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MACALLI, LEGA PRO: "Intanto il ritardo, poi decideremo..."


articolo del 16/10/2009

Roma - L'intervento di Mario Macalli, ieri sera, nella popolare trasmissione di Riccardo Cucchi e condotta nella fattispecie da Luigi Coppola, "Zona Cesarini", non è passato inosservato. Né per i contenuti, e né per la determinazione assunta e mostrata dal presidente della Lega Pro. Che ha confermato il ritardo sugli orari d'inizio delle gare delle due categorie da lui rappresentate (le ex serie C1 e C2) di quindici minuti, e, successivamente, di ulteriori cose "da decidere in assenza di un segnale". In diretta con lui anche il presidente della Lega di Serie B, Fantinel (massimo dirigente della Triestina) con cui non ha mostrato segni di irrigidimento Macalli. Che ha detto: "E' inaccettabile parlare di una cifra dell'1% sui diritti televisivi da destinare alla Lega Pro. Con quei soldi non ci facciamo proprio niente". Il riferimento; è legato al disegno di legge in discussione in questi giorni che riserverebbe tale percentuale e per la Lega Pro e per la serie D, massima espressione dei dilettanti, circa i diritti radiotelevisivi.

Macalli ha proseguito dicendo: "Qualche anno fa, nel 2006, in un mio intervento alla Camera, ero convinto che il 5% fosse una situazione capace di portarci sulla strada giusta. Poi, visto che ricordano al sottoscritto d'essere, come ruolo, anche il vice-presidente della Federcalcio, proprio per questo se lo dovrebbero ricordare quelli che non mi hanno interpellato in vista di un discorso legislativo di tale portata. Dal momento che rappresento 90 BENEFATTORI. Perché li chiamo così, BENEFATTORI, non presidenti". Rispondendo poi al preparato conduttore di RadioRai1, Macalli ha concluso affermando: "Io non minaccio nessuno, non l'ho mai fatto, non ne sarei capace. Dico solo, dopo la protesta di domenica prossima, che se non succede niente e nessuno mi ascolta, che faremo delle valutazioni; per decidere il da farsi".

Che potrebbe anche voler dire, probabilmente, stop ai campionati di Lega Pro1; e Lega Pro2. Forse gli organi deputati inizierebbero a dar retta come si deve a campionati di forti numeri quali quelli della vecchia serie C: cinque gironi per un totale di 90 realtà. Chissà che, da questo punto di vista, non si desti anche un universo grande quale è la Lega Nazionale Dilettanti. L'1% da destinare a C e D è semplicemente lontano anni luce dalle necessità di club e leghe. Per non dire indecente.

Senza scomodare un regolamento per le emittenti radiotelevisive locali che è su Marte, rispetto al Pianeta Terra. Sembra una cosa più adatta ai tempi andati.... Provate a leggervelo, se avete lo stomaco per farlo.

Max Cannalire

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