LO SCONTRO DIRETTO VA AL LATINA
articolo del 19/4/2009
Latina, la roccia nelle retrovie, per tornare prima BORRINO-VENERELLI. NON BASTA COSTANTINI A UN POMEZIA AFFANNATO, CHE SI SVEGLIA TARDI LATINA-POMEZIA 2-1 (1-0) Latina: Castaldo, Chiarucci, Corrado (78’ Sannino), Bellamio, Pannozzo, Borrino (75’ Arena), Lepore, Martellacci, Venerelli, Pelle, Garat (73’ Arduini). A disp. Campagna, Tomassi, Amione, Colato. All. Maurizio Promutico. Pomezia: Chimenti, Innocenzi (46’ Campione), Colantoni, Costantini, Piroli, Chianelli, Proietti, Palermo (75’ Laurato), Pagliuca, Amassoka, Marano. A disp. Fiumanò, Conson, Spinelli, Rossi. All. Carlo Lanza. Arbitro: Sig. Sacchi sezione di Macerata (8,5). Assistenti: Sigg. Marini (7,5) e DeVanna (7) di Ciampino. Reti: 10’ Borrino, 55’ Venerelli, 74’ Costantini. Note: ammoniti ammoniti Borrino e Piroli per gioco falloso nel I tempo. Costantini e Venerelli per gioco falloso, Pannozzo e Castaldo per perdita di tempo, nel II tempo. Calci d’angolo: 8-2 per il Pomezia. 2000 spettatori circa, con discreta rappresentanza pometina. Giornata nuvolosa, campo reso viscido dalla pioggia. Dal nostro inviato al “Domenico Francioni” Il Latina batte il Pomezia dopo cento minuti di fatica, di spessore, fatti di un grande primo tempo, con la benzina che è finita, nella seconda parte, e con i tifosi nero-azzurri che hanno sofferto le proverbiali sette camicie dopo la rete di Costantini, in gol di testa al 29’ della ripresa, appena effettuato dai padroni di casa. Non è nuovo, il team primo della classe, che è stato in testa, con oggi, diciotto giornate da solo, a perdersi le energie per strada. Ma oggi difesa e centrocampo del Latina hanno lasciato pochi varchi, con tutto che la parte finale del primo tempo ha visto un netto calo di Martellacci e Pelle, che avevano disputato egregiamente mezz’ora di qualità, con tutta la squadra. Infatti le diverse occasioni sciupate dal Latina avrebbero reso più corposo il distacco di fronte a un Pomezia debole sul piano mentale, che ha accusato la repentina rete di Borriello (le immagini hanno confermato che il tocco del difensore ha preceduto l’ingresso del pallone in rete), e disordinato sul piano del giuoco. Il Pomezia è stato bravo nell’esercitare un buon forcing sulle corsie centrali, ha chiuso i lati ma si è disgregato per continuità e raddoppi. All’8’ Marano scende centralmente provando un tiro di sinistro a Castaldo in ritardo: palla fuori di un metro e mezzo alla sinistra della sua porta. La replica è di Garat, al 9’, bravo a liberarsi di un avversario, e a tentare generosamente il sinistro. Palla di netto lontana dai pali. Al 10’ l’1-0 che sposta gli equilibri, di partita e campionato. Calcio d’angolo di Pelle dalla sinistra, pennellato sul primo palo per l’ottimo colpo di testa di Venerelli; la sfera si inarca ed è lì per entrare ma, prima di varcare la linea bianca per strade aeree, viene spinta in rete dall’accorrente Borrino. Tutti ad abbracciare il giovane ’91 mentre il difensore, reale marcatore del vantaggio bianco-nero-azzurro va verso la curva del tifo organizzato. Esplode di gioia il “Francioni”. Ma la formazione di Maurizio Promutico non rallenta il suo incedere, ammirevole in questo. Al 15’ un calcio piazzato dalla sinistra battuto da Pelle manda la palla a sorvolare di poco la traversa. Al 20’ il Latina butta alle stelle il punto del 2-0. Una palla apparentemente innocua rimbalza male causando l’unico errore di Chianelli in fase di chiusura, in tutto l’incontro, e la sfera giunge a Venerelli. L’attaccante, solo davanti al portiere, tira al volo, senza pensarci, con la palla che va di molto alta sopra la traversa. Disperazione dei tanti tifosi di casa. Il Pomezia barcolla ma rimane in partita. Al 22’ azione personale di Lepore che parte dalla destra e quando si accentra manda alto il suo tentativo mancino, apprezzato per l’intraprendenza. Arriva il primo “giallo” ed è per Borrino, autore di un fallo “tattico”. Al 25’ Palermo batte una punizione che Amassoka, stile play-station, prova a correggere, senza riuscire nell’intento. Palla con abbondanza sul fondo. Al 26’ Garat danza bene sulla sinistra e, saltato Innocenzi, che ha faticato come Piroli (fuori ruolo) contro un avversario veloce, mette un buon tiro-cross in mezzo, addomesticato, con il doppio passo, dal portiere Chimenti. Si pareggiano le ammonizioni al 27’ con Piroli che ferma un contropiede di Garat con le spicciole. Nulla da obiettare, sull’operato di un buon arbitro cui dà una buona mano Marini, che azzecca anche le cose più impalpabili nell’assegnare le rimesse laterali. Al 46’ il primo errore di un certo peso viene commesso dalla difesa di casa, con Chiarucci e Pannozzo che sbagliano a “fare il fuorigioco” su Amassoka; è bravo a far proseguire l’assistente numero uno, Marini, è fallace nella conclusione l’attaccante del Pomezia con un tiro sbilenco provato sul rientro del “centrale” e di Bellamio. Palla parecchio lontana dalla porta. Brividi nero-azzurri, stavolta. L’occasione sembra casuale anche se ha messo parecchia paura agli avversari ma, nell’intervallo, Lanza provvede a due cambi: fuori Innocenzi e dentro Campione, più offensivo, doccia per un inconsistente Palermo e campo per Mastromattei, che si rivelerà vivace e deciso. Nessun adattamento diverso rispetto all’undici di partenza per il Latina. Al 10’ un’azione sospinta da Corrado va a servire Lepore nel cuore dell’area ospite con Garat che finisce per terra; si prosegue e la palla arriva a Venerelli, bravo come il miglior Gustavo Thoeni, sciatore storico della prima valanga azzurra, a evitare uno, due, tre avversari prima di giungere nello stretto davanti a Chimenti, battuti da un tiro di destro, con la punta del piede. Tanto basta a gonfiare la rete, alla seconda esplosione di giornata, a tentare di cementare quel 72-70 che dal primo tempo alberga in classifica, quasi fosse un punteggio cestistico. Al 23’ Chianelli prova su calcio di punizione dai ventidue metri con il pallone che sorvola di poco la traversa. Quando al 28’ il Latina effettua il primo cambio, con l’applaudito Borrino che lascia il posto a Borrino (divenuto papà, auguri!, n.d.r.). Sul calcio d’angolo che succede alla sostituzione – mai fare i cambi su un calcio piazzato altrui, dicevano un tempo i maestri – il gioco è orchestrato da Proietti, autore di un delizioso cross a spiovere che il bravo Costantini manda quasi nel “sette” alla sinistra di Castaldo, un po’ come la prima rete del Liverpool a Istanbul al Milan, nella finale 2005 (Gerrard). La parabola è inevitabilmente tesa a spedire la palla in rete. E’ il 2-1 che, secondo i tifosi del Latina, dovrebbe dare una scossa alla prima della classe, che in realtà si è seduta sulle gambe già da un pezzo. Al 36’ Sannino scappa via su un bel lancio di Martellacci, ed entra in area evitando la linea di fondo; sul suo rientro con il sinistro mette in seria difficoltà Chimenti, grandioso nella respinta a mano destra spalancata in tuffo, nel riuscito tentativo di lasciare in gioco gara e graduatoria. Una parata da consumato giocatore: eppure è un ’90. Al 42’ buona soluzione di Mastromattei dalla media distanza che costringe Castaldo alla respinta in tuffo e poi la difesa sarà costretta agli straordinari sull’ennesima palla vagante che danzava nella tre-quarti di casa. Al 47’ è in fuorigioco Amassoka ma non Campione, che di controbalzo con il destro crea non pochi problemi a Castaldo, bravo ad aspettare la conclusione e ad accartocciarsi sul prezioso cuoio. Non è finita perché, dopo un fallo di Marano commesso su Bellamio, e puntualmente rilevato dall’arbitro Sacchi di Macerata, al 49’ un bel lob dalla destra di Proietti manda al colpo di testa Amassoka, che spedisce la palla fuori di quanto basta per lasciare le cose così. Se l’unico dubbio è la sofferenza che il Latina ha patito in un quarto d’ora e nei restanti 7’ di recupero, altrettanto grande è la gioia per aver centrato l’unico risultato possibile per ristabilire quanto detto dal torneo in 18 giornate del campionato, 17 delle quali vissute in solitudine, e 1 in coabitazione. Il Pomezia, che era stato solo in vetta per quattro turni, lascia il primo posto a una meritevole, stoica, granitica squadra, riconoscibile nella rocciosa difesa, davvero nella grande quantità di palloni ricacciati dai propri sedici metri dai vari Pannozzo, Bellamio, Borrino e Chiarucci. Loro sono stati davvero autori di una prestazione che i tanti sportivi presenti difficilmente dimenticheranno. Il Pomezia, pur privo di De Luca – fermo fino alla fine dell’anno – e Galasso, non è piaciuto, per la mancata reazione, per le trame, inizialmente geometriche poi persesi per strada. Piroli ha sofferto maledettamente Venerelli e anche Garat, defilato, ha fatto vedere i sorci verdi a Innocenzi. I primi 30’, 35’ del primo tempo il Latina li ha giocati da squadra di serie C, non di serie D, con una personalità, una perduranza nel mettere in piedi azioni, continua e determinata, come di rado si vede in giro. Il calo fisico, nei prossimi tre turni, dovrà lasciare il passo a un traguardo: andare di sopra evitando i play-off, perché quando arriverà il caldo, saranno cavoli amari. Oggi mezza regione batte le mani alla sportività mostrate dai vinti, il Pomezia, e dai vincitori, il Latina. Negli spogliatoi il coro era, mentre si pensava a come montare di corsa il servizio TV, andando via dal “Francioni”: “La capolista se ne va….”. Nel complesso si è trattato di un successo meritato. Buono l’operato del maceratese Sacchi, che avrebbe dovuto e potuto risparmiare l’ammonizione a Pannozzo, esagerata e oltremodo fiscale. Per darla ci ha pure percorso cinquanta metri. Per il resto ha disposto di quella grande capacità che è il dialogo, utilizzato con la giusta parsimonia, ha dato un paio di occhiate, ha punito i falli tattici, ha avuto una buona intesa con gli assistenti, bravi anche loro. L’unica, timida protesta, nei venti minuti finali, il Pomezia l’ha prodotta su un ravvicinatissimo “mani” a distanza in area di rigore. L’arbitro era ben appostato e il difensore posizionato vicino all’attaccante. Nulla da eccepire. Massimiliano Cannalire