LUCAS DE ROSSI, quella favola che viene da lontano: dal Brasile al Foggia via Tor di Quinto e Trevignano
articolo del 28/9/2010
Ci sono storie dalla difficile connotazione logica, complicate da spiegare, talmente intrinseche e sulla carta lontane da canonici ragionamenti che anche adesso, a professionismo ottenuto, non è semplice proporre. Il protagonista è uno studente che la Lazio non ha saputo trattenere, Lucas De Rossi, italo-brasiliano di Trevignano. Ha smesso di giocare di pallone quando è stato impiegato da terzino, da Avincola, con la popolare casacca bianco-celeste. Il grande merito l’ha ottenuto l’Unione Sportiva Tor di Quinto, che gli ha dato quella che nei film viene definita seconda chance. Lui, con quell’aria da musicista data una capigliatura alla Mascagni, ti va a vincere due titoli regionali e, dal 14 giugno 2009 al 12 giugno 2010, due scudetti dei cinque conquistati in 19 anni dalla società di Massimo Testa, Giampiero Guarracino e Giovanni Francesco Spallucci per gli amici Gianni. Roba da capogiro. Il resto è tutta storia recente, con Lucas che va a Villacidro, in terra di Sardegna, la splendida Sardegna. Ma con il tecnico non si mette in piedi un feeling o lui non riesce a esprimere il reale potenziale: fate voi, con la porta aperta anche ad altre, naturali ipotesi. Il club di via del Baiardo viene contattato dal Foggia del Boemo per eccellenza, Zdenek Zeman. E da oggi parte una nuova avventura. Ha avuto ragione, fin qui, chi, in riva al Tevere, ha invitato società di serie D, Eccellenza e anche Lega Pro 2, ad attendere. E’ la terza vita in diciannove anni di un giocatore dal raro talento tecnico e dalla non comune capacità di leggere tatticamente una partita. Una ulteriore possibilità data a un ragazzo di fine educazione, il primo a salutarti, e a dimostrare che buone maniere, studio, attaccamento alle vicende domestiche e qualità tecniche possono esistere e coesistere in una persona sola. Cose di rilievo, coi tempi che corrono e in generale. M.C.
