LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO di Max Cannalire
articolo del 4/1/2013
LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO I veleni della finale di Coppa Italia, gli errori di 2 dei 3 ufficiali di gara, ma anche di 2 giocatori del Boville. E qualche riflessione, speriamo utile E' lungo, il discorso, su quanto accaduto ieri, in campo, al “Domenico Bartolani”, tra due dei tre ufficiali di gara. Quindi mettetevi comodi. Partiamo da un presupposto. A me non piace, quando una squadra prende e se ne va, e non va giustificata. Come fece, in maniera oscena, il Milan a Marsiglia tanti anni fa, con una vera e propria figura di m...., che ha fatto il giro del mondo. Va, tuttavia, detto, che sono state troppe, e tutte assieme, le cose storte, compiute da Andrea Cattaneo, tanto che meritano una profondissima analisi. Il primo tempo fila via liscio, con tre ammonizioni per il Boville, Iozzi, sciocca, la sua entrata, a 60 metri dalla porta, Diagné, altrettanto infelice, la sua scelta, a 25-30 metri dal suo portiere, e Testa, per proteste. Per il Colleferro Antonini e Figlioli, per gioco falloso. E fin qui il giovanissimo arbitro di Civitavecchia, Andrea Cattaneo, ha convinto in modo più che sufficiente. Ma, come succede ai giocatori, al rientro in campo, si è smarrito, tra la presunzione di portarla a termine per un bel voto, pensiero fisso, ossessivo, di chi vuole fare strada, la mancanza di umiltà, di un'astuta serenità, e l'assoluta latenza di elasticità. Facciamo un passo indietro, prima di entrare nei dettagli. Quando sbollirà la rabbia, la squadra di Daniele Santopadre, che, purtroppo, ha perduto un grande UOMO, Mario Carnevale, un impegnato dirigente sportivo, un grande lavoratore - e quella è la riflessione più importante che va fatta, sopra ogni altro pensiero - vorrei che, con la stessa determinazione di quanto ha scritto nel comunicato odierno, ammettesse due cose. E scrivo questo per come conosco l'onesta gente ernica, per la sua sportività e per come si sa porre, e per come lo ha fatto ieri, a parte quell'ingeneroso ed errato coro contro il presidente Zarelli. Che, per un doveroso distinguo, rappresenta il Comitato Regionale ma non ha la bacchetta magica, sul settore degli arbitri. Ma questa cosa la argomento più avanti: nella semifinale di andata con il Santa Maria delle Mole, un arbitro e un assistente, che non sono andato poi a verificare – sbagliando! - hanno espulso il portiere Brugnettini con un giocatore di casa rientrato, clamorosamente, in gioco, per fare il pallonetto al numero 1 bianco-celeste, che poi ha rovinato su Fiorelli. Con la conseguente espulsione, il Boville vinceva 1-0, e la riduzione in 10 dell'11 di Diego Leone. Anche questo va ribadito. Se Cattaneo e Civitenga hanno delle (palesi) responsabilità sull'accaduto, sul piano di una scarsa metrica di giudizio in occasione del cancellato gol del pareggio, che era regolare, e il primo nella gestione disciplinare della gara, vorrei poter leggere, non per cose personali ma per una questione etica, sportiva, professionale, che i due giocatori Iozzi e Testa andranno nelle scuole di ragazzini alle prime armi, nel calcio, a spiegare come si debba stare in campo. Perché ieri hanno fatto in modo che l'infante nord-tirrenico ci cascasse con tutte le scarpe. Ma parte da loro, il primo casino della giornata: Iozzi che si mette a contare i passi avrebbe dovuto chiamare il suo capitano, Testa, che, come ha visto il secondo “giallo” comminato al compagno di sventura, ha perso, mi perdonerete il gioco di parole, la testa, la capoccia, dicendo cose che non si devono, a un ufficiale di gara. Resti in 10? Te la giochi in 10 e non vai a rompere le scatole a uno che sta anzi che HA GIA' PRESO, QUELLA DECISIONE. Sennò non ti metti la fascia di capitano di una squadra che vuole rappresentare Boville e la Ciociaria intera, al di fuori della Regione Lazio. In quel momento sei tu, caro Gianni, classe ottobre 1975!, Santo Iddio!, il responsabile di mezza Coppa, che parte, e comincia a prendere un'altra strada, un irto sentiero, assieme a Iozzi. Che, forse, ha dimenticato quanti “sorrisi” ricevesse una sua ex squadra, arrivata, per grazia ricevuta (a Formia, di mercoledì, rete al 94') allo spareggio con l'Almas, 2004-2005.....n.d.r.). Capita, ogni tanto, a tutti, o può succedere, di cadere nei torti di qualche arbitro non pronto, non all'altezza. Fa parte del gioco. Ma lo sai da prima. Settore Arbitri, amaro risveglio, come un caffé col sale, di primo mattino... - Qui finiscono le responsabilità degli amaranto-blu di Daniele Santopadre e iniziano quelle di due terzi della terna. Che, purtroppo, dobbiamo valutare senza fare sconti, dopo un prologo riguardante la scelta. Ieri ero amareggiato, e non ho chiesto commenti a Ceccarelli o Coppetelli, perché le loro espressioni dicevano qualsiasi cosa non dichiarata, per la serie “Le parole che non ti ho detto”. Diciamo, prima di motivare il dissenso sulla scelta di un ragazzino di 22 anni a arbitrare una finale di quest'importanza, che uno spiffero, il secondo, dopo quello uscito dallo spogliatoio del Boville, ci suggerisce che “ha perso il calcio, oggi, ed è un vero peccato”. L'unica cosa che in lontananza ci è parso di sentire. Hanno tutti abbastanza esperienza, i dirigenti del settore arbitrale regionale, ma non ci sono, in giro, tantissimi ragazzi pronti, belli da impacchettare, da spedire al piano di sopra, a quello intermedio, tra le realtà laziali e la Serie D ovvero il Ruolo Scambi. E infatti più di qualcuno è tornato indietro, una volta ricordati i buoni meriti di Sagrestani, Menegali, Cavanna, Pacifici e dello stesso Ceccarelli per i nostri arbitri e assistenti operanti dalla Serie A alla Lega Pro. Ci vorranno mesi, forse un paio di anni, per ricostruire, con pazienza, una generazione di arbitri, assistenti, dirigenti A.I.A. magari migliori dell'ineffabile Nicchi, fenomeno di comunicazione quando dice “il nostro campionato l'abbiamo vinto” dopo la vergogna di Milan-Juventus (quello di Muntari)! Proprio perché succede a quegli assoluti livelli, quello di ieri dovrà, per forza, essere un punto da cui ripartire: un atto di responsabilizzazione, maggiore, dei giocatori caduti nel tranello delle facili reazioni; e dovrà succedere con le stesse modalità, ma nemmeno con facili premi e biglietti per altre regioni, dei rappresentanti dell'applicazione del regolamento, e del necessario buon senso. Ieri disattesa, in entrambi i casi. E noi, dell'informazione, abbiamo tutti il dovere di essere, all'occorrenza, netti, se volete schietti ma sinceri, sia oggi, dopo il brusco risveglio dalla finale di Cisterna, più amaro di quando la tua donna ti mette il sale al posto del caffé, di primo mattino; sia quando le cose vanno bene, e ci sono giovani preparati, autorevoli e capaci di non parlare più del dovuto, in campo, e il loro rendimento è, per esempio, degno dei Gavillucci, dei Valeri, dei Colarossi, dei Pasqua, dei Palazzino (maltrattato in sede assoluta, nonostante una grande preparazione tecnica e atletica). Esattamente come ci hanno insegnato osservatori e commissari, uomini con grande attaccamento al mondo degli arbitri quali, per esempio, sono stati e sono Franco Palumbo, primo sindaco di Marino e fondatore della sezione A.I.A. di Ciampino, Maurizio Ciulli, già arbitro di Serie A, Mimmo Del Giudice, Carlo Mazzalupi e tanti, in giro per le 14 rappresentanze delle (ex) giacchette nere nel Lazio. TECNICA E DISCIPLINARIAMENTE PARLANDO... Parliamo dei dettagli. Il primo “errore” arriva sul tiro di Antonini quando Cattaneo, primo tempo regolamentare, non concede il calcio d'angolo. E' stato un gran tiro in diagonale quindi va sollevato dalla responsabilità l'assistente 1, Rinaldi. La palla ha cambiato traiettoria obliquamente, e non era facile da valutare. Tuttavia è una cosa veniale, non determinante, che, in una partita, può succedere. L'altra metà del cielo ci suggerisce che, ribaditi gli errori negli atteggiamenti dei giocatori del Boville, Iozzi nel misurare la distanza di sponte sua, Testa nelle parole, inizia al 7' della ripresa la parte nera della giornata dell'arbitro Cattaneo. Un arbitro dotato di maggiore elasticità, capace di mettere a frutto i consigli ricevuti (?) nelle stanze dell'A.I.A. di Civitavecchia e in quelle dei raduni del C.R.A., avrebbe richiamato, anche alzando i toni, Iozzi, lo avrebbe allontanato, dicendo a Testa: “Come riapre bocca lo caccio dal campo: io parlo soltanto con lei, capitano”. Avrebbe – perché no? - contato una seconda volta i passi, e, una volta dimostrata l'esattezza della precedente sistemazione della barriera, a quel punto avrebbe avuto più legittimità l'evitabile secondo “giallo” comminato al numero 8 ernico. Non ha fatto a tempo a estrarlo e a tramutarlo in “rosso” che, prima, errore, ha espulso Testa, facendosi scivolare la calma e la partita dalle mani, e avvicinando la distanza tra il male operato dei due giocatori e il suo. Errore gestionale, del momento, figlio della poca abitudine a certi livelli, ma da un 22enne non puoi pretendere che sia Francesco Luciani. Che pure in Rieti-Pisoniano non brillò, arbitrando sufficientemente, strano, per uno bravo come il milanese trapiantato a Roma. E che in un play-out a Ostia a momenti ha diretto da bagnino, a giugno (Fiumicino-Maccarese). Ma che nella quasi totalità delle gare fatte in 2 anni nel Lazio, ha mostrato di avere stoffa e qualità. Secondo errore di giornata: come si può annullare un gol del genere, che, visto e rivisto dai colleghi, avrebbe(ro) dovuto concedere? Saremmo qui a osannarlo, se avesse accordato il punto del pareggio, poi la partita finiva come finiva. Ma intanto avrebbe smentito l'impreciso e maldestro intervento del secondo “assistente” (vatti a fidare); non credo tutto lo stadio ma in parecchi, gli avrebbero riconosciuto meriti di “palle”, personalità, e CORAGGIO! Cose smentite dagli eventi, ahilui. E sia chiaro un concetto, in questa serie di pensieri: che Andrea Cattaneo da e di Civitavecchia, tranne una domenica in cui può aver esagerato nel parlare coi giocatori e un paio di direzioni modeste in quest'annata, il posto in regione, vedi il lavoro svolto fino a due anni fa e lo scorso anno, se lo è meritato. Questo deve essere scritto sulla pietra, perché non passi che in Eccellenza ci sia arrivato da turista per caso, come è apparso ieri. Per la serie “una seconda opportunità si concede a tutti”. Per quanto visto ieri il voto è basso perché, nella scorribanda della rete annullata, fosse stato sereno, avrebbe allontanato un allenatore, Fraioli, che ha attraversato diagonalmente, tutto il campo fino ad arrivare nei pressi dell'assistente preso in esame, Civitenga. L'errore più grande lo commette lui, quando imita colleghi di altre categorie sbagliando sul piano tecnico, e i riflessi filmati valgono oltre ogni considerazione. E negando un gol ai giocatori ridotti in 9 che non presentava una tale posizione da venire cancellato in modo così errato. Terzo errore: quando scoppia la rissa, anziché girare intorno ai giocatori, e visto che hai fatto il cuor di leone a correre in soccorso del secondo assistente, prendi per il bavero due giocatori, Alessandro Santopadre, che maltratta Cerbara, e Salvagni, che si veste da sceriffo senza la necessaria stella, e li cacci subito. Senza doverli chiamare dopo, senza discutere con Pagnani, cacciato subito dopo determinando il finimondo che ne ha seguito. E che, mi riferiscono, è stato sedato con i pullman già accesi, con Diagné particolarmente nervoso ed esagerato; ma che per fortuna, e per la civiltà mostrata dai sostenitori della squadra battuta, non è scoppiato in tribuna. Sennò diventa facile, dirigere prendendo le targhe. Così non ci vuole tanto. In riferimento alla sola partita di ieri il 2,5 messo ai signori Cattaneo e Civitenga è presto spiegato. Quando facevo le superiori 2 si dava a uno impreparato, 3 a uno scarso. E allora, valutata la partita di ieri, faccio una media, e viene 2,5. Perché ieri, a un certo punto, sono stati, due su tre, impreparati, nella gestione tecnica di un gol buono, facile, da dare, con i giocatori del Colleferro già a testa china e con Cioffi con le mani nei capelli. Con l'aggravante dell'impreparazione quando la gara, sul piano disciplinare, prima e dopo, andava gestita in modo più attento, articolato, duttile, e, dopo, energico. Designazione inopportunta, sbagliata – Non è mai facile, selezionare un arbitro con la assente certezza che farà bene. Però da un po' di tempo, il buon Neno Ceccarelli dimostra, con una frequenza aumentata quest'anno, un'insana tendenza votata alla ricerca del Valerio Colarossi di Roma 2 di turno. Che in giro non mi pare abbia grandi emuli, visto che Cesarini di Civitavecchia (e dàgli!), prima di andare al Ruolo Scambi, fece quella bella figura (...) sul campo della Boreale rispondendo in maniera assurda al tecnico Ferretti, cosa ascoltata da colleghi e dai presenti al campo. E il premio, al posto di un serio provvedimento, è stato di mandarlo avanti. Mi spiego meglio. Lo so, che oggi il presidente degli arbitri sta riflettendo su quanto visto ieri; ma questa volta come pure in altre, per dirla con un mio amico anzi Amico, se l'è andata a cercare, perché non tutte le nidiate portano fuori dal guscio del lavoro svolto nei raduni e sui campi, un gran bel cigno o addirittura più d'uno. E l'attuale gruppo arbitri ha tanta, troppa gioventù, e capisco pure le preoccupazioni di Zarelli, che in un paio di occasioni, ha esortato i responsabili del settore a non farli andare fuori dal Lazio troppo piccoli d'età, i “nostri” fischietti. Quindi, tutta in una volta, è emersa la questione di dover procurare più esperienze a questi giovanotti tanto appassionati, per farli maturare nei nostri pressi, prossimamente. Su questo Ceccarelli, Coppetelli e i membri del C.R.A. non difettano, loro, di anni trascorsi sui campi. Pertanto comprenderanno, una volta di più, che questo campionato è realmente, la serie A regionale. E come tale va trattata. Come un cristallo pregiato. Bello, seguito dai media, ma, in certe occasioni, fragile. E questa volta i cocci sono troppi, e frammentati, perchè i rilievi siano limitati a una sola partita, visti i numeri e l'attenzione costruiti dal grande lavoro di ogni componente. Ci sono diciassette giornate più gli spareggi per monitorare l'attenzione, in primis, di chi insegna a questi ragazzi come stare in campo, di fianco alla questione tecnica e disciplinare. Consapevoli, che si lavora, tutti, verso un'unica direzione. Anche se in parecchi, questa volta, siamo stati spiazzati. Considerazioni finali – L'augurio è che questo clamoroso intoppo del settore più delicato del calcio non presti il fianco nei confronti dei tanti arbitri, assistenti, dirigenti arbitrali, siano essi commissari e/o osservatori, a ingenerose critiche sabatine o domenicali, o infrasettimanali, di un settore che, almeno alla sua base, si muove con grande passione, difficilmente spiegabile, se volete, ma fattore vitale per la pratica di ogni disciplina motoria. E' uno sport difficile, praticare la strada degli arbitraggi, lo sappiamo. Però se la critica deve essere dura e feroce, vorrei vedere applicata la medesima metrica quando certe fesserie, tecniche, nelle relazioni, comportamentali e gestionali, le fanno i dirigenti e i giocatori, gli allenatori e i presunti esperti di calcio aventi il ruolo di consulenti di questo o quel massimo esponente di una società. Da sabato si ricomincia. W gli uomini e le donne di buona volontà, di sana umiltà, di capacità ragionatrice e analisi. Massimiliano Cannalire