E’ morto Gianni Elsner, uomo dal grande sorriso, impegnato nel sociale
articolo del 6/10/2009
Gianni Elsner se n’è andato. E’ accaduto in serata, verso le 20.15, quando ha chiuso gli occhi uno dei laziali più conosciuti di una regione intera. Si è arreso al male, che non lo aveva tolto dagli impegni di lavoro fino all’ultimo, lui che della tenacia, della perseveranza aveva messo in vetrina due delle qualità che l’ha fatto voler bene alla gente. Sia quella di sponda bianco-celeste sia quella estranea alla sua stessa passione calcistica, comprendendo, tra gli ascoltatori fedeli, casalinghe e uomini semplici della strada. E’ morto a 69 anni, ed è stato uno dei primi intrattenitori radiofonici negli anni ’70 e negli anni ’80, quando non erano tantissime le emittenti private in onda. Di origine natie trentine, essendo nato a Merano nel 1940, si è fatto apprezzare da più parti sia per l’impegno sociale che in favore del mondo dello spettacolo, fino a diventare deputato nel 1992 con il gruppo facente capo a Marco Pannella. La sua passione era il teatro, insieme al calcio, e queste due strade hanno riempito la sua vita, comprese le attività a sfondo umanitario costruite, con immensa caparbietà, nel lontano Paraguay, ove aveva fondato una scuola per bambini finanziandola per primo. Le esequie si dovrebbero tenere giovedì successivamente all’apertura della camera ardente in Campidoglio, per l’omaggio che la città di Roma e la regione Lazio vorranno dedicargli. Il nome per esteso era Giovanni Guido Elsner ma per tutti, ascoltatori, amici, semplici appassionati, è stato Gianni, quello della sigla divertente, quello della voglia di farsi quattro risate talvolta guidando la trasmissione sul piano della sdrammatizzazione, e quando occorreva sul piano delle riflessioni connesse a qualche stortura che proprio non riusciva ad andargli giù. Arrivò a Roma nel 1965 per studiare presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, e tre anni dopo partecipò al popolarissimo telefilm del Commissario Maigret con l’indimenticato Gino Cervi. Lavorò anche nella terza versione del Decameron, e nel 1976 faceva parte del cast di Paura in città, opera di Giuseppe Rosati, quindi l’anno dopo di “Belpaese”, guidato da Luciano Salce. Era conosciutissimo nelle sfere della società civile avendo proseguito da anni la sua bella trasmissione “Te lo faccio vedere chi sono io”, titolo che proviene da una canzone di Piero Ciampi. Con Gianni Elsner se ne va una persona di fantasia, spessa sul piano umano, capace di rammentare con episodi e aneddoti dalla questione calcistica che ha fatto la storia fino alla serata trascorsa con gli amici in un locale, pronto a valorizzare le specialità gastronomiche romane della regione Lazio, che tanta fama, affetto, notorietà ha sempre tributato all’artista, all’autore, al conduttore, al sostenitore laziale. Ma soprattutto all’uomo, fatto di rara franchezza. Una nota del nostro Direttore Ho conosciuto Gianni Elsner quando giocavo a pallone con una squadra del centro di Roma, la formazione parrocchiale del Santa Maria in Via, di Largo Chigi, poi divenuta U.S. Roma Centro. L’ho conosciuto a via dei Prefetti davanti casa di un compagno, Emiliano Galli, che credo fosse un parente di secondo grado di Gianni, forse il nipote. E’ sempre stato un uomo capace di farsi una risata in compagnia e fin dai tempi trascorsi, una persona in grado di dire sempre e comunque ciò che pensava, nella maniera più aperta e sincera possibile. Ha rappresentato fin dall’inizio degli anni ’80 un anchorman, un conduttore tra quelli in grado di farsi seguire da parecchia gente. E con la sua grinta, con la ferrea volontà ha provato a dare voce a tanti che da altre parti non ne trovavano. Acquisendo meriti tanto in città, quanto in giro per il Lazio, addirittura fino al Paraguay, con le sue iniziative e con Suor Paola, nel tentativo riuscito, di fondare una scuola laggiù. Il suo grande sorriso lo accompagni sulla tribuna più alta. E resti con noi, che ne saremo testimoni positivi e stimati quando usciranno fuori, in una conversazione, il suo nome ed il suo cognome. E, ce lo permetterai, per una volta, te che sei sempre stato privo di formalismi, uomo semplice bravo nell'andare incontro all'altrui emozione, all'imbarazzo di chi ti incontravo al volo, in mezzo alla strada…Grazie per quanto fatto. Massimiliano Cannalire