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RIFLESSIONI SULL'ECCELLENZA E LA STAGIONE REGOLARE (?)


articolo del 13/5/2013



Il Monterotondo Lupa vince il

campionato. Per ora...

 

 

Storia di una giustizia sportiva dai tempi

indegni, privi di attenzione e tatto,

verso il campionato e gli investimenti fatti

 

 

Il Monterotondo Lupa arriva primo sul traguardo grazie al blitz degli ulitmi 16 minuti più quelli di recupero imposto al Borgo Podgora, a domicilio. I gol di Ponzio e Beccarini, una punta e un mediano di grande valore, sono stati determinanti per il successo della squadra di Fabrizio Paris.

L'assurdità della gestione delle vicende della giustizia sportiva, umilianti, e capaci di sputtanare questo campionato e la sua relativa credibilità, portano tutti noi a farci una domanda. Che è, sul piano della logica, ridicola, se ci pensate: fino a quando? Ossia il Monterotondo Lupa è in Serie D, e dei suoi meriti abbiamo argomentato in diretta radio alle 14.30 di domenica con Fabio Della Longa, e di conseguenza sul nostro sito riportando i nostri quesiti e le sue deduzioni. Ma fino a quando la sua compagine sarà ritenuta in Serie D? E se arriva il "tornate indietro" di questo indecente Gioco dell'Oca? Se succede che, per magia, come accadde con la Lupa Frascati, la dote (mal)tolta tornasse indietro? Beh, in tanti diranno: "E' giusto, è giusto che vadano allo spareggio". E uno potrà essere d'accordo o meno. Ma non è giusto, non è serio, non è puntuale, è medioevale il modo, persino brutale, con cui si è arrivati a questo. Per i giocatori, per i presidenti, per i dirigenti, i tifosi, la struttura federale regionale, per noi e tutti gli altri colleghi, che da anni siamo/sono impegnati nel raccontare dei campionati di tanto in tanto bistrattati dai grandi quotidiani; i quali hanno, al contrario, compreso un fatto. Che questi scenari, definiti a torto minori, spostano frazioni, paesi, grandi città, borgate, sennò non si potrebbe dire che si tratta realmente di un campionato di Eccellenza, nel senso più accetto del termine.

Ribadisco il concetto anziespresso. Il Terracina ha pagato una colpa (reale?) non solo non facente parte dell'attuale gestione ma costruita con una tempistica deficiente o, se volete un termine più morbido, mancante di credibilità. Manca di tutto: il modo con cui ci si è giunti, alla soluzione di un punto: manca sul piano del momento, arrivata a sei giorni dall'ultima giornata di torneo, otto dopo il confronto diretto.

Questa storia manca di tatto e sensibilità nei confronti del campionato che ci avrebbe portati a uno spareggio, l'ennesimo, nella storia del calcio laziale e del girone B, dopo Cassino-Almas 2-0 (2005) e Morolo-Terracina vinto ai rigori dai bianco-rossi ciociari (2006). Ma anche di vicende contorte come il caso-Fondi nel duello a tre tra Virtus Latina, Pisoniano e rosso-blu fondani.

Stiamo parlando di una vistosa falla nell'attenzione che avrebbero meritato gli investimenti fatti. Adesso vallo a spiegare, in vista della prossima stagione, ai massimi dirigenti, che devono spendere dei danari per i rimborsi di atleti, allenatori e dirigenti, per poi rischiare una penalizzazione mentre ti stai girando per controllare il più diretto inseguitore, e hai già la voglia di alzare le mani al cielo, arrivando sul traguardo da primo della classe. Mi viene in mente quel maratoneta, forse messicano, che veniva intervistato da vincitore della maratona, che si è fatto un mazzo "accussì", per 42 chilometri e 195 metri, per poi ricevere la squalifica a gara terminata, con una facilità impressionante, da parte di uno dei giudici sistemati a bordo pista.

Possibile che chi svolgeva indagini non si sia reso conto della necessità di accelerare i tempi, visto anche il duello per il primo posto che proseguiva da mesi, più che da settimane? Un'entrata a gamba tesa, non solo sul Terracina, è stata, quella decisione: ma sulla credibilità dei campionati regionali, con il primo Sherlock Holmes di turno e i suoi degni compagni di viaggio, che non sono stati in grado di fare tutto in quasi 12 MESI, DICO, 12 MESI! In un anno, quanto lavoro ci sarà mai stato, più importante, in tutto l'arco della Lega Nazionale Dilettanti? Vero è che in Procura Federale, mi abbiano riferito, ai tempi dell'altra, assurda vicenda Sora-Lupa Frascati (caso Ambrosi, n.d.r.), che i collaboratori dell'ufficio inquirente riscuotono dei gettoni di presenza. Ma non ci sono dei laureati in Giurisprudenza da poter integrare o degli assistenti ai quali concedere deleghe, ai quali rivolgersi per cose delicate e rilevanti come questa? O come il caso Camillo-Fregene. Ne vogliamo parlare? Lì sono passati, ADDIRITURA, 2 ANNI. Quanto lavoro c'è stato, da rimettere a posto, nel frattempo, in Procura? Quante cose erano più importanti dell'Eccellenza? Ma come!? Tavecchio si lascia andare a dichiarazioni, da anni, sulla tutela della base, e questi sono i risultati? Sul fatto che il calcio dei dilettanti sia il vero zoccolo duro dell'attività, e poi succedono queste cose? E pensare che quando pubblicammo i referti di Sora-Lupa Frascati, capaci di smentire le determinazioni del giudice sportivo di primo grado in relazione all'effettiva gravità dei comportamenti, in particolare, del presidente sorano, con minacce di clamorosa pesantezza e pericolo, venni contattato, personalmente, in tempi RAPIDISSIMI, da uno della Procura Federale! E tutto ciò per sapere come li avessi avuti, quegli incartamenti. Strano allora o strano adesso?

E' stata violentata l'affidabilità che ognuno di noi concede a questi campionati: è stata sputtanata la serietà che uno accredita a manifestazioni di questa importanza. Che sono dilettanti solo sulla carta, visti gli esborsi prodotti in favore di quei giocatori disposti a scendere dalla serie D per giocare in Eccellenza, o a venire da altre regioni e, in alcuni casi, da altre nazioni. E' stata sovvertita la certezza delle regole che ogni sportivo pensa siano in vigore, nella durata di un singolo campionato; è stata messa in difficoltà la grande passione dei semplici sportivi che si sono avvicinati, con timidezza, grazie alla radio o ad altri mezzi di informazione, siano essi quotidiani nazionali o altri siti internet, e che ne sono rimasti prima incuriositi, poi affascinati, infine folgorati.

Tutta questa amara vicenda rischia di compromettere, con una perdita d'immagine notevole, i tanti sacrifici fatti anche dall'istituzione federale regionale, dal semplice dirigente volontario al presidente Zarelli, dalla segretaria di un settore fino all'ufficio gare. Tutte quelle persone che permettono, con un grande lavoro di squadra, a questo nostro calcio laziale di "essere sul pezzo", di ovviare. E magari, un giorno, anche di portare il calcio a 5 alla puntualità del calcio a 11, che ha raggiunto numeri e, perché non dirlo?, risultati sul campo, con le rappresentative regionali, di livello tecnico assoluto e numerico di profondo rilievo.

Ha ragione, a essere incazzato, il Terracina. Che, pensate, non avessero segnato Ponzio e Beccarini, o più semplicemente, fosse stato accordato al Borgo Podgora uno dei due gol, apparso regolare, saremmo qui a parlare di un successo, nonostante tutto, della squadra di Alessandro Cucciari.

Il Monterotondo ha avuto il merito, come organico, gestione tecnica, societaria, di crederci fino in fondo, una volta smaltita la delusione di coppa, una volta metabolizzate le difficoltà di saltare, per le partite casalinghe, da un campo all'altro. E ci ha creduto con un allenatore in gamba, con un tecnico giovane, Fabrizio Paris, tenace, preparato, conoscitore della psicologia dei giocatori, grandi d'età e giovani, giovanissimi.

A chi mi ha chiesto, in questi giorni: "Sarebbe più giusto che riassegnassero il punto al Terracina procedendo, così, a uno spareggio?", mi sarebbe venuto da rispondere: "Hanno fatto sto casino, sti scienziati degni rappresentanti di una federazione così singolare, così distratta, così addomesticante, quando si tratta di giustizia sportiva (vedi l'assurda storia di Calciopoli con condanne molto più morbide alle grandi della Serie A)? Che se la sbrighino loro, questi fenomeni di distrazione!". Ma, naturalmente, prevale lo spirito di rispetto verso il lettore, verso l'utente radiofonico, come è giusto che sia: e allora rispondo, con invidiabile sincerità: "Sì, penso sia e sarebbe giusto che venisse riassegnato quel punto perché costituisce un dubbio troppo grande, sulla seria credibilità del campionato di Eccellenza". E' questo, il mio pensiero, e non solo il mio. Di solito non parlo mai a nome dell'altrui opinione però in parecchi la pensano così. Sì, sarebbe giusto che si confrontassero, ancora una volta, sul campo, al fine di determinare chi ha il diritto di andarsene, a pieni giri di felicità, in serie D, e chi lo proverà a fare con i play-off. Che, intanto, sono bloccati, fno all'uscita di una sentenza che rimetta o meno in discussione quel grande casino che ha prodotto quel punto in meno. E se il Terracina dimostra, poi, che c'è stato un errore, chi paga? Perché se è vero che Malagò, neo presidente del Coni, come si dice nei paesi, sta incazzato, per le mancate riforme della giustizia sportiva, pensiamo, tutti, per un attimo, quanto si senta preso per il naso e per i fondelli il presidente del Terracina, Attilio Saturno. E l'anno prossimo, se viene confermata questa mannaia dalla VERGOGNOSA tempistica, con un ritardo indegno, per un calcio cresciuto nei numeri, chi ce li mette ancora, i soldi, in questo calcio?

A me se vince il Monterotondo Lupa o vince il Terracina non cambia la vita, personalmente. Però un'ultima riflessione la vorrei fare, ribadendo quanto scritto di recente. Il Monterotondo Lupa non ha colpe, in questa storia così poco naturale, affato legata al campo di gioco: ha solo sfruttato il momento, finché dura. E, pensiero aggiuntivo, se si dovesse tornare al precedente condominio del primo posto, andrebbe fatta una richiesta, netta, imprescindibile, ai tifosi e anche ai dirigenti del Terracina. Date, una volta per tutte, una prova che a Sud del PalaEur, certe porcherie nei comportamenti, come gli spintoni al pullman della squadra ospite ricevuti, perché questo è accaduto, appena prima della gara interna con il Monterotondo Lupa, siano lontane, relegate ad altre città, paesi, agglomerati. E' ora pure di farla finita, con queste "guappate", con queste degenerazioni. E' ora pure di piantarla, col tirare merda al Sud del Lazio con le prepotenze, col dover andare scortati perché ti aspettano dieci, quindici, trenta idioti, che nel branco trovano il loro sfogo con beceri comportamenti. Sennò significa essere rimasti al calcio di 35 anni fa. E dopo non venitevi a lamentare se questa giustizia sportiva è lenta, se a cambiare, per primi, non siete voi. Tutti, nessuno escluso.

Intanto è talmente clamoroso, tutto questo, che anche il Monterotondo Lupa non si vuole far cogliere impreparato. La squadra di Fabrizio Paris si sta continuando ad allenare, per mantenere la forma fisica e la dovuta concentrazione, nel caso in cui accadesse qualcosa di diverso, dalla classifica delle 12.49 di domenica scorsa. Tanto è strana, come situazione, che vanno in campo come se dovessero giocare una 35° giornata, quella non prevista dal calendario, come diciamo appena prima di ogni spareggio per il primo posto, cosa che accadde anche nel girone A, nel 2004-2005: vinse il Pisoniano sul Civitacastellana ai suppelementari, a Colleferro, per 2-1.

Abbiamo toccato il fondo. Come diceva un commediografo francese di fine '700, adesso sentiamo chi bussa da sotto, quando arriva la sentenza.

Massimiliano Cannalire

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