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Paolo Ciavarro è partito domenica mattina per Manchester


articolo del 11/10/2010

PAOLO CIAVARRO E’ PARTITO DOMENICA MATTINA PER MANCHESTER

Il giocatore del Tor di Quinto in prova con il “City” dall’11 al 15.

Il suo intervento prima di salire sull’aereo, in radio

 

 

Ecco i passi dell’intervista andata in onda su Radio Incontro 105.8 poco prima delle 9 di domenica mattina, appena prima che il mediano bicampione d’Italia si imbarcasse sull’aereo per Zurigo, da dove ha proseguito per Manchester.

Max Cannalire: “I primi pensieri vanno ai genitori. Quali sono state le frasi di accompagno, in questa avventura?”.

Paolo Ciavarro: “Le solite raccomandazioni con un pensiero dedicato a un eventuale esito negativo. Se va male, mi hanno detto, non cambia nulla. E’ un’esperienza bella, intensa, così la devi vivere, ma se non va pazienza”.

Cannalire: “Un aggettivo per definire Tor di Quinto…”.

Ciavarro: “Non credo ne basti uno soltanto, dopo 12 anni in cui sono cresciuto e ci siamo levati tutti belle soddisfazioni. Ne dovessi usare uno solo…Fantastico! Tor di Quinto per me è una seconda casa, in cui ho legato con tutti, con tutti, dal presidente a tutte le persone che collaborano. E’ una famiglia e così ho vissuto tutte queste stagioni. C’è un affetto profondo, reciproco. E Massimo Testa per me è un secondo padre. Sono diventato un giocatore di calcio con lui e con tutte le persone, e sono tante, che lavorano, si danno da fare. E voglio ricordare l’anima gentile, e diplomatica di Tor di Quinto e del Tor di Quinto, il direttore generale Gianni Spallucci”.

Cannalire: “Un aggettivo per il direttore sportivo, Giampiero Guarracino, lo possiamo impiegare, in questa circostanza”.

Ciavarro: “Unico, Giampiero, unica persona, difficile da trovare, in giro, di quel livello, umano e calcistico. E’ anche difficile da descrivere, come personaggio. Un maestro di certo”.

Cannalire: “Facciamo qualche passo indietro, con riferimenti mirati agli ultimi quattro anni, partendo da una grande gioia, in ambito regionale, e una sofferenza patita alle finali nazionali. Mi riferisco al 2006, a Moena e Cavalese, nel bel Trentino. Da un tuo fallo, normale fallo, a centrocampo, nacque la punizione che, in tempo di recupero, fece pareggiare la Sestese, che vi tolse il giorno dopo il diritto a giocare la finale e a vincere lo scudetto Giovanissimi. Da una parte il tuo gol contro un grande Savio, in regione, dall’altra questo dispiacere…”.

Ciavarro: “Uscimmo per differenza reti, e disponemmo di un gruppo di bravi giocatori; fummo eliminati senza mai perdere una partita, e con i toscani eravamo anche in superiorità numerica. Il titolo regionale che precedette quell’episodio fu una cosa bellissima, battere il Savio al centro sportivo Vigor Perconti, con un mio gol; dall’altra non giocarsi la finale per un mio fallo, stupido. Che, tuttavia, mi ha insegnato molto: ho imparato tanto, da quella vicenda”.

Cannalire: “Non so se esista una contabilità, a Tor di Quinto, e non credo. Ne esistesse una al dettaglio, credo che società e te vi siate rifatti con grande orgoglio e soddisfazione, alla conta dei fatti che ne seguirono”.

Ciavarro: “Sì, sicuramente ci siamo messi con maggiore attenzione, anche ai dettagli, impegno, ci siamo dati da fare e abbiamo recuperato, con un titolo allievi, due juniores nel Lazio, che sono diventati scudetti. Forse la sconfitta nei Giovanissimi fu la molla giusta per ottenere tutto ciò”.

Cannalire: “In questi giorni si parla tanto di Lucas De Rossi, uno che ha contribuito, con te, a costruire la bella favola delle ultime due stagioni…

Ciavarro: “De Rossi me lo ricordavo ai tempi della Roma, 2007, quando lui giocava nella Lazio. E’ un ottimo giocatore, dai noi accolto benissimo, a Tor di Quinto. E’ un ragazzo fantastico, quasi atipico”.

Cannalire: “Veniamo alle cose più recenti: c’è stata una netta differenza, tra lo scudetto del 2009 e questo ultimo. Intanto perché quest’anno la superiorità in Sardegna, a Pescara con il Porto Flacco, in Campania e prima a Roma, e nella finalissima con il Bressanone, con dieci occasioni messe in piedi e una sola segnata, è stata evidente, al cospetto delle avversarie incontrate. Un anno fa i punteggi furono più ristretti, le partite più equilibrate… Anche in regione quest’anno avete dovuto giocare due finali, con la prima che era sullo 0-0 al 65’, l’altra stagione avete vinto con un buon divario nel gioco, pur con lo stesso punteggio…”.

Ciavarro: “Intanto la passata stagione abbiamo vissuto cose difficili come quella di Quarto, partita che non dimenticherò mai. Siamo passati in un ambiente fatto di pugni, bombe carta, palesi intimidazioni, e con una mia rete a pochi minuti dalla fine. Anche quest’anno siamo andati in Campania ma nel Casertano abbiamo risolto in poco tempo”.

Cannalire: “Anche perché il casino l’avevano già fatto all’andata, tra scavalchi tentati e riusciti…”.

Ciavarro: “Già. Ma nel Lazio è stata più facile l’impresa della stagione scorsa, mentre quest’anno abbiamo ripetuto la finale e finché eravamo sullo 0-0 non si manifestava una differenza come nella gara-2, quella ripetuta, a Ostia, in cui abbiamo segnato subito. In due anni siamo stati bravi, d’accordo, ma anche fortunati. Dei due scudetti è stato meglio il primo, con tutto il rispetto”.

Cannalire: “Sei la dimostrazione che si possono conciliare lo studio e il calcio”.

Ciavarro: “Lo si deve volere, e anche tanto. Se uno non si impegna rischia di fare male e una cosa, e l’altra”.

Cannalire: “Le sensazioni prima di mettere piede sull’aereo?”.

Ciavarro: “Serenissimo, non sono spaventato. Vado lì consapevole di doverci mettere tanto impegno”.

Cannalire: “Non conosco le scaramanzie degli inglesi. Ma può andar bene, prima di risentirci dopo il 15, una frase tipo Good luck?”.

Ciavarro: “Sì, può andar bene”.

Cannalire: “E allora Good luck, sir Paul”.

Intervista raccolta da Andrea Formiconi

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