INTERVISTA AD ATTILIO GREGORI,
SULLA SOLA SERIE A, IN VISTA DI
GENOA-ROMA
Attilio Gregori sarà il posticipo serale. Lei ha difeso i pali delle due squadre che saranno in campo a Marassi.
Che gara sarà?
"Sarà una partita interessante dal punto di vista tattico perché sono due idee diverse di fare calcio, entrambe
valide anche se propendo di più per quella di Zeman. Che rimane un allenatore che sa insegnare calcio a tutti
i livelli. Sarà una partita da non perdere, per tutti, addetti ai lavori compresi".
Per quanto riguarda i due portieri come vede Frey e Stekelenburg: entrambi sembrano aver ritrovato una
buona forma.
"Frey è da diversi anni che fa campionati importanti, e credo sia un portiere per il Genoa un giocatore importante.
Come penso del collega romanista. Piace molto, l'olandese, anche se non sta facendo benissimo. Credo anche che
giocare a Roma non sia facile, non lo è mai stato. Sono in buone mani, Genoa e Roma, e il tempo darà loro ragione.
Anche a Stekelenburg
Quali sono i reparti migliori e quali quelli peggiori?
"Dalla cintola in sopra il Genoa e la Roma hanno giocatori validi, e di livello, qualche giovane anche di prospettiva.
La Roma ha moltissima qualità, in avanti, e tra poco migliorerà quando i meccanismi saranno più rodati, rispetto a
quanto sta facendo adesso".
L'allenatore si deve adattare ai giocatori o fa bene Zeman ad andare avanti per la sua strada?
"Il modulo lo fanno i calciatori, non gli allenatori. Zeman ha avuto la possibilità di scegliersi i giocatori,
per attuare il 4-3-3. De Canio si è trovato a dover riparare una campagna acquisti normale prendendo
Borriello. Il boemo ha giocatori votati a fare quel tipo di schema".
Che idea si è fatto, della diatriba tra Zeman da una parte, e De Rossi e Osvaldo, dall'altra?
"Partiamo da De Rossi. Per quello che posso intuire io, Zeman ha bisogno di giocatori che abbiano in testa la giocata
di prima, la verticalizzazione. De Rossi è fatto per giocare davanti alla difesa, per come la vedo io: però penso sia anche
in grado di provare a cambiare la sua posizione. E' un patrimonio da difendere, il giocatore, però deve modificare il suo
ruolo e il modo di interpretarlo. De Rossi ha come caratteristica da sempre di tenere la palla e di giocare in orizzontale.
Per quanto riguarda Osvaldo lo alternerà con Destro, anche se quando Osvaldo verrà utilizzato su uno dei lati dell'attacco
possa perdere qualche cosa".
Cosa manca alla Roma, per lottare al vertice?
"Come qualità di organico la Roma è indietro, rispetto a Roma e Napoli, alla Juventus e al Milan stesso, anche se la partenza
dei rosso-neri è stata quella che è stata. Potrebbe essere alla pari dell'Inter. Però come qualità di gioco la Roma è seconda a
poche altre, perché credo nel lavoro che sta facendo Zeman. La Roma ha dei campioni, pochi, buoni giocatori, tanti, e giovani
di prospettiva, come Lamela. La Roma ha un'idea di come si fa calcio, e in questo gioco contano le idee, un modo di fare
propositivo. E Zeman lo ha dimostrato nel tempo, ed è un maestro di calcio".
Oltre a Lamela, Pianjc e Florenzi: quale di questi tre può far fare il salto di qualità alla Roma?
Gregori: "Pianjc e Lamela hanno un potenziale importante di prospettiva: diventeranno dei grandi giocatori, con quel modulo. La
Roma ha dei giovani interessanti e di prospettiva, e con Zeman miglioreranno; il tempo ci ha insegnato che i giocatori sconosciuti
e semisconosciuti si sono fatti valere grazie alle sue idee. Ed è un calcio che piace anche a me, in cui credo".
"La Roma ha nel collettivo la capacità di mettere in difficoltà Borriello e i suoi compagni. E' chiaro che nell'uno contro uno con
Borriello lui diventi pericoloso. Ma bisogna tenerlo lontano dalla porta, perché è forte fisicamente, e rapido. La Roma gli deve
prendere le misure prima che entrino negli ultimi sedici metri".
Un ricordo di quel gol che, per sua sfortuna, in un noto Milan-Verona, lei fu costretto a prendere...
Gregori sorride: "Io quel gol l'ho visto mille volte, e forse più. La cosa che più ricordo con maggior scalpore è che si trattasse
di un calcio d'angolo per il Verona; Weah ha stoppato la palla, si è fatto cento metri di campo, palla al piede, pensi sarà stanco,
e invece no: mi ha pure guardato, ha segnato, ha fatto altri trenta metri di corsa verso la bandierina, perché fisicamente è possente.
Fu un rigore in movimento, dopo cento metri di scatto, con la palla al piede. Arrivò fresco come una rosa, e piazzò pure la palla".
"Ho avuto la fortuna di incontrare campioni come Van Basten e Schillaci, che mi segnò due volte in rovesciata. Non ci ho mai giocato insieme".
Il più forte?
"Di quelli che ho visto io Van Basten: destro, sinistro, velocità, acrobazia. Aveva tutto, era completo. Tra gli italiani Bruno Giordano, che è stato uno degli attaccanti più forti".
Oggi?
"Cavani, Jovetic, Vucinic. Ma oggi fatico, a trovarne come Van Basten".