MARINO-PALESTRINA 3-1
articolo del 6/1/2011
MARINO-PALESTRINA 3-1 (1-1) Marino, una gran prima volta Marino (4-4-2): Perrotta 7, Campione 8, Moreno 6,5, Galasso 7, Rivera 7,5, Mancini 7 (61’ Angelilli 6,5), Marvelli 8, Scarlato 5 (46’ Fanasca 7,5), Turazza 8, Novembrino 7 (68’ Fontana 6), Genovese 6. A disp. Di Stefano, Russo, Casale, Pulitano. All. Manolo Patalano 7,5. Palestrina (4-1-4-1, 4-3-3): Gabriele Marini 5,5, Pralini 5, Pirolozzi 5,5, Esposito 4, De Oliveira 4,5, Mattia Marini 4, Alessandrini 6 (70’ Maiorani 5,5), Cangiano 5,5, Juarez 5, Saporetti 6- (53’ Tacon 5), Gallaccio 6 (63’ Ranalli 5-). A disp. Remunan, Di Gioacchino, Langiotti, Carrozza. All. Solimina 6. Arbitro: Luigi Ricci della sezione di Tivoli (7). Assistenti Arbitrali: Sigg. Antonio Santoro della sezione di Roma 1 (7) e Migliaccio della sezione di Roma 2 (8). Reti: 26’ Gallaccio, 43’ Novembrino, 50’ rig. Turazza, 67’ rig. Fanasca. Note: ammoniti Juarez e Galasso, Pirolozzi, Cangiano; G. Marini, Esposito, Fontana. Tribune piene in ogni ordini di posti con alcuni sportivi in piedi. Da uno dei nostri inviati a Casal del Marmo (Roma) Il Marino iscrive per la prima volta il nome nell’albo d’oro della Coppa Italia regionale, battendo 3-1 il Palestrina in rimonta, per effetto di una gagliarda prova, fatta di compattezza tra i reparti, e di carattere, personalità e buona condizione collettiva. E’ vero, sul fronte opposto, che la squadra di Claudio Solimina sia stata battuta da un paio di episodi, forse tre, ma è altrettanto vero che in troppi, tra i suoi uomini, sono mancati all’appello nel momento in cui avrebbero dovuto e potuto far cambiare marcia al team dei Monti Prenestini. Non è accaduto, e nel secondo tempo di rado la formazione nero-arancio-verde è riuscita a concludere verso la porta avversaria, se eccepiamo due situazioni a cavallo tra il quarto d’ora e il 18’. Il Marino ha avuto diversi meriti, i quali, insieme, hanno costruito il grande sigillo, dopo venti anni di anonimato. Intanto si tratta di un merito societario, visto che in due anni siamo ad altrettanti allori; uno, l’ascesa in Eccellenza, ottenuto coi play-off dopo un lungo duello con il San Cesareo, l’altro attraverso la coppa Italia, in cui la prima squadra di Antonio Esposito ha saputo mandare a casa Albalonga e Rieti (a domicilio!), dopo il Terracina nel turno preliminare ed il Maccarese e, ultima in ordin di tempo, ma prima nel girone B, la Lupa Frascati. E anche battere il Palestrina visto nel doppio confronto col San Cesareo non è di certo cosa da sottovalutare. Il Marino, ora, rappresenta il Lazio nel cammino che potrebbe portare in serie D: perché non giocarsi una chance così spessa? La cronaca racconta di una fase di studio naturale, nei primi minuti con le squadre corte e il Marino che sembra non avere timori reverenziali. Sembrerebbe pronto a ripartire, sornione, il team di Solimina ma i reparti di difesa e centrocampo del Marino difficilmente si scollegano, nell’arco di tutta la partita. Ne deriva che il Palestrina tenta le corsie laterali, difficilmente riuscendo, anche per il campo bagnato, a mettere in piedi delle efficaci geometrie. La squadra di mister Patalano si presenta in campo con una struttura difensiva ben delineata e che fino a questo momento sembra serrare ottimamente i ranghi. 12’ La prima azione in avanti è del Marino che, con un’azione di rimessa, manda Campione al tiro, che origina il primo calcio d’angolo della partita. Sulla battuta è sicura, la presa di Gabriele Marini. Al 17’ l’arbitro Ricci ammonisce Juarez e Galasso, prima che Pralini batta una rimessa dalla destra, all’altezza della bandierina. Galasso, quando riprende il gioco, spintona vistosamente l’attaccante in area di rigore ma la palla passa lontano dai loro pressi. Più avanti, nell’altra area, sarà la stessa metrica, quella adottata dal direttore di gara. Al 24’ Ferri De Oliveira subisce fallo a venticinque metri dalla porta, in posizione centrale, e la punizione è battuta da Cangiano ma viene respinta dalla battiera; l’occasione svanisce. Pur con le difficoltà di un terreno erboso provato dalla pioggia – per fortuna non tanta – il Palestrina, alla prima azione corale passa in vantaggio: Ferri De Oliveira centralmente per Cangiano, palla smistata a sinistra per lo scattante Alessandrini, nel frattempo invertito con Cangiano; l’ex Primavera della Roma fa a tempo a mantenere la palla in campo spedendo la palla sul palo più lontano, con lo smarcato Gallaccio che ci arriva, di testa, a spedire la palla in rete. 29’: il Marino reagisce e con Genovese, che si spinge fino all’area di rigore, mette la palla in mezzo rasoterra ma Mattia Marini riesce a spazzare, anticipando Marvelli che sopraggiunge, veloce, da dietro. Palla sul fondo. Il Palestrina viaggia adesso sulle ali dell’entusiasmo ma non va a fondo limitandosi a controllare gli avversari, bravi, al 43’, a cercare e trovare il punto del pareggio, per l’esplosione dei tifosi bianco-celesti. Da una palla alzata in area di rigore, Turazza produce un primo colpo di testa, Genovese un secondo a prolungare la traiettoria scavalcando la difesa in linea. Il risultato è quello di mettere davanti al portiere, solo, un ispirato Novembrino, che di esterno sinistro batte, imparabilmente, Gabriele Marini. E’ l’1-1. Prima di andare al riposo, al secondo dei quattro minuti di recupero, Ferri De Oliveira tenta un rasoterra mancino dai diciotto metri costringendo a spalancare la mano sinistra per una deviazione Perrotta. Il portiere non trattiene la palla, che starebbe per finire ad Alessandrini, partito, tuttavia, in fuorigioco. Il resto dell’azione è vanificata. Il pareggio appare giusto, nella sostanza di un primo periodo privo di un grande numero di occasioni. Il primo episodio della ripresa è una verticalizzazione da manuale di Marvelli, che prova a saggiare i riflessi del pacchetto difensivo del Palestrina, che buca, centralmente, con Turazza che, con la punta del piede sinistro, anticipa il portiere Gabriele Marini. Dalla foto in nostro possesso la conferma che il fallo possa essere avvenuto; naturalmente domani sera su Rete Oro 5 potremmo avere tale conferma, ammesso che conti qualcosa. Ammonizione per il portiere e calcio di rigore, che Turazza trasforma alla destra del portiere, leggermente defilato rispetto al centro della porta. E’ il 2-1 che fa nuovamente esplodere di gioia la tribuna di fede castellana. Il tentativo di replica Solimina lo prova togliendo Saporetti per Tacon, ma senza grande esito, anzi. Al 13’ un fallo su Juarez nel semicerchio dell’area di rigore ma la punizione di Cangiano si arena sulla barriera. Su questa asse, angolo dalla sinistra di Cangiano, colpo di testa di Juarez, per venti centimetri il Palestrina non pareggia: finisce di tanto la palla, al di sopra della traversa. Al 16’ fuori Marvelli, che non ne ha più, e dentro Angelilli, mossa che risulterà determinante. Il Palestrina prova Ranalli per Gallaccio ma se il secondo si era andato spegnendo, il primo è ancora lontano dai livelli cui ce lo ricordavamo. Al 21’ il secondo, rilevante episodio: Fabiano Ferri De Oliveira, in mezzo al campo, scambia due volte il pallone con un difensore, Esposito. Crede nel pressing, il numero 17 Angelilli, che prima respinge la palla, poi la lavora in profondità per quaranta metri. Quando Esposito viene affiancato da un compagno di reparto per intervenire, commette un’evidente ingenuità prendendo il piede d’appoggio dell’avversario. Anche qui ammonizioni dell’autore del fallo, e rigore. Questa volta si prende la responsabilità Fanasca, che di piatto sinistro, basso, alla destra del portiere, manda il pallone in rete. Marino 3 Palestrina 1 e qui, di fatto, termina la finale. Perrotta fermerà più avanti una buona punizione a girare, mancina, battuta dai ventidue metri dal giocatore numero 4. Il balzo è plastico, la deviazione da applausi. E’ il 28, e la finale finisce qui, per merito della buona condizione generale, fisica e nella gestione del gioco, sciorinate dal Marino, squadra ordinata, coesa, che ha evitato di buttare i palloni al vento, e di dare eventuali spazi all’avversario dell’ultimo atto in regione. Sì, ci sono stati degli episodi in favore dei giocatori di Patalano, ma i loro meriti sono stati chiari, evidenti. Le immagini TV diranno il resto sui due rigori ma l’arbitraggio del signor Ricci ha convinto parecchi, tra i presenti, con un piccolo errore veniale nel primo tempo quando non fischia un fallo in favore di Gallaccio, prima del riposo, quando l’11 prenestino rimedia una zuccata nei pressi dell’area marinese. Ma ha dimostrato di avere la stessa metrica, per esempio, quando all’inizio Juarez, più avanti Turazza, subiscono due palesi spintoni in area di rigore. Il primo era rigore evidente, frutto di un’ingenuità del pratico ma anche plateale Galasso, troppo ruvido, in certe circostanze: bisogna saperci fare, a non farsi beccare, e il difensore ha giocato con la pazienza dell’arbitro. Ma anche sul centravanti in casacca bianca lo spintone è palese. Sul piano disciplinare - Ha ammonito quando doveva ammonire, dovendo intervenire subito sul centravanti del Palestrina e su Galasso, poi su Pirolozzi e su un plateale fallo di Cangiano, in mezzo, nel primo periodo. Nel secondo tempo sanziona, giustamente, con il giallo, Gabriele Marini, per il primo dei due rigori, ed Esposito, per l’infrazione, sul secondo rigore per il Marino. Per fallo verrà ammonito anche Fontana. Gli assistenti si sono dimostrati di livello come il direttore di gara, sia sui fuorigioco che sui falli, con Migliaccio, da questo punto di vista, più presente rispetto a Santoro. Massimiliano Cannalire (hanno collaborato Riccardo Reali, Fulvio Ventura, Alessandro Natali, Paolo Nardi, Mario Di Stasio)