stampa | chiudi

TOR DI QUINTO-TOR TRE TESTE 1-0: SESTA FINALE, PER PAOLO TESTA, IN 6 ANNI!


articolo del 8/5/2011

TOR DI QUINTO-TOR TRE TESTE 1-0


Kanouté, la zampata


Tor di Quinto (1-3-4-2; 1-3-2-4) : De Simone 7,5, Ulisse 7,5, Proietti 6,5, Silvestro 6,5 (79' Farneti s.v.), Marcelli 7,5, Carlucci 8, Berillo 5,5 (64' Parroni 6,5), Commini 8, Pischedda 5 (90' Civita s.v.), Marioni 5 (90' Civita), Kanouté 7,5.
A disp. Testiccioli, Pioppi, Trinca.
All. Paolo Testa 9.
N. Tor Tre Teste (4-4-2) : Colangeli 6, Sbardella 7,5, Filippi 6,5, Pucci 6,5 (88' Pizzuti s.v.), Ristori 5,5, Roselli 4,5, Sciamanna 4,5 (61' Cusani s.v.), Crescenzo 7, Alemanno 4,5 (46' Ammassari 5,5), Bozzoni 6,5, Sganga 5. A disp. Nasti, Covetti, Fumelli, Ricci. All. Giuseppe Selvaggio 8.

Arbitro: Achille Simiele di Albano Laziale (8). Assistenti: Sigg. Daniele Colizzi (7) e Pietro Guglielmi (7,5) di Albano Laziale.

Rete: 74' Kanouté.

Note: ammoniti Marcelli, Civita (TdQ), Roselli (T.T.T.). 1000 spettatori, ingresso libero. Giornata di sole con temperatura estiva.

Dal nostro inviato al "Vittorio Testa"

Nella maniera più difficile, più illogica, lontana dal gioco corale, il Tor di Quinto ce l'ha fatta, a prendere la chiave che schiude il casello della finale, ad attraversare, ancora una volta, il fiume Tevere, a provare a scrivere un'altra pagina di storia calcistica laziale e, chissà mai?!, nazionale. In mezzo un Futbol cresciuto, maturato, e davanti, appena superata, una bella Tor Tre Teste, almeno per il primo tempo e per un quarto d'ora del secondo. Il Tor di Quinto ha rimesso a posto quel golletto subito al 93' in gara-1, dopo averne visto uno annullato a Kanouté, che ci teneva, al primo anno alla corte teverina, a mettere la firma sul cammino che porta almeno alla finalissima di martedì.
Una finale tra due realtà l'una distante dall'altra cento metri, non di più, e questo condisce ulteriormente le tappe di avvicinamento alla conquista della coccarda regionale. Ma il Tor di Quinto di oggi ha impiegato della sana e ammirevole generosità, il cuore, e, ancora una volta, ha vinto grazie a una signora condizione fisica. Fattore, questo, capace di scavare la differenza, fondamentale, per superare un avversario che ha lasciato parecchi rimpianti, al "Vittorio Testa". La squadra di Pino Selvaggio, poi, ci ha messo del suo, sbagliando il set point che era travestito anche da match-ball. Ci ripenseranno parecchio, Ammassari e Cusani. E pensare che la squadra prenestina aveva giocato un gran primo tempo, sul piano
del collegamento tra il reparto mediano e quello difensivo: corta, pratica nelle retrovie, essenziale in mezzo, magari un po' latente, davanti.
Questa è stata la chiave di una positiva e propositiva Tor Tre Teste, mentre Berillo e compagni ce la mettevano tutta, per sfondare sulle corsie laterali, Marioni a sinistra e il numero 7 a destra, con Kanouté che provava ad aiutare il primo dei due. Il Tor di Quinto le sue brave difficoltà le ha patite fin dalle prime battute, nella tessitura del gioco, cambiando pelle nella seconda parte quando da due le punte diventavano tre, poi quattro, per ottenere quel gol capace di raggiungere quello preso mercoledì a via Candiani. E tanto bastava per passare il turno. Non era la solita orchestra, oggi, quella di Paolo Testa, con Berillo che per fare due cross degni di questo numero si metteva a testa bassa, pur plausibile, un'infinità di volte. E d'improvviso la squadra campione d'Italia si é messa a giocare puntando sulle individualità, cosa difficilmente vista, in tutti questi anni. E' stata presa per mano da un ammirevole Commini che, a un certo punto, in tutti questi giorni, si deve essere guardato intorno, non trovando Ciavarro, e ha dovuto fare tutto da sé, interdizione e ripartenze. E nella stragrande maggioranza dei palloni giocati la squadra, dal 20' del secondo tempo in poi, gli ha dato retta, assecondando la sua voglia matta di provare a scrivere un numero per assurdo consecutivo: tre, come i titoli che potrebbero essere.
Nel primo periodo le due squadre hanno giocato a viso aperto, ribaltando una alla volta il fronte, senza stare piegati sulle ginocchia a difendere, ad aspettare, ma con la Nuova Tor Tre Teste che mancherà di rifinitura, nella prima mezz'ora, e nelle conclusioni ravvicinate, nel quarto d'ora che precede l'intervallo. Due le situazioni arrivate nei pressi di Davide De Simone, sciupate da Sciamanna e compagni; dall'altra parte al centro c'è troppo traffico, troppa sostanza, e allora i tentativi proseguono sui lati.
Le poche occasioni del primo tempo sono tutte qui: al 23' Bozzoni si libera di Ulisse, partendo da sinistra, si accentra evitando Marcelli. Il tiro di interno destro a girare vede il pallone uscire di venti, massimo trenta centimetri, rispetto al palo sinistro dei padroni di casa, quasi all'altezza del "sette". Brividi, e forti, per il pubblico di Tor di Quinto, del Tor di Quinto. Al 26' Silvestro dalla corsia di sinistra, con il piede destro, dai quaranta metri, mette una signora punizione nell'area di rigore; Pischedda si produce in un bello stacco di testa, con la palla che trova la stessa sorte del precedente tentativo avversario.
Al 41' Bozzoni suggerisce un bel traversone dalla sinistra con Crescenzo che, di esterno destro, manda la palla abbondantemente alta, da posizione favorevole, interna all'area degli amaranto-blu di casa. Si dà da fare uno Sbardella in grande evidenza, con Marioni che non copre più, nel quarto d'ora finale, e il numero 2, libero da marcature e controlli, che anzi dovrebbe operare lui sul 10 altrui. E' lui a incentivare uno Sciamanna che sembra un pesce fuor d'acqua. Al 43' Sciamanna si desta partendo dai cinquanta metri, arriva al limite dell'area di rigore, smista sulla destra per Sbardella che, bravo davvero, va sul fondo, salta un avversario, ne evita un secondo, mette la palla appena fuori dall'area piccola, per Sciamanna, che "ciabatta" il tiro. E il pallone arriva debolmente tra le braccia di De Simone. Al riposo è 0-0.
Nel secondo tempo poche le conclusioni degne di nota: tanto gioco in mezzo al campo e pochi tiri. Tra questi al 4' Pucci manda di poco la fuori e sul versante opposto Commini di testa manda la palla al centro della porta: nessun problema per Colangeli. Marioni ci prova dai diciotto metri ma l'interno destro rasoterra vede il numero uno predestino accartocciarsi per parare senza alcun patema.
Al 24' e al 27' i due episodi chiave. Marcelli sbaglia l'unico anticipo di giornata per chiudere con troppa fretta, a quarantacinque metri dalla sua porta. Scappa via, il subentrato Cusani, davvero ispirato, e fugge verso l'area di rigore. Quando entra sulla destra dei sedici metri si vede tornare Marcelli e il giovane libero (classe '94) Carlucci va istintivamente al raddoppio; arriva al centro dell'area Ammassati, che prova a eludere il portiere. Ma De Simone è un falco, nell'uscire all'altezza del dischetto di rigore, prende il tempo al 17 ospite, e gli sporca il pallone, deviandolo.
Ma la saracinesca non afferra il pallone, e chiude alla grande Carlucci, da consumato giocatore, lui che è il più giovane, in campo! Tanto basta per permettere un secondo recupero a De Simone, sui piedi di Cusani. La seconda situazione d'attacco che risulterà decisiva é il pallone che, grintoso, Ulisse consegnerà a Commini. Il coraggioso numero 8, da diversi minuti, prende per mano la squadra, da grande campione quale ha dimostrato d'essere, al di là dei due scudetti vinti in categoria.
E' lui che reca la sfera, preziosa, a Kanouté, ai quaranta metri; il senegalese finta il tiro, evita due avversari, si crea lo spazio, e lascia partire una cosa a metà tra una conclusione con la punta e con l'esterno del piede destro. E' battuto, sul tempo di reazione, questa volta, Colangeli, e l'esultanza é di quelle che fanno partire gente dalla panchina di casa, per raggiungere i giocatori titolari all'altezza della bandierina d'angolo. E' il gol che non verrà più preso, che significa l'accesso alla finale. Il resto dei minuti vedrà il forcing della Nuova Tor Tre Teste, arginato con ordine, efficacia e determinazione dai ragazzi di Paolo Testa. Dopo un quarto d'ora dalla segnatura e quattro minuti di recupero arriva il certificato che sentenzia una impressionante statistica: sarà la sesta finale di fila, per il Tor di Quinto. E troverà il Futbol Club, sua vicina di casa, sua avversaria un anno fa, nei due, rumorosi, penultimi atti.
Ha diretto il signor Simiele, che aveva, da bravo arbitro di Eccellenza, forse il primo in assoluto, quest'anno, che aveva tutto da perdere, da una partita juniores. Ha sbagliato, nel primo tempo, a non fischiare un'evidente punizione in favore di Berillo, sulla destra, con tanto di ammonizione. E qui ha sbagliato anche il suo primo assistente, Colizzi, che era vicinissimo all'infrazione. Poi il primo ufficiale non ha espulso un Roselli troppo nervoso, nel finale, quando va muso a muso con un avversario, vanificando una positiva prestazione per discutere. Di rilevante solo questo, e forse solo questo, per un arbitro che ha lasciato giocare quando doveva, e che ha sbagliato, nel tentativo di rimonta locale, a non applicare la norma del vantaggio all'altezza del 25' del secondo tempo. Piccole cose, nella sostanza, per un arbitro destinato a fare molta strada, così come é avvenuto, negli anni, ai vari Valeri, Ciampi, Doveri, Tozzi, Palazzino. Partiti dalla nostra regione sono giunti ai massimi livelli.
Tra le doti mostrate oggi dalla versione juniores di Simiele ha dialogato coi giocatori, ha scansato insane tentazioni quando un paio di volte un giocatore ospite e in un'altra un giocatore di casa, avevano provato a emulare Klaus Di Biasi o...Tania Cagnotto. Non ci sono state recriminazioni interne alle aeree di rigore, e tranne all'inizio é stato sempre vicino alle operazioni di gioco. Bene gli assistenti sui fuorigioco.
Un solo dubbio per il primo assistente, su Kanouté, nel primo tempo. Ma per i tanti off-side segnalati, sono andati molto bene.

Massimiliano Cannalire

stampa | chiudi