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JUNIORES D'ELITE La finale per il titolo regionale: Tor Tre Teste-Vigor Perconti 2-1


articolo del 9/5/2013

UNA FINALE TRA GIGANTI DI

CORAGGIO, IMPEGNO, DETERMINAZIONE.

TANTO DI CAPPELLO ALLE FINALISTE

 

 


(FOTO A CURA di PAOLO LORI)

 

TOR TRE TESTE-VIGOR PERCONTI 2-1 

Tor Tre Teste: Calvarese, Cacciotti, Zucchelli, Santilli, Menicucci, Greco (56’ Galati), Bertoldi, De Bartolo, Mastrantonio (65’ Quadrana), De Palma, Minnucci (78’ Pesante). A disp. Finocchioli, D’elia, Manna, Potocco. All. Alessandro Di Nunno.

Vigor Perconti: Ferronetti, Rausa, Luciani, Narcisi, Cipriani (77’ Masocco), Borgia, Campanella, Iemma (63’ Musto), Piccolo, Di Bari, Amici. A disp. Saccucci, Celeste, Di Paolo, Pasquali, Proia. All. Francesco Bellinati (squalificato, in panchina Vito Trobbiani).

Arbitro: Sig. Luca D’Aquino di Roma1 (7,5). Assistenti Arbitrali: Sig. Emiliano Caretti di Roma1 (7) e Domenico Franchitto di Cassino (6,5).

Reti: 6’ Piccolo (V.P.), 46’ Santilli, 76’ Minnucci.

Note: espulsi De Bartolo (N.T.T.T.) e Borgia, per somma di ammonizioni. Ammoniti Iemma, Bertoldi. Al 52’ Piccolo tira alto un calcio di rigore. Recupero: 4’ nel II tempo. Giornata di sole, ventilazione inapprezzabile. 2000 spettatori circa, ingresso gratuito.

 

Dai nostri inviati all’Anco Marzio di Ostia, Roma

La Nuova Tor Tre Teste è campione regionale. Alle 17.58 dell’8 maggio, a quasi un anno dai tiri di rigore che sorrisero alla Vigor Perconti, la formazione di Alessandro Di Nunno vince  il secondo titolo juniores d’élite nel breve volgere di cinque anni.

Il tutto succede nel momento in cui l’onorevole squadra di Maurizio Perconti abdica e saluta, tra qualche lacrima e tanto, umano realismo, dopo aver giocato la quarta finale nello spazio di cinque stagioni. Numeri importanti, un’enormità, il frequentare gli ultimi atti con questa frequenza.

Per la Nuova Tor Tre Teste un risultato di grande prestigio, e per tanti motivi: perché il titolo juniores mancava da cinque anni nella nota bacheca di via Giuseppe Candiani: perché è l’anno del ritorno della rappresentativa regionale al successo nel “Torneo delle Regioni”, che non arrivava nei nostri pressi dal 1996. E perché l’avversaria, la Vigor Perconti, si è confermata una grande e ammirevole squadra, pure se giunta col fiatone, dopo aver rincorso una stagione in cui ha respirato, patito, sofferto l’ultimo posto e il penultimo da campionessa d’Italia.

La vittoria dei ragazzi bianco-rossi prenestini è stata colta nel momento in cui la Vigor Perconti ha sbagliato il calcio di rigore che avrebbe fruttato il secondo vantaggio, dopo che gli sfidanti hanno ottenuto il pareggio all’inizio della ripresa, vissuta con maggiore determinazione, di certo con migliore efficacia e ritrovata corsa, sia nella pressione sui portatori di palla e d’acqua di Colli Aniene, sia nel rendere il proprio gioco arioso e non indirizzato sulle sole individualità. Una Nuova Tor Tre Teste maturata e cresciuta, rispetto alle rare sbavature della regular season, che, prima di parlare della bella orchestra del secondo tempo, va detto che è stata presa per mano da un Bertoldi decisamente proiettato verso qualche campionato interessante: è un giocatore che ha cambiato il passo e lo ha fatto mutare ai bianco-rossi, ha giocato per la squadra, ha fatto, e bene, selezione negli ultimi quaranta metri, ha difeso male, vedi l’episodio del calcio di rigore concesso alla Vigor; ma poi si è fatto perdonare, con una seconda frazione da applausi. Entrando in tutte le azioni che hanno prima fatto pensare alla sfortuna più nera, in due, clamorose occasioni: poi nelle due, forse tre, che hanno deciso la storia di questo titolo regionale.

Lo spettacolo di agonismo della seconda parte, che ha sopperito all’equilibrio e alle poche situazioni da rete del primo tempo, è stato integrato da quasi duemila persone, presenti all’impianto dell’Ostiamare: famiglie, addetti ai lavori, amici dei giocatori. Tutti per una grande giornata di sport. Il campionato juniores, intitolato a Paolo Testa, è stato assegnato dopo una partita combattuta, apprezzata da vinti e vincitori, e con diverse emozioni.

La partita - Piccolo rompe il ghiaccio dai diciotto metri con un tiro basso che costringe Calvarese a piegarsi sulla sua destra. Nessun problema. Dall’altra parte ci sarebbe una bella iniziativa di Mastrantonio, schierato come punta centrale Minnucci e Bertoldi esterni, che saranno spesso invertiti, ma il centravanti, che vince due rimpalli, al terzo contrasto si presenta a gamba tesa. Arriva davanti al portiere ma, contestualmente, giunge il fischio di Luca D’Aquino che interrompe l’azione, pur tra diversi risentimenti dei genitori prenestini accorsi in via Amenduni. Aveva ragione il direttore di gara. Comunque le iniziative dei singoli servono a misurare i riflessi di una difesa che, in un paio di occasioni, correrà appresso a Bertoldi. Prima, al 4’, Minnucci sfrutta un calcio d’angolo, il primo di una lunga serie, con una mezza rovesciata di interno destro, provata dall’interno dell’area di rigore: la conclusione è centrale, e Ferronetti è lì, a chiudere la porta. Il primo episodio di un certo peso, sulla gara, è il vantaggio della Vigor Perconti: prima di Minala e Palmieri, la squadra di via Igino Giordani è corta, compatta, quadrata, messa ottimamente in campo. E passa prima che quest’idea possa diventare una costante, nel cartesiano dei primi 45 minuti: tiro di Francesco Di Bari dai diciotto metri, goffa respinta di Calvarese - che si farà perdonare al 92' - con la difesa che lo aiuta per la discesa, dormendo: arriva, rapido, sul pallone, Piccolo, che manda la sfera in porta. 1-0 e lunga, lunga corsa sulla fascia per andare nella tribuna di sinistra, a festeggiare il punto del vantaggio, verso i due bandieroni, a scacchi uno, a bande orizzontali tipo calcio argentino, l’altro, alla sinistra della tribuna centrale. La quale, in mezzo, è piena di gente partita da Tor Tre Teste, con quella di destra, di solito riservata ai dirigenti dell’Ostiamare, colma di persone di ogni provenienza. Si conteranno all’incirca duemila persone. Una festa del calcio: e chiamatelo ancora minore, se ne avete la faccia tosta.

La Nuova Tor Tre Teste impiega diversi minuti, per assorbire il colpo, per cercare la via della parità, per sistemarsi meglio: l’idea è che il 4-3-2-1 sia finalizzato alle cose fatte individualmente, da Zucchelli e Bertoldi. La Vigor sceglie la linea con altrettanti difensori, Rausa a destra, Cipriani a sinistra, Narcisi e Luciani in mezzo; davanti ai difensori Borgia e Iemma che però faticano ad andare a prendere Bertoldi e compagni, ogni tanto. Le tre mezze punte sono Campanella Amici e Di Bari, con Piccolo terminale davanti. Al 13’ Campanella è impreciso, di punta, dal limite dell’area, con la sfera che va sul fondo, innocua. Sull’altro versante due interventi di Rausa su Bertoldi: almeno il primo è da cartellino giallo, per l’eccessiva vigoria prodotta nell’entrata. Troppo buono, qui, D’Aquino, che perdonerà allo stesso 2 azulgrana un secondo intervento. Il primo “giallo” arriverà per Iemma, fallo tattico in situazione di contropiede altrui.

Al 15’ ci sarebbe il pareggio, per la Nuova Tor Tre Teste, ma qui soltanto le immagini potranno smentire l’assistente Caretti di Roma1: la sensazione è che, sul cross di Bertoldi, dalla sinistra, l’intervento da play-station, di testa, di Mastrantonio, sia al limite, non oltre, un po’ alla Inzaghi. La palla entra in rete ma l’arbitro è costretto ad annullare, su segnalazione del suo primo collaboratore. Il che semina del malcontento tra quelli un po’ meno calmi, nella moltitudine prenestina. Al 17’ un’altra percussione centrale porta Bertoldi e Mastrantonio nell’area di rigore avversaria, ci sono due rimpalli su altrettante conclusioni del numero 7, chiuso bene, da Cipriani e Narcisi, e quando la palla arriva al centravanti di mister Di Nunno è in fuorigioco; il successivo “mani” non fa parte dell’azione, fermata dal direttore di gara. Al 31’ punizione interessante per la Nuova Tor Tre Teste, a due metri dal vertice sinistro dei sedici metri: De Bartolo calcia sulla barriera e la situazione d’attacco produce solo un corner, dagli sterili effetti, nonostante il potente tiro dalla media distanza, provato, con forza, da Greco. La palla finisce non lontanissima (un metro e mezzo circa) rispetto all’incrocio dei pali sistemato alla sinistra di Ferronetti.

Al 39’ la squadra sotto di una rete accarezza la possibilità di rimettere le cose a posto, e giocarsi le sue opportunità una volta trovato il pari: da una delle diverse discese di Zucchelli, esce fuori un apprezzato traversone, lungo, in mezzo, proveniente dalla corsia di sinistra. Colpo di testa efficace di Mastrantonio che Ferronetti è bravissimo nel deviare in angolo. Ma questa volta la posizione irregolare dell’avanti in bianco è più di una certezza. Tutto da rifare.

Il primo tempo finisce con la Vigor Perconti avanti di un gol e capace di dare una nitida sensazione: quando attacca la Nuova Tor Tre Teste, tutti gli azulgrana si mettono dietro la palla, pronti a ripartire. E non ci sono spazi, tra la mediana e la retrovia, per merito di un modulo bene interpretato.

Il secondo tempo si apre con l’episodio dell’1-1. Calcio d’angolo di De Palma, perfetto stacco di Santilli, che manda il pallone in fondo al “sacco”. Questa volta l’esplosione di gioia è per la squadra cara a Antonio e Alessio Di Bisceglia. Il primo, poi, confesserà di aver trascorso il pomeriggio al laghetto della omonima zona, nei pressi del campo, a dare da mangiare alle paperelle, segno di quanto senta le partite, lo storico dirigente di via Candiani, e ogni tanto gli arrivavano dei messaggi sul telefonino. L’erede della casata prenestina, invece, con il bar e il ristorante organizzati, con le radio a tutto volume, viveva in diretta l’evento. Potenza del mezzo marconiano.

Due episodi scaldano la partita. Al 7’ Amici entra, rapido, in area da sinistra, cercando lo spazio per il cross: un ingenuo Bertoldi lo affronta e lo mette giù. Più che una furbata di Amici il contatto andrebbe evitato dal 7 prenestino. Che ci stava a fare, lì? Ma Piccolo avrà pensato di mandarla sotto l’incrocio o la traversa, perché Calvarese alto è alto: la sfera, in modo beffardo, si alza dai venti ai trenta centimetri rispetto al montante orizzontale. Occasione gettata alle ortiche. Qui scatta qualcosa, con il passare nei minuti, nella testa dei giocatori di Alessandro Di Nunno, che devono aver creduto nei buoni segnali. Anche se quello del 12’ è uno dei pochi errori, ma vistoso, di Luca D’Aquino. Questo era più rigore del primo, dicono parecchi in tribuna: no, era rigorepure questo, per una sciagurata scivolata di Cacciotti. Che poteva costare caro, con il braccio sinistro che sembrava appartenere a quelli che si divertono, con il cartone sotto al sedere, a fare le discese sull’erba, in montagna! Diciamolo chiaramente, senza fronzoli: l’arbitro, nel breve volgere di quattro minuti e mezzo, non se la è sentita, di assegnarne un secondo, alla medesima compagine. Sbagliato ma umano, niente di drammatico. Generoso prima, fragile ora. Forse è questa, la chiave di lettura esatta. Ma domenica le immagini diranno di più.

Al 13’ inizia un’altra partita, per Bertoldi, che capta al volo la possibilità di inserirsi negli spazi, aprendone ai compagni di avventura: il suo traversone dal fondo, preso il tempo a Cipriani, è centrato troppo sul portiere, pronto a fermare tutto. Al 14’ un suo tiro in corsa, sulla destra, trova la prova opposizione di Ferronetti, portatosi sul palo di sinistra. Sull’altro fronte (18’) cross di Rausa dalla destra, Di Bari dal limite prova la rovesciata acrobatica con il prezioso oggetto del desiderio che finisce alto. Al 20’ terza, insidiosa discesa di un crescente Bertoldi che non viene seguito da nessuno e attraversa tutta l’area piccola. Brividi senza sbocchi. Ma al 21’ la Nuova Tor Tre Teste, che ha subìto la fiammata dei ragazzi di Francesco Bellinati per un buon quarto d’ora, comincia a prendere le misure all’altra finalista: da diciassette metri, dopo una rapida verticalizzazione, De Palma manda il pallone a colpire il palo destro. L’azione non è finita, perché Bertoldi recupera la palla sul fondo, a destra, la rimette subito in mezzo, e qui cambia la gara di De Bartolo, che è timido, nel tentare la correzione di testa, senza credere in tanta grazia. Pallone sul fondo, di poco. Il numero 8 della Nuova Tor Tre Teste si fa prendere da un eccesso di generosità quando la Vigor Perconti ribalta l’azione: rovina in fase di ripiegamento difensivo su Amici. Essendo già stato ammonito, viene ancora sanzionato quindi estromesso dalla sfida. Nulla da eccepire, si direbbe nel linguaggio arbitrale, in questo frangente, circa la decisione di D’Aquino. Tor Tre Teste in 10, ma la Vigor soffre un naturale calo fisico, quando occorrerebbe una maggiore spinta, capace di acuire le difficoltà dei bianco-rosso-blu prenestini. I campioni d’Italia ci provano (24’) con un gran tiro di collo tentato da Di Bari, che Calvarese deve parare a terra, in due tempi.

Al 31’ l’episodio decisivo. Cipriani, che ha ballato parecchio, oggi, è uno dei ultimi due difendenti. Bertoldi ne intuisce la difficoltà, gli ruba il tempo e vince il contrasto: il volenteroso numero 7 vola verso la porta e, come entra in area, prova la conclusione, ribattuta, in qualche modo, da Ferronetti. La sfera torna verso il limite dei sedici metri, lenta. Prima che arrivi un giocatore della Vigor, con la punta del piede, Minnucci coglie l’attimo (carpe diem, ricordate uno strepitoso Robin Williams?, n.d.r.), e intravede la possibilità di anticipare Luciani e il portiere. Cerca l’angolino sinistro, fronte alla porta, ci indirizza il pallone, che entra tra palo e paletto. Inizia il decollo dei sogni della Nuova Tor Tre Teste. E’ il gol del 2-1, è il premio a una ripresa da applausi, a una maggiore determinazione espressa sui particolari, su ogni pallone.

Non finisce qui perché ora la Vigor Perconti deve gettare il cuore oltre l’ostacolo, e lo fa. Ma in questi minuti la difesa della Nuova Tor Tre Teste, fatta, per tre quinti, da ragazzi del 1996 (!), chiude bene, quando con Menicucci, quando con Santilli e Zucchelli. Al centro non si passa. Allora Bertoldi mette il turbo, parte un’altra volta, si accentra, dalla destra, e quando arriva alla tre-quarti lo contrastano in due, uno dei quali è Borgia, che lo sbilancia. Forse, però, è Luciani, a prenderlo bene. L’arbitro non è lontano, e quando va estraendo il secondo “giallo”, per il capitano della Vigor (37’) la partita finisce. Ora le squadre tornano in parità numerica. L’assalto all’arma bianca è da ammirevole squadra campionessa in carica, è da Vigor Perconti. Che al 41’ manda al tiro un ispirato Masocco, con la palla che termina la sua corsa sull’esterno della rete, alla destra di Calvarese. Lo stesso 18 di Bellinati ci prova con un meraviglioso bolide dai diciotto metri, e la risposta, d’istinto, dell’estremo difensore di via Candiani fa spellare le mani ai presenti. Con il suo balzo stile salto in alto, con la mano destra, toglie il pallone destinato, quasi centralmente, a entrare in porta, sotto la traversa. E’ il 47’. Il forcing finale è rispedito al mittente. Mancano due minuti alle ore 18, quando la Vigor Perconti abdica dal trono di società e squadra campionessa laziale e nazionale. E’ il secondo titolo regionale per la Nuova Tor Tre Teste, alla terza finale giocata, dal 2007, dopo averne persa e vinta una, in entrambi i casi, col Tor di Quinto. Per la Vigor Perconti la quarta finale in cinque edizioni, con tre insuccessi, 2009 e 2010 e in questo caso, e la vittoria della passata stagione. La squadra cara a Maurizio Perconti, guidata dal bravo Bellinati, esce tra gli applausi, con l’onore delle armi, battuta dalla maggiore tenacia e qualità degli avversari. Una grande realtà, la Nuova Tor Tre Teste 2013, che ha conquistato anzi riconquistato l’attenzione dei tanti addetti ai lavori intervenuti, e si è ripresa quello scettro che ha aperto, dopo diverse soddisfazioni mancate, un ciclo durato tre anni. E fatto di un titolo per ciascuno categoria, uno con Alfonso Greco, due con Federico Coppitelli. Dall’Anco Marzio può iniziare un’ulteriore storia. Di sacrifici, di correre anche quando la sorte e la partita si sono altrove incamminate. Di voglia di provarci. Questi e altri, i meriti di un signor collettivo.

Massimiliano Cannalire-Alessandro Natali

(ha collaborato Fulvio Ventura)

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