CIAO GIACINTO, TI RICORDIAMO COSI'...
articolo del 5/9/2012
FACCHETTI NELLE PAROLE DI SANDRO MAZZOLA, A SEI ANNI DALLA SCOMPARSA Il forte interista e nazionale è intervenuto a “Diario di bordo campo”, in onda su Radioincontro 105.8 Sandro Mazzola è intervenuto a “Diario di bordo campo” nel ricordo di Giacinto Facchetti, a sei anni dalla scomparsa del terzino della Nazionale e dell'Inter. “Abbiamo cominciato assieme, nei ragazzi, poi nelle giovanili, è arrivato un anno prima di me, in prima squadra, e poi avremmo fatto uniti tutto un bel percorso, quella storia dell'Inter e della Nazionale, della quale era capitano. E' stato un ragazzo semplice, coraggioso, il primo terzino fluidificante della storia del calcio italiano, e della nazionale: ha inventato questo ruolo”. Massimo De Caridi, dallo studio di Radioincontro: “Lo ha inventato con grandissimi risultati. Non solo era un ottimo difensore ma realizzava anche parecchi gol: 475 partite con la maglia dell'Inter, 59 reti per un fluidificante, ha rappresentato veramente tanto. E' stato un modello per tutti i tifosi nero-azzurri, sia da atleta che poi da dirigente, da presidente...”. Mazzola: “E' stato sempre un esempio. E il primo terzino che andava avanti, sapeva fare gol, agli inizi non era stato capito, poi dopo, invece, Herrera insistette, e lui dimostrò di essere un grande”. D'Alessandro: “Mazzola, ci può riaccontare un ricordo particolare un episodio, un dietro le quinte, un episodio non conosciuto Un ricordo specifico che vi ha unito”. Mazzola: “Mi viene in mente un episodio stranissimo, di un Inter-Sampdoria: giocavo con una caviglia gonfia, volevo riposare, ed Herrera non ci voleva sentire. Disse, prima della partita: “Se fai tre gol, vai a fare i fanghi per 10 giorni”. Allora si usava andare alle terme. Non riuscivo a fare la terza rete, ne avevo fatti due e lui dalla panchina rideva e mi diceva “Non ce la fai, non ce la fai”, e io mi arrabbiavo. A un certo punto prendo il pallone salto un difensore, ne salto un secondo e poi un terzo: arrivo davanti al portiere, che era Battara, me la allungo un attimo, e Facchetti, che aveva seguito l'azione, stava per buttarla dentro. Io gli ho dato una gomitata, e gli ho messo il piede sinistro sul suo destro, e ho segnato il terzo gol personale. E mi fa? Ma come siamo compagni? Sì – gli ho detto - ma devo andare ad Abano”. D'Alessandro (Radioincontro): “Si è arrabbiato, se l'è presa?”. “No, non si è arrabbiato, assolutamente”. D'Alessandro: “Allacciandosi, tramite Facchetti, all'Inter attuale, le chiedo se c'è un nuovo Facchetti, o uno che gli si avvicina. E poi che partita ha visto tra Inter e Roma. Mazzola: “C'è stato Cabrini che giocava in quel modo, poi dopo a destra Maicon, che ricordava spesso Facchetti, però sul lato destro. Altri non ne ho visti”. D'Alessandro: “Forse Roberto Carlos...”. Mazzola: “Pensavo parlassimo di italiani. Beh, sì, poteva essere. Ma il Facco era più forte”. De Caridi: “E tra Facchetti e l'attuale capitano, Zanetti?”. Il grande nero-azzurro e nazionale e nazionale dice, in modo molto sentito: “Sono due persone molto pulite, due grandi professionisti, gente che lotta per la famiglia, per la maglia. Lo stesso metro per tutti e due, direi. Facchetti e Zanetti hanno giocato tanto, nell'Inter, una vita dedicata alla causa nero-azzurra”. De Caridi: “Cosa pensa dell'Inter vista contro la Roma? Meglio fuori che in casa. E della Roma cosa pensa?”. Mazzola: “L'Inter ha sofferto il gioco della Roma, non è rimasta compatta, non è riuscita a fare tre linee; la Roma è partita bene come fanno sempre le squadre di Zeman. Diamo tempo a questa Inter”. D'Alessandro: “Stramaccioni ha ancora tanto da imparare, per avvicinarsi a Zeman?”. Mazzola. “Ha fatto un buon lavoro, sta facendo un buon lavoro. Zeman tre anni fa era un cagnaccio, per la stampa, ora è un grande allenatore. Scoprirlo oggi è troppo comodo; bisognava scoprirlo quando era opportuno farlo. Per quanto riguarda il campionato? Mazzola: “La favorita è la Juventus. In più si è anche rinforzata, poi c'è il Napoli, la Roma, la Lazio, la Fiorentina può diventare la sorpresa. L'Inter aspettiamo quattro domeniche, per giudicarla”. Nello scambio Cassano-Pazzini, chi ci ha guadagnato? “Tenere un giocatore come lui a fare la riserva è un insulto al calcio: non può giocare con Milito, è evidente. Le somme, poi, le tireremo fuori”. Testo raccolto da Max Cannalire