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Intervista esclusiva a Xavier Jacobelli
articolo del 31/1/2013   condividi l'articolo su Facebook


Xavier Jacobelli è uno di quei giornalisti che non ha certo bisogno di presentazioni, ma vale la pena ricordarne lo spessore. Attuale direttore editoriale di calciomercato.com, il sito più seguito in Italia nel settore, nella sua carriera è stato direttore del Corriere dello Sport Stadio, Tuttosport, Il Giorno, QS e di Quotidiano.net, dove è tuttora editorialista. Con il direttore parliamo di diritti tv, delle difficoltà del calcio e dello sport italiano che sembrano non finire mai e dei tanti errori della classe dirigenziale. E poi il web, la radio e tanto altro.

La mancata elezione di Andrea Abodi rappresenta un’occasione persa per un rinnovamento all’interno della Lega Calcio?

“Assolutamente si, Abodi ha lavorato benissimo, è una persona con delle idee chiare, come d’altronde il suo competitor Ezio Maria Simonelli, ma ancora una volta incredibilmente ha prevalso l’immobilismo di un sistema che da anni non riesce a risolvere gravi questioni. Mi riferisco ad esempio al problema stadi, al calcio scommesse, alla giustizia sportiva. In quest’occasione ha vinto l’asse  Milan – Lazio formato da Galliani e Lotito a scapito di Inter, Juventus, Roma e Fiorentina”.

In tema di diritti tv, quali scenari si profilano in Italia per il calcio?

“I presidenti dei club devono fare una preghiera quotidiana affinchè magnati come Murdoch non si stanchino di investire, perchè altrimenti arriveranno tempi ancora peggiori. I nostri stadi sono fatiscenti, la disorganizzazione è totale. Un esempio è la semifinale di coppa Italia tra Inter e Roma spostata al 17 aprile, tre mesi dopo la gara d’andata. Il sistema calcio in Italia negli anni ha commesso degli errori fatali. Stiamo rimanendo indietro rispetto alla maggior parte delle altre nazioni europee. Basti vedere la crescita costante del calcio tedesco e il mio riferimento è legato al ticketing. In Germania si punta moltissimo agli introiti che derivano dalla campagna abbonamenti, qui in Italia ormai si pensa solo a ricevere soldi dalle tv. E non è un caso che un allenatore vincente come Pep Guardiola abbia preferito andare in Bundesliga piuttosto che scegliere una destinazione italiana”.

E’ vero, secondo lei, che gli imprenditori stranieri e in particolare gli sceicchi, non investono in Italia per lo scarso appeal degli stadi?

“Verissimo. E sono spaventati dalla burocrazia che c’è qui. E di conseguenza hanno paura di investire e spendere in un qualcosa che non si sa dove può portare. Ripeto, esiste un problema impianti e strutture molto grave e al momento soltanto la Juventus può contare su uno stadio di proprietà”.

Nel calcio professionistico si necessita della riduzione del numero dei club, in altri sport come basket e volley accade che alcune società falliscano addirittura durante la stagione in corso, come la pallavolo Modena femminile. Quale può essere la ricetta vincente per salvare i club?

“La crisi ha colpito un pò tutti i settori e nello sport si sta facendo sentire in maniera massiccia. I costi di gestione sono elevati e negli anni, in discipline come il volley e la pallavolo degli sponsor storici legati ad alcune città sono stati costretti ad allontanarsi e di conseguenza molti club sono entrati in difficoltà. La ricetta è sempre la più semplice, bisogna necessariamente attingere dai settori giovanili, saper curare nel migliore dei modi i vivai può diventare determinante per la sopravvivenza delle società, che magari non hanno la risonanza mediatica come nel calcio”.

Tra tv e radio, ci sono programmi sportivi che le piacciono particolarmente?

“In tv mi piace molto Sfide, per il modo di saper raccontare le emozioni nello sport e spero torni presto. Non amo le telerisse e quelle trasmissioni dove il giornalista è ad angolo retto. In radio trovavo molto interessante A tempo di sport di Radio 24 e poi la trasmissione sportiva di Radio Radio dove collaboro e che da un pò di anni è anche visibile sul canale 518 di Sky. Trovo geniale l’idea che diversi anni fa ebbe Ilario Di Giovanbattista“.

Il web domina sempre di più, specie tra i giovani. Quali differenze trova nella direzione di una testata online rispetto a una della carta stampata?

“Le differenze sono totali. Io ho assunto la direzione di Quotidiano.net nel 2006 e le assicuro che in sei anni il panorama è decisamente cambiato. Il web ormai è un mezzo straordinario con un impatto incredibile. Pensiamo oggi alla possibilità degli utenti di connettersi con gli smartphone e di poter condividere in qualsiasi momento migliaia di informazioni e poter interagire ed essere protagonisti attivi. Calciomercato.com è a oggi il primo sito in Italia in questo settore e raggiunge i 530.000 visitatori unici al giorno. La sfida che ha lanciato il mondo del web è legata a tre aspetti: la tempestività, la credibilità e l’autorevolezza”.

Che idea si è fatto della reazione di Antonio Conte e dei suoi giocatori?

“Hanno sicuramente sbagliato nella forma ed è giusto che siano stati sanzionati e paghino. C’è però un ma, la direzione di Guida è stata un disastro, con un rigore negato al Genoa e due alla Juventus. Questo riporta alla mediocrità tecnica degli arbitri italiani. Un direttore di gara che sbaglia in questo modo va messo a riposo e fermato per diverse giornate. Nicchi e i suoi collaboratori continuano a dire che va tutto bene, che la classe arbitrale è in crescita, ma non è così. La colpa principale arriva da lontano, ovviamente dalla Fifa che resta contraria alla tecnologia. E così facendo la situazione non migliorerà di certo. Hanno messo i giudici di porta che non servono a nulla ma solo a creare confusione. Blatter e Platini continuano ad ignorare le soluzioni che invece sarebbero vincenti”.

E’ giusto processare Zeman dopo pochi mesi o è la società Roma che deve mettersi in discussione?

“Ritengo incredibili le parole di Sabatini. Ha delegittimato e picconato l’allenatore. Non mi sembra il caso di giudicare adesso un allenatore che comunque si sta giocando la possibilità di andare in finale di coppa Italia e in campionato sta lottando per entrare in Europa e mancano ancora tante giornate. A inizio stagione la società non ha certo chiesto a Zeman di vincere lo scudetto, ma di valorizzare i giovani talenti ed è quello che il tecnico boemo sta facendo. Si, ci sono gli sbalzi di rendimento, ma questo è normale. Credo che in questi casi l’allenatore vada giudicato a fine stagione e non mi sembra che le alternative di cui si parla in questo giorno siano così allettanti.  La situazione che si è creata è  kafkiana e masochistica. Quel che serve è la giusta tranquillità per poter lavorare con serenità”.

Lei ha vissuto come direttore tante esperienze importanti, a quale si sente più legato?

“Sono alla mia sesta direzione e devo dire che ricordo tutto con grande affetto. Ho avuto la fortuna di fare il mestiere che mi è sempre piaciuto. E nel mio percorso ho trovato dei compagni di lavoro eccellenti. Qui a calciomercato.com c’è grande entusiasmo e abbiamo una squadra eccezionale fatta di ragazze e ragazzi che danno costantemente il massimo. I giovani sono una risorsa fondamentale, certo il mercato editoriale non attraversa un grande momento, ma bisogna restare fiduciosi”.


Antonio Tortolano

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