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SE NON FOSSE CHIARO E' UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO di Max Cannalire


articolo del 24/5/2010

 A scanso dei più remoti

equivoci... è un

problema di

ordine pubblico


Nessuno potrà dire la famosa frase del film

In nome del papa re”: “Non è chiarooooo”


 

Se i pensieri di ieri non fossero stati abbastanza chiari, scritti nella tarda serata, durante una cena da amici, vorrei fossero chiari oggi, a diverse ore dai fatti di Cave. Ribadisco quanto segue: è indecente che uno vada allo stadio tirando bombe carta senza avere, poi, il coraggio di presentarsi alla cassa, al posto del presidente del club per cui dice di fare il tifo. E' accaduto ad Anagni la domenica precedente, è accaduto due volte tra i tifosi della Cavese ieri, con due di questi prodigatisi nel dopopartita a metterla su calcetti e calcioni.

E' indecente che prima della partita due sedicenti sostenitori di Cave si siano presentati nei pressi degli altri tifosi cercando la discussione con il rischio dell'intervento delle forze dell'ordine, dopo i cori indirizzati a me da parte di due, tre idioti provenienti dal mare.

E' sbagliato che, all'atto di andare via, due tifosi della Cavese e, nel mucchio, altri di fede opposta, abbiano cercato lo scontro fisico con il sottoscritto, evitato dal presidente tirrenico, Franco Rizzaro. Il mio computer ha limitato i danni, e si è preso un calcio al posto del titolare, che è stato raggiunto dalla metà della pedata di un vigliacco mischiato ai tifosi di casa. Ed è pur vero che il secondo calcio se lo sia preso il presidente ospite. In questo clima, con un paese votato alla bagarre, non solo politica, la valvola dello sfogo è passato sui campi di calcio dilettante come nei condomini, quando uno litiga perché è frustrato e deve comunque metterla in “cagnara”.

Io credo che siamo in un paese singolare, in cui è lecito, per qualche imbecille, pensare di andare addosso o insultare – in venti, trenta contro uno – a un giornalista che scrive ciò che accade. Non bisogna andare troppo indietro o lontano da Roma per pensare a una situazione così tribale; non bisogna scomodare illustri colleghi, aggrediti, qualcuno anche spedito al Creatore, per dire che questi scienziati di idiozia abbiano scordato il clima, positivo, costruito da me, specialmente quest'anno, via radio, andando in onda tutti i giorni, in cui mi sono fatto allegre chiacchierate con Franco Rizzaro e Roberto Vichi sia sul giocattolo-Anziolavinio, prima squadra e settore giovanile, sia sul piano squisitamente turistico, legato alla zona da loro rappresentata. Così come ho fatto con Massimiliano Morroncelli, vice-presidente della Cavese, con il collega Maurizio Rossi, e con altri meno esperti del giornalista di Palestrina, valorizzando la città di Cave come gli altri 120 paesi della Provincia di Roma, con un lavoro di equa valorizzazione di un patrimonio vasto, bello, ammirevole e fatto anche di sani prodotti tipici, alimentari come enologici. A quei fenomeni di ieri non interessava tutto ciò: rodeva dentro che uno, con la panza come volete (poi qualcuno mi dovrà spiegare perché a 35 anni, a 30, a 20 uno si debba togliere la “soddisfazione” di giudicare il prossimo per una questione fisica), si sia permesso la lesa maestà di evidenziare l'operato di quattro ex lanciatori di stelle filanti, di coriandoli, che sono passati al lancio della bomba carta.

Quanto vissuto di recente, con dei ragazzini (del Tor di Quinto ma potevano essere anche del Real Zimbawe) feriti da sassi e semi-ordigni di varia gittata, è stata una cosa brutta, per di più acuita via internet da quel cazzaro del figlio di un mio amico e collega di fede romanista che frequenta, probabilmente, una schiera di stronzetti fascistoidi presenti alla semifinale d'andata della juniores d'élite. Sapevo che qualche mente eccelsa a Cave non abbia digerito il mio schierarmi, per suoi motivi di politica e appartenenza a qualche frangia estrema inneggiante al periodo più brutto dell'italica storica negli ultimi 90 anni: e in tal senso mi erano giunte anche delle avvisaglie, tramite un uccellino. Ma qui si vuole travisare il significato dei contenuti di un campo di calcio, uno stadio, e una competizione sportiva per mettere in discussione, verbale, ingiuriosa, personale, fisica, quello che potrebbe naturalmente essere argomentato in modo deciso e con spirito di contraddittorio, senza nessun trascendimento.

A me non interessa che ci fosse uno in posizione di “diffidato”, lì, o da una parte o dall'altra. Non faccio il giudice, non esercito la funzione di pubblica sicurezza, né – vivaddio – di collaboratore o delatore: faccio solo il mio lavoro, che è quello di tutelare, quanto più possibile, con la penna un tempo, con il computer da qualche anno in qua, e con la voce da ben 24 anni, quelle persone per bene che non vogliono rischiare, neanche per caso, nemmeno un po', che uno possa andare a lanciare oggetti esplosivi nei suoi immediati pressi. Questo deve aver dato fastidio a una parte della tifoseria dell'Anziolavinio, che di certo non rappresenta né la totalità delle persone bianco-blu, né quelle brave, determinate persone che sono i dirigenti della società di via Nettunense e neanche una delle zone balneari più belle della regione, e di grande rilievo storico sul piano della memoria. Voglio andare anzi andrò, quest'estate, a testa alta a visitare sia Anzio che Lavinio, e ovviamente anche Cave, con l'orgoglio di chi può ammettere, in presenza di una civile discussione, gli errori, se ne sono stati commessi. Con la fierezza di chi non fa passare sotto silenzio che se uno dice di essere tifoso di una squadra, non può cavarsela facendole prendere multe, sanzioni, e rimbrotti. Quelli alla domenica non sono degni di andare a tifare per società così impegnate, esposte economicamente, responsabilizzate dai recinti in cui fanno giocare tanti giovani atleti, uomini di domani.

E adesso rispondete a questo quesito: se si stufano presidenti intraprendenti come quelli di Anziolavinio e Cavese, dove andate a sfogare tutta quella rabbia repressa? Ipotizzo che qualche errore, negli anni, l'abbiano commesso pure loro, ma si ha la vaga idea di quali compiti e di quante leggi debbano osservare quelli che mettono la firma sotto gli atti amministrativi? Andrebbero forse, gli esagitati, all'Olimpico di Roma? No, perché è pieno di telecamere. E forse qualcuno di quei galantuomini ieri presenti a Cave già è passato, dalle parti della Serie A. Il problema non è né di gestione dei tornei da parte del Comitato Regionale o, nella fattispecie, della Lega Nazionale Dilettanti, né di rapporti tra società e sostenitori. Da ieri e anche da qualche tempo, si è rafforzata la convinzione, mia di sicuro, ma anche di altri, che si tratti di un PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO, SENZA SE E SENZA MA, EVITANDO DI DARE GIUSTIFICAZIONI A CHI TRASCENDE AI LIVELLI VISTI DOPO CAVESE-ANZIOLAVINIO. Puoi fare tutti i cori che vuoi. Ma quando in mezzo alla calca uno, due, tre vigliacchi, la mettono sullo scontro fisico, tentato e in minima parte riuscito, allora diventa una questione per le forze dell'ordine. Non ci sono altre storie. Io li vorrei vedere, quei due, tre fenomeni, indipendentemente se tifino per una o per l'altra formazione, sul posto di lavoro o nelle scuole fare le stesse cose, da soli, senza far parte di un gruppo, o dentro casa, comportarsi come ieri. Sarebbe da prendere le cassette digitali di ieri e regalarle ai genitori di questi fenomeni, senza farne ulteriori usi.

E, mi dispiace per qualcuno che alza certi cori contro Carabinieri e Polizia, ma voglio essere una volta di più palese, solare, chiaro, appunto: ieri il peggio è stato evitato dal buon coordinamento di queste due istituzioni che hanno saputo garantire l'incolumità mia e di tutti i presenti. Poi per telefono qualcuno ha riferito che qualche scontro, in città, tra tifosi è accaduto, ma di ciò non ho un riscontro oggettivo e spero che non sia vero. Lì c'era poco da fare, sulla via del ritorno.

Fermo restando due concetti che, mi dispiace per i contestatori di ieri, condivido con quanto dalle loro celestiali voci ascoltato: anche io più volte per radio ho detto che “Gabriele è uno di noi” essendo stato Gabbo un appassionato amatore del calcio, del pallone, come lo chiamavamo da ragazzini. E anche io reputo che sia indecente e anche vergognoso che uno come quel “genio” di Spaccarotella sia ancora in servizio, alla pari di chi quel lavoro, anche lì parliamo di una larga maggioranza di elementi, lo ha saputo ben fare, rappresentare. Questo, però, accade in un paese che sta andando alla deriva, come ho scritto nella serata di domenica, a causa di chi reputa lecito osteggiare, mancare di rispetto, offendere il lavoro della magistratura. Componente fondamentale, in un paese che si vuol far chiamare democratico.

Concludendo l'argomento su chi vuol accompagnare la squadra del cuore, il punto è semplice. Vuoi sostenere la tua squadra? Vuoi tifare per il club in cui ti identifichi? Fallo anche in modo colorito, simpatico, spiritoso, ma non contrariamente all'incolumità altrui, che sia con polvere esplosiva o con la ricerca del contatto fisico stile agguato. Sennò è barbarie, allo stato brado. Come, per fortuna in piccola parte, è capitato ieri. E non è bastata neanche la tanta acqua (benedetta) caduta dal cielo, a mitigare certi pruriti. Pensateci.

Massimiliano Cannalire

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