GIOVANILI-CASO BINI: L'ALMAS E DURANTE (VICE-PRESIDENTE SENZA POTERE DI FIRMA) CONDANNATI OGGI. CHE SENSO HA?
articolo del 14/1/2010
CASO BINI: L’ALMAS E DURANTE (vice-presidente senza potere di firma) CONDANNATI OGGI. CHE SENSO HA? 7.000 € alla societa’ e 7 punti sanzionati ai ragazzini di oggi. che logica e’? Voglio fare una premessa, su questo caso. Nessuno che non attraversi quanto ha subito la famiglia di alessandro bini puo’ conoscere fino in fondo un dolore cosi’ ingeneroso, forte, nei confronti di due genitori che hanno visto il figlio perire per una tragica fatalita’. E la risposta della famiglia Bini e’ stata encomiabile, esemplare, per cercare di combattere in favore di una maggiore sicurezza sui campi di gioco. Oggi nel comunicato n. 84 si legge che l'Almas e' stata sanzionata con 7.000 € di multa e 7 punti di penalizzazione da attribuire e ridurre in classifica all'attuale squadra di giovanissimi, con 3 anni di squalifica a Gennaro Durante (piu' comunemente conosciuto come Claudio, n.d.r.). L’almas ha pagato in sede penale per le responsabilita’ sortite dall’inchiesta, che aveva evidenziato la figura di Attilio Massolo quale massima espressione dirigenziale del club, e non quella dei suoi vice-presidenti (piu' d'uno) o subalterni. Tutto questo non e’ bastato agli elementi della Procura Federale. Ai quali mi permetto di rivolgere qualche domanda concedendo, se lo riterranno opportuno, il diritto di replica con le argomentazioni del caso, ammesso che ne abbiano il tempo, visti i tanti casi trattati ogni anno. Che senso ha, se il presidente dell’epoca dei fatti, attilio massolo, e’ morto, e anche il segretario con potere di firma, sergio nicolai, e’ deceduto, oggi, prendersela con un vice-presidente non avente il potere di firma? Come si fa a sostenere che “….la responsabilità in ambito sportivo non si limita ai soggetti muniti della rappresentanza formale della società ma si estende ai rappresentanti sostanziali ed a tutti coloro che, per le mansioni ed i ruoli ricoperti in società, abbiano violato effettivamente le norme federali.”? Quando in passato e’ stata presa una stessa via con le relative decisioni? La nostra regione non ricorda o in parecchi hanno perso la memoria ma la domanda e’ semplice: tutti quelli che hanno fatto i presidenti in ECCELLENZA (non in un campionato di settore giovanile) erano delle educande e nessuno con dei precedenti penali? Cosa e’ stato fatto negli anni ’90 e recentemente con quelli che venivano definiti dai mass-media “patron” o “proprietari” o presidenti anche senza censimento? Passi per la multa che puo’ essere una decisione di Santa Madre Federazione e dei relativi organi operanti in sua vece: ma cosa significa punire ragazzi che all’epoca facevano parte della scuola calcio, OGGI, per una storia di febbraio 2008? Levare 7 punti oggi a ragazzi appassionati per una colpa non loro che messaggio puo’ lasciare? Ci sono, poi, altri quesiti che vorrei ricevessero una risposta, quando approfondiremo la questione via radio perche’ vorrei ascoltare tutti i pareri in questa storia. Che sembra non finire mai, di fatto. E una delle mie domande riguardera’, di certo, la vicenda del risarcimento in sede civile. Perche’ anche li’ bisognerebbe verificare un paio di cose… E per ulteriori conclusioni o quesiti vorremmo ascoltare il parere della famiglia, innanzitutto, e poi rileggere attentamente le carte. Quelle che oggi abbiamo di fronte lasciamo spazio a piu’ di una riflessione e a qualche perplessita’. Di sicuro c’e’ che questa squalifica puo’ aprire un precedente ossia ogni elemento facente funzione di vice-presidente, se viene meno un presidente e un segretario con potere di firma, comunque rimane responsabile. Quanti dirigenti potrebbero lasciare una o piu’ cariche del censimento che viene consegnato dalle societa’ in federazione? Purtroppo Alessandro Bini e la sua famiglia hanno pagato il prezzo piu’ alto. Si possono cercare colpevoli in tutti i cunicoli, i prati, gli spazi, erbosi e cementati di via Demetriade. Il ragazzo non torna indietro, amara ma realistica verita’, e anche il risarcimento civile piu’ elevato non significhera’ la stessa cosa di vedere un figlio crescere, tra certezze, dubbi, soddisfazioni, e momenti critici. Massimiliano Cannalire DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE DELLA F.I.G.C. A CARICO DEL SIG. DURANTE VICE PRESIDENTE PRO TEMPORE DELL’ALMAS ROMA S.R.L. E DELLA SOCIETA’ ALMAS ROMA S.R.L. Nella riunione fissata Il Rappresentante della Procura Federale proponeva la sanzione di € 10.000 di ammenda a carico della Società ALMAS ROMA SRL con l’applicazione di n. 10 punti di penalizzazione. Il Rappresentante della Società chiedeva, ai sensi del citato art. 23 comma 1 del C.G.S., l’applicazione di una sanzione ridotta nella misura di seguito indicata: € 7.000 di ammenda a carico della Società ALMAS ROMA SRL e di n. 7 punti di penalizzazione da scontare nel Campionato Giovanissimi Regionali. La Procura Federale prestava il consenso. La Commissione Disciplinare, ritenuta congrua la sanzione, ai sensi del citato art. 23 comma 2 del C.G.S. APPLICA Alla Società ALMAS ROMA SRL l’ammenda di € 7.000 e la penalizzazione di n. 7 punti in classifica da scontare nel Campionato Giovanissimi Regionali della corrente stagione sportiva. Le sanzioni irrogate decorrono dalla comunicazione del provvedimento agli interessati. Manda la segreteria del DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE DELLA F.I.G.C. A CARICO DEL SIG. DURANTE VICE PRESIDENTE PRO TEMPORE DELL’ALMAS ROMA S.R.L. E DELLA SOCIETA’ ALMAS ROMA S.R.L. Nella riunione fissata Produceva memoria difensiva il difensore del Durante che alla stessa si riportava totalmente illustrandola. In sostanza il deferito contestava l’attribuzione di qualsiasi potere di rappresentanza della società Almas Roma s.r.l. . A tal fine produceva il foglio censimento della società ed una visura camerale, trattandosi di società di capitali. In conclusione richiedeva l’applicazione al deferito della sanzione dell’inibizione per anni cinque La difesa con ampie argomentazioni richiedeva, per le motivazioni sopra dette, il proscioglimento. Deve innanzitutto premettersi che i gravissimi fatti, per i quali la Commissione giudicante non può che associarsi ai sentimenti unanimi di cordoglio e di vicinanza nei confronti dei genitori, dei parenti e dei tesserati della società di appartenenza del giovane atleta così tragicamente scomparso, hanno trovato una analisi puntuale sia nel procedimento sportivo che in quello penale, i cui atti principali sono stati acquisiti nel presente giudizio, e non lasciano spazio ad incertezze ed interpretazioni di sorta. E’ indiscutibile la dinamica, del tutto fortuita ed avulsa da qualsiasi contatto con altri calciatori, dell’urto del giovani Bini con la leva del rubinetto dell’impianto di irrigazione, così come è indiscutibile che tale urto fu causa unica e determinante, senza alcuna interruzione del nesso causale, del decesso. E’ altrettanto indiscutibile, che tale ostacolo fisso fosse collocato a distanza non regolamentare dalla linea laterale. Orbene, al di là delle tragiche conseguenze che, comunque, non possono certo essere dimenticate nell’analisi del caso, è evidente che la violazione degli obblighi di controllo e di verifica della regolarità del campo di gioco incomba in maniera determinante sulla società ospitante che, nella specie, era il gestore dell’impianto sportivo. Così come non può sottacersi che la norma sul campo per destinazione sia posta innanzitutto a presidio dell’incolumità degli atleti, dei collaboratori dell’arbitro e dello stesso direttore di gara e non possa essere in nessun modo derogata proprio per il suo carattere generale ed universale previsto dal Regolamento della lega dilettanti. Ciò posto l’unica questione che resta sul tappeto è quella dell’individuazione dei soggetti fisicamente responsabili ed, in tal senso, non può che condividersi, in senso generale, l’impostazione della Procura Federale che ha correttamente esteso l’indagine non solo ai soggetti legalmente responsabili e sui quali naturalmente non vi è questione, ma anche a quelli effettivamente responsabili; cioè a quei dirigenti che, per il ruolo ricoperto in società e per le mansioni effettivamente ricoperte, avevano il dovere di sovrintendere e controllare le attività di segnatura del terreno di gioco e di rispetto delle norme relative. In tal senso non può invece condividersi l’impostazione pubblicistica data dalla difesa del deferito che, pur condivisibile e pregevolmente esposta per quanto attiene le norme sulla rappresentanza delle società di capitali, non possono essere assunte in un procedimento sportivo che non può e non deve arrestare l’analisi al rispetto formale delle leggi statuali ma deve scrutinare sul rispetto delle norme sportive che impongono precisi obblighi non solo ai rappresentanti legali ma a tutti i tesserati, siano essi calciatori, tecnici, dirigenti o collaboratori. Nella specie la responsabilità del Durante è pienamente provata, non solo in funzione del ruolo dirigenziale svolto in società, comunque rilevante, ma per le effettive mansioni svolte al momento che erano quelle di presidente di fatto, stante la gravissima malattia del Presidente Massolo, e di dirigente apicale nella gestione più propriamente agonistico- sportiva, con funzioni quindi di controllo anche sulla gestione dell’impianto sportivo. Responsabilità che il Durante condivideva con il Presidente e con il Segretario e, con ogni probabilità, anche con altri dirigenti che l’indagine non è riuscita pienamente ad individuare. Provata la responsabilità si deve ora fissare la sanzione adeguata. I fatti sono di straordinaria gravità e quindi la sanzione non può che essere altrettanto straordinaria. Si può solo osservare, per adeguare la pena al fatto, che si tratta pur sempre di un fatto colposo e non doloso e che la responsabilità del Durante è concorrente con una pluralità di soggetti e non esclusiva. Quindi appare conforme a Giustizia fissare la sanzione nei termini di cui al dispositivo, attenuati rispetto alla richiesta di applicazione della sanzione massima irrogabile ad un dirigente, per la presenza di queste circostanze concernenti l’elemento soggettivo che valgono ad attenuare leggermente la responsabilità. Tutto ciò premesso DELIBERA Di ritenere il Sig. Durante Gennaro all’epoca dei fatti vice presidente dell’Almas Roma SRL responsabile delle violazioni ascritte applicandogli la sanzione dell’inibizione per anni tre. Le sanzioni irrogate decorrono dalla comunicazione del provvedimento agli interessati. Manda la segreteria del DELIBERE DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE TERRITORIALE