ROMA-LAZIO 0-1 (0-0)
Roma (4-2-3-1): Lobont, Marquinhos, Burdisso, Castan, Balzaretti (76' Osvaldo); De Rossi, Bradley; Lamela, Totti, Marquinho (82' Dodò); Destro. A disp. Goicoechea, Svedkauskas, Romagnoli, Piris, Taddei, Florenzi, Perrotta, Tachtsidis, Pjanic, Lopez. All. Sig. Aurelio Andreazzoli.
Lazio (4-1-4-1, 4-2-3-1): Marchetti, Konko, Biava, Cana, Radu; Ledesma (54' Mauri); Candreva, Onazi (91' Ciani), Hernanes, Lulic; Klose. A disp. Bizzarri, Strakosha, Gonzalez, Stankevicius, Crecco, Ederson, Rozzi, Kozak, Floccari. All. Sig. Vladimir Petkovic.
Arbitro: Sig. Daniele Orsato di Schio (8,5). Assistenti Arbitrali: Sig. Elenito Di Liberatore di Teramo e Mauro Tonolini di Milano. Arbitri addizionali: Sigg. Antonio Damato di Barletta e Luca Banti di Livorno. IV Uomo: Sig. Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo.
Rete: 70’ Lulic.
Note: espulso , Tachtsidis direttamente dalla panchina al 90’. Ammoniti Ledesma, Balzaretti, Marquinho, Hernanes, Klose, Lulic, Burdisso, Totti.
La partita ha vissuto un preambolo con grande impiego di forze dell’ordine, teso a prevenire qualsiasi disordine, con la sola eccezione, a due ore e mezzo della gara, di qualche tumulto dall’altra parte del ponte Duca D’Aosta, coi vigili che hanno chiuso gli accessi dalla parte di piazza Mancini. L’arrivo dei tifosi è avvenuto in maniera corposa già alle 15.40 con i forti cori che si distinguevano bene, al di fuori dello stadio romano.
Il grande protagonista non è stato soltanto Lulic ma anche l’arbitro Orsato di Schio, che non passa neanche un minuto, per far capire quale sarà la sua metrica, oggi. Non si è perso praticamente nulla, e ammonisce subito Ledesma per una rudezza commessa ai danni di Marquinho, a parecchi metri dalla porta biancoceleste.
Al 4’ un bel tiro di Lulic dalla media distanza costringe Lobont a distendersi per respingere; la palla arriva nei pressi di Klose che sopraggiunge con precario equilibrio all’impatto. La palla termina sull’esterno della rete, e l’occasione sfuma. La replica non tarda ad arrivare (9’) con Totti che prova di potenza ma la forza impressa alla sfera vede un Marchetti comodo, ad andare giù, e parare. Il più grande rischio la squadra di Petkovic lo corre un minuto dopo quando Bradley è bravo a saltare diagonalmente due avversari; il mediano americano entra in area spostandosi dal centro sulla destra, eludendo anche Cana, ma il suo tiro attraversa l’area piccola terminando sul fondo dalla parte opposta. Brividi, per i tifosi biancocelesti.
All’11’ è Balzaretti a finire sul taccuino degli ammoniti, per un fallo su Candreva, prodotto in maniera scomposta. Al 18’ una traccia di Lamela, tra i peggiori della giornata, al termine della contesa. Il tiro dai venti metri è debole e Marchetti opera in maniera serena. Orsato prosegue la sua opera preventiva ammonendo con plausibile puntualità e giustezza: tocca a Marquinho al 26’, per comportamento non regolamentare, poi a Hernanes, ruvido, su Lamela, in mezzo al campo (31’).
Al 35’ la più ghiotta occasione di tutta la più ghiotta occasione di tutta la prima frazione, probabilmente di tutta la partita: Radu mette un gran pallone in mezzo per Klose, che stacca come sa fare. La palla è diretta in porta ma è bravissimo, Lobont, ad agire d’istinto, e a cacciarla dai pressi della linea bianca: un balzo da campione!, prima che la difesa anticipi qualsiasi tentativo di tap-in. Al 37’ Candreva va giù in area nel momento sbagliato, ossia quando la trattenuta di un avversario è già avvenuta. Succede tutto sotto gli occhi dell’arbitro aggiuntivo, e a Orsato basta un’occhiataccia. Cosa rara, al 39’, quando, per gioco falloso, viene sanzionato con il “giallo” Klose, giustamente, per un fallo su Burdisso troppo duro.
Prima del riposo Marquinhos va via a tutti, centra un buon assist per Destro, disturbato da un avversario; la punta giallorossa riesce a colpire in corsa il pallone, da distanza ravvicinata, con la palla che termina di poco alta, forse mezzo metro rispetto al “sette” di destra.
I fumogeni e il portiere Marchetti fanno sì che il secondo periodo di gioco cominci tardi. Al 1’ Candreva ci prova dai diciotto metri, e Lobont para in due tempi. Al 5’ la soluzione di Marquinhos, dopo una cavalcata di trenta metri col pallone, è priva di potenza ma anche di precisione: palla sul fondo, sorvegliata da Marchetti. Stessa, buona volontà per Marquinho (6’), ma anche stessa sorte pescata. Nulla di fatto. Ledesma si fa male al 9’ e Petkovic cambia modulo lasciando il 4-1-4-1 e mettendo in campo Mauri ed Hernanes a provare qualcosa di più in fase di impostazione. Si stava scaldando anche Floccari ma diventa, di fatto, un modulo con gli stessi difensori, due mediani, tre mezze ali e Klose unico attaccante di ruolo.
Al 14’ Marquinho prova a stimolare Totti che, al volo, manda di parecchio alto. Oggi non sembra ispirato, il capitano della Roma.
Sale il ritmo, con Mauri (23’) che invita Klose alla correzione sotto misura ma il tedesco non riesce a indirizzare la palla verso la porta e l’azione non arriva a buon fine. Il contrattacco della Roma offre un tiro in corsa a Totti ma Marchetti para a terra senza eccessivi timori. Al 25’ una grande situazione per la Roma, che ha il merito di accettare una partita a viso aperto, con rapidi rovesciamenti del fronte offensivo. Marquinho suggerisce, Destro tira in mezza girata non servendo Totti ma Marchetti chiude, parando sul primo palo, con apprezzata prontezza. L’episodio che sblocca la parità, produce il decollo della Lazio, a questo punto imprendibile, sopraggiunge al 26’: cross di un ispirato Candreva, Lobont esce senza bloccare, la palla arriva sul secondo palo, con Marquinhos in controtempo, e con Lulic che sospinge il pallone in rete, per il gol del vantaggio, della coppa. Esplosione di gioia biancoceleste, con tutta la panchina balzata in campo.
Rabbiosa reazione della Roma. E’ il 28’, un tiro-cross di Totti su calcio piazzato non trova la deviazione di alcun giocatore, e l’istinto ma anche la fortuna premiano Marchetti. La palla sbatte sotto la traversa e torna in campo. La Roma, timidamente, reclama l’avvenuto gol ma le immagini sono talmente chiare, in tribuna stampa, sui monitor, che confermano la giusta indicazione dell’arbitro aggiuntivo e di Orsato. Che al 30’ ammonisce Lulic per un fallo prolungato.
Al 31’ Andreazzoli si gioca la carta-Osvaldo in luogo di un Balzaretti spesso impreciso, e irritante, in fase di (tentata) spinta. Il tecnico romanista al 38’ inserisce anche Dodò per Marquinho e Petkovic spedisce dentro Gonzalez per un Hernanes che parrebbe non averne più. Le occasioni latitano, e anche il pubblico della Roma si arrabbia, per la mancanza di rapidità e di precisione: non è la serata giusta. Viene ammonito (42’) Burdisso per proteste, eccessive, per un intervento ritardato del direttore di gara. Orsato espelle, a ragione, Tachtsidis per la platealità delle rimostrazione. Il greco era saltato giù dalla panchina per andare a discutere con Mazzoleni, quarto uomo. E quando Onazi resta a terra per più di un’azione, Orsato è troppo benevolente e Totti si arrabbia: qui il cartellino giallo del fischietto veneto è applicato in modo erroneo, visto che, tutto sommato, non è una gara come le altre, e oggi varrebbe anche di più. Giuste le proteste del capitano della Roma, sanzionata in modo sbagliato con il cartellino giallo. Esce, dunque, Onazi, entra Ciani. E sono 4, i minuti di recupero. Nei quali la Lazio gestisce dei contropiede senza riuscire a chiudere la contesa: nemmeno Mauri, al 48’, scappato via prima con Lulic poi con un grandioso invito di Klose, riesce a trovare la necessaria precisione, per segnare il possibile raddoppio. Dopo ulteriori quindici secondi Orsato dice che può bastare così. La Lazio vince la Coppa Italia, la vince contro la Roma, di misura, con grande decisione: e l’anno prossimo ritenterà l’avventura nell’antica Coppa Uefa, parlando ancora un linguaggio continentale. Allo stesso tempo la Roma resta fuori dall’Europa. Il delitto perfetto, per i tifosi della squadra di Petkovic. In casa giallorossa ci sarà, e tanto, da meditare. Sono mancati in troppi, fotografia di una stagione in cui i correttivi e certe teorie si sono sciolti, come la compagine di Andreazzoli, questa sera.
La Lazio resterà in campo a festeggiare fino alle 21, per oltre un’ora e mezza, con la Curva Nord e la Monte Mario che restano piene dei colori della Lazio. Non era, non è stato un derby di campionato, ma una partita che ha raddrizzato una stagione intera. Contro i rivali di sempre, dal 1927, contro gli “odiati” cugini. Per la sesta coppa Italia della storia degli aquilotti. E per non vedere la sbarra del casello europeo chiudersi. Non sarà ricordata come una serata qualsiasi, per la Lazio. Questa è cosa certa.
Massimiliano Cannalire
(ha collaborato Luca D’Alessandro)