LE PAGELLE DI ANZIOLAVINIO-FIDENE E LE SINGOLE VALUTAZIONI a cura di Max Cannalire
articolo del 17/5/2010
FIDENE-ANZIOLAVINIO/I VOTI, LE VALUTAZIONI, I PENSIERI SUI SINGOLI Fidene Lauri 10 Impossibile prescindere dai tiri di rigore, nel suo caso. La sua impresa va amplificata, e per diversi motivi. Ha dato sicurezza nelle partite più delicate, ed è un atleta giovane. E' un portiere di cui si dice un gran bene, anche da parte di chi al “Del Bianco” è venuto da spettatori, vedi Pino Passeretti, d.g. del Fiumicino. Secondo spunto: ha parato due rigore, ma soprattutto li ha neutralizzati dopo l'errore di Tolomeo, in una condizione in cui o ci stai con la testa, e sei atleta, oppure ti perdi nella massa. Bravo, bravo, bravo, come disse Bragagna a Stefano Baldini di fronte al traguardo dell'oro di maratona ad Atene. Mamma, butta giù la pasta! Marco Lauri, e vengo da lontano: sembrava Ricky Albertosi, storico portiere del Milan dello scudetto della Stella (1978-79) e della Nazionale. Esposito 6 Un ragazzo che viene da lontano, e che ha sofferto la velocità di Giuffrida, Lupi e compagnia, per almeno un tempo e passa. Poi, pur faticando, ha preso le misure. Di tanto in tanto prova a sganciarsi memore, comunque, che il fluidificante è il collega De Gol, che opera dall'altra parte del reparto difensivo. Il voto vale anche per la stagione, che lo vede pienamente sufficiente. De Gol 6,5 Se chiedono un terzino capace di proporsi, scendere, avere la faccia tosta, la personalità, allora De Gol è già bell'e pronto, per la serie D. Un giovanotto capace di prendere le misure a clienti esperti e motivati. E giocare contro l'Anziolavinio di ieri davvero non era facile. De Vizzi 7,5 Soffre nel primo tempo, e anche parecchio perché l'Anziolavinio gioca corto, e in modo efficace. Cresce nella seconda parte regolamentare, e prende per mano la squadra quando intuisce il normale calo della formazione avversaria. Lotta, si dà da fare, combatte, e viene apprezzata la sua grinta. Ha la responsabilità del quinto calcio di rigore, e la vive firmando il successo. Roba da restare nella storia di un club, e degli spareggi del calcio laziale. Lo potrà raccontare a figli e nipoti. Perché, francamente, non crediamo che questo sodalizio si limiti a salire in serie D. Magari ci vorrà tempo, ma il mattone del sigillo è stato siglato dall'operaio Agostino De Vizzi. Come diceva Sant'Agostino: “Gli uomini vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensità dell'oceano, il corso degli astri, e non pensano a sé stessi”. Oggi può pensare, singolarmente, di avere fatto qualcosa di importante. Santo subito. Quello del fiume Tevere. La sua effigie potrà essere collocata di fianco a Don Giustino Russolillo imbardato a festa. Pollini 7 Dalle sue parti si sono arenate tante, tante iniziative avversarie, e non solo nelle ultime due domeniche. Va per commettere un'ingenuità prendendo per il polso Giuffrida e a momenti non causa un doloroso rigore. Per il resto un gigante, per tempismo e senso della posizione. Ha annullato Antonelli, in due partite, insieme al compagno di reparto: non hanno stoppato uno qualsiasi. Un torneo sopra il livello medio, che ne fa un signor giocatore, che, ovvio, reputo sia pronto per la serie D. Serino 7,5 Grande dominatore dell'area di rigore, bravo a portare avanti la squadra quando la pressione avversaria si fa insistente, ed è accaduto per oltre un'ora. Ha il senso del lavoro operaio, l'umiltà dell'affidabile gregario, e sa salire in cattedra quando è il momento. Affidabile, puntuale, gran difensore. Di Pietro 4,5 Questa volta non incide, e Lo Pinto lo toglie: non è il solito giocatore come quella visto sette giorni prima, costruire i presupposti per giocare lo spareggio. Stagione molto positiva, partita di Anagni su cui riflettere (46' Dominici 7 ha personalità, voglia di far bene, costrutto e lavora per la squadra). Cangini 6,5 Ci mette un po' a entrare nel vivo della contesa, merito, naturalmente, dell'Anziolavinio buono visto per tutto il primo tempo e per metà del secondo. Quando prende le misure cresce, progressivamente, e lavora diversi palloni utili a non far comprimere la squadra bianco-verde nella relativa metà campo. Più che sufficiente (13' p.t.s. Mancini 6 Quando entra prende la squadra per mano, con pazienza, mestiere, decisione. Per tentare di evitare i rigori) Bez 5 Generoso, come sempre, ma senza grandi giocate. Non era facile, dopo la gran partita di fine stagione regolare. Viene spesso limitato, a turno, da Fioravanti e Piccheri. Una delle poche palle giocabili gliela porta via De Vizzi, che lo anticipa di testa, spedendo sul fondo. Se parliamo della sua stagione è da 7,5. Dove sono quei parecchi scienziati che, senza conoscerlo, andavano dicendo: “Non è buono”? Manganelli 6- Gioca un brutto primo tempo. Sarà il campo, che penalizza un giocatore della sua bonto tecnica, sarà un'avversaria che si presenta diversa rispetto al 3-0, sarà perché dalla sua parte gioca una buona partita Giordani, aiutato da Lupi; fatto è che per un'ora buono combina poco. Cresce con il passare dei minuti, capisce che deve vestirsi, per l'occasione, da gregario. Si cala nella parte, gioca un paio di palloni senza trovare la giusta conclusione, partecipa al lento incedere e progredire del Fidene. Accetta la battaglia quando la partita si fa ruvida, senza risparmiarsi. Ma non è la sua partita. Realizza uno dei quattro rigori decisivi con grande sicurezza. Polverino 5 Prova a darsi da fare, e collabora coi compagni, senza trovare grandi spunti. Viene estromesso da un prepotente atto falloso, non sanzionato dall'arbitro. Reagisce, uscendo, pare, con un manrovescio. Ma per quanto ha fatto vedere, nell'arco di tutta la stagione, va applaudito. Sulla singola partita non incide, merito anche di un campo da escursione in jeep, una sorta di off-road (86' Tolomeo 6,5 Merita la sufficienza piena, indipendentemente dall'errore commesso dal dischetto, sul terzo rigore. Quello va separato dalla vicenda della mezz'ora e passa in cui fa vedere di portare avanti la squadra, nei momenti complicati. Lavora diverse volte il pallone, contribuisce a quelle poche geometrie viste su un campo tipo Parigi-Dakar, non un campo da spareggio per la D, davvero. E lui si dà da fare. Apprezzato). All. Marco Lo Pinto 9 Ha preso la squadra in un momento delicato, accettando la sfida e dimostrando quella determinazione che ha sempre palesato da giocatore. Ha messo in gioco sé stesso, senza paura, consapevole che prendere per mano la squadra di una struttura importante potesse rappresentare un esame tosto, difficile, in un anno particolare, delicato per il polisportivo impianto salario. Ha dato sicurezza al gruppo tenendolo compatto, ha fatto scelte anche di una certa delicatezza, e ha ottenuto il massimo, partendo da terzo della classe. Arrivando primo. L'esame prossimo sarà quello più importante ma, intanto, ha ragione, quando dice: “Ora dedichiamoci alla festa”. Giusto. Anziolavinio Papagna 7 Sbaglia una sola presa, che crea brividi, e sulla quale poggia male il piede, facendosi male, nei tempi supplementari. E' sicuro sulle palle alte e quando c'è traffico ne respinge una discreta quantità senza rischiare, coi pugni. Non si fa mai sorprendere, riscuotendo grandi, grandi applausi sul tentativo ultimo provato da Matteo De Gol, ricordando a una regione che è tra i portieri più forti. Casaldi 7 Gioca una discreta partita e concede poco. Spinge in quelle poche occasioni dal momento che dei due esterni difensivi è Giordani, il fluidificante. Chiude parecchie volte arginando Di Pietro, contro cui vince molte volte, al punto che Lo Pinto lo rileva alla fine del primo tempo. E' uno di quelli che segna la svolta sul piano della grinta e della prestazione collettiva rispetto alla pessima, precedente gara. Giordani 7,5 E' uno dei migliori dei suoi. Limita gli avversari, gioca con tempismo, con senso dell'entrata, e non lascia grandi spazi a quelli che passano nei suoi pressi. Va con frequenza in avanti e al cross. Positiva prova. Fioravanti 8 Offre una prova generosa, e l'unico buco lo soffre nei supplementari quando De Vizzi non sfrutta il regalo ricevuto da lui e Casaldi. La solita, grandiosa partita, fatta di tenacia, tempismo, generosità, da gran giocatore quale è il buon Fioravanti. Piccheri 8 Il voto è per la prova. Per questa merita uno dei migliori giudizi. Poi, come l'arbitro, cade nei suoi grandi limiti caratteriali, spedendo nel campo per destinazione e (?) sulla rete di recinzione il malcapitato Polverino, provocando una ferita assolutamente evitabile. Non ha guardato il pallone perché andasse sul fondo e ha badato solo al contatto con il centravanti tascabile, incoraggiato in questo da dieci secondi di autentica fesseria di un incauto direttore di gara. Per questo merita un impreparato: 2, e qualche sana riflessione, che fa il paio con l'indecente comportamento tenuto al fischio finale della precedente gara. Più di un indizio, sulla sua instabilità caratteriale, durante una partita. Tornando alla sua prova, sul piano dell'utilità è di certo un giocatore di buon livello, e lo dimostra chiudendo una gran quantità di palloni e lavorando molto bene con Fioravanti. Una coppia complementare. Dell'Aguzzo 8 E' davvero generoso, questo atleta, che raffigura, con Mario Guida, un Anziolavinio diverso rispetto alla disfatta del Salaria Sport Village. Gioca una grande, grande, grande partita. Bravo! Esce dopo aver patito i crampi, forse per uno stiramento. Ammirevole (91' D'Antonio 6: non è facile sostituire dei compagni che giocano una grande partita. Entra subito con volontà, nel vivo della sfida di un anno intero. Propone il suo sufficiente apporto) Gamboni 6,5 Nello spareggio ci sono sue sufficienti tracce nel gioco e nella tessitura di qualche iniziativa. Si mette a disposizione dei compagni pur senza grandi acuti. E' nel vivo del gioco collettivo. Viene estromesso dalla partita al 10' del primo supplementare per un moto di protagonismo del direttore di gara, che prende un'autentica “cappa”, per non dire qualcosa di più pesante. Una decisione da scansare ma il signor Fiorini è, in questo, “limitato”. E prova a guastare una finale di questo livello, come quando non sanziona con una evidente punizione indiretta la ruvidezza di Piccheri su Polverino. Il fallo di Gamboni costituiva una normalissima infrazione,a settanta metri dalla porta avversaria. Che non cancella il Tommaso Gamboni visto in terra anagnina. Guida 8 Se in occasione dello spareggio l'Anziolavinio assume un'altra veste, una grande solidità in mezzo al campo, e se gioca corto, tra i più pronti per concentrazione, grinta, carattere, di sicuro c'è il capitano dell'Anziolavinio. Offre 90' regolamentari di grande spessore, tattico e tecnico. E' un “paravento” in qualche occasione, utilizza quel mestiere che lo reca quale uno dei più esperti centromediani del campionato di Eccellenza. Cala nei dieci minuti che precedono i tempi supplementari. E' tra gli ultimi ad arrendersi, anzi neanche lo fa. Applausi per il numero 8 tirrenico. Antonelli 4,5 In due partite, le ultime, non si è praticamente mai visto. E' vero che dalle sue parti non arrivano palloni giocabili e, laddove, giunga qualcosa dal lavoro esterno di Giuffrida e Gamboni, ci pensano i due difensori centrali ad arginare il vice-capocannoniere del girone A. Da uno della sua esperienza, del suo senso del gol ci si attendeva molto di più. Sia nella partita giocata male al Salaria sia in quella di Anagni. Legge bene la gara quando prova ad arretrare il suo raggio d'azione andandosi a procurare qualche decente pallone in mezzo al campo. Ma non è in giornata, ed è uno dei segnali che racconta della benzina finita, da qualche tempo, in riva al Tirreno. Dispiace emettere un giudizio netto su un atleta che è parte della storia del calcio laziale (Aureliana, Montespaccato Aureliana, Fregene, e di serie D, ancora Fregene e Morro d'Oro, e Anziolavinio); ma in due partite, a meno che non mi sia addormentato nel bel mezzo delle due dirette radiofoniche, ho annotato una sola conclusione, di testa, finita di poco alta, sette giorni prima dello spareggio. Lupi 7 Gioca un bel primo tempo di contenimento e di pressione verso le altrui linee, gioca un discreto numero di palloni, affonda finché può e vince diversi duelli. Esce, stremato, per far posto a un papabile rigorista. Va applaudita la sostanza che dà alla sua squadra (123' Flamini s.v.) Giuffrida 6,5 Cala alla distanza, vistosamente, dopo aver giocato bene un tempo e mezzo. Ha lavorato ai fianchi il Fidene, tenendo in apprensione retroguardia e pacchetto centrale della squadra avversaria. Poi trova Lauri in versione Ricky Albertosi, e allora non si può mettere in croce per un errore dal dischetto, in una annata per lui proficua, che merita attenzione. All. Paolo D'Este 9. Quando arrivi a 70 punti insieme a un'altra, e perdi uno spareggio che dopo il secondo rigori pensavi stessi facendo tuo, non si può valutare negativamente il lavoro di un anno intero. Non sparate sul pianista. E' vero: a Monterosi si doveva accontentare di un punto senza la ricerca del successo a tutti i costi: ma chi ragiona, nel bel mezzo di una gara, per il punto? E' altrettanto vero che, fisicamente, la squadra si è presentata al Salaria scoppiata, senza un cambio di passo. Ma bisogna evidenziare, per l'allenatore dell'Anziolavinio, la gestione e della settimana precedente lo spareggio, e il fatto di aver lavorato con un undici privo di grandi cambi che fossero all'altezza dei titolari. Ha altri due esami, non facili, contro la Cavese. E sono due importanti possibilità, per lui e per la società di Franco Rizzaro. Nello specifico dello spareggio l'Anziolavinio ha giocato bene, e non si deve rimproverare nulla, dal momento che l'espulsione è ascrivibile al protagonismo di chi ha diretto la partita. Arbitro: Sig. Vincenzo Fiorini di Frosinone 7. Vanno fatte diverse considerazioni. Il primo, grande errore lo commette sulla somma di ammonizioni che fa scaturire il “rosso” ingiustamente sanzionato a Gamboni. Io, dalla parte dell'Anziolavinio, non mi soffermerei sul contatto tra Pollini e Giuffrida, che accentua la caduta, altrimenti anche il singolare modo di difendere la palla di Piccheri avrebbe meritato ben altra valutazione, che il buon Fiorini si guarda bene dal prendere, essendo nella fattispecie lontano dall'azione, e non assistito dal numero due. L'altro grande errore è la mancanza di coraggio nel non fischiare una punizione a due nell'area tirrenica, in occasione proprio dell'infortunio di Polverino (86'). Nei supplementari sfodera quegli antichi vizi caratteriali che si porta dal tempo della juniores, quando va petto a petto con Manganelli dimostrandosi in modo evitabile un aspirante sceriffo perché, immagini alla mano, cerca più di una volta il contatto col giocatore, che dista una trentina di centimetri dalla sua altezza fisica. Cosa brutta, se mostrata da un arbitro. Veniamo alle diverse cose positive. Il voto è limitato solo per quanto spiegato sopra, perché dirige bene per quasi tutti i novanta minuti. Poi, palesemente, perde lucidità dal 90' in avanti, e questo umanamente si può capire, perché dopo una stagione arbitrare uno spareggio, e farlo con qualche giocatore che proprio una mano non te la dà, non deve essere una cosa facile. Il calo è fisiologico, naturale, cui si aggiunge quel far giocare all'inglese del primo tempo supplementare in cui manca più di un cartellino, ambo i lati. Di positivo c'è che tiene in pugno la gara per tutti i 90' regolamentari, e lo fa molto bene, sia sul piano tecnico che su quello disciplinare. In questo è un grande arbitro, che irrita chi lo osserva proprio perché, scansando le tentazioni (come il “secondo giallo” dato a Gamboni), questo è uno che può arrivare lassù, dai Doveri, dai Valeri, dai Tozzi, in A e B, o, al limite, in C. Ma quando ci si mette è il miglior argine del suo cammino. Rifletta, su queste cose, scritte da uno che il mondo arbitrale lo conosce, l'ha vissuto, e ha noti certi meccanismi comportamentali, nel corso di una gara, anche se lunga. La partenza sul piano delle sanzioni minime è efficace e pizzica subito Di Pietro e Gamboni poi Cangini, nel primo tempo ammoniti tutti per gioco falloso; nel secondo toccherà a Guida stessa sorte per egual motivo. Assistenti: Sigg. Ivano Martelluzzi (8), e Domenico Orsini (8), entrambi di Frosinone. Su sette off-side segnalati l'assistente numero uno, nel primo tempo, ne azzecca quasi la totalità. Dubbi su uno che fa arrabbiare qualche tifoso romano ma dà sicurezza all'operato della terna. Domanda: che aspettiamo a mandarlo in D? Che invecchi come, tra gli arbitri, è stato erroneamente fatto con elementi del livello di Riitano di Civitavecchia o, più recentemente, Iannuzzi di Ostia Lido? Il compito più complicato ce l'ha Orsini, che sbandiera secondo i tifosi del Fidene in eccesso, ma dimostra di essere preparato sul piano tecnico e sereno nel proprio operato. Magari un paio di segnalazioni in più poteva produrle, nella parte finale di gara, in cui è corresponsabile dell'assenza di un segnale nell'infortunio a Polverino. Se l'avesse sbandierato nessuno avrebbe detto niente. E' un episodio di rilievo ma il voto può essere lo stesso del collega per le difficoltà di una maggiore pressione dietro di lui. Era, infatti, palese, la differenza numerica tra i tifosi del Fidene (oltre 600) e quelli dell'Anziolavinio (250 circa). Organizzazione, campo e ordine pubblico – La macchina organizzativa, per l'accoglienza e la collaborazione con le forze dell'ordine, è da 10, grazie a quei validi collaboratori di cui dispone il Comitato Regionale Lazio, Angelo Di Benedetto, Claudio Galieti, Dario Scalchi in testa. Con loro tanti volontari e operatori che hanno integrato la squadra sul posto, già dalle prime ore della mattinata nella zona degli spogliatoi, così da non lasciare spazio a qualsiasi dubbio, pertugio polemico. In questo Zarelli può dormire sonni tranquilli. Un voto che va dato altrettanto a Carabinieri e Polizia, che si sono mossi con pignola decisione, come i vigili e le vigilesse di Anagni. Sulla scelta del campo diciamocelo apertamente. E' un 4 di quelli brutti perché da una parte è vero che fosse l'ultima giornata di serie D e quindi non erano molte, le strutture disponibili, per esempio, ai Castelli Romani. Non si può giocare uno spareggio su un campo malmesso come quello anagnino. Che è stato un campo infelice già l'anno prima, nella finale di Coppa Italia regionale, vinta dal Pomezia sul Fidene. In quell'occasione era ingovernabile, il pallone. Questa volta la pioggia è sembrata meglio assorbita dal momento che c'è una sostanziale differenza. La finale di Coppa si fece il 4 o il 6 gennaio 2009; questa volta si è giocato a maggio, e quindi lo sconnesso manto erboso ha patito meno le vicende “idrogeologiche”. Non è stata una partita tecnica soprattutto per le infelice condizioni dell'erba un tempo dedicata alla Serie D e all'Eccellenza, prima che due noti scienziati facessero sparire il calcio da Anagni. Che aveva vicino Ferentino, con le stesse caratteristiche sul piano regolamentare e strutturale. Sarà per la prossima. Del resto si lavora per fare esperienza e migliorare. Le tifoserie – Su questo le due società dovranno migliorare, e, in alcuni singoli e gruppetti, anche di parecchio. Il lato negativo racconta di qualche idiota capace di produrre antipatici cori dalla parte del Fidene verso i singoli atleti di parte avversa. Dall'altra i soliti imbecilli hanno fatto esplodere sei, dico sei bombe carta. Ma lo capiscono che, in entrambi i casi, fanno il male delle società di cui dicono di essere tifosi, questi cialtroni? Per il resto un bell'8 all'organizzazione del Fidene, che ha fatto giungere in Ciociaria oltre 600 persone, calate dalla popolare collina etrusca. Per una passione che arriva fino al Tevere. Altro suggerimento utile per il futuro, in casa bianco-verde. Dopo il primo tempo il pubblico del Fidene, però, è diventato da “teatro dell'Opera” mancando sovente l'apporto vocal-corale. Più ristretta la pattuglia dell'Anziolavinio, che è giunta con circa 250 unità ad Anagni. Pensavamo di più ma guardiamo il lato positivo: i presenti. Che ora dovranno moltiplicare gli sforzi cromatici e “turistici” per proseguire il viaggio. Massimiliano Cannalire