante, impegnativa, dura in cui abbiamo effettuato un primo servizio su Alfredo Provenzali e uno lo prepareremo per il TG di questa sera, per il grande Alfredo. Vi ringrazio perché Voi, emittente commerciale, chiedete a un giornalista del servizio pubblico, al di fuori dell'ufficialità, di fare un ricordo per un personaggio che è un po' patrimonio di tutti. Alfredo Provenziali, che la notte scorsa ci ha lasciato, proprio oggi, 13 luglio, avrebbe fatto 78 anni. Pensate...voi chiudete la trasmissione proprio in questa data. Vi faccio i complimenti perché potete portare a casa un bilancio positivo, per quanto avete saputo fare; anche Alfredo, coi suoi 78 anni, porta lassù il bilancio di grande, grande giornalista. Ecco, io non sono della classe di Max nè della vostra, credo” - dice sorridendo il popolare giornalista della Rai - “sono un po' più in là, ma ho una grande fortuna. Questi maestri li ho avuti, li ho visti e vissuti, ma anche visti scomparire, ultimo oggi Alfredo Provenzali. A loro, come un po' tutti noi, che facciamo questo mestiere, anche se da un po' di anni sono in televisione, è rimasta, e resta nel cuore la radio, che ho frequentato prima con il Gr 2 poi con il Gr 1; capite che queste persone sono nel mio cuore, nella mia vita professionale e anche umana. Cosa posso ricordare di Alfredo, come episodio? Io, giovane giornalista del Tg2, ho partecipato ai Mondiali di nuoto del 1980, mondiali veri ma le polemiche sono state tante. A quell'epoca i Mondiali avevano grande notorietà, e come sapete la voce di Alfredo non ha illustrato soltanto il calcio ma soprattutto gli sport d'acqua. Ero accanto a lui in una grande finale, lui era l'inviato per Italia-Ungheria di pallanuoto. La ricorderò sempre, come ricorderò la sua amicizia, la sua voce, come ricordo volentieri i consigli che mi ha dato e la stretta di mano prima di partire per le uniche due volte in cui ho preso parte alla plancia di Tutto il calcio minuto per minuto, Avellino-Milan e Lazio-Sampdoria. Mi strinse la mano prima di partire. Un ricordo emozionante come stamattina quando al Gr1 Carlotta Tedeschi lo ha ricordato aprendo il notiziario delle 8. E Riccardo Cucchi lo ha ricordato dalla sua postazione, dal suo studio. Sono tanti ricordi che si affollano poi li vai a cercare e li trovi, in questo cassetto di anni della Rai. Grazie a loro. Permettetemi un'ultima annotazione, poi vi restituisco un microfono che ho un po' rapito: voi siete una parte importante dell'informazione, e tutti siamo liberi finché lo vogliamo essere. Ogni tanto con un po' di dispiacere notavo le polemiche sulle conduzioni sui commenti degli Europei di Calcio. Sulle polemiche so che ad Alfredo questo dispiaceva perché gli inviati agli Europei sono stati suoi allievi, sia quelli addetti ai servizi radiofonici che quelli impegnati nelle telecronache. Beh, ragazzi, la RAI non ha fatto tanto male, a questi Europei, in fatto di professione; tutti abbiamo i nostri limiti e mangiarci uno con l'altro non serve, ecco, direi che non serve. Io vi apprezzo molto, come spero che voi abbiate apprezzato, sentivo le parole di Max, il lavoro e la bravura di quelli che hanno fatto di Tutto il calcio minuto per minuto, e naturalmente di Alfredo, che ci ha lasciato la notte scorsa. Non sono stato rapidissimo, per essere uno che viene dalla radio”, chiude con un sorriso in più.

Interviene Max Cannalire: “Aggiungo con profonda sensibilità che nel caso delle telecronache della Nazionale ho detto: guardate che state parlando di di quello che era l'erede designato di Sandro Ciotti, quindi prima di argomentare bisogna pensarci sopra...”.

Albertario: “Ma sbagliano tutti, come i calciatori, possiamo avere la giornata, non fortunata, un altro giorno siamo in forma. Siamo tutti giornalisti italiani. Noi è che stiamo polemizzando con il telecronista di BBC”.

Cannalire pone un quesito ad Albertario: “Sembra una domanda banale, Emilio, ma cosa lascia in responsabilità, in eredità, Alfredo Provenzali, a chi dovrà succedergli?”

Albertario: “Non vorrei essere nei panni del direttore di Radio Rai, l'amico Preziosi. Non ci sono eredità. Ognuno è una realtà a sè se pensi che nei 40 anni di Tutto il calcio minuto per minuto, a parte la parentesi di Massimo De Luca, giovane per l'anagrafe rispetto agli altri due giganti ovvero Bortoluzzi e Provenzali, si sono alternati tre conduttori, in questa fortunata trasmissione che aveva quel liquore come suo sponsor iniziale. Capisci dal fatto della permanenza di un conduttore capite quanto sia importante trovare il successore. E siccome il mondo non si ferma, ci sarà una persona che negli anni sarà degna della loro eredità”.

Cannalire: “Mi perdonerai, Emilio, una volta di più, una domanda da giornalista. Sappiamo che Cucchi è un grande appassionato del fare le radiocronache. Pensi che quando dovranno designare il successore di Provenzali, Riccardo, con la sua immensa passione che non si può calcolare, pensi metta da parte le radiocronache per un compito così impegnativo, profondo, bello?

Albertario: “A quanto mi risulta Riccardo è già caporedattore dello sport di Radio Rai, alla faccia di chi dice che i giornalisti della Rai non lavorano, già fa un duplice lavoro. Lo farà triplice, e non credo che avrà difficoltà a farlo quadruplo”.

Cannalire: “Si trasferirà, fisso, a Saxa Rubra”.

Albertario sorride e dice: “Ripeto. Ci vorrebbe un patto di amicizia, più che un patto di odio. So quanto lavorate voi e quando ho cominciato io, all'epica, come direbbero i miei figli, lontanamente, lavoravo in una radio privata e capisco quanto si lavora. Oggi spero di essere una piccola parte della Rai, e sono felice di essere un suo componente, perchè in questa azienda c'è qualità, e ne sono orgoglioso. Ci sono molte realtà positive”.

Cannalire: “Non ti nascondo che ho ammirato uno che tratta altre cose, rispetto allo sport. Beh, c'è uno che ha detto, poi vi dirò chi è...ho fatto 29 anni di Rai, non di televisione, 29 anni di Rai...E' stato Fabio Fazio. Ho detto: questo è uno orgoglioso di una grande azienda capace di attente espressioni professionali”.

Albertario: “Non bisogna per forza essere retorici come gli operai della Fiat, della Montedison o della Pirelli. L'orgoglio dell'appartenenza ti aiuta nei momenti difficili. Dato che qualcuno diceva che meglio che lavorare c'è da fare il giornalista ma non si è mai capito chi fosse stato l'autore di questa frase. Fare il giornalista sportivo, io l'ho fatto per pochi anni, vi assicuro che è veramente un privilegio”.

Cannalire: “Grazie per questo contributo”.

Albertario: “Spero, intanto, di arrivare a Saxa Rubra, intanto sono davanti ai campi del mitico Testa, il Tor di Quinto, della gloriosa squadra amaranto-blu”.

Cannalire: “Siamo vicini perché sono qui, a Tor di Quinto, per un'intervista”.

Albertario: “Ricordatevi che sul calcio minore voi come radio avete un ruolo fondamentale, un calcio che noi in sede nazionale possiamo solo lambire; l'apporto grosso dell'emittenza privata sulle realtà locali e soprattutto giovanili è fondamentale”.

Cannalire: “Nonostante in questi giorni io stia leggendo regolamenti degni del Codice Rocco. Come quello della Lega Dilettanti, che è degno del Codice Rocco. Qui più facciamo più mettono balzelli capaci di scoraggiarci. Non so dove arriveremo anche ai nostri livelli. Comunque andiamo avanti e tiriamo dritti”.

Albertario in chiusura dice: “Vi auguro una buona stagione, quella prossima, non ci sarà purtroppo Alfredo ma sarà una ottima stagione per voi, che siete il futuro”.

Testo raccolto da Stefano Stocchi

e Andrea G. Burla

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