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L'ALBALONGA L'ALTRO IERI, IERI. E DOMANI...


articolo del 15/7/2011

L'ALBALONGA

L'ALTRO IERI,

IERI. E DOMANI...

Spunti, blasone, fasti da rinverdire,

idee personali: tutto in vista di questo

week-end che si presenta, non solo

ad Albano, con alcuni grandi nomi.

Da Juarez che firma appena torna

(lunedì?) a Carrozza, da Panella

all'ex portiere del Miglianico

 

L'Albalonga è un cantiere, come tante squadre di questi tempi, in continua evoluzione. Ci sono due sostanziali differenze, anzi tre, se volessimo fare i paragoni con le altre piazze romane più che laziali, nel settore giovanile. Andiamo con ordine: mezzo Palestrina si è trasferito ad Albano, a cominciare dal valevole mediano Carrozza, che ha quantità, d'accordo, ma anche qualità. Forse il centrocampista che faceva gola al mondo dei professionisti è rimasto l'unico cruccio, a Palestrina, nei pensieri di Solimina, relativamente alla finale di Coppa Italia persa dal Marino, ma il tutto in una stagione fatta di perle e soddisfazioni, per gli arancio-verdi. E' un gran giocatore. Stesso discorso sul piano della valutazione per il maturando Ruggero Panella, che bene ha fatto ad Artena e meglio nell'Anziolavinio finalista d'Eccellenza nel 2009-2010, con cui è salito in D dopo i play-off di Mosciano. Giocatore di grande duttilità il quale, di fianco a Carrozza, potreste sdoganare dalla pressione di operare da portatore d'acqua anche un altro atleta che giunge da Palestrina, Fabiano Ferri De Oliveira, autore di buoni due mesi, quelli finali, dopo due stagioni, compresa quella di Zagarolo, a intermittenza sul piano atletico. Se muscoli e motore lavorano a pieni giri può dare il salto di qualità a questa realtà. Dalla via Pedemontana e dai Monti Prenestini giungono anche il difensore Marini, e, soprattutto, è sul punto di firmare - crediamo lunedì - German Juarez, come avevamo anticipato diversi giorni fa, reduce dal viaggio di nozze e appena rientrato, qualche giorno fa, in Argentina. Tra tre giorni dovrebbe arrivare a Fiumicino per firmare, parrebbe. E' più d'una tentazione, a questo punto, perché c'è una parola tra il vertice societario e il giocatore.

La coppia d'attacco che si profila è di grandi possibilità fisiche, perché con Juarez c'è Bez, attaccante veneto conosciuto nel Lazio per il suo arrivo al Fidene nell'aurea stagione, due or sono, del 2009-2010, quella della prima conquista della squadra romana salaria dell'Eccellenza e della sua assoluta promozione nella vecchia Quarta Serie. Non è uno che abbia segnato in quantità industriale, anzi, però propone centimetri, peso, sponde e combattività all'attacco.

L'Albalonga ha detto no a Hernan Molinari, che pure 75 reti le ha segnate, negli ultimi 4 anni, elemento che resta nella sua terra in attesa di chiamate dal procuatore, Ciprianetti. La differenza poteva essere minima, tra richiesta societaria e possibile risposta del calciatore. E se ne dovrebbe andare anche Cimini perché arriva all'Albalonga il portiere del '92 che ha giocato a Miglianico, in Abruzzo, in Serie D, per avere un portiere in età di lega.

Dell'Albalonga passata sono dunque rimasti Ferri e Trinca, due buonissimi giocatori, che possono garantire quella determinazione e quel mettersi al servizio del gioco collettivo troppo altalentante, nell'ultimo torneo, per poter ambire a qualcosa di sostanzioso.

E tutto ciò riguarda il campo.

Seconda considerazione: con e/o senza Camerini+Michele Punzi.

Differenze rispetto al passato saranno, pertanto, le seguenti: non ci sarà, ufficialmente, Bruno Camerini, che si è detto profondamente deluso dal settore arbitrale, ma uno della sua esperienza sa che non solo quelle, sono state le cause di un piazzamento così modesto, perché Molinari, in fondo, i suoi gol li ha segnati. 17 punti dal primo posto, una difesa del (basso) livello come quella della Fontenuovese, e, pur volendo accettare due mine vaganti al posto della solita una, a rompere le uova nel paniere, quest'anno Pisoniano e Rieti, ci sono stati ben 14 punti dal secondo piazzamento. Di cosa altro vorremmo parlare, se non di calcio? Senza poi scomodare 9 sconfitte e 7 pareggi, pochissima roba, di fronte alle 18 vittorie!

Anche se, tornando al futuro immediato, l'istinto di radiocronista venticinquennale suggerisce allo scrivente che Bruno sarà il primo tifoso a esultare quando la palla entrerà, e quindi, umanamente parlando, non crediamo che - se l'obiettivo è l'abbassamento dello stress e delle incazzature "da settore arbitrale" - otterrà maggiore tranquillità, mettendosi in fondo alla tribuna anziché comodamente al centro delle gradinate del "Pio XII". Abbiamo il dovere di credere che Camerini non faccia più il presidente, ma pensiamo pure che oltre 25 primavere da leader e con i meriti raccolti sul campo e in giro per il Lazio, non si sposino con il lasciar tutto così, all'improvviso.

Sul piano istituzionale l'errore che vorremmo evidenziare è - ma non vale solo per Bruno Camerini che in televisione ha avuto i coglioni di dire cose che altri hanno paura solo di pensare, sia sul calcio giocato che sulle gestioni (...) - quello di non aver mai preso la parola su specifiche storture del sistema regionale o nazionale e aver detto, IN QUELLA SEDE, le cose poi argomentate a microfoni spenti e accesi. Di sicuro lui è a posto, per tutto il resto, con sé stesso come quasi tutti gli altri presidenti non possono essere, visto che la diplomazia e il timore accompagnano certi calcoli, nei rapporti con il palazzo...

Veniamo, per chiudere l'analisi di questa seconda frazione del reportage, a un errore di base, che poi ha portato ad altri, di valutazione.

- Michele Punzi ha sbagliato a portarsi il figliolo ad Albano Laziale perché quando ci sono rapporti di parentela succede che poi le critiche, in caso di toppa, te le vai a capare.

- L'Albalonga, fosse stata qualsiasi altra società, ha sbagliato nel non intervenire quando i risultati sono stati quelli di un colabrodo, e questa è una realtà purtroppo per gli stimati tifosi castellani, incontrovertibile. Ma soprattutto ha sbagliato a costruire un'asse basata su babbo e figlio perché non sempre si garantisce una serena valutazione da parte dei diretti interessati, quando mancano i frutti sperati. Cosam, questa, poi sfociata nelle loro infelici ed erronee deduzioni, esagerate è dir poco, offensive e dai rilievi penali mi sembrerebbe equo, prima dello spareggio Sora-Lupa Frascati.

Perché non si può parlare di calcio, in questa regione? Nessuno, dalle nostre parti (e per nostre intendiamo radio e sito....) punta il dito contro qualcuno, oltre un giudizio di tipo sportivo, a maggior ragione perchè le valutazioni di chi scrive andavano bene a Guidonia, quando elogiavamo il buon lavoro proseguito da Michele alla corte di Giuseppe "Tremonti" Bernardini, e di Francesco nelle (se non sbagliamo, n.d.r.) sette vittorie di fila ottenute a Palestrina l'anno prima, con una barca presa a mare in tempesta e in corso d'opera. E adesso non siamo andati bene nel dire ciò che quasi una regione sostiene? Troppo comodo.

Terzo motivo: il blasone costruito dall'Albalonga dal 1999 a oggi.

Sette titoli in dodici anni hanno preso la strada del fiume Tevere, sponda Tor di Quinto; due volte all'Almas, una ciascuna sono finiti a San Lorenzo (2005) e Tor Tre Teste (2008) e, in entrambi i casi, per fortuiti episodi, oltre alla caparbietà di tecnici avversari della Juventus delle giovanili laziali. L'unica società di fuori Roma nelle ultime dodici stagioni sportive a contrastare la leadership assoluta di Roma, nella juniores, è stata l'Albalonga, nel 2001, dopo che la sua prima squadra, 6 gennaio 1999, aveva perso la finale regionale di Coppa d'Eccellenza, al 90', al Tre Fontane, dalla Castrense, doppietta di Bechini. L'allenatore era Roberto Vichi, che poi avrebbe sposato, e per diversi anni, e con Di Carlo che ha guidato i castellani al citato titolo juniores, il progetto di Bruno Camerini e soci. Che nel 2001 hanno anche festeggiato il ritorno in D con Claudio Fazzini allenatore. Ecco i tanti motivi del blasone che si è costruita attorno, la società di Albano Laziale, chiamata, oggi più che mai, a rinverdire quei fasti, nella stagione in cui, quella prossima, si confronterà, in quattro campionati su cinque, con i tornei d'élite nel settore giovanile. Anche per questo la prima squadra non si può permettere di nascondere le ambizioni messe di fianco ai nomi che vi abbiamo elencato nello spazio riservato ai giocatori.

Conclusioni personali

Non è certo per le specificate deduzioni dell'ex direttore sportivo Michele Punzi e di suo figlio Francesco che si spostano, né deve essere così per nessuno, le valutazioni di ciò che avviene in campo, alla domenica, al mercoledì e negli altri giorni di preparazione e lavoro infrasettimanale. Come tutti gli altri partecipanti a questo gioco, pur impegnato, pur capace di far investire ad alcune società numeri importanti, i due, su strade diverse, hanno e avranno diritto a essere valutati nel merito, non per deduzioni o vicende di tipo personale. E anche dovessero un giorno tornare insieme andrà prodotto lo stesso ragionamento. Con la speranza che, in questo specifico caso, non si resti a corto di memoria o con delle esternazioni a orologeria. Saremmo, anzi, sarebbero parecchio avanti.

Massimiliano Cannalire

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