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VIVA IL CALCIO DI PERIFERIA: REAL BOCCEA E NUOVA SUPERIRIDE: AMMODERNATI I CAMP


articolo del 30/9/2009

             VIVA IL CALCIO DI PERIFERIA

Quando un bambino viene portato al parco dà i primi calci al pallone. Quando entra nell’organico di una squadra il sapore gli resta per tutta la vita, se l’ambiente ne esalta lo spirito di gruppo, e lo rende importante anche per ruoli all’apparenza impopolari quali possono essere, in età puerile, il portiere o uno dei difensori. Il calcio della terra battuta ha due strade: il sintetico e l’erba vera. Che assumono straordinaria importanza se portano nella modernità della logistica, degli impianti migliorati realtà quali il Real Boccea, che domenica scorsa, ospiti di riguarda i pulcini del Selva Candida detentori dell’ultimo “Vincenzo Paparelli – Uno di noi”, e la juniores Primavera del Tor di Quinto campione regionale e appartenente al club campione d’Italia per quattro volte nella juniores assoluta (o d’élite). La società di Claudio Melito, sita in via Stefano Vaj, Montespaccato, ha scelto l’erba vera, sia per un indirizzo di affetto verso il manto erboso sia, perché no?, per un sano contenimento dei costi per un’associazione che ha notevoli margini di miglioramento nel collocarsi, strada facendo, tra le prime, ipotizzo, trenta società di Roma. Oppure è il caso della Nuova Superiride La Rustica, che ha percorso il sentiero del sintetico, favoloso se pensiamo quello precedente, in terra battuta “desertica” quando faceva caldo, da aprile a settembre. L’avevano detto, in casa Zanni, ben tre anni fa, che avrebbero cominciato da segreteria, spogliatoi, panche per sedersi dietro al campo, una sistematica al parcheggio e, adesso, il campo, dopo aver lavorato sulla copertura della tribuna. Chi conosce la storia del calcio alla Rustica sa che, ai tempi di Baldassarri, ha vissuto anche di trionfi giungendo in Quarta Serie. Nel frattempo è salito in cielo Renato Fiorentini, che oggi strabuzzerebbe gli occhi, di fronte a tanto miglioramento di immagine e generale. Salvatore Zanni ci ha visto lungo, con la stessa voglia di trasportare nello sport più popolare quella chiara fama di buon imprenditore che lo porta sovente lontano, da Bari fino in Germania passando per Roma, Formia e Napoli, e ancora Milano. La sua espressione è la stessa di quel sacro fuoco che ha il suo collega presidente del Real Boccea, una sorta di sfida sotto il motto di una frase che più o meno suona così: “Perché non costruire una cosa per il presente, che sia una traccia, e permanga?”. Il tutto con le dovute precauzioni, con una piccola grande certezza. Che due zone come quelle della Collatina e della Rustica da una parte, Tor Cervara e Tiburtina comprese, e di Boccea e Montespaccato, dall’altra, comprendano che è il momento di stringersi intorno a due società in crescita, ben al di là della tentazione di una valutazione legata solo ai risultati. Una volta di più: viva il calcio di periferia. E se avete il coraggio, chiamatele….BORRRRGATE (alla romana). Già lo immagino, Roberto Vannozzi, versione british, dall’alto del suo “humour”, che afferma, orgoglioso: “Borgataro sarà lei”. Magari vestito da baronetto, con una giacca a quadri.

Massimiliano Cannalire

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