LATINA-ANZIOLAVINIO NEL DETTAGLIO
articolo del 30/3/2009
CONTROSORPASSO Un Latina testa e muscoli riesce a cancellare un errore di…rigore. E’ stata la più bella partita della stagione, merito di un Anzio grande per un’ora. Decidono Pannozzo e Garat. Telecronaca su SKY 905 giovedì alle ore 23. LATINA-ANZIOLAVINIO 2-1 (0-1) Latina: Castaldo 6,5, Borrino 7, Arduini 6,5, Lepore 7,5 (89’ De Falco s.v.), Pannozzo 8, Arena 6,5, Corrado 7 (83’ Chiarucci), Martellacci 7, Persechino 5,5 (50’ Tomassi 6,5), Pelle 7, Garat 7. A disp. Fecchi, Casaburi, Sannino, Amione. All. Maurizio Promutico 7,5. Anziolavinio: Papagna 7,5, Saccchetti 5,5 (83’ Zompatori s.v.), Serrone 6, Di Donato 7, Fioravanti 7,5, Pucino 6, Macrelli 4,5 (46’ Malinconico 5), Guida 7, Martelli 6,5, Iannotti 5,5, Enynnaya 4,5 (74’ Ciccarelli 5). A disp. Rizzaro, Morini, Ceti, Bacoli. All. Claudio Solimina 7. Arbitro: Sig. Fuin di Vicenza (6,5). Assistenti: Sigg. Martelluzzi (7) e Orsini (6) di Frosinone. Reti: 7’ Iannotti (rig.), 2’ s.t. Pannozzo, 25’ Garat. Note: ammoniti Arena, Borrino, Martellacci, Guida, Tomassi, Enynnaya. Cielo coperto, spettatori 1.500 circa. Dal nostro inviato al “Domenico Francioni” Il Latina vince game e partita invertendo il trend dei primi minuti della delicata sfida con l’Anziolavinio e producendo il controsorpasso nei confronti del Pomezia, fermato in mattinata dall’Ostiamare sullo 0-0. La compagine di Maurizio Promutico, che ringrazia lo spirito di sacrificio dei suoi atleti, e allo stesso tempo un pubblico di grande calore, riesce a battere i giocatori di Solimina, bravi, per un tempo intero, a chiudersi e a punzecchiare le retrovie dei blancos pontini. I crociati nettunensi sono giunti a Latina senza Antonelli ma con una voglia di ben figurare schierando Enninaya di punta con il supporto immediatamente dietro di Iannotti, Martelli e Macrelli; in mezzo al campo Di Donato e Guida hanno fatto il loro mentre nelle retrovie Fioravanti e Pucino non sono stati facili da superare, nel loro ruolo di difensori centrali. Gli esterni, Sacchetti e Serrone, hanno retto l’urto per un’ora poi a benzina finita, hanno concesso di più a gente del valore di Corrado, schierato in qualità di ala, e Persichino, rilevato alla fine del primo periodo. La partita viene anticipata non con un minuto di profonda considerazione e rispetto nei confronti di Piero Di Trapano bensì con due minuti di meravigliosi applausi; quando l’arbitro è ancora intento a salutare i capitani il pubblico della tribuna centrale si alza di fronte allo striscione dell’altra porzione del mare nero-azzurro, capace di scrivere uno striscione di grande intensità: “Ciao Piero, atleta di altri tempi e uomo vero”. Una persona, un giocatore che è stato in grado di unire, udite, udite!, quello spartiacque divisorio tra la Ciociaria e il capoluogo pontino, ma anche Formia a Priverno e Terracina a Pistoia e Bassiano. Cosa davvero di altri periodi della storia umana. La gara non fa a tempo a cominciare che il vicentino Fuin concede un calcio di rigore messo in serio imbarazzo dalle immagini televisive; il fallo, ingenuo quanto si voglia, per carità, commesso da quel gagliardo e simpatico bischero di Arena, è commesso di almeno cinquanta centimetri se non addirittura di un metro distante dalla linea dell’area di rigore. Tutta questa sicurezza con cui è partito il direttore di gara è invidiabile, diciamo, se non rischiasse di decidere una delle due partite vitali per assegnare primo, secondo e terzo posto. Iannotti di piatto destro cancella il riflesso del coraggioso Castaldo battendolo con una conclusione precisa e sufficientemente forte, per il vantaggio esterno. Ma l’erba di piazzale Prampolini non è quella di Wimbledon, e pur presentando delle insidie, fermate con le buone o con le cattive, da Borrino, ammonito un minuto dopo la rete avversaria, incoraggia un Latina che non può permettersi cali di concentrazione. Va detto che nel primo periodo sono stati troppi, i lanci cui è ricorsa la squadra di casa nel tentativo di cercare Garat, che pur ammirevole per grinta e determinata caparbietà, nel primo tempo riesce a pungere poco. Quando il Latina si adagia al ping-pong, sia sullo stretto sia sulla lunga distanza, fa il gioco di un reparto mediano e di quello arretrato di grande compattezza quali di sicuro sono quelli in dote alla creatura di Franco Rizzaro. Martelli ha il merito di portare spesso a spasso parte della difesa di casa ma i suoi suggerimenti sono sempre preda di Pannozzo e Arena, efficaci come Arduini e Borrino nel fare la diagonale difensiva. All’8’ Pelle riceve un pallone provando una soluzione forte di esterno destro con la sfera che esce non di molto rispetto all’intersezione dei pali alla sinistra di Papagna, buon vigile delle retrovie tirreniche. Soffre, Sacchetti, uno veloce come Persechino che parte della tribuna vorrebbe prendere affettuosamente a buffetti – le parole gli arrivano – perché quando se ne va alla grande all’altezza del 17’, commette l’errore, una volta entrato in area dalla corsia di sinistra, di non concludere, con la sola attenuante di avere l’angolo destro coperto a metà tra Pucino e Papagna. Il pallone arriva in mezzo ma la difesa di Solimina compie un buon lavoro di chiusura. Al 21’ una signora punizione di un signor giocatore, Walter Pelle, viene tentata con un bel destro a girare; fa gridare, speranzosa, al gol ma il pregiato cuoio esce di pochissimo, basso, alla sinistra della porta di Papagna. Brividi forti, al “Francioni”. Prima del calcio piazzato viene ingiustamente ammonito Martellacci, colpevole di aver chiesto una distanza che Fuin aveva misurato con fare da oratorio. Un protagonista e un peccato, perché, rigore a parte, dirigerà bene la partita. Il buon lavoro svolto da Guida e Di Donato costringe sovente il Latina ad accettare a tratti la partita sulle corte distanze, con Fioravanti che si erge a granatiere dinnanzi al Quirinale chiudendo tutto quello che passa per via aerea dalle sue parti, con efficienza degna di una valida contraerea. Curioso siparietto tra un modesto Pucino e Guida quando per battere una punizione in posizione da ultimo uomo, il difensore per poco non costringe il capitano a commettere un palese fallo di mano al fine di evitare il bel pressing operato da Garat. E Guida, da graduato, urla il cognome del compagno ai quattro venti. Il giusto compito di un capitano. Al 34’ un colpo di testa di Garat su traversone di Corrado arriva con poca forza dalle parti di Papagna, che è piazzato e para. Poi l’arbitro grazia Enninaya per un “mani” volontario in attacco: era da cartellino giallo perché, controllata la palla, rapidamente aveva servito un compagno bravo a smarcarsi di Pannozzo e pronto a battere a rete. Martellacci prova un tiro che va alle stelle nel finale con gran personalità e un’altra punizione da posizione invitante non supera granché. Al 40’ Garat ci prova sempre su calcio franco e il destro a giro dell’argentino manda la palla di poco al di sopra del montante orizzontale; al 43’ Iannotti produce lo stesso tentativo trovando la medesima mira e sorte. Al riposo l’Anziolavinio va in vantaggio per una rete a zero. Il Latina piace solo in minima parte, agli stessi sostenitori nero-azzurri. Al rientro in campo resta fuori Macrelli, modesta, la sua espressione tecnica, in luogo di Malinconico, più votato alla rapidità, almeno questa è la speranza del tecnico romano. Un crescente Lepore ha il grande merito di provare una geometria e una percussione degna del miglior Brunamonti del basket d’oro dei tempi felsinei (Bologna); viene messo giù appena prima del semicerchio dell’area di rigore. La battuta a spiovere effettuata da Luca Pannozzo è da manuale del calcio, pronta a smentire chi osteggia la finezza balistica e tecnica in dote, spesso, ai difensori. E’ la rete dell’1-1, che cancella la classifica con cui si è andati negli spogliatoi. Pomezia 68, Latina 67, Anziolavinio che passa da 62 lunghezze alle 60 dei minuti iniziali. Esplode di gioia la moltitudine presente, consapevole che con questo Anziolavinio sarà dura. Ma la formazione di Capitani e De Maio non può adagiarsi, non lo deve fare né si può permettere questo lusso. E di corsa va a prendere il pallone per riportarlo ai cinquanta metri. Sono passati solo centoventi secondi, altri sessanta dopo viene ammonito Guida e, sulla susseguente punizione, va al tiro ravvicinato Martellacci con un grande riflesso sul palo alla sua sinistra messo in opera da un reattivo Papagna: palla in calcio d’angolo. Il forcing è annacquato da Iannotti, che riesce in un bel tiro dai diciotto metri, con Castaldo che para a terra, in due tempi evitando di fornire un pericoloso tap-in. Al 5’ dal cilindro di Promutico esce la carta-Tomassi e il giovane farà bene ma inverte Corrado portandolo sulla sinistra con il neo-entrato numero 18 a lavorare sul fronte opposto. Una mossa che darà discreti frutti, unita alla grande compattezza dei centrocampisti Pelle, Martellacci, che salgono in cattedra con lo stesso sincronismo di Lepore, Corrado e del menzionato Tomassi, ammonito al 9’ per una ruvida entrata a gamba tesa. Il Latina pare squadra dai differenti meccanismi, nella seconda parta. Al 13’ Pelle serve un buon pallone a Tomassi, che lo lavora per Garat; questi evita la tentazione del destro in corsa, finta, rientra e di interno sinistro, rasoterra, costringe Papagna a distendersi per togliere la palla dall’angolino e mandarla sul fondo. Al quarto d’ora Lepore spedisce dalla sinistra una punizione di destro a girare su cui Garat non arriva, e Papagna blocca la palla appostato sul palo destro a pochi centimetri dalla fatal linea bianca. Prove della rete, che arriverà poco più avanti. In mezzo (18’) Martellacci arriva al limite per sfruttare una corta respinta; la sua botta di collo destro manda la palla di poco fuori. A cavallo tra i minuti 25 e 26 l’assist del mediano Lepore trova Garat, puntuale, nella correzione che spedisce la palla a gonfiare la rete: è il 2-1 che manda in visibilio il pubblico dei padroni di casa, che produce il controsorpasso, che vale la doppia chance in vista del 19 aprile (1-X) quando a piazzale Prampolini arriverà la vincitrice della Coppa Italia. Un episodio nell’area di casa vede la palla sbattere sul braccio di Pannozzo ma è attaccato al corpo e, come era accaduto già nel primo tempo in un’altra circostanza, l’arbitro, a pochi passi, valuta il lasciar giocare in modo equo. Ma il Latina non si ferma sul minimo vantaggio. Al 31’ Martellacci manda la palla sul fondo. L’ultima fiammata al 36’ tra un rovesciamento e l’altro con un’altra situazione offensiva per il Latina, che difende con ordine su un paio di corner. Dopo essersi fatto diversi viaggi da una parte del campo alla panchina locale, il direttore di gara fa una finezza, senza indicare il recupero. E’ nelle sue possibilità, e al 51’ dice che va bene così. L’orgoglio non riesce a riportare l’Anziolavinio in partita. Hanno la meglio la rimarcata compattezza dei bianco-nero-azzurri, la determinazione, l’utilizzo, contemporaneo, di muscoli e testa, di intelligenza tattica e personalità, armi presenti nelle corde e nello spartito della ritrovata capolista. La chiosa racconterà: “Qui è la pista del Francioni. Il Latina chiede il permesso alla torre di controllo per un nuovo, secondo decollo”. Autorizzato. Lo ha detto il campo. Massimiliano Cannalire Nelle prossime ore ulteriori servizi e spazio alla partita della settimana, con valutazioni su arbitro, assistenti e singoli giocatori.