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DIMISSIONI DEI CONTI DALLA VIGOR PERCONTI!


articolo del 29/7/2011

Dimissioni dei

Conti dalla

Vigor Perconti

Il caso-Santoro deflagra e divide le parti

della vicenda. Il presidente tace,

forse fino a martedì!

 

Un venerdì sera qualsiasi, apparentemente. Ma non è così, in questo luglio che per fortuna ci ha imposto una calura africana solo in due veri giorni. La brezza è di quelle piacevoli, apprezzabile, come la solea definire uno dei più grandi poeti del racconto sportivo, Sandro Ciotti. Arriva una telefonata, che segue a quanto, in una cena di amici, solo ieri sera, si ipotizzava, tra sano realismo e un pizzico di malizia: i Conti non tornano, anzi non fanno più parte della Vigor Perconti. Caro è costato, alla società, il caso Santoro, e caro lo pagano quelli poi chiamati a risponderne, oltre a qualche dissidio minore.

Se ne vanno Angelo e il figliolo, i due direttori sportivi che hanno fatto, a inizio secolo, a inizio del decennio passato, le fortune della Società Sportiva Romulea, con un paio di perle costruite tra Fabio Giallatini e Andrea Stramaccioni.

Non è una notizia qualsiasi, alle 20.45 del quinto giorno del Signore: è LA NOTIZIA. Per diversi motivi: perché i Conti hanno portato la loro astuzia, la loro esperienza, la loro non ristretta conoscenza a disposizione di una società che da tre stagioni fa parlare bene non solo di un impianto sportivo meraviglioso, dopo tanto itinerare, ma anche di risultati costruiti dai vecchi dirigenti, su tutti la roccia Naselli in segreteria - storica figura della bella Spes Montesacro mai dimenticata, n.d.r. - e Vito Trobbiani sempre fedelmente di fianco a Maurizio Perconti, e nuovi esponenti, i Conti e il loro staff. Di contro diverse sono state le antipatie che hanno calamitato i due intorno alla Vigor ma, si dice, di solito, che quelli poco simpatici siano pure temibili, se non bravi. E la creatura della famiglia percontiana con loro ha fatto un salto di qualità e dato una marcia che ha permesso di sostituire, nell'immaginario collettivo, un po' della Romulea persa nei problemi con il campo, un po' quei successi mancati, di poco, dalla caparbia Urbetevere dell'ultimo lustro. Al punto da arrivare, due volte, a contendere il titolo juniores (!!) al Tor di Quinto andando benissimo nella seconda finale, poi sospesa per infortunio all'arbitro a Marino, e poi persa ancora a Ostia, dopo la prima giocata al Salaria Sport Village. Ma è arrivato il primo titolo di quella società un tempo itinerante dal Quarticciolo al "Candiani", con i Giovanissimi, senza disattendere qualche soddisfazione di giocare le finali dopo il girone della stagione regolare, negli Allievi.

Quel titolo giovanissimi, però, nascondeva un'insidia che ci permettemmo, all'epoca, di sollevare, e su cui anche gli esperti dirigenti della corte del buon Maurizio dissero, a torto, che fosse una cosa sterile. Non è stato così, e questa volta il sisma non era nemmeno di piccole dimensioni. Quella situazione era talmente irregolare che nell'ambiente in tanti si stanno chiedendo come mai la Federazione da una parte, e l'ingenua e molto distratta Urbetevere, non abbiano proseguito sul sentiero di ciò che poi la giustizia sportiva avrebbe sentenziato. Ossia: se è vero che in diversi hanno sbagliato (o hanno voluto sbagliare...) su un tesseramento, pur a presidente societario sereno e tranquillo di essere tutelato da professionisti, la storia di questo titolo ci racconta che andava gestita diversamente. E sul versante dell'altra finalista, ci pare singolare che un uomo dell'appartenenza al calcio quale è Alberto-Eustachio Raponi, eminenza grigia del calcio da un trentennio, con la sua società, non si siano risentiti insorgendo. Fosse stato qualche altro club, forse, la questione andava differentemente.

Siamo a oggi pomeriggio: i Conti non faranno più parte della Vigor, dicono bene informate voci di corridoio: si sono dimessi, con il loro staff, compreso l'ex storico segretario di casa Romulea, Gildo, e i relativi collaboratori che tre stagioni fa passarono da via Farsalo a via Collatina e dintorni.

Di sicuro questa vicenda, a strade separate, una cosa la maturerà, per forza di cose. Servirà d'esperienza.

Massimiliano Cannalire

(hanno collaborato Stefano Stocchi,

Andrea Burla)

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