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UN GIORNO SPECIALE, IL 1° GIUGNO: AVREBBE COMPIUTO 43 ANNI


articolo del 4/6/2012



UN GIORNO SPECIALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10 GOL PER PAOLO,

1 SEGNATO

TUTTI ASSIEME

Un primo di giugno dedicato a chi è nei cuori

di tanti di noi, e avrebbe compiuto 43 anni.

Decide (“blasfemia, urlarono gli Dei!”) una

rete del nostro (corposo) direttore, segnata

di interno sinistro al volo all'interista

Julio (Cesar) Pezzali, autore di

due precedenti paratissime

 

IL TABELLINO

BLU-ROSSI 5-5* (I ROSSI VINCONO E "PASSANO IL TURNO" PER IL GOLDEN GOL SEGNATO)

 

I ROSSI - Custode della fatidica linea bianca: Marco “Pippo” Ambasciano. Reparto Quote Rosa: Francesca Ciaramaglia, Francesca Marcià, Fabiana Ercole, Rita Giammarco. Reparto baby: Filippo Di Marco, Lorenzo Blasi, Riccardo Testa. Coppia unica di difesa: Matteo Papagni, Emanuele “Slalom” Marra. Reparto tecnico e ufficiali: Fabio Di Marco e Daniele Quadrelli (capitano, ovviamente!). Decorati da Campioni d'Italia: Paolo Ciavarro, Federico Commini, Andrea Pischedda. Centravanti-boa: Massimiliano “Max” Cannalire. All. Peppe Mozzillo.

I BLU – Portieri (e custodi) Etilio “Chicco” Tirillò, Giulio “Il Diavolo” Pezzali; Reparto Femminile: Olga Celentano, Veronica Fabiano. Delegati alla difesa: Fabrizio “Sonny” Sonnino, Manuel “Mascagni” Andreani, Fabio Lunetta, Sergio Bornivelli da Pietralata e borgate limitrofe, Daniele Milani, Valerio Magarini. Panzer di centrocampo: Michele M. Mara-Gliulo e Marco Moretti. Mediani: Lorenzo “Lollo” Basili, Valentino Vergari, Walter Blasi, Marco Scatolini, Carletto Lazzerini. Attaccanti: Lucas De Rossi, Luca Marioni.

Arbitro: Domenico Arestia di e da Ragusa.

Reti: 2 Lucas De Rossi, 1 Carletto Lazzerini (rig.), 1 Valentino Vergari, 1 Manuel Andreani (Squadra blu); 2 Daniele Quadrelli (1 rig.), Andrea Pischedda, Paolo Ciavarro, Max Cannalire (rete da...2 per stazza e in quanto golden-gol!, squadra rossa).

Note: terreno (prima della gara) in buone condizioni, dopo da verificare. Forte presenza di scarpari e ciavattari del prezioso cuoio. Diversi, in campo, avevano la “panza” in fuorigioco. Ma, trattandosi di calciotto, non era previsto l'off-side nemmeno per le protuberanze.

 

 

Il 1° giugno non è una data qualsiasi, per quelli attenti ai numeri, alle statistiche, alla profondità di certi, vitali, spessi sentimenti. Sarebbe stato, nel calcio laziale, nel "nostro" calcio, ma, perché no?, anche in quello nazionale, visti i tre scudetti vinti dal 2006 al 2010 e il III posto coi Giovanissimi a Moena, sempre nel 2006, il 43° compleanno di Paolo Testa; che è stato festeggiato in un clima di gioiosa fratellanza, al campo B del Tor di Quinto, intitolato, come è noto, ad Alfredo Monza, storico giocatore della Lazio, del Busto Arsizio e del Livorno, da cui venne rilevato dalla formazione romana, oltre alle 3 presenze nella Nazionale B. Di qui è passata tanta storia, dal 1946, anno di fondazione della Rinascita poi divenuta U.S. Tor di Quinto col Sor Vittorio, papà di Massimo, nonno di quel tesoro di giovanotto che avrebbe conquistato il rispetto, la fiducia, l'affetto, la stima di tantissime persone, nella vita come nello sport.

La famiglia Testa, la moglie di Paolo, Donna Fabiana, gli amici e le amiche più stretti, i compagni di lavoro sul campo, i suoi giocatori, dei normali estimatori, sul piano umano e poi sul piano tecnico, tutti uniti, nel testimoniare la voglia di stare insieme, di rendere omaggio al ragazzo semplice e leale, umano e impegnato nel sociale, oltreché al tecnico capace di vincere nel Lazio in tutte e tre le categorie, cosa rara, e di costruire otto stagioni otto!, nella juniores, di grande intensità, oltre, fino a Villanova, ad aver contribuito e seminato nella nona, appena terminata con l'amara sconfitta ai rigori per merito e mano della Vigor Perconti.

Fatto è che al campo come nel dopo-partita, a cena, nella splendida cornice baciata dal Tevere, il tema di stare tutti compatti, con la musica che piaceva a Paolo, è stato il tema spontaneo degli intervenuti, con la volontà, individuale e collettiva, di stringersi in un unico abbraccio all'amico cui vanno riconosciute le doti e la spontaneità nei rapporti. Così sono state preparate le magliette con quella bella foto che lo ritrae capelli lunghi e sguardo intenso, per due squadre che si sono impegnate pur in un clima di battute e sorrisi, sul campo di calcio a 8. Numeri particolari, e misure altrettanto singolari, visto che a un certo punto i blues si trovavano in 15 contro 11 con i rossi che disponevano, giustamente, di 4 quote rosa e 3 baby ma anche dell'immunità concessa alle donne nel caso di interventi maldestri prodotti, con le braccia e le mani, all'interno della propria area di rigore dall'ineffabile direttore di gara della contesa, il siciliano Domenico Arestia detto Mimmo da e di Ragusa.

Come succede nelle partite tra amici, fin dai tempi della parrocchia o del campetto sotto casa, nessuno ci sta, a perdere, né i preparati parrucchini di Carletto e M.M.M., detto Michele Mira-Canà, né le linee mediane, con gli incoraggiamenti di Etilio “Chicco” Tirillò e Giulio Pezzali, che si cimentano con impegno tra i pali, né, ovvio, campioni come Lucas De Rossi, che infatti andrà a segno due volte, stimolando una rete anche di “Mascagni” Andreani, che da quando studia in America, ha chiesto e ottenuto il copyright di farsi le stesse frezze dei grandi compositori musicali di qualche secolo fa. Al che il carattere che contraddistingue i grandi atleti fa sobbalzare l'amaranto-blu's pride, si incazza Ciavarro che salta tutti come paletti da sci e va a gonfiare la rete alle spalle del noto taxi-driver Etilio Tirillò, divenuto ascensorista al tempo della composta coppia da panca con il noto Puppet Follaro Alessandro Maria, che raggiungerà – a parte la I Categoria con il degno compare – la bella compagnia dopo, nello stupendo ritrovo a mo' di baita trentina sistemato dietro al campo B, nei pressi del fiume Tevere, anch'esso divertito.

Gli altri due gol per la squadra scura li segnano Carletto Lazzerini (!), su calcio di rigore, e Valentino Vergari, prossimo a un importante incarico e quindi obbligato a chiamarsi fuori, in vista del prossimo ritiro, dalla nomea destinata ai diversi scarpari presenti in campo, che verranno raggiunti col megafono da tale nomea in occasione dei prossimi ritiri delle squadre dell'U.S.D. Tor di Quinto. La squadra rossa, prima della quarta rete del menzionato Ciavarro, ha sciorinato grandi slalom di un insospettabile Emanuele Marra, cui il lavoro col Catania deve aver fatto tanto bene. Imprendibile, nell'eludere il pressing, anche nello stretto si è distinto alla grande, raramente perdendo palla, pur in presenza di raddoppi e triplici marcature. Lo fa anche Commini, che quando passa all'Università – a prendere la capoccia – si ricorda di poter essere un gran giocatore, ma da uno come lui te lo aspetti, dal preparatore atletico rosso-azzurro, francamente no! Oltre a questo in precedenza le reti, una, di Pischedda, sulla via della guarigione ed è un buon auspicio, e, due, di Daniele Quadrelli, per vocazione e grado capitano, ovvio, una delle quali arrivata su un calcio di rigore decretato dal puntuale Arestia. Che ne accorderà un altro tirato con eccessivo coraggio da Max Cannalire con le clark ai piedi e con il gran gesto di Tirillò che devia in calcio d'angolo. Ci sta anche che il medesimo “Chicco” Tirillò, compagno, nella nota moda del cambio-nome che lo accomuna a Altemizio Armeni detto Massimo, Eustachio Raponi detto Alberto e altri del genere calcio laziale, neutralizzi un tentativo di Max Cannalire destinato sotto la traversa con invidiabile elasticità. Di fronte a tanto ardore agonistico, frasi anche comiche, pronunciati di qua e di là, entra in campo con grande rapidità e vivacità il prode Rodolfo, noto quadrupede di via del Baiardo più noto col nome di Ruud, mascotte storica allegra e briosa della blasonata società di Massimo Testa.

Ma la beffa è dietro l'angolo, nei minuti finali, per i “blue bucaneers and shoesers”, dopo tanti contropiede arginati da un grande Pippo, impegnato portiere dei “reds” teverini, al secolo Marco Ambasciano, che ha parato in tutti i modi, tra respinte, deviazioni e aiuti del reparto femminile. Di fronte al quale sono crollati in diversi blu, vuoi per l'emozione di taluni babbei, vuoi per le latenti doti tecniche, vuoi per la grinta delle fanciulle, incoraggiate a rigide marcature, e si voglia anche per lo scarso peso politico di noti cialtroni della pedata nel rapporto con il mondo femminile. A questo aggiungete la bravura del portiere, del sano egoismo, e l'imprecisione che ha accompagnato anche i più bravi, e, mescolando, si arriva all'episodio che decide la partita, tra la curiosità del presidente del Tor di Quinto, Massimo Testa, che pensava di aver visto tutto, in tanti anni di calcio. Si sbagliava.

Viene infatti chiamato il golden gol dopo che i blu scambiavano a più riprese la partita di calcio per una contesa di rugby, scendendo come le orde barbare di fronte a Bertoldo (Pippo), Bertoldino (Marra) e Cacasenno (Papagni), con 15 effettivi contro i malcapitati granatieri tesi a proteggere la porta del proprio maniero. Così il Quadrelli, memore delle soddisfazioni professionali da ufficiale dell'Esercito, prende in mano le redini del prezioso cuoio, lo centra dal versante destro per Pischedda, che conclude al volo trovando una prima, grande respinta di Julio (pronuncia Culio) Pezzali, nel frattempo finito a difendere i pali dei blu. Sulla respinta si avventa Ciavarro che ribadisce il pallone all'interno della porta ma Pezzali si traveste da Ivano Bordon, uno dei più bravi portieri della storia interista. Insospettabili doti, per un giovanotto, di grande entusiasmo, e di 57 primavere. Ma la palla si inarca, arriva a Max Cannalire entrato (e mai uscito) in area di rigore dalla destra, stop di petto ed efficace quanto forte botta di collo interno sinistro, prodotta sempre con le eleganti clark, che manda la palla sotto la traversa. E' il punto che vale il 5-5 e il sorpasso perché è il golden gol. E' la rete che scatena la felicità di Ciavarro e compagni, corsi ad abbracciare lo sfacciato ma proficuo cronista che si fa trovare al posto giusto, nel momento giusto. E' la rete che chiude la partita, fatta di un contenuto allegro, bello, forte, e dà il via a una serie di battute che finiranno, forse, l'anno prossimo. Quando, speriamo, torneranno ancora per l'occasione dall'America ragazzi squisiti, determinati nella loro avventura universitaria “stars & stripes” quali Andreani, De Rossi e Kunin, e tutte le altre e gli altri che hanno inteso abbracciare, con 10 reti sul taccuino, con una realizzazione unica, chi ne ha segnata un'altra, indelebile, memore, apprezzata, nell'angolo più riservato e discreto, del cuore. E della memoria. PAOLO PER SEMPRE, per...Gente di Classe!

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