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Real Torbellamonaca, valzer della panchina. Liberti: "Mi dimetto, anzi no!"


articolo del 3/5/2013

Provaci ancora, Sam!

Il Real Torbellamonaca vive un valzer

con la sua panchina. Liberti come Mina, dopo

il I Maggio: “Non gioco più, me ne vado”.

Poi ci ripensa e rimonta in sella.

La società si è detta convinta di poter arrivare

ai play-off con l’attuale allenatore

 

Facciamo un po’ d’ordine sul caso del Real Torbellamonaca. Alla fine del primo tempo e a fine partita Fabrizio Liberti manifesta, pubblicamente, davanti al dirigente accompagnatore Nunzio Testa e a tutta la squadra, la volontà di lasciare la guida tecnica. Il motivo del dissidio sarebbe nato da uno sfogo di diversi, antichi tifosi presenti in tribuna, tra i quali Sandro Pochesci che, in passato, riuscì a portare il club di Remo Cicchetti in Eccellenza. Lo sfogo dell’ex allenatore del Monterotondo Lupa e della Lupa, della Viterbese e dell’Olbia, è stato frutto di una istintiva delusione maturata dopo venti minuti nei quali il Futbol Club sembrava il Bayern Monaco dell’altra sera, al Camp Nou. La squadra di Davide Centioni e Luca Sancricca ha prodotto dalle tre alle quattro occasioni da rete nella metà della prima frazione. L’urlo che è arrivato dalla tribuna riguardava la palese sofferenza degli esterni difensivi, secondo il passato tecnico del Torbellamonaca da invertire; il che ha permesso a Barile, già forte di suo, di accarezzare la partitissima dell’andata, vinta dal Futbol Club per 3-0 senza praticamente che ci sia stata partita, quando l’ex giocatore del Divino Amore maramaldeggiava insieme all’altra ala, il quotato Proietti. Questa la natura degli accadimenti.

La società, a quel punto, ha contattato Pasquale Camillo, dovendo, poi, tornare sui suoi passi quando l’allenatore che ha iniziato il campionato, avrebbe asserito di non aver mai menzionato il vocabolo “dimissioni”. La versione ufficiale della società ancora non l’abbiamo sentita ma siccome è stato tirato in ballo, di netto, proprio Sandro Pochesci, ci siamo fatti raccontare quanto vi abbiamo riportato.

Cosa c’entra l’ex allenatore con l’attuale cammino arancio-nero? I fatti raccontano questo: grazie all’intervento di Sandro Pochesci mediante suoi antichi amici, imprenditori della zona casilina e prenestina, Cicchetti e Virzi, è stato possibile mantenere giocatori di grande livello a Torbellamonaca perché i precedenti gestori, che avrebbero dovuto affiancare i Paglia di Zagarolo, autori della comunione di intenti o se preferite fusione, in realtà, non avevano soddisfatto i rimborsi spese degli atleti. Tutto questo nonostante la chiara serietà della stimatissima famiglia zagarolese, che ha fatto il suo in attesa che facessero altri il loro, di compito. E parliamo di calciatori di buon livello quali Patrick Giannetti, Claudio Dantimi, Simone Paglia, appunto proveniente dal “vecchio” Zagarolo, Valerio Campana, anche lui reduce dai successi amaranto, come pure il difensore centrale “Filetto” Nardi. Ricordando che dall’inizio dell’anno gli arancio-neri possono vantare in porta uno dei più forti giocatori tra Eccellenza e Promozione, il campano Peppe De Bernardo. E a novembre è arrivato, in attacco, uno della capacità realizzativa di Roberto Romagnoli da Prati in Roma, 21 reti all’attivo, a oggi.

Verrebbe quasi da scrivere che il Real Torbellamonaca somiglia a Soldatino da Febbre di cavallo ovvero quando i rimborsi non c’erano era primo in classifica: quando è entrata una società fatta dell’eterno innamorato dello sport di periferia, Remo Cicchetti, e del suo collega imprenditore, Sandro Virzi, la squadra, per assurdo, è finita quarta della classe. E tutto questo è accaduto a fronte a nove sconfitte, nove, che sono un numero elevatissimo, per una compagine che vorrebbe salire in Eccellenza almeno dai play-off, a fronte di trentadue partite giocate. Una percentuale rabbrividente, se paragonata al mondo della pallacanestro, 9/32 rappresenta un numero ben superiore al 25%, che sarebbe costituito da un 9/36 “al tiro”. E, cosa più profonda, con una rosa che vorrebbe allenare chiunque.

Da oggi, sia chiaro, il responsabile tecnico sa di dover vincere tutte e due le partite rimanenti, e domenica sale a Palombara in casa del Cre.Cas. per un decisivo confronto diretto, in attesa che, via radio, arrivino risultati confortanti come domenica. Se per una volta si è messo a fare il tifoso, Sandro Pochesci, che non ha mai dimenticato gli albori della società con lui in panchina, va altrettanto detto che, nel merito, torto non ha, viste le sconfitte di Roma, contro l’Atletico Vescovio in 11 contro 10, e di Palombara, contro una squadra che, davvero, non assomiglia di fatto al Borussia Dortmund. Il Palombara, infatti, è già retrocesso dal I Maggio, con la Sanpolese, che pure la sua partita l’ha vinta, nel giorno della Festa dei Lavoratori, e il Segni, andato via addirittura in autunno, per la seconda retrocessione di fila.

La società di via Santa Rita da Cascia, attraverso il presidente Sandro Pietrangeli, si è dichiarata favorevole a far rientrare ogni polemica, a scommettere che, con Fabrizio Liberti in panchina, sia possibile arrivare ai play-off, con il Cre.Cas. da superare. E che, pur dopo tanto trambusto, il tecnico che aveva cominciato in estate, non sia stato in discussione, nonostante tutto.

Chidiamo con due considerazioni. Dal punto di vista del mantenimento di un traguardo nel mirino quale priorità assoluta, ben più importante delle polemiche uscite da alcune superficiali osservazioni e dichiarazioni, possiamo dire che la società Real Torbellamonaca ha dimostrato una certa maturità. E che, tuttavia, qualcosa Liberti, da Pochesci abbia mutuato: un rapporto ballerino e tellurico quando ha di fronte un microfono…

Restiamo in attesa di ogni possibile controdeduzione. Meglio se questa arriva dal campo, dal punto di vista dei tifosi arancio-neri.

Massimiliano Cannalire

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