ANTONIO DI BISCEGLIA, CALCIO E SENTIMENTI
Un intervento radiofonico da "Libro Cuore",
quello del dirigente romano, il 1° Maggio
Un profondo intervento, per umanità e contenuti. E' sembrato di rivedere quell'Antonio Di Bisceglia sensibile della finale di Asciano, quando da una posizione nascosta, discreta, soffriva e gioiva, di lato al campo sul quale i ragazzi di Federico Coppitelli stavano firmando uno dei tre scudetti conquistati dal club prenestino. Sulla partita Tor Tre Teste-Tor di Quinto, finita 1-1, con la qualificazione dei suoi ragazzi, dice, a Radioincontro: "Sinceramente sono arrivato dopo al campo, ma ero in contatto con i miei dirigenti. Che mi hanno detto di una partita molto equilibrata, bella, tesa, combattuta, e giocata con ben quattro ragazzi del 1996. Abbiamo perso subito Santilli, il difensore centrale, quindi qualche timore l'abbiamo avuto.
Tor Tre Teste-Tor di Quinto è diventata una classica, è stata due volte la finale, nel Lazio, nel 2007, vittoria teverina, l'anno dopo, successo in regione e primo scudetto assoluto, per la società di via Giuseppe Candiani. Parlando del Tor di Quinto, dice: "Hanno perso un grande condottiero, sotto ogni punto di vista. Paolo era Paolo, sia a livello di qualità umana che tecnica. Auguro loro di riuscire a ricostruire una juniores di quel livello, perché loro sono abituati, Massimo e Giampiero, alla grande qualità".
Una valutazione sulla sfida "secca": "Siamo passati per un motivo, ovvero che, pareggiando, eravamo arrivati secondi nel nostro girone e loro terzi".
Come prospettiva, le altre realtà della Nuova Tor Tre Teste?
"Puntiamo e puntavamo sui '96 nonostante il loro impiego di sopra, con la juniores, senza nulla togliere ai nostri '98, che sono primi e stanno facendo benissimo".
Intervista raccolta da Andrea Burla