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TOR DI QUINTO-VIGOR PERCONTI: LE PAGELLE a cura di Max Cannalire


articolo del 13/5/2010

 LE PAGELLE DELLA FINALE REGIONALE

Tor di Quinto

De Simone 6,5 per la singola partita, 7,5 per la sicurezza che ha dato per tutta la stagione. E' un elemento in crescita. Può fare persino più di chi l'ha preceduto: stiamo parlando del collega saracinesca Groppioni, che staziona tra la serie B e la serie C. E' stato il portiere campione regionale degli allievi nel 2001, al primo anno della gestione Guarracino, che lo portò alla ribalta dalle lande flaminie di Rignano, calcisticamente sconosciute. De Simone può arrivare tra i professionisti. Deve continuare con questa serietà.

Andreani 7,5 Non vogliamo fare paragoni ingenerosi nei confronti di questo grande giocatore. Di cui si dice, in modo non clemente: “E' penalizzato dall'altezza”. E chi l'ha detto che i grandi liberi debbano essere alti come Dino Meneghin. E' difficile pescarlo che commette un fallo, è essenziale, sa aggirare l'avversario in uscita semmai costringendolo all'infrazione. E' un giocatore già formato, pronto per l'Interregionale o uno scalino di sopra. Scommetteteci.

Loreti 7,5 Che gran giocatore! Spinge come un espresso, è costante nel far salire la squadra, chiude di testa e di piede. Si conferma atleta, nella “capoccia”, nelle movenze, nella volontà e nel fisico. Applausi a scena aperta. Pronto per i grandi palcoscenici. Che lo confermi di qui a metà giugno...

Ciavarro 9 Del calcio sembra che gliene freghi poco, all'apparenza. E' uno che bada allo studio, segno che è cresciuto con sani principi, in una nazione in cui i genitori sono perlopiù votati a sperare, e a illudersi, che i figli debbano diventare da Dino Baggio in sopra. Ciavarro è giocatore, è un giovanotto intelligente, e fa il suo compito, chiudendo un elevato numero di situazioni offensive, proponendosi per i contrattacchi dei compagni di reparto, vedi Commini, e di quelli impiegati là davanti. E' superlativo un suo recupero appena dentro l'area di rigore a metà del primo tempo quando un giocatore qualsiasi avrebbe commesso fallo, e invece porta via il pallone con un netto contrasto a un avversario. Partita di grande umiltà. Bravissimo! Se gioca così, magari (ri)chiamato tra i professionisti, questo negli anni prossimi dimostra di essere un grande atleta. Va a caccia del secondo scudetto di fila. Quanti, in Italia, potrebbero fare come lui, Cruz, Andreani e il menzionato numero 8? (86' Silvestri: entra per contenere e fa ciò che deve)

Marcelli 8 Sembrerebbe un cavallo imbizzarrito, per la voglia di fare e travolgere tutto. Da qualche tempo sta dimostrando di saper prendere le misure ad avversari e arbitri, senza fare falli plateali. Ha i tempi giusti e li impone; toglie tanti palloni dai piedi degli avversari: di testa è uno che spazza parecchie volte, e lavora bene anche quando scambia, rapido, il pallone coi compagni di difesa, eludendo l'altrui pressing.

Cruz Do Adro 8,5 Il buon Marcio ha giocato una partita che è una lezione, tutta assieme, di come si svolga il ruolo di ultimo difendente. Non ricominciamo con la storia di Andreani, che non è un gigante, perché questi due possono, potrebbero fare la fortuna di parecchie realtà, tra i professionisti. Dipende dalla loro consapevolezza nei mezzi a disposizione. Guida la difesa con efficienza, con insuperabile senso della posizione, e manda una miriade di palloni in avanscoperta sui calci piazzati.

Frasca 8 Si dà un gran da fare. Lavora, combatte, entra subito con la rete che indirizza la gara, e quindi il titolo. E' in costante crescita, e, maturando, questo ragazzo può recuperare qualche occasione. Oggi ha messo un mattone di quelli solidi su questo concetto. Può dare tanto, ancora, alla causa degli amaranto-blu.

Commini 9 Prendete la sua partita in videocassetta, quella di Cruz, e andate a spiegare, con la prova individuale di Ciavarro, come si sta in campo. Ma fatela vedere ai bambini dei giovanissimi. Fa parte del blocco storico di questa squadra: ha i polmoni per correre, ha recuperato da un infortunio serio occorso alle porte dell'autunno, si è saputo gestire sulla via del recupero. Si è fatto trovare pronto, e non era la copia limitata di Marino. Dalle sue parti è passata una bella percentuale di questo titolo. Perché si integra perfettamente con Ciavarro, perché uno dà il cambio all'altro, senza pensieri su chi debba fare il gregario e chi lo scatto per portare la palla dalle parti di De Rossi, Frasca, Marioni.

Pischedda 6,5 (88' Bianco: prova qualche scatto, cosa che gli riesce, nei pochi minuti a disposizione, sei giri di lancetta. Partecipa avendolo meritato individualmente, con grande caparbietà).

De Rossi 9 Ha corso, lottato, sostenuto la manovra, creato superiorità numerica e aperto spazi per Frasca e per le punte. Ha messo a segno il 2-0 meritando la stima della grande platea odierna e da due anni in qua. Ha dato profondità, giocato di prima, partecipato alla costruzione di questo ulteriore alloro per l'U.S. Tor di Quinto. Uno nato per giocare a pallone. E con la testa sulle spalle (merce rara!). In una sola parola anzi due: tecnicamente dotato. E destinato ai grandi campionati. Basta che le società laziali, talvolta fatte di scienziati della pedata, non vadano a chiederne i servigi gratis.

Alla Lazio staranno rinforzando il muro, perché non produrranno mai abbastanza capocciate, per averlo indotto a smettere. Bravi M. Testa e Guarracino che l'hanno rimesso in campo. E' una loro scommessa vinta (72' Licciardone 6: merita la sufficienza per i 24' giocati, ma la merita in modo pieno e con odore di conferma per la stagione fatta. Quando è stato chiamato di rado è mancato)

Marioni 9 La vera, grande sorpresa di questa finale. Marioni non ha l'esperienza dei classe '91, avendo un anno di meno. Ma dimostra di partecipare attivamente alla manovra; schiude la tre-quarti avversaria mandando in profondità Frasca, De Rossi, ben oltre le azioni che decidono la partita. Solo per quelle merita il voto ma la personalità, la voglia di rivalsa della beffarda stagione allievi, la grinta, i numeri sul piano tecnico, ne fanno un giocatore in grado di fare la differenza. Una prova maiuscola. Se ci soffermiamo sui due assist che hanno spedito in rete Frasca e De Rossi, allora bisogna spellarsi le mani. Grande punta di manovra (77' Cola s.v.: ha lavorato ostinatamente, dimostrando che si può essere utili sia partendo dal campo che dalla panchina. E' una stagione molto positiva, che però non è finita. Non deve staccare la spina, sul piano della concentrazione. E' lì, il suo vero esame)

All. Paolo Testa 9. Se lo incontrate per strada, all'università, folta chioma al vento, sembra di parlare con la versione cresciuta di Bayside school (ricordate?, su Italia 1, con Scretch e i suoi amici). Sembra spensierato, e invece è uno di grande applicazione, e se sembra che stia riflettendo, è già ai piedi dell'ultima salita. E' uno che ha il pallone nel DNA, e sta un passo avanti a tanti. Conosce la psicologia dei giocatori, ha una...Testa pensante, alla salute di quei fenomeni che dalla fine degli anni '90, in modo ingiusto e non veritiero, sostenevano (che fine hanno fatto?, a proposito) che non avesse autonomia e un proprio credo, rispetto al carisma del popolare (o impopolare) genitore. Merita un 9 come i titoli vinti prima di oggi, buona parte dei quali con lui. Oggi, a guardare la acquisita maturità di questo bravo tecnico, si farebbe due risate anche chi lo ha visto crescere, come Giancarlo “Lallo” Ferzi, che vinse i titoli d'apertura di quest'ammirevole storia di successi e di dignità di fronte alle sconfitte. Grasse risate, come Lallo sapeva fare, in modo “tellurico”. Bravo al rampollo della dinastica ex Rinascita, da tanti anni U.S. Tor di Quinto.


Vigor Perconti

De Luca 6 In questa specifica finale non è che effettui grandi parate se non in un'occasione, su Ciavarro che cerca i pressi del palo sinistro, e lì vola, a evitare il 3-0. Diciamo che è un voto di stima perché a un certo punto parare in due tempi diventava un'insana abitudine. Non ha mostrato grandi errori, ed è stato bravo per tutta la stagione. Quella sì, merita il plauso. Oggi può andar bene un attestato di stima. Del resto di fronte non aveva una squadra “qualsiasi”.

Lunghi 6,5 Ci ha provato fino alla fine, a dare un giocatore in più, in fase di spinta, nella seconda parte. E' stato tra gli ultimi ad arrendersi, e merita un applauso. Ha grinta, ha voglia di fare bene, e incita i compagni in difficoltà come oggi se ne sono visti in mezzo al campo. Lascia le retrovie quando capisce che i minuti passano e lo fa consapevole di dover lavorare il doppio. Un buon operaio del calcio.

Cimini 5 Per la stagione non è questo il voto, ovvio. Per la partita sì. Da una parte perché il Frasca di oggi, il Marioni di oggi e il De Rossi visto all'Anco Marzio, se li sognerà pure di notte. Dall'altra perché non pare in grandi condizioni, né in fase di chiusura, dove soffre, né quando dovrebbe dare un po' di impulso ai suoi sorpresi compagni che stazionano in mediana. E' un giocatore dal futuro roseo, e non deve trarre in inganno la prova di oggi. Avrà altre possibilità, se concilia prossimamente, studio e calcio e poi lavoro e calcio. Glielo auguriamo, per quanto ha mostrato in gara-1, ai Castelli. E' un generoso (79' Carmellini s.v.: per questo ragazzo, Emiliano, classe '91, due finali in altrettanti anni, perse dal Tor di Quinto. Può dire di aver fatto parte di una società sana, con un tecnico preparato e bravo, e continuare a giocare perché quando è in condizione, ricordate l'anno scorso?, può dare un discreto contributo. In gamba)

Santori e Ciampini 5 Non è colpa loro se di fronte avevano dei giocatori di grande livello e senso della porta, di imprendibile rapidità e di rara concretezza. Non è stata la loro giornata, a prescindere dall'impegno che ci hanno messo, lui e Ciampini. Hanno sofferto, palesemente, e ogni tanto uno dei due si sganciava per cercare fortune in avanti dando una soluzione in più a centrocampisti e attaccanti sulle palle inattive. Per loro vale lo stesso discorso. Potevano fare di più? Non lo sappiamo. Non era la loro solita partita fatta di puntuali interventi aerei, a bassa quota, e di grande senso della posizione. Sono stati smarriti nei tanti, troppi dubbi fatti emergere dai compagni di centrocampo. Diverranno giocatori, su questo scommettiamo. E su questo potranno migliorare. Troppo lenti quando gli altri verticalizzavano.

Martinelli 5 Francamente da uno coriaceo come il capitano azulgrana ci saremmo attesi di più. Non è che, anche a livello inconscio, lui come altri due, tre, hanno pensato di aver dato tutto nella prima delle due finali? Non è che sia entrato in campo già votato al sacrificio? Perché di palloni giocati verso l'altra porta non ne abbiamo praticamente contati, a parte un paio di calci piazzati. Aveva di fronte Ciavarro e Commini, unica grande attenuante, assieme alle assenze dei compagni squalificati (66' Marino 5,5 Entra subito in partita sistemandosi come richiede Papotto, e quando può recupera utili palloni per riprovare la strada del forcing, ma si perde sovente gli avversari, e si fa anche ammonire. Prova mediocre)

Pascente 5 Bisognerà rivedere la gara perché di giocate uno contro uno e di grandi palloni in mezzo, dalla sua parte, ne sono state viste con il contagocce. Vero che ci fosse Loreti, a prendergli le misure, ma non ha cambiato marcia se non raramente. Ovvio il tentativo di dare una scossa da parte del suo tecnico, naturale conseguenza di una prova “da compitino” (51' De Sousa 6,5 Meriterebbe una gran punizione dal limite che Giacinti gli nega per una presunta applicazione del vantaggio che non si materializza. Gioca con tigna, ha personalità, ma non viene assistito né dai laterali di centrocampo né dalle mezze ali, e neanche da chi si sgancia. E fare tutto ciò, spesso da solo, contro Ciavarro che soccorre i difensori, e che difensori di livello!, beh, francamente accarezza un'utopia. Premiamo la determinazione e l'aver tentato la via di De Simone. Rimandato alle prossime)

Procario

Cicolò 4,5 Se rivediamo la partita non si ricordano sue conclusioni tranne una telefonata. Troppo poco. Anche quando prova a girare al largo dalla sua naturale posizione viene quasi sempre sovrastato dal granitico Marcelli, e il fatto che dialoghi coi compagni sistemati dietro di lui non porta ai risultati sperati (59' Di Bari 3: cancella con un gesto davvero brutto quanto di sufficiente aveva fatto. Spiegategli che si può perdere, qualche volta. L'azione incriminata non merita ulteriori commenti.)

Mattarelli 5,5 Prova a darsi da fare nel traffico in casacca bianca, senza produrre conclusioni rilevanti. Papotto ha fatto bene, a possesso di palla, a mettere lui e Apuzzo a sostegno del centrattacco Cicolò, ma in tre hanno fatto vedere pochissimo, per tutta la partita. Ci ha provato da una parte, dall'altra, sulla linea di fondo, a buttarsi nel cuore della difesa, senza trovare il guizzo giusto per scardinare la diga teverina, e riaprire, magari, la gara. Ma resta un'ipotesi. Rimandati a occasioni migliori, i tre più avanzati.

Apuzzo 5 Più votato al calcio piazzato che all'uno contro uno. La sufficienza si potrebbe esprimere per la grande volontà ma oggi non era una partita da play-station. Doveva fare di più, e non basta lo spessore avversario a giustificarne il continuo tentare individualmente delle corse ai fianchi del Tor di Quinto, peraltro chiusi anche con il giro di chiave, coi raddoppi (59' Matera 5,5 Avulso dalla manovra, ha presentato un compito in classe mezzo in bianco. Non riesce a dare quell'impulso se non a provare un po' di pressione, contro una squadra che, per essere superata, dovrebbe subirla costantemente, e con le temperature che avanzano, non è cosa facile per nessuno).

All. Fabrizio Papotto 7,5. E' l'esempio di come si possa lavorare con ciò che uno ha ovvero un gruppo di giovanotti motivati, volenterosi, che non si sono messi a piagnucolare per chi mancava ma anzi si sono giocati gara-1 alla pari con la squadra campione in carica in regione e in Italia. Ha messo tutta la sua caparbietà per provare a mettere in difficoltà il Tor di Quinto cioé il Milan del settore giovanile (quello migliore in Europa, intendiamoci, n.d.r.), riuscendoci per un'ora e cinque, a Marino. Poi, perso anche Cristiano, valido centrocampista, non poteva fare di più. Quello che a Marino era un arcigno 4-5-1 all'Anco Marzio di Ostia è diventato un interessante modulo ad albero di Natale, e nelle intenzioni va applaudito. Ha protestato solo quando Giacinti si scorda una punizione dal limite ma, ieri sera via radio, come durante il suo cammino, il Signor Papotto è uno che può insegnare principi, calcio, vivere la vittoria e la sconfitta come sanno fare da anni i suoi biennali avversari. Un signore. E se recrimina per le assenze, diteci: chi non lo farebbe? Non ha la rosa lunga come il suo giovane collega, e di questo bisognerebbe farne tesoro, in riva all'Aniene. Applausi per il lavoro fatto, in dodici mesi, anzi di più.

Arbitro: Sig. Giacinti di Ostia Lido (8,5). Partiamo dai rilievi non positivi. Sbaglia ad ammonire Mattarelli, essendo consapevole di aver preso una cantonata, perché a inizio ripresa il fallo è evidente, a diciotto metri dalla porta di De Simone. E il numero 10 protesta platealmente ma l'errore non giustifica il “giallo”. Seconda toppa: dà il vantaggio su una palese spinta di Loreti allo scattante De Sousa che, sbilanciato, entra in area finendo anticipato da Marcelli.

Passiamo alle cose positive. Ha diretto una grande partita. Il primo tempo è stato impeccabile, con due sole punizioni dubbie, in situazioni, però, in cui la fisicità dei duelli può averlo indotto in errore in una sola volta. In ogni caso l'arbitro è meglio messo quindi propendiamo per il primo tempo esente da appunti. Ammonisce sbagliando chi protesta per una cosa giusta ma la gestione, tecnica e disciplinare, sono da consumato arbitro. Grazia, forse, Procario che sgambetta platealmente Commini, per fortuna senza fare danno, e per questo sceglie, ipotizziamo, la sanzione minima. Giusti gli altri “gialli”, a Ciampini e Marino (che rischia qualcosa di più) e fa bene a scegliere la via dello “scoppio ritardato” su Marioni, incredulo, e Frasca, cioè dopo aver dato il “vantaggio”. Tiene in pugno la partita dimostrando che nella sezione di Ostia Lido lavorano bene, quelli che istruiscono i fischietti. Può essere uno, nel prossimo anno, affidabile per le delicate partite di Eccellenza. Ma deve arbitrare così in tutti i campi, compresi quelli “caldi”, e allora farà un bel po' di strada. Si attarda solo su un off-side per non aver visto Saccone: perdonabile. Un buon arbitro, e complimenti a Nazzareno Ceccarelli e alla commissione regionale.

Assistenti: Sigg. Leonetti di Viterbo (7,5) e Saccone di Albano Laziale (7). Affidabili e di buon livello, operano bene sia nei rari casi di falli di contatto da segnalare, sia sui fuorigioco. Il secondo assistente, a ben rivedere le immagini, potrebbe aver sbagliato una segnalazione, e aver ragione sulle altre due dubbie. Domenica era andato benissimo in Fidene-Anziolavinio. Non è che tre gare in otto giorni sono tante? In ogni caso Leonetti si conferma tra quelli sereni ed efficaci, e il suo collega, quando non è al top, va bene lo stesso.

Massimiliano Cannalire

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