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LE RADIOINTERVISTE DEI 105.8: VINCENT CANDELA, CAMPIONE DI CORTESIA E SIMPATIA


articolo del 19/10/2012

INTERVISTA A VINCENT CANDELA,
CAMPIONE DI CORTESIA E SIMPATIA

Vincent Candela, campione del mondo e d'Europa, d'Italia con la Roma nel 2001, è intervenuto a "Diario di bordocampo", in onda su Radioincontro 105.8, emittente romana, ascoltabile anche su www.radioincontro.it. E ha parlato ai giovani con un messaggio legato al comportamento, ha commentato le vicende della nazionale transalpina, finalmente capace di vivere un bel momento, dopo il pareggio colto in Spagna (1-1) al 90', nelle qualificazioni ai Mondiali del 2016. E della Roma, la sua, del primo Zeman, e quella attuale, parlando di De Rossi e Osvaldo.
Max Cannalire, dopo la pubblicità: "Torniamo in studio con un ospite che abbiamo avuto, negli scorsi mesi, e che è sempre ben gradito, vista la sua cortesia e la sua disponibilità. Ed è un atleta che è stato tra i più amati, non solo dalla sponda giallorossa ma per la correttezza e per il suo impegno in tutto il mondo, che ha conquistato nel 1998 con la nazionale francese. Dò la buona sera a Vincent Candela. Me la sono cavata bene, con quest'introduzione?"
L'ex romanista saluta così: "Alla grande, mi ha fatto molto molto piacere, ed è sempre un piacere parlare con te".
Cannalire: "Grazie, da parte degli ascoltatori, di Diario di bordocampo e dell'editore, Pino Castiello. Parliamo di diversi argomenti, nazionale compresa, finalmente capace di vivere un buon momento, dopo tanto tempo. Partiamo da una cosa che riguarda il settore giovanile, il calcio internazionale, e la base del calcio ovvero la formazione tecnica e comportamentale dei calciatori, ed è una considerazione su cui spingi parecchio. Tanto è vero che segui i campionati giovanili oltre a quelli professionistici".
Candela: "Sì perché è la base, sì, e non ci poniamo tanta attenzione, a questi giovani, in Italia. Oramai vivo da sedici anni a Roma, ed è un peccato di non seguirli, 'sti giovani, per farli crescere, sia sul piano umano che della qualità sportiva. Sono loro il nostro futuro, a tutti i livelli. Intendo parlare del rispetto, dell'educazione, e di tutte quelle cose che vengono utili dentro e fuori dal campo. In Italia, per esempio, mi prendevano per scherzo perché io ero straniero, quando dicevo, nel 1997: ma dicevo...ci sono troppi stranieri, qui, nel campionato. E' un peccato, che in un paese Campione del mondo quattro, cinque volte, non riesca a valorizzare un elevato numero di giovani del posto, e non viene sfruttato tutto questo".
Interrompe con un sorriso amaro, dallo studio, il conduttore, Max Cannalire: "Quattro volte e mezzo, Vincent, perché la differenza tra noi e il Brasile, è Pasadena, quei maledetti rigori, a Pasadena (1994)".
Si fa una bella risata, di gusto, l'ex nazionale transalpino, oggi imprenditore in Italia e Francia. "....E quindi è un peccato, perché l'italiano nel sangue, nel DNA, ha la passione del calcio, quando sono arrivato io, era un cultura. E' vero che i campionati sono oggi un po' cambiati, sul piano del rispetto. Lo abbiamo visto, purtroppo, anche con la Nazionale, Osvaldo, quello che ha fatto: non è neanche colpa sua però un giocatore non può reagire, non può perdere punti a livello della sua carriera perché non lo so come andrà finire. E' un peccato quando un giocatore che viene pagato venti milioni da una società viene poi lasciato in panchina. Magari ha un problema, tipo la caviglia, e lo lasciano stare. Non è così perché magari ha un problema con la madre, che non sta bene. Poi tutti i giovani, se prendono un sacco di soldi, qualsiasi essere umano, un minimo, perde la testa. Quando succede qualcosa a loro, bisogna seguirli da vicino, questi giocatori, perché sennò facciamo gli investimenti, anche elevati, e poi li lasciamo allo sbando. Non possiamo accusare il giocatore, dicendo "devi essere professionista". Noi facevamo il calcio mettendo da parte la scuola, purtroppo. Però la base, la deve dare una società di calcio. Per la scuola c'è sempre il tempo di crescere".
Cannalire: Per fortuna ci sono anche le eccezioni: se prendiamo, per esempio, un tuo illustre connazionale che aveva il nonno italiano, Platini, alla fine si è rimesso a pari con lo studio; te stesso sei un grande ambasciatore del calcio e del turismo della Francia. Il tuo amico Zidane ha una cultura invidiabile, parla non so nemmeno io quante lingue...Alla fine avete recuperato, voi tre...".
Candela: "No, però questa è una mia opinione; ma non voglio che passi il messaggio che io abbia detto che i giocatori sono stupidi. Però qualsiasi persona umana, che abbia 20 anni, e prende 300.000 € al mese, perde la testa. Poi per essere un giocatore di serie A, bisogna essere comunque svegli, nella vita, questo è chiaro! E' lì il paradosso che è utile l'intelligenza nella vita, e insieme quella di andare a scuola. Però applicare tutte e due è molto meglio. E quindi è così che si cresce".
Max Cannalire: "Devono andare d'accordo, scuola e calcio. Lo diciamo ai giovani, a quelli che ti hanno ammirato da atleta e magari a qualcuno che ti ha avuto da avversario come tifoso o come giocatore. Su questo siamo d'accordo: è una scuola di pensiero che mi sento di sposare totalmente. Parliamo adesso della possibilità di andare a giocare all'estero. Una strada aperta dalla Francia verso l'Italia da Mehdi Zidane: nel tuo paese ce ne sono tanti, che possono essere utili alle squadre di Serie B, di Lega Pro, non necessariamente di Serie A. Però ci sono...".
Il campionato italiano, francesce, tedesco propongono giocatori che si possono comprare a 15, 16 anni, a 18. Sono più gli stranieri che vengono in Italia, mentre di italiani che vanno fuori sono di meno, e questo è un dato di fatto. Perché fino a qualche anno fa era il campionato più duro, più bello, più ricco. E quindi tanti giocatori giovani vengono qui, e qualche italiano però pochi vanno a fare la domanda per gli altri paesi. Invece in Italia puntate sui giovani, poi bisogna avere la fortuna di trovarli bravi perché se li compri già campioni del mondo, con questa crisi, costano troppo, e sarebbe troppo facile, prenderli dal Barcellona. Però è bello crescere due giocatori giovani e farli diventare forti nella tua società".
Cannalire: "Parliamo della nazionale francese. Abbiamo detto finalmente dopo un periodo buio, e grigio, è uscito il sole: pareggiare in casa dei campioni del Mondo e d'Europa".
Beh, lo sappiamo, dagli ultimi sei anni la Spagna è la squadra più forte al mondo. E' sempre difficile e secondo me anche in Brasile, nel 2014, sarà veramente ancora la squadra da battere perché sono tutti giocatori giovani. La Francia ha cambiato allenatore, è un altro amico mio; era Laurent Blanc, e Deschamps è un altro amico mio. Laurent Blanc è più all'inglese, e gestisce pure le cose al di fuori del campo, mentre Deschamps lavora più sul campo. Didier è più uomo di campo, e Blanc più manager. Ma entrambi sanno bene che bisogna stare vicino ai giocatori più vicini, come dicevo prima, e dare loro l'esempio, fuori e dentro il campo, e ritorniamo a parlare dei valori della vita oltreché del calcio; la qualità, nei giovani ci sono sia in Italia che in Francia. Di Deschamps sono contento, perché ha ripreso da tre mesi e sta facendo un bel lavoro".
Cannalire: "E poi alla fine, pareggiando all'ultimo minuto, la sorte è stata più vicina ai blues, pardon, ai bleus..."
Sorride Vincent, e dice: "Sì le bleu. E' sempre come una vittoria quando si pareggia agli ultimi minuti, per il morale ha importanza, al di là del risultato, per andare avanti. Ricordiamo che hanno giocato contro la Spagna!".
LA ROMA
Parliamo, inevitabilmente, di Roma, qui a Radioincontro, visto che è una radio nata nel 1976, quando c'era una piccola Roma, detta Rometta. Invece con Zeman mi sembra che la gente abbia cominciato a capire, come dicevi qualche mese fa, che ci vuole pazienza. Che idea ti stai facendo, con il passare delle settimane, della Roma attuale?
Candela: "L'idea mia della Roma è questa: ero contentissimo, dopo Luis Enrique, quando hanno preso Zeman. A un certo punto c'era Montella: da tre anni sta facendo esperienza, e sta dimostrando che diventerà un allenatore. Zeman lo conosciamo, non lo cambieranno mai, non si può cambiare. Io l'ho avuto per due anni, due anni molto belli. Noi eravamo giovani, quindi non era facile gestire alcuni caratteri dei nostri, e quindi tante litigate, io con Zeman. Ma è uno che crede nel suo modi di giocare, che non scende a compromessi, che magari fa un bel calcio.
Magari ha problemi a gestire i campioni, adattare il gioco suo che è molto bello coi giocatori che ha. Se c'è un difensore che è un pò lento, non lo fai giocare in linea. Se hai De Rossi che gioca centrale, ed E' IL PIU' FORTE AL MONDO!, a tre non lo puoi mettere a destra: da dieci anni gioca centrale, se lo metti a destra, vai pure a toccare l'armonia del gruppo, e un leader, pardon, uno dei due leader della Roma, Totti e De Rossi, e sono due grandi campioni. De Rossi non ci sta non perché non vuol giocare anzi lui vorrebbe far bene. "Non è il suo ruolo, e questo può influire, sul gruppo. Vai a toccare la sfera emotiva che De Rossi può dare alla squadra, all'allenatore, ai tifosi. Lo puoi criticare perché gioca male, ma non puoi toccare le sue emozioni perché lui ha rinunciato a tutto, per la Roma, qualche mese fa".
Cannalire: "Il fatto di aver scansato le sirene di Madrid, di Manchester, sono cose che depongono in favore di De Rossi. Con tutto il rispetto per la passione dei tifosi della Roma, andando in altre piazze, avrebbe avuto intorno una squadra utile a vincere qualcosa di sostanzioso a livello internazionale...".
Candela: "Quello è vero ma la cosa bella di Roma, della Roma, la sentite la differenza con altre piazze, nei rapporti, nelle cose umane, coi giocatori. Il rapporto con il tifoso romanista è la prima cosa, in una città così".
Max Cannalire: "Da altre parti non c'è quella visceralità nel rapporto. Ma qui erano abituati bene: avevano gente come Di Bartolomei, Falcao, Cerezo, Conti, e i tifosi li hanno considerati gente di famiglia. Madrid, da questo punto di vista, è un aereoporto. Uno va, l'altro viene. Kakà, fino a qualche mese fa, era in discussione. Quali sono i tuoi prossimi impegni professionali?".
Candela: "Ho qualche progetto sempre nel mondo del calcio. E piano piano ve ne parlerò, e mi fa piacere. Come ho detto sono una persona onesta e leale, e vivendo a Roma, penso di poter dare qualche cose a Roma e alla Roma, e ve ne parlerò a tempo debito".
Cannalire: "Va benissimo. Il piacere di ascoltare uno vincente come te è che rendi meno lontani i confini dei paesi europei, visto che si parla tanto di Europa. Ringrazio te e l'amico Marco Pontrelli. Vincent, come si dice in questi casi? Bonne heure (buona fortuna)?".
Candela: "Bon voyage. E sempre forza Roma!".


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