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Allarme società. Il calcio italiano è in mezzo al mare in tempesta


articolo del 18/7/2010



ALLARME-SOCIETA’. IL CALCIO ITALIANO E’

IN MEZZO AL MARE IN TEMPESTA

 

Un record mai patito dal nostro football: ventuno società non ammesse.

E ora via ai ripescaggi!

E così arrivò il giorno del giudizio, per Sancta Italiana Federazione. Non è più la questione di gridare “Al lupo, al lupo!”: oggi il fallimento di un certo modo di gestire i club dei cosiddetti professionisti è un problema a carattere nazionale, che attanaglia diverse categorie. Una società di serie B, sette di Prima Divisione (la vecchia C1) e ben tredici di Seconda Divisione verranno cancellate salvo ricorsi dell’ultimo momento, con l’inevitabile situazione dei ripescaggi a farla da padrone, in questa calda e difficile stagione estiva.

Società della storia dell’Ancona, che ha militato sì in A ma spesso in B e C1, o come la Pro Vercelli: sono solo le ultime due della serie, e con le altre diciannove siamo a ventuno società. Una lista interminabile, che decapita buona parte del mondo del professionismo, o presunto tale. Il Figline in Prima Divisione, il Potenza – inguaiato già per vicende giudiziarie – si aggiunge a Pro Vercelli, Sangiustese e Legnano. Si erano già arrese senza ricorrere realtà quali l’Alghero, il Cassino, il Manfredonia, l’Arezzo, altra realtà con una certa storia, il Real Marcianise, l’Olbia e la Pro Vasto. E prima di loro nemmeno si erano iscrite il Perugia (!), il Gallipoli, il Pescina, il Rimini, il Mantova, l’Itala San Marco, il Monopoli. Una vera e propria defaillance collettiva, una strage di società. In una sola parola, anzi tre: un gran casino.

La Federazione Italiana Giuoco Calcio si trova di fronte a una sconfitta organizzativa ed economica di massa, e per riparare dando una parvenza di serenità al calcio nostrano, l’appuntamento è per la prossima riunione del Consiglio Federale, il 5 agosto.

Massimiliano Cannalire

(ha collaborato Nicolò Ballarin)

 

 

 

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