COLLEFERRO - LE PAGELLE DEL BARTOLANI
articolo del 4/1/2013
Colleferro Bucciarelli 6,5 Non è che abbia dovuto lavorare tantissimo. Praticamente inoperoso nel primo tempo, ha fatto un paio di parate, nel secondo tempo regolamentare, ne hanno confermato le strepitose qualità mostrate a più riprese la passata stagione e quella in corso. Al 20' Fiorelli prova un tiro contrato da Cioffi, battezza male la palla che, per sua dote, si alza di quel minimo, fino a depositarsi sulla retina della traversa. Al 45' para a mani aperte sul 2, Santopadre, respingendo la più ghiotta occasione avversaria. Al 1' della ripresa è salvato da una chiusura di Figlioli su una situazione pericolosa. Dopo, su un paio di cross insidiosi successivi la doppia espulsione del Boville (7' s.t.) deve alzare la palla sopra la traversa, e in una di queste circostanze ha il sole in faccia, sembrerebbe, dalla tribuna. Su altri traversoni non mostra ulteriori incertezze. Moriconi 6,5 Lavora in maniera diligente, prova due volte anche la strada della conclusione trovando l'efficace opposizione di De Robertis e di Diagné. Ha fatto la sua onesta figura. Fiacco 6- Fa il suo compito, sbaglia un impatto da rete nel secondo tempo poi viene tolto, dopo una buona dose di impegno, crediamo, per un risentimento (74' Teodorof 6: è un '94 e fa ciò che gli viene chiesto, senza strafare. Non è la partita più difficile in cui proporsi ma tuttavia il giovanotto accontenta le attese). Figlioli 7 Lavora bene, nelle retrovie, lasciando le briciole, agli avversari, nonostante il Boville degli iniziali 25'-30' non punga. Ma va premiata l'intraprendenza con cui si sgancia spesso, con un assist di testa che manda in porta Salvagni, cambiando la storia della finale. Tenace, l'ex difensore centrale del Castel Madama. Bella gara. Cioffi 7 Il bravo difensore centrale gioca alla grande, in sintonia con Figlioli e con i compagni di reparto; quando può si va a sommare all'altra torre, Figlioli, in avanscoperta, con un certo coraggio, che non gli ha mai fatto difetto. Chiude ciò che va arginato, è essenziale, e fortunato, quando devia alle spalle del suo portiere. Sciagurata opposizione graziata da chi ha problemi, con tutte queste pay-tv (Civitenga) e con chi (Cattaneo) gli dà retta. Meglio per lui, meglio per il Colleferro. Se il reparto mediano e quello arretrato migliorano in campionato, sarà anche opera sua, per risalire posizioni, in un girone che è tutto tranne che facile. Ieri l'ennesima partita da...Cioffi. Applausi. Abu Salem 6- Ha giocato con determinazione e generosità anche se rischia l'espulsione, in modo ingenuo, quando viene disorientrato (7' s.t.) da Fiorelli, che con una finta lo costringe al fallo. Fa parte dei cinque di difesa, a palla agli altri, e Yazan, in questa squadra, può solo crescere. Ma ci vuole qualcosa in più anzi tanto di più. Amici 5,5 Come diversi del Colleferro va a sprazzi ma fatichiamo, a dargli la sufficienza, anche se il traguardo è stato raggiunto e l'impegno c'è stato. Ma il Matteo del campionato, e per i numeri che ha, può fare di più, tanto di più. Ha giocato, come diversi bianco-rosso-neri, con il freno a mano tirato. Da 9 una sua battuta su Facebook, tutta da leggere destinata a Diego Tornatore, spettatore non pagante. Grande ironia, buona intelligenza nel metterla in pratica. Antonini 6- Che il Papero sia generoso, per l'impegno, nessuno lo mette in dubbio, e merita gli applausi per aver, unico, tentato di far cambiare il passo e la marcia ai suoi, per aver cercato di illuminare una squadra che ha giocato una pessima finale. Andando, su punizione, a scaldare i guanti di De Robertis, in un tiro diagonale che solo Cattaneo e Rinaldi non si accorgono che è stato deviato, con le attenuanti concesse all'assistente numero 1 (83' Cerbara 6: dovrebbe dare vivacità ma riesce nell'intento solo a intermittenza. Non è che il passo cambi come sperava Baiocco. Tuttavia va considerato per l'impegno). De Lucia 5 Determinato, generoso, prova a far salire la squadra, prende qualche punizione. Ma risulta altrettanto improduttivo quando liscia un pallone sotto misura, quando non si fa trovare al posto giusto nei giusti attimi per segnare o fare da sponda. E, avanti di due uomini, quando su un contropiede è fermato a 40 metri dalla porta avversaria (74' Salvagni 6,5 Ha un positivo impatto sulla partita, e fa ciò che Baiocco si aspetta da lui, ovvero dare “verticalità” e profondità alla sua squadra. Segna il primo gol come iniziano i supplementari e partecipa al gioco corale con apprezzata semplicità. Poi quando Alessandro Santopadre tratta male Cerbara, suo compagno di scorribande, si cala nei panni, evitabili, del “vendicatore mascherato” e contribuisce a scatenare l'indegna, ultima gazzarra che precede l'interruzione della partita. Se pensa a fare soltanto il giocatore diventa un fattore, se scambia, pur per qualche attimo, il campo di calcio per qualcosa di differente, e lo stesso vale per Alessandro Santopadre e per chi cade in tentazione, allora deve respirare profondo e pensarci sopra un po' di più). Tornatore 5: spettatore non pagante, come tutti quelli in tribuna (l'ingresso era libero). Lo sa perché è un ragazzo intelligente e un giocatore, quando è in condizione, di altra categoria. Ma l'unica cosa per cui viene ricordato sono un paio di discese, nel primo tempo, con una che per poco non porta Pedrocchi al gol. Pochissimo, per uno come lui. E' come se entri in gioielleria (con buone intenzioni...) e, al posto di un gioiello che il commerciante spera di venderti, chiedi notizie sulla bigiotteria. Copia sbiadita del grande assist-man e realizzatore che applaudiamo quasi domenicalmente. Fuori l'orgoglio. Ne ha facoltà. Pedrocchi 6 Un voto dovuto all'impegno ma soprattutto al secondo gol. Perché, tolto qualche calcio piazzato e un'azione nel primo tempo, con una chiusura di Pierluigi Santopadre all'attimo della ravvicinata battuta a rete di Tornatore, non ricordiamo grandi azioni. Con l'eccezione del calcio d'angolo da cui Cioffi avrebbe anche segnato ma De Robertis fa...il Buffon della situazione e ricaccia la palla da dentro la porta. Un po' poco, per che qualità che ha il “Pedro” che tutti sappiamo spesso apprezzare. Bene per come è andata, ma nel girone di ritorno serve il Pedrocchi delle migliori giornate. All. Enrico Baiocco 8 Viene facile, parlare bene dell'Enrico-persona e del discreto centrocampista che è stato, tra i più costanti, tra l'Eccellenza e la Promozione. E anche per il profondo senso del lavoro, nei particolari, che sa svolgere, e rappresentare. Questo avveniva in Serie D, avveniva in Eccellenza a Genzano, quando gli è stata negata la chance-supplementari, in una finale di Coppa regionale con il Cecchina avversario e un rigore assurdo contro all'84', e accade da quando è a Colleferro. Ed è apprezzabile, vedi l'intervista di ieri sera tardi, la sua onestà intellettuale, nel sapere e affermare che non è stata un prestazione “da Colleferro”. Questa volta non è stato Doctor Jekyll and Mr. Hyde, la sua creatura, ma mezza squadra non ha funzionato, ha giocato molto al di sotto delle sue possibilità, e il suo 5-3-2 è stato a tratti, nel primissimo tempo, pure deforme, capace di viaggiare solo due volte in contropiede. Il Colleferro il gioco lo deve fare, non lo deve “aspettare”, perché significa snaturare la sua squadra. Che, compatta come è, concede meno quando si gioca in 11 contro 11 che quando si ritrae il Boville, in 9 ma più stretto. Ovvio che sembri un paradosso ma ne è consapevole. Ha aspettato a cambiare troppi minuti, e non ha avuto il merito di togliere prima chi camminava. Tuttavia ha costruito un ciclo, ha reso consapevoli i suoi giocatori di poter arrivare fino in fondo, è stato fortunato, d'accordo, a ricevere un regalo grosso come l'ingenuità, duplice, di Testa e Iozzi, e il protagonismo, l'inesperienza, di un direttore di gara maldestro, inelastico, chiuso nei suoi atteggiamenti, limitato. Ma Baiocco non vince per caso, come non perdeva per caso, le gare, al 95', in Interregionale, quando provava a vincere in 10 e poi in 9 in uno storico Guidonia-Pisoniano (2-1). Ha riportato in auge, con la dinastia Talone, il Colleferro e la città di Colleferro. Ha portato un gioco e dato un'anima a questa squadra: ha scelto, con Americo e Loris Talone, con il bravo Angelucci (d.s.) dei giocatori seri, votati al calcio, capaci di esprimere un buon gioco, con qualcuno che dovrà uscire dal singolo pensare (Salvagni su tutti). Ma sa cosa tirar fuori e migliorare dai più esperti, e ha puntato su una batteria di giovani su cui costruire un Colleferro grande come quello di Matrigiani, per intenderci. Ha vinto una coppa di Promozione e una di Eccellenza su due finali, e tutto questo in otto stagioni. Bravo, umile, lavoratore, anzi...bravissimo! E ora si dia dare in campionato e nella rappresentanza del calcio laziale al di fuori della nostra regione. La società non sappiamo se tenga per anni il “Ferguson” ma di sicuro deve riorganizzarsi, in prospettiva, per lavorare sul serbatoio e sulla base. Perché con tre finali di coppa in due categorie, e con la storia che ha, il “Colle”, deve e ripetiamo deve poter frequentare l'élite con almeno due categorie su tre. Stabilmente, facendo da liaison tra le province di Roma e di Frosinone. E sul dissidio tra un gruppetto di tifosi e il club per i prezzi dei biglietti delle gare interne, ha avuto ragione, risultati alla mano, una volta di più, il numero uno rosso-nero. E per i sacrifici fatti, e per quanto vinto in poco tempo. N'est pas? (Non è così?). Massimiliano Cannalire