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LA FINALE - TOR DI QUINTO-VIGOR PERCONTI 2-0


articolo del 13/5/2010

 

FINALE REGIONALE DEGLI JUNIORES D'ELITE

TOR DI QUINTO-VIGOR PERCONTI 2-0 (1-0)


TOR DI QUINTO, 10 VOLTE IN REGIONE

Tanti, i titoli regionali. E quei quattro scudetti, uno

alla C.A.F., tre sul campo. E' partita la caccia a...



Tor di Quinto: De Simone, Andreani, Loreti, Ciavarro (86' Silvestri), Marcelli, Cruz Do Adro, Frasca, Commini, Pischedda (88' Bianco), De Rosi (72' Licciardone), Marioni (77' Cola). A disp. Baccei, Giusti, Paris. All. Paolo Testa.

Vigor Perconti: De Luca, Lunghi, Cimini (79' Carmellini), Santori, Ciampini, Martinelli (66' Marino), Pascente (51' De Sousa), Procaro, Cicolò (59' Di Bari), Mattarelli, Apuzzo (59' Matera). A disp. Rossi, Tinti. All. Fabrizio Papotto.

Arbitro: Sig. Giacinti di Ostia Lido (8,5). Assistenti: Sigg. Leonetti di Viterbo (7,5) e Saccone di Albano Laziale (7).

Note: espulso Di Bari all'88' per condotta violenta (fallo diretto sull'uomo senza badare alla palla). Ammoniti per condotta scorretta Mattarelli (proteste), Procario, Marioni, Marino, Frasca, Ciampini. Tribune gremite, ingresso libero. Presenti per il Comitato Regionale Lazio Melchiorre Zarelli, Vincenzo Calzolari, Nuccio Caridi, Dario Scalchi, Franco Pascucci, Franco De Fazi, Sergio Coppetelli (per l'A.I.A. regionale). Presente l'ex giocatore della Lazio Negro, i dirigenti dell'U.S. Ladispoli, Francesco Marino e Pierluigi Palmesi, dell'Albalonga, Bruno Camerini e Michele Punzi, del Palestrina, Alfonso Morrone, gli allenatori Manolo Patalano e Chicco Boccaccio, e tanti addetti ai lavori. Giornata di sole, ventilazione inapprezzabile.


Il Tor di Quinto ottiene il decimo titolo regionale battendo 2-0 la Vigor Perconti, con le reti di Frasca al 13' De Rossi al 50'. Evidente il divario tra le due contendenti con due osservazioni da fare: la prima riguarda le troppe assenze della sfidante, alla seconda finale di fila, con Nuzzo, Scoppola, Bissattini e Cristiano che si sono dovuti accomodare in tribuna. La seconda plaude alla grande compattezza, a un gioco fatto di costruzione della manovra e non di attesa, come era successo a Marino, in gara-1, quando elementi del livello di Commini e Ciavarro ma anche Licciardone, si erano limitati al lavoro di interdizione partecipando meno del solito cui hanno abituato i loro aficionados, dirigenti, il loro allenatore.

La Vigor Perconti di più proprio non poteva, avendo mostrato un'ammirevole volontà, ma ancora evidenti limiti negli ultimi venti metri. Si gioca a viso aperto con il Tor di Quinto che si schiera con il consueto modulo del libero, Cruz, staccato, Marcelli in marcatura su Cicolò, unica punta, con Andreani e Loreti a turno chiamati ad arginare le due mezze ali sistemate appena dietro il numero nove azul-grana: in mezzo Ciavarro e Commini, autori di singole prove da raccontare per sostanza e intraprendenza a figli e nipoti, sui lati De Rossi a sinistra con compiti di svariare, e Frasca a destra. Le punte dei campioni d'Italia sono Pischedda e Marioni.

La Vigor Perconti sistema Lungi e Cimini in difesa sulle corsie, Santori e Ciampini centrali, a centrocampo Martinelli e Procario con Pascente ala destra; come detto, pronti ad attaccare, dietro Cicolò, Mattarelli e Apuzzo. Non è più l'abbottonato 4-5-1 del “Domenico Fiore”, e si vede che il rimanere corti passerà, coi minuti che passano.

La cronaca – Al 9' la prima azione di un certo rilievo è della sfidante Vigor Perconti, che manda al colpo di testa Apuzzo: la sorte racconta di un metro e mezzo di divario tra il punto in cui esce la palla, in volo, e il montante orizzontale. Il Tor di Quinto abbozza giocate geometriche e alla seconda arriva il gol del vantaggio: Marioni spedisce in verticale, di prima, Frasca, che, messa nel mirino la porta, la viola con un pregevole collo esterno destro che lascia di stucco De Luca. L'arciere Frasca corre sotto la tribunetta dei sostenitori amaranto-blu: Tor di Quinto 1 Vigor Perconti 0. Ci si attende una reazione, palpabile, e invece i ragazzi di Papotto impiegano qualche minuto. Di contro si penserebbe a un crescendo, per i campioni regionali e nazionali, e invece sembra che l'abbassamento del ritmo sia di loro gradimento. Al 24' un calcio di punizione manda al tiro Frasca con la corta respinta della difesa collatina: la seconda conclusione è di De Rossi ma è debole e centrale quindi facile preda di De Luca. Finalmente la voglia di replicare della Vigor si rende più concreta, dinnanzi a una gremita tribuna centrale: è una sensazione che produce un discreto forcing, che costringe a lavorare bene Marcelli, Andreani, Cruz, Loreti e il pacchetto mediano che, a turno, va in loro soccorso, per contribuire a risalire per metri e campo. Al 36' il centravanti Cicolò prova un tiro dai diciotto metri ma De Simone non palesa dubbi nella presa. La gara è equilbrata e il Tor di Quinto torna a uscire dal guscio una volta intuiti, da lontano, i possibili pericoli. Meglio non rischiare. Al riposo la formazione di Paolo Testa ci va avanti di una rete.

L'inizio della Vigor Perconti è di quelli veementi, e dura qualche minuto, fino a che Frasca calcia alto sopra la traversa (5'), e al gol del raddoppio (6'). Combinazione sul breve Marioni-De Rossi con i due centrali presi in velocità, e rete dell'italo-brasiliano che supera il portiere in uscita con grande freddezza. Il 2-0 apre spazi ulteriori per il contropiede dei ragazzi di Paolo Testa, e manda fuori giri i supposti tentativi della apprezzata Vigor vista in tre frazioni su quattro. L'equilibrio che c'è stato nelle due partite della stagione regolare e nell'ora e cinque minuti dei Castelli adesso sembra lontano. Subito dopo il 2-0 Papotto manda in campo De Sousa per Pascente, per dare più verticalità alla sua squadra, e il numero 17 lavora su diversi palloni, ma con una chiara idea: la Vigor è un insieme di qualità individuali, il Tor di Quinto un'orchestra. Al 14' altre due mosse, nella stessa situazione, per l'allenatore di Maurizio Perconti: dentro Matera e Di Bari, si accomodano in panchina Cicolò e Apuzzo. Viene poi ammonito Mattarelli per proteste dopo che il discreto numero 10 aveva subito una palese spinta nell'accentrarsi ai diciotto metri dalla corsia di sinistra. E' il primo, grande errore del direttore di gara, forse l'unico, di peso specifico. Poi, per carità, c'è modo e modo di produrre delle rimostranze. Ma era fallo in favore della Vigor Perconti. Che al 21' spedisce sull'erba di Ostia Marino per il capitano, Martinelli.

Poi Procario si lascia andare a un fallo evitabile su Commini, partito in contropiede: ammonito, come capiterà, ad azione finita, diversi minuti dopo, a Marioni.

Al 27', tra gli applausi, prima sostituzione per la squadra di Testa, dei Testa: si siede un ispirato De Rossi per far posto a Licciardone. Al 30' bella azione della Vigor Perconti nelle retrovie avversarie, con Lunghi che stacca bene di testa in terzo tempo ma la sfera esce di poco alta (non oltre un metro). Al 32' Marioni esce per Cola, che si fa vedere con volontà. Un ulteriore cambio spezza il ritmo dei contrattacchi del Tor di Quinto ma anche la voglia di risalire di una generosa Vigor, che cozza contro la grande diga guidata dal puntuale Cruz, e dai suoi tempestivi, efficaci compagni di ventura, Marcelli, Andreani, Loreti. Con quest'ultimo che ha spinto per tutta la partita: tanto di cappello a un capitale della società teverina.

Al 32' il Tor di Quinto costruisce con un rapido Frasca, autore del cross che manda al colpo di testa Cola: fuori di un metro alla destra della porta collatina. Al 40' qualche minuto per Bianco in sostituzione di Pischedda, per qualche tentativo di esecuzione rapida, come è avvenuto nella semifinale di ritorno.

Al 43' Di Bari rovina la sua prestazione con un fallo gratuito, da censurare: rosso diretto. Solo un genio sistemato presso la recinzione non era d'accordo, ma in campo prevale il buon senso. Giusta la sanzione sommaria: Vigor Perconti in dieci.

Dopo quattro minuti di recupero il triplice fischio finale del bravo Giacinti di Ostia Lido arriva il certificato del diploma: il Tor di Quinto è campione d'Italia per la decima volta in ventiquattro anni, e può correre verso il sentiero che porta lontano. Con un traguardo che sarebbe la nobiltà assoluta della categoria, per una società che, piaccia o meno, è la più solida, continua, concreta a livello italiano. La destinazione è il quinto scudetto, senza mezzi termini. Ma ci vuole la grande squadra di oggi: rapida, in condizione invidiabile, concentrata, capace di giocare e imporre il suo modo di fare calcio. Fatto della sicurezza di De Simone, della potenza di Loreti, del senso d'entrata di Andreani, della voglia di far bene, riuscendo nell'intento di Marcelli; e ancora della grande sostanza e senso della posizione di Ciavarro e Commini, della voglia di rivincita del grande Frasca di queste finali, del talento cristallino di De Rossi, giocatore completo, della caparbietà di Pischedda, della partecipazione al gioco di squadra di Marioni. E ancora del senso collettivo di discreti e umili atleti quali Giusti, Licciardone, gregario di grande costrutto in una squadra di GIOCATORI, del lavoro oscuro ma di grande utilità di Silvestro, e della possibilità di mettere del proprio di Bianco, Cola e Paris.

Applausi a chi si è confermato finalista e pura ammirazione per chi rappresenterà il Lazio con una squadra quasi irripetibile, il cui gruppo di base nacque da un titolo regionale vinto coi giovanissimi, e perso a livello assoluto, in Trentino. E' scritto nelle rocce a bordo fiume: da un titolo perso ne nasce sempre uno vinto. E' questo il Tor di Quinto. Prendere o lasciare. Potrebbe accadere di nuovo, considerato la strada sciupata dagli allievi undici mesi fa, nella bella Sicilia. Ora rotta verso un'altra gemma di mare: la Sardegna.

Massimiliano Cannalire

(hanno collaborato Giorgio Zanirato, Max Arrichiello, Fulvio Ventura, Paolo Nardi)



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