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LE FINALI GIOVANILI DI DOMENICA: IL DUELLO INIZIA, CON SIMPATIA, VIA RADIO


articolo del 22/5/2010

 Urbetevere-Vigor Perconti inizia

via radio, sugli 88,100, con il

sorriso e la passione di

Perconti e Raponi


Nella puntata di venerdì di “Babilonia di sera” sono intervenuti i due deus ex machina delle finaliste dei giovanissimi, Maurizio Perconti e Alberto Raponi (Urbetevere). Questo il parere dei diretti interessati alla finalissima che si giocherà domenica mattina al Salaria Sport Village. Perconti: “Stiamo cercando di recuperare Di Bari ma è difficile, vederlo in campo domenica. Mi dispiace per lui che è forte e dotato, ma arrivati a questo punto, qualsiasi ragazzo mi procurerebbe dispiacere nel vederlo in tribuna anziché in campo”.

Max Cannalire: “Credo che arrivare in finale in tre categorie differenti sia riusciti solo ai vostri avversari di due anni e siti dall'altra parte del Tevere. Una cosa enorme”.

Perconti: “Nel 2008 è riuscito solo al Tor di Quinto, e lo considero un traguardo eccezionale. Devo dire una cosa: io e Vito Trobbiani avevamo sempre lavorato con metodo e pignoleria, e determinazione. Ma devo ringraziare i Conti, padre e figlio: e devo molto ad Angelo, che, quando parla, è come se mi dimostrasse di averlo avuto sempre vicino, da trent'anni”.

Elia Modugno: “Quella che ha stupito tutti per la forza collettiva è la formazione della Vigor dei giovanissimi, non trova?”.

Perconti: “Sì, la squadra '95 ci ha dato grosse soddisfazioni, una gioia e una sorpresa immensa, compresa l'avventura del trofeo Nike. Giocare da unica dilettante a Pescara contro le realtà professionistiche è stata una sensazione davvero forte, perché ci abbiamo giocato alla pari. Stiamo vivendo un momento magico”.

Max Cannalire: “Avete dimostrato, come il Tor di Quinto, di accettare il verdetto del campo, con grande signorilità, sia quando le cose sono andate bene sia quando le sconfitte vi hanno collocato sullo scalino d'argento, non su quello aureo...”

Perconti: “Ho perso lo scorso anno la finale juniores e basta, e allora come quest'anno ho fatto le lodi ai miei avversari. Dodici mesi fa hanno dimostrato di essere i più forti, quest'anno è rimasta l'amarezza per le assenze, ma nella ripetizione della finale il Tor di Quinto, alla conta dei fatti, ha meritato”.

E domenica?

Perconti: “Comunque vada sarà una grande giornata di sport. E' già un grande traguardo esserci, giocare una finale, e noi ne giochiamo due; ed è una cosa di grande importanza farlo su quel campo, al Salaria Sport Village. Sarà un giorno di buon calcio e di grande passione sportiva”.


ALBERTO RAPONI (URBETEVERE)

La disamina dell'uomo-immagine dell'Urbetevere fa un'analisi a trecentosessanta gradi, come sempre, senza tralasciare alcun dettaglio, sia sull'annata che sulla sua avventura in via della Pisana, iniziata tra tanta curiosità, e che, a ben vedere, propone cifre da seguire, pensieri su cui riflettere.

E' una stagione eccellente, e la categoria dei giovanissimi, non solo per il nostro club, ma per il Savio, per il Tor di Quinto, per altre società, mi risulta sia un punto di riferimento per le professioniste. Come Urbetevere abbiamo partecipato a quattro finali per i titoli regionali in sei anni, con quella di domenica con la Vigor Perconti; è vero che la fortuna non ci ha sempre assistito, è vero che dobbiamo ancora ottenere una soddisfazione, a questi livelli, ma vanno fatte diverse considerazioni, senza scordare il successo nel “Beppe Viola” di due anni fa; intanto la nostra società è l'unica che non è proprietaria del campo, e paga un affitto, mentre altre hanno campi che fanno parte di terreni di proprietà demaniale o comunale. In tutto ciò abbiamo rilevato l'Urbetevere sei anni fa con 27 bambini che componevano due squadre, fatte di ragazzi che, al termine di quell'annata sportiva, avrebbero avuto un'età non più utile a rimanere a via della Pisana. Abbiamo ricominciato e oggi, tra scuoola calcio e agonistica, siamo, con la Nuova Tor Tre Teste, l'unica società di una piazza di grande importanza come Roma, ad aver superato i 500 giovani atleti tesserati. Sono cifre, ed è giusto che abbiano il loro peso, la vostra considerazione e quella degli addetti ai lavori”.

Chiude l'intervento, Raponi, con un simpatico pensiero, prodotto con il sorriso, e in assenza di verve polemica. Di sicuro con orgoglio, sua tra le migliori doti: “Ci siamo anche noi, nel salotto buono del calcio giovanile. Anche se finora con trofei di ferro, ma ci siamo anche noi. E abbiamo rapporti – chiosa scherzando – buoni con le altre consorelle del calcio romano, anche con quelli cui non siamo simpatici” (riferimento al Tor di Quinto, n.d.r.).

A.F.

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