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PLAY-OFF PER LA D


articolo del 4/6/2012



ALBALONGA-OLBIA 2-0

Albalonga: Leacche, Magnano, Patriarca, Amico, De Oliveira, Marini, Corrado (85’ Bezziccheri), Trinca, Forcina (61’ Medoro), Bez, Panella. A disp. Pividori, Attardo, Pestozzi, Formica, Reatini.  All. Di Franco.
Olbia: Manis, La Rosa, Balzano (69’ Anselmo), Nardo, Spanu, Varrucciu, Budroni, Di Gennaro, Castricato (73’ Pala), Siazzu, Mulas. A disp. Melis, Melino, Capuano, Kozeli, Malesa. All. Mariani.
Arbitro: Palermo di Bari (3). Assistenti: Pugi (7,5) e Trovatelli (3) di Prato.
Reti
: 10’ Forcina, 74’ Bez.
Note: espulso al 4’ s.t. Spanu (O.) per condotta gravemente sleale ("fallo da ultimo uomo"). Ammoniti: Forcina, Medoro, Patriarca (A.), Balzano, Siazzu, Anselmo (O.). Calcio d'angolo: 3-1 per l’Albalonga. Recupero: 3’ nel I tempo, 4 nel II.


Dal nostro inviato al Pio XII

L'Albalonga vince con merito il primo incontro con l'Olbia recandosi mercoledì in terra sarda con un discreto bottino, anche se una terza rete Medoro, sbilanciato con mestiere, nel finale, e Bez, l'hanno sciupata. Questo il rimbrotto anche pronunciato nel dopogara da Giuseppe Di Franco, che avrebbe ben visto una terza marcatura capace di dare maggiore tranquillità all'incontro di ritorno della prima di due sfide che possono portare in serie D. Ha giocato bene, quadrata e con le linee corte tra loro, la formazione dell'ex tecnico della Primavera della Lazio, uno dei certi maestri, di questo gioco e di questo giocattolo; ha disposto bene la squadra in campo con l'inizio che vedeva Patriarca alto, per circa sette minuti, a fare da quinto di centrocampo più che altro con la funzione di mettere la museruola a Mulas quando veniva giù dalla sua parte. Poco dopo, infatti, la squadra si sistema meglio con i quattro nelle retrovie, il rombo in mezzo con Panella vertice basso, peraltro autore di una signora partita, Trinca a destra, Corrado a sinistra e De Oliveira in cabina di regia, bravo anche a fare il lavoro oscuro; davanti Bez e Forcina dimostrano, una volta di più, di essere una coppia completa. L'Olbia è ricorsa a conclusioni dalla media e dalla lunga distanza e solo una volta nel primo tempo, neutralizzata dal portiere di casa, e due volte nella ripresa, diagonale difensiva degli azzurri sbagliata, si sono avvicinati all'area piccola. Ma la delusione maggiore dell'Olbia è stata rappresentata da un reparto difensivo imbarazzante, lento, e con Mariani che punta su un fuorigioco fatto ai trenta, trentacinque metri con risultati preoccupanti; in questi spazi i contrattacchi gestiti da Corrado, Bez, generosissima prova, la sua, Forcina, Panella, eccelso, quando spedisce il pallone in verticale, l'Albalonga affonda e cerca il bersaglio grosso.
Rompono il ghiaccio un tiro dai venti di Mulas, di interno destro, finito abbondantemente sul fondo, e, sul lato opposto, una conclusione di poche pretese provata da Trinca che non crea apprensione. Al 10' arriva il primo gol, in contropiede, con la difesa dell'Olbia palesemente sbilanciata: Panella per Bez, che arriva solo in area di rigore entrandovi dalla destra, intelligente passaggio sulla sinistra per l'accorrente Forcina che deposita il pallone in rete partendo da dietro la palla. Timide, le proteste ospite, per un gol regolare: 1-0. La squadra di casa subisce due tiri da fuori che non creano problemi a Leacche e, una volta ciascuno, al 25' Mulas, al 26' Forcina, la mira risulta troppo alta, dal limite dell'area di rigore. Si continua a ballare, nelle retrovie sarde, e la squadra di Giuseppe Di Franco continua a provarci in verticale: al 43' un episodio che fa incattivire la partita, dopo che per due volte Bez subisce due palesi calci da dietro con lo scarso arbitro barese Palermo che fa platealmente segno di proseguire; cosa che fa in una terza occasione su Nardo, messo giù a centrocampo da Forcina. Non si tratta di prevenzione mancata ma di tutela fisica degli atleti: gli manca proprio. L'episodio che fa saltare sui nervi parecchi sostenitori e tutti i dirigenti dell'Albalonga, dicevamo, a una manciata di minuti dalla chiamata del riposo: Panella dalla sua tre-quarti recupera un bel pallone indirizzandolo in verticale per Bez, prima trattenuto a quaranta metri dalla porta avversaria da Spanu, in questo momento ultimo difendente, poi qualche metro dopo colpito sullo scarpino destro da dietro. Il direttore di gara, in modo assurdo, non prende nessuna decisione, nè su come era cominciato il duello fisico e nemmeno su una palese infrazione. Anche ritenendo il rientro di Varrucciu un'attenuante capace di trasformare il cartellino da rosso in giallo, il fallo è stato talmente evidente che solo un arbitro distratto, impreparato, deconcentrato e, nella circostanza, incapace, poteva farselo scappare. Ma la cosa veramente scandalosa è la mancanza di personalità e attributi, e a questo punti di conoscenza del concetto di fallo, del signor Trovatelli di Prato, assistente numero 2 capitato, non si sa bene come, a sbandierare in una partita di livello. Giù la maschera, signori ipocriti: parliamo di semi-professionismo, non più di Lega Nazionale Dilettanti, quando si gioca di mercoledì. Non prendiamoci (più) per il culo, per cortesia. E a questo gioco ci sono società che investono e che si pagano il viaggio dalla Sardegna nel Lazio e viceversa. E due elementi così, Palermo e Trovatelli, fermateli finché siamo in tempo. Piccoli Romagnoli (Milan-Juve) crescono). Di qui all'intervallo due altri minuti di improperi dalla tribuna del Pio XII, e tre giri di lancetta di recupero, non attenuano il risentimento dei dirigenti, dei giocatori, con Forcina che gliene va a dire quattro, all'incerto Trovatelli, e dei tifosi, inviperiti. In tutto questo, alla ripresa, va via, al 4', Forcina con Spanu che dà la palla indietro, di testa, a Manis, ma la forza è poca. L'attaccante laziale si infila tra il difensore e il portiere con il primo che lo sbilancia leggermente, e, soprattutto, con la sfera già arrivata nei pressi del portiere; comprendendo, probabilmente, la grande cantonata, o "cappa", presa al 43' della prima frazione, il direttore di gara prende, adesso, la decisione che rappresenta il secondo, clamoroso errore di giornata! Fa in pratica prima a tirare fuori il cartellino rosso che a fischiare il calcio di punizione: questa volta sono i giocatori dell'Olbia, che restano in 10, a prendersela col modestissimo Palermo. Partono dei duelli verbali tra le due tifoserie con una decina di scalmanati, tra quelli ospiti, che provano a buttare giù il cancello divisorio, ma, per fortuna, c'è il pronto intervento dei Carabinieri, tre, e di altrettanti poliziotti del reparto della Celere, a scongiurare guai e disordini.
L'Albalonga non abbassa il ritmo, prova a giocare di geometria anche se si complica un po' la vita quando gioca con grinta a centrocampo con l'Olbia brava ad accettare la battaglia, e con le contendenti che, restando corte, non esprimono in questo frangente, le migliori cose. I due episodi che prendono il sopravvento sono, a parte l'inserimento (16') di Medoro per Forcina, che non ne ha più, il calcio d'angolo di Trinca, dalla sinistra (29') per Bez, bravissimo a fare il movimento classico del pivot per liberarsi sul palo più lontano, e a a battere di esterno sinistro Manis, per il 2-0. E (46') il gol mancato dallo stesso attaccante veneto, che non crede in tanta grazia, guardando troppo l'assistente numero 1 (prossimo a salire in Lega Pro, il signor Pugi), prima di provare, con un rimbalzo traditore del pallone, un improbabile piattone destro, che non gira, appena dentro l'area, a difesa che, ancora una volta, ha applicato male la tattica del fuorigioco. In mezzo a queste due situazioni per gli azzurri di Albano, l'Olbia ha provato, in altrettante circostanze, a crossare due grandi palloni (23') con Castricato e Siazzu (41'); ma, in entrambi i casi, con la difesa di casa che sbaglia la diagonale e lascia libero Mulas, il rapido numero 11 sardo non trova il guizzo giusto nella prima circostanza. Nell'altra arriva sbilanciato sul fondo e mette la palla al confine dell'area piccola dove un attento Leacche anticipa Pala, che era in pratica rimasto solo qualche metro indietro. Nel finale l'Olbia con carattere prova una gran punizione dalla sinistra con Siazzu, respinta coi pugni da Leacche in angolo, e su un'altra situazione interviene Marini, di testa. Dopo la suddetta occasione per il terzo gol messa fuori di un metro da Bez, passano altri tre minuti e arriva il fischio finale. L'Albalonga vince 2-0 ma il settore arbitrale competente in materia non può mandare gente così scarsa, per partite che possono valere gli sforzi di una stagione intera. Magari adesso il designatore dirà, come l'irritante e disorientato Nicchi, che il loro campionato l'hanno vinto. Non è così. Pensate a ciò che va facendo un certo Lacagnina in serie D, mandato in giro per partite difficili, nelle quali ha combinato di tutto. La credibilità non si raccoglie con questi chiari di luna. Tanto meno facendo giocare gente che ha un lavoro di mercoledì facendo rinunciare gli impiegati a due giorni di busta paga e distraendo gli imprenditori dalle proprie aziende. Altrimenti chiamiamola Lega SemiPro. Non ci si può sempre nascondere dietro ragionamenti del tipo: "Ci sono gi Europei". Chissenefrega!, dovrebbero rispondere i presidenti delle società affiliate. 

Massimiliano Cannalire

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