LE PAGELLE DI MARINO-PALESTRINA
articolo del 7/1/2011
MARINO-PALESTRINA 3-1 (1-1) Marino Perrotta 7: era uno dei pochi ex di turno, di questa gara, e ha mostrato sicurezza in quelle poche situazioni di traffico materializzatesi in area di rigore, e prontezza di riflessi una volta per tempo, quando chiamato in causa da Ferri De Oliveira. Una buona prestazione, che fa sperare bene per l’immediato avvenire di questo interessante ’91. Campione 8: era salito a Marino con Lanza perché il calcio laziale è fortemente disattento, tra chi costruisce le squadre di Serie D e ben distratto anche in Lega Pro 2. Come si faccia a tenere questo giocatore in Eccellenza è un mistero. Vero che la rete arriva dalla parte sua in quella rara azione costruita dal Palestrina, a metà primo tempo. Ma, come tutta la squadra di Patalano, dimostra di tenere botta rimettendosi a giocare. Nel primo tempo più votato al contenimento di Alessandrini, che non è cosa facile, dopo che Solimina inverte gli esterni. Ha il senso della posizione, e chiude praticamente tutto quanto passi dalle sue parti, nella seconda frazione, incoraggiando il ritmo nei contropiede e ben alternandosi al compagno di fascia Marvelli. Una signora partita. Uno tra i migliori in assoluto. Moreno 6,5: fa la sua onesta partita di contenimento e ci riesce andando a tappare quelle situazioni che nascono pochi metri davanti a lui. Infatti di traversoni il Palestrina nel primo periodo ne produce a scartamento ridotto. Nel secondo tempo cresce portandosi con tutta la squadra su livelli di rendimento più sufficienti. Galasso 7: quando sei bravo sei pure fortunato. Dopo una stagione a correre appresso allo Zagarolo, si toglie la sua seconda soddisfazione in coppa, a distanza di due anni dal successo ottenuto con il Pomezia. In questo è come Campione. La sua gara inizia male perché questo generoso atleta non capisce, non gli entra proprio in testa, che se la palla successiva alla ammonizione che l’accomuna a Juarez, arriva nei loro pressi, la sua plateale trattenuta sarebbe anzi è un fallo da calcio di rigore. Su questo, Patalano dovrà lavorare, e parecchio perché non si possono vivere rischi del genere. In ogni caso impedisce a Juarez quasi tutto, tranne un colpo di testa al 18’ del secondo tempo che, per poco, non fa scaturire il 2-2. Discreto. Rivera 7,5: è uno dei metronomi della squadra, e uno dei “segreti” capaci di tenere uniti difesa e reparto mediano. Gioca una enormità di palloni e si adegua al lavoro oscuro, di gregario, ma la fa come un consumato veterano. Ha 25 anni, di lui sentiremo parlare a lungo, da queste parti. Tatticamente disciplinato e non eccessivo, quando interviene per recuperare i palloni utili a costruire. Bravo, davvero! Mancini 7: Mirko Mancini è uno di quei giocatori che, se avessero incontrato nella sua strada, direttori sportivo come Cristo comanda, a oggi sarebbe ancora tra la Lega Pro 2 e la divisione interregionale. Lo merita. Era bravo fin dai tempi dei Campionati Studenteschi e della Lodigiani (61’ Angelilli 6,5: è spedito in campo per dare una marcia in più, e lo fa, nella mezz’ora a sua disposizione. E’ un ’90 ma ha i numeri e la rapidità per giocare anche quando non sarà più in età di lega. Prova più che sufficiente, entrando anche nell’azione che, di fatto, chiude la partita). Marvelli 8: bravissimo giocatore sul piano tecnico, sa portare la palla a spasso per il campo, e si mette a disposizione della squadra. Riesce a lavorare prima sulla corsia di competenza, in simbiosi con Campione, poi a far girare la palla quando deve mettere paura al Palestrina. Illuminante, il suo lancio per Turazza che causa il primo dei due rigori. Ma c’è+ sostanza, prima e dopo. Applausi. Scarlato 5: di palloni ne gioca, con generosità e applicazione. Ma senza continuità e l’apporto che dà è modesto, come Genovese, nel primo tempo (46’ Fanasca 7,5: che fosse Giocatore con la maiuscola, si sapeva. Che entrasse subito in partita e con i tanti palloni distribuiti, giocati, gestiti, era difficile da ipotizzare. Ma è stata una delle carte in più a disposizione di Manolo Patalano. Si toglie la soddisfazione di eralizzare, di classe, con il piatto mancino basso, il gol del 3-1, ma ha lavorato bene su tutte le azioni. Bravo!) Turazza 8: ha passato il primo tempo con modesti esiti e cozzando contro la difesa, ma perché il centrocampo non gli ha suggerito quanto avrebbe dovuto. E lui si è gettato con la sua proverbiale generosità a capofitto nell’andarsi a prendere palloni in quantità industriale in mezzo con il risultato di soffrire per quasi tutta la prima frazione. Generoso nel secondo tempo, si procura e segna il rigore del vantaggio, quello che cambia la storia di questa finale. Novembrino 7: prova da far spellare le mani perché il giocatore capisce, incoraggiato da Patalano, di scansare l’insana tentazione, dopo pochi minuti, dell’uno contro tutti, e si mette a giocare con intendimenti collettivi. Dimostra come si possa lavorare bene quando la squadra lo segue e lui fa altrettanto. Ma soprattutto di che pasta è fatto quando elude il fuorigioco nell’azione in cui il Marino riprende la partita. (68’ Fontana 6: entra e si guadagna la pagnotta in 27’ giocati. Partecipa al contenimento del Palestrina, sua ex formazione, e anche lui vince la seconda coppa regionale, dopo l’impresa di Anagni del 2008. Permette alla squadra di non sfilacciarsi e lavora con umiltà in mezzo al campo). Genovese 6: primo tempo anonimo, da spettatore non pagante, anche se ci mette parecchia volontà. Cresce alla distanza dopo aver assistito Turazza e compagni nei momenti complicati del primo periodo. Secondo tempo che lo vede lavorare con costrutto. All. Manolo Patalano 7,5: ha preparato bene la finale e l’ha vissuta con grande tensione, subito a ballare nell’area tecnica dai primi minuti. Ha avuto a disposizione una signora squadra e, come non sempre avviene quando si guidano le macchine potenti, l’ha saputa portare. L’allenatore che ha fatto le fortune della Lupa Frascati nel 2003, evidentemente, si esprime meglio quando sente e respira l’aria dei Castelli. Ha messo Novembrino a lavorare intorno a Turazza ma anche di fianco, scansando moduli complicati o di difficile messa in opera. Con Fanasca e Angelilli in campo il Marino ha cambiato passo, una volta ripresa la partita. E’ vero che gli episodi sono stati dalla sua ma la compattezza tra i reparti, l’essenzialità di certe giocate, l’accettare la partita da subito a viso aperto, sono stati fattori indicativi di come la squadra sia giunta pronta all’ultimo atto in regione. E ora si porta i compiti a casa per la proiezione nazionale. Bravo. Palestrina Gabriele Marini 5,5: giudizio sospeso fino a immagini viste come per il direttore di gara, a parte la discreta gestione di quest’ultimo relativamente alla partita. Sufficiente sulle palle aeree, pesa l’episodio del 2-1 altrui. Pralini 5: si perde gli avversari dopo un primo tempo in cui farebbe anche il suo lavoro in modo sufficiente. Pirolozzi 5,5: tanta volontà ma quanti palloni gettati in avanti. Sostanza parecchia, per quanti ne ha giocati, raccolto modesto. Esposito 4: la foto della sua prestazione è nell’entrata del secondo rigore. Che bisogno c’era? Prestazione discreta per i primi 42’ poi, come i suoi compagni, si perde Novembrino, e dal pareggio, è notte fonda. De Oliveira 4,5: premesso che meriterebbe qualcosa in più, va detto che da uno come lui non ci possono attendere in una gara del genere due tiri dalla distanza, uno apprezzato verso fine primo tempo e neutralizzato da Perrotta. L’altro respinto in modo eccelso dal portiere. Ma alla costruzione del gioco difetta, e parecchio. Entra fugacemente nell’azione del momentaneo vantaggio ma la sua prestazione è stata scarsa. Che fine ha fatto il Fabiano Ferri De Oliveira che abbiamo più volte elogiato e premiato? A Zagarolo aveva chi correva per lui, dicono i maliziosi: che abbiano ragione? Mattia Marini 4: prestazione decisamente negativa. Come il reparto difensivo si fa sorprendere sul primo e sulle azioni dei due rigori è un mistero. Nel primo caso è tutta la difesa che sale a metà area di rigore e può subentrare il fattore del poco spazio e della rapidità di Novembrino. Ma sulle due azioni che fruttano altrettanti rigori al Marino lui e i suoi compagni di reparto non fanno quanto avrebbero dovuto. E lo stesso dicasi per i centrocampisti. Alessandrini 6: tra i pochi a salvarsi dal nubifragio e a combinare qualcosa (70’ Maiorani 5,5: entra a frittata già fatta. Non cambia l’inerzia della partita, nonostante ci provi) Cangiano 5,5: ce la mette tutta ma il voto è di stima altrimenti sarebbe insufficiente. Da uno come Sasà Cangiano ci si aspetta di più. Francamente il fallo che matura l’ammonizione è una precisa immagine di come abbia perso spesso i duelli in mezzo al campo. Ripetiamo: voto di stima. Juarez: viene subito ammonito con il ruvido Galasso, e appena dopo meriterebbe il rigore. Ma un colpo di testa in tutta la partita a parte una mezza girata respinta sul nascere nel primo tempo non sono certamente dal German Juarez apprezzatissimo da due stagioni ai giorni nostri. Mediocre partita. Saporetti 6-: vale il discorso di Cangiano. Da uno come lui ci si aspettano cose più palpabili. Buona la volontà, poca la verticalità che dà alla squadra (53’ Tacon 5: corre ma come fossimo in una “campestre”. Spettatore non pagante. Giocatore sopravvalutato, e non da oggi). Gallaccio 6: si sbatte e segna al 26’ avendo la grande intuizione di doppiare sul secondo palo il movimento di Juarez sul primo. Continua a combattere ma alla distanza finisce la benzina (63’ Ranalli 5-: chi era, il fratello gemello? Quello tolto all’atletica?! Non riesce più di una, forse due volte, ad andare sul fondo saltando l’avversario. E’ stato imbarazzante, E NON IL SOLO). All. Claudio Solimina 6. Quando arrivi a una finale così combattuta ci può stare, di venire sconfitti da un’avversaria capace di mettere sul piatto della partita maggiore intensità. La squadra non ha mostrato nerbo, e attributi, e verticalità. Superata, è vero, dagli episodi, è una compagine, in occasione della finale, priva di inerzia. Solimina prova a darle un modulo con il mediano davanti ai quattro difensori, partendo con Gallaccio in mezzo, o meglio, sull’esterno, e il solo, isolato Juarez, davanti. Vero che il sudamericano faccia reparto, sovente, da solo, ma ben presto si è capito che non fosse giornata. Spedisce dentro Tacon e Ranalli, due fantasmi oltre a Maiorani. Ma la rinuncia a Carrozza la paga palesemente. E’ stato in partita per 67 minuti, battuto dagli evidenti limiti del reparto arretrato e dalla giornataccia degli uomini-chiave. Che non si possono regalare, a una squadra della sostanza del Marino. Sufficiente. Arbitro: Luigi Ricci della sezione di Tivoli (7). Assistenti Arbitrali: Sigg. Antonio Santoro della sezione di Roma 1 (7) e Migliaccio della sezione di Roma 2 (8). Il giudizio analitico sul direttore di gara è al momento sospeso relativamente ai due episodi da rigore. Dalla foto fatta dal nostro ottimo Fulvio Ventura sembrerebbe che il contatto ci sia stato. Vorremmo, per rispetto da dare a lettori, tifosi del Palestrina e, sia chiaro, allo stesso arbitro, confinare il giudizio fino alla telecronaca di Max Martino e Mario Lenzini, in onda questa sera alle 21 su Rete Oro 5, e domenica, su Rete Oro 1 (canale base), dalle 20 in poi. Il secondo rigore c’è, palesemente, perché Esposito rovina sul piede d’appoggio di Angelilli senza sfruttare il ritorno e il raddoppio di marcatura di un compagno. Ricci fa bene ad ammonire Gabriele Marini in occasione del primo penalty perché la palla viaggia verso l’esterno anzi il fondo campo, obliquamente. Errore veniale uno in tutta la gara, quando, nel primo tempo, non ha dato una punizione dai 23 metri a Cangiano, per una zuccata. Ma nell’arco di una gara ci può stare. Sul primo rigore aspettiamo. Di certo è piaciuta a parecchi, in tribuna, la sua prestazione. VOTO A SOCIETA’ E TIFOSI: 10. Uno spot per colori, immagine, attaccamento alla propria squadra, progetto societario sia di Augusto Cristofari e Francesco Anconitano che di Antonio Esposito. Da questa stagione parecchio si potrà fare, sul piano della diffusione del “giocattolo”. Uno spettacolo. Non sono dei rari cafoni, a rovinare una giornata in cui tutto è andato liscio, non solo per il fatto che si giocasse a Casal del Marmo, dove piove anche quando….c’è il sole, per la chiara presenza in massa di guardie. Vorremmo, infine, spendere delle parole di apprezzamento per la macchina federale e per il settore arbitrale. Nel primo caso perchè tutto è andato alla grande, e non si poteva pensare che l'acqua incidesse su quel tipo di campo, a meno uno non abbia la palla di vetro. E' stata ben divisa una tifoseria dall'altra, con tanto di ottima ospitalità da parte dell'Astrea; è stato fatto un buon lavoro anche per la gran mole di presenza dei mezzi di informazione; e crediamo di dover evidenziare il lavoro che viene fatto nel calcio a 11 nella speranza che un giorno, oggi lontano, venga fatto altrettanto nel calcio a cinque. Lavorandoci insieme, si potrà ottenere una cosa del genere, con le specifiche qualifiche. I meriti vanno al Comitato Regionale, che si è presentato in massa, dal presidente Zarelli al consigliere esperto Calzolari, a tutti gli altri consiglieri, e al gruppo di organizzazione gare guidato da gente esperta di tutte le età, in testa quelli arrivati all'alba, da Angelo Di Benedetto a Mario Gigantini. Vero è, infatti, che gli arbitri, alle 8.45 fossero già a controllare la porta a destra della tribuna. E a proposito, il settore arbitri era rappresentato non solo dai dirigenti delle singole sezioni, ma da fischietti e assistenti provenienti da ogni latitudine laziale, e dalle diverse categorie, ovvero dalla Lega Pro 1 e 2 fino a quelli impegnati in D e nel Ruolo Scambi. Una vicinanza bella, positiva, da raccontare. Massimiliano Cannalire