COPPA ITALIA: VINCE LA FERMANA ALLO SPRINT
articolo del 24/4/2013
Coppa Italia per squadre d’Eccellenza Un tuffo d’angelo di Mangiola decide la vittoria della Fermana Un morbido e preciso assist di Pirro, dalla destra, all’ultimo minuto, crea l’assist decisivo per la rete che manda il trofeo nelle Marche FERMANA-AUDACE CERIGNOLA 1-0 Fermana: Chessari, Tartabili, Marcatili (59’ Gentile), Vitali, Cudini, De Rosa, Fabiani (46’ Pirro), Attadia, Bolzan, Mangiola. A disp. Gojka, Pierantozzi, Cristiano, Corradini, Pazzi. All. Gianluca De Angelis. Audace Cerignola: Vurchio, Corcelli, Colucci, Riontino, Matera, Colangione, Auciello, De Santis, Caggianelli, Zotti, Lasalandra (53' Piscopo). A disp. De Palma, Caputo, Russo, Salatino, Ventura. All. Massimo Pizzulli. Arbitro: Sig. Mario Vigile di Cosenza (9). Assistenti Arbitrali: Sig. Andrea Pace di Palermo (8) e Sig.na Gilda Conticelli (7,5) di Trapani. Rete: 93'30" Mangiola. Note: ammonito al 20’ per condotta scorretta (fallo “tattico”) Cudini, al 93' Mangiola. Recupero: 4' nel II tempo. Giornata di sole, temperatura estiva. 3.000 spettatori circa. Dai nostri inviati al "Manlio Scopigno" di Rieti La Coppa Italia d'Eccellenza, dieci anni dopo il "nostro" Ladispoli, va alla Fermana. Con un'azione da ricordare a lungo, non solo perché arriva al penultimo minuto utile precedente i tempi supplementari. Ma perché il lungo lancio di Pirro scavalca tutti fino ad arrivare nei pressi del secondo palo, quello destro, della porta dell'Audace Cerignola, per il grande appuntamento di Mangiola, che è somigliato al grande Van Basten o al miglior Roberto Pruzzo, nel tuffo che, di testa, è stato capace di infilare Vurchio nell'angolino posto sull'altro lato dei suoi sette metri e trentadue centimetri. Esplode come nelle migliori sceneggiature sportive la tribuna centrale, quella riservata alla Fermana, accompagnata da tanti sostenitori, che non hanno mai smesso di incitare i loro rappresentanti in campo. E' festa grande, al gol, e un minuto dopo, quando il bravo arbitro calabrese Mario Vigilie, di cognome e di fatto, ha decretato la fine delle ostilità. E' stato un urlo liberatorio, per la squadra di Gianluca De Angelis, e per un club che ha vissuto anche di Serie C1 e C2, come ricordava qualche coro, e vivere in Eccellenza ha rappresentato, per il popolo fermano, un abito stretto, che ha fatto per esso più male considerando l'anonimato vissuto in campionato, intorno al quinto posto, quest'anno. Non è stata una finale brillante, anzi, sul piano dell'attendismo, del reciproco controllarsi, ha ricordato una brutta finale laziale (2004) tra Torrenova e Roma VIII, che annoverò tre conclusioni quasi degne di nota, e finì, infatti ai rigori, con il successo dei bianco-rossi casilini sulla squadra del vialone di Torbellamonaca. Non un grande livello ma sprazzi di gioco e tentativi di costruire qualche geometria. In questo è scivolata l'Audace Cerignola, che si è smarrita alla distanza e che è arrivata sotto lo striscione d'arrivo con grandi applausi ma con poca lucidità, in tre situazioni difensive, nell'arco del secondo tempo. L'ultima delle quali è stata fatale. Va anche detto che forse la compagine di Pizzulli è giunta nei pressi dei tempi supplementari con il fiato corto senza dare fondo alla propria panchina mentre la Fermana, per una duplice necessità, al 19' della ripresa, ha dovuto operare il secondo e il terzo cambio. Un primo tentativo di Caggianelli, colpo di testa di poco alto, apre le danze. All’inizio squadre corte con la Fermana che punta più rapidamente su apprezzabili geometrie senza disdegnare la circolazione di palla anche di Bolzan, Mangiola e Fabiani, che portano appresso la sfera per creare superiorità numerica, quando impegnati in verticale. Il primo tempo è equilibrato sul piano degli spazi che le contendenti non concedono alla dirimpettaia di turno. Tanto è vero che la partita vive di singole fiammate. Nei primi minuti un colpo di testa di Caggianelli cerca il bersaglio grosso senza trovare, per poco, la sorte ipotizzata col gesto tecnico prodotto dal possente attaccante meridiohale. Al 25’ bella discesa di Mangiola, che parte in velocità, salta due avversari, guadagna il fondo e, all’atto di rimettere la palla all’altezza del dischetto di rigore, viene chiuso dai centrali difensivi in calcio d’angolo. Una punizione di Bolzan (30’) dai diciotto metri, posizione leggermente defilata sulla destra, finisce alta di un metro dopo alcuni tentativi di sfondare sui lati la difesa pugliese. La replica del Cerignola è tutta nel dribbling (36’) di Caggianelli che guadagna il semicerchio dei sedici metri; si riporta la palla sul destro, prova ad angolare, con Chessari che si distende per respingere la conclusione, sulla propria sinistra. Non è finita: controcross di Fabiani liberato, a fatica, da mediani e difensori della squadra marchigiana. La ripresa - Al 5’ gran palla messa in area su calcio di punizione da Zotti con l’opportuna correzione in porta di Caggianelli; la risposta d’istinto di Chessari è pronta e toglie la sfera dall’angolino alla sua sinistra schiantadosi con la base del montante. Palla in angolo e soccorso al portierone di Fermo. Al 24’ De Santis prova la soluzione dalla distanza trovando la pronta posizione el’8 parata di Chessari. Neanche su calcio piazzato l’Audace Cerignola trova la giusta precisione, nelle torri sganciate nell’area di rigore avversaria. Al 40’ De Santis prova una gran punizione dalla sinistra, con la sfera che scende quasi all’incrocio dei pali lontano. Un bel destro a girare che costringe Chessari a sorvegliare fino all’uscita sul fondo. Al 45’ Auciello manda alle stelle una corte respinta della difesa di Fermo su un campanile alzato dalla metà campo. Non è una partita che abbia offerto limpide emozioni se non qualche scelta individuale. La posta in palio è troppo importante, per una piazza, quella della Fermana, che ha vissuto in C1 e C2, e per l’altra, Cerignola, che ti terrebbe a emergere. Cross di Pirro come iniziano i tempi supplementari dalla destra: è una stupenda palombella sul secondo palo, che va a superare il difensore centrale, arriva al vertice dell’area piccola, sul secondo palo; sul quale, arriva, come un falco, il numero 11 Mangiola, che manda a volo d’angelo, il pallone di testa, nell’angolino lontano. E’ il gol decisivo, perché di tempo ce ne sarà solo per un altro minuto, dopo la grande esultanza dei giocatori di Gianluca De Angelis sotto la tribuna centrale, quella dei tifosi marchigiani. L’equilibrio è rotto e, al fischio finale del buon Vigile di Cosenza, esplode la festa della Fermana. La Coppa Italia d’Eccellenza è vinta, e può schiudere antiche prospettive. Festa doppia, per la squadra delle Marche. Ovvia, dopo una partita combattuta e priva di grandi e palesi spunti, la delusione per i giallo-blu pugliesi, oggi in versione blu, vista la concomitanza degli stessi colori. Ha diretto con sicurezza e capacità Mario Vigile di Cosenza, preparato sul piano atletico, essenziale nella stragrande maggioranza degli episodi. Pochissimi errori veniali che non incidono sulla sua buona e attesa prestazione. Può ambire ai piani di sopra, per i suoi meriti, più che per la modestia che a tratti si incontra. Ben assistito. Massimiliano Cannalire-Alessandro Follaro Si ringrazia per la fotografia Mirko Cervelli