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Eccellenza B: i pensieri del lunedì


articolo del 5/10/2010



Frascati, il calcio e la T.V.: storie

di calvi e riccioli d’oro

 

Ho sempre detestato, con molta cordialità e rispetto verso le mie insegnanti, la matematica, e tutto quello che riguarda i conti. Non posso, però, che battere le mani, di fronte alle cifre estratte dalle prime cinque giornate di campionato. Non mi fermo a dire “La Lupa le ha vinte tutte e cinque”, anche se tra queste c’è stato il Sora, battuto in terra castellana. Cominciamo con il dire che il 2-0 sul Torbellamonaca non è stato del tutto convincente, a vedere il pelo sull’uovo; che il 5-2 al Lariano è stato imposto a una squadra che, a oggi, vanta il peggior passivo in fatto di reti incassate, ben 12, senza contare le 2 in coppa dal Civitavecchia (totale 14 in 6 partite ufficiali!). Il 6-3 al Sora, però, e il 2-0 all’inglese, a Boville Ernica, sul Morolo, sono stati segnali di grande rilievo. E intanto questo primo mese di torneo è servito al buon Daniele Persico, uomo serio, pacato, ragionatore, e con due palle così, non un pupazzo, come dicevo ieri in TV, di farsi della sana pubblicità, dopo aver guidato bene una II Categoria, lo scorso anno, a Borghesiana, contea borgatara del noto nomade del calcio romano e di Roma Sud, Alessandro Pochesci, per gli amici detto Sandro, per le persone che lo vogliono fare arrabbiare “lo zingaro”, per quelli che lo vogliono affettuosamente sbeffeggiare come me o Luciano Monza “Riccioli d’oro”. Proprio Sandro ha preso in mano questa panchina interrompendo la sua astinenza dopo alcune, improduttive chiamate giunte dalle Marche e dalla Toscana. Niente di tutto questo: avrà il compito, con il presidente Massimiliano Ricci e il prode d.s., Giorgio Tomei, di riportare in auge Frascati e la Lupa Frascati, come fecero Paolo Coppitelli e Manolo “belli capelli” (e dàgli, che si incazzano i pelati e gli scarsi criniti: ne ho diversi, nei miei pressi, alla domenica, da Arrichiello a Rafa-Canio, n.d.r.) Patalano. Era la stagione 2002-2003, e quella favolosa compagine si dotava di Terribili, D’Onofrio, Apuzzo, Gigione Di Bartolomeo, del “Gatto” Bartoccioni, il più bravo portiere ch’io abbia visto negli ultimi 19 anni e 5 giornate, in fatto di Eccellenza. Questa Lupa, magari, manca in porta di esperienza, e il buon Pagano, che bravo è ma che un paio di volatili li cerca, ogni anno e uno già l’ha preso col Sora, potrebbe ripercorrere quel cammino. La città glielo chiede e intanto si gode il 2-0 firmato da Guardabascio, capocannoniere con Jimoh Azeez, 10 reti in due, e da Ognibene, che è arrivato alla quarta segnatura. E siamo a 14, nella odiata contabilità. Su 17 reti segnate dalla Lupa: le altre 3 sono state realizzate da Ambrosi, Casciotti e Gagliarducci. Significa che in 6 sono andati a segno. E sono numeri, come direbbe la popolare serie televisiva Numbers. Nulla nasce a caso. Neanche a Tor Sapienza, o meglio a via dei Gordiani, dove incontrare Gino Santamaria dovrà diventare un’abitudine, perché il quartier generale giallo-verde è all’ex campo del Collatino che qualcuno cedette nell’estate del 2001, e che lì ora pare sia tornato…

Fatto è che il gioco espresso, in velocità sul Lariano, ha sentenziato di una vittoria giusta, efficace, e di una squadra, quella di Ferretti, che domenica se la vede con il San Cesareo, dopo essere passata da Civitavecchia, in Coppa, mercoledì, giorno canonico. Il secondo posto, attuale, dei giocatori del Riccardo Cocciante degli allenatori, il bravo Marco Ippoliti (un quinquennio davvero positivo: ha ragione Mariuccio Lenzini), val bene una Messa, come si diceva in terra transalpina parecchi anni prima della rivoluzione. Non c’è nessuna battaglia da fare, di questi tempi: tanti di quei giovani ieri negli allievi, oggi in prima squadra, sono il frutto di una seria e sofferta programmazione del club che, speriamo presto, si trasferirà a Colli Aniene, nel campo assegnatogli. Se guardiamo la rosa, a parte i noti Michelino Florio, stopper con licenza di mediano, Di Giuliantonio, ex Almas, ci sono i vari Bolzan, Manzo, il bravo Rosati, il portierone Diego Di Giosia, specializzato nelle battaglie impossibili (vedi Guidonia 2002!), il centrocampista Pitocchi, che Ippoliti aveva in quel fortunato e compatto San Lorenzo campione d’Italia circa cinque anni fa. E ancora Guidi, Antonini, Lupo, Rossi, Valerio, e una miriade di giovani pronti a mettere prescia ai grandi d’età. Non vincerà la Champions, il Tor Sapienza, ma un suggerimento ve lo diamo: con questi correte, e pure parecchio, sennò son dolori.

Il San Cesareo lavora nel bosco di Gallicano, nel silenzio più pacifico e capace di farti concentrare, ma dovrà migliorare il rendimento in diversi elementi, perché è vero che ha battuto il Torbellamonaca, ma tra i due organici ci sono palesi differenze; il fatto di essere partiti bene, pronti, via! 2-0, è un segnale di grande auspicio. Il fatto di aver preso il gol del 2-1 e rischiato di subire il pareggio, significa giocare con la pazienza del presidente Carpentieri. Non mi riferisco (solo) al tecnico, nossignori. E’ una cosa su cui devono rilflettere i giocatori. Ma vogliamo leggerla la rosa, semianonima, del Torbellamonaca: a parte Groos, altro ex campione d’Italia con il San Lorenzo, e naufrago nel fallimento del Torrenova ultima versione, a parte Tanzi, che poi sarà il migliore in campo, tolte le recenti esperienze di Ferrari e quella più rimarcata di Reccolani, ma chi avrà mai questo TBM, al punto d’aver provato a rovinare la festa al San Cesareo? Ovvio che i rosso-blu sancesaresi tenessero fortemente alla vittoria, e questa è arrivata, e questa è anche la parte positiva della medaglia. Ma ora, con 9 punti, va fatta una considerazione: non bisogna commettere passi falsi di qui a cinque, sei partite. Non siete d’accordo? Domenica c’è il derby tra due presidenti amici, Roberto Pinci e il citato Carpentieri, e allora gli sfottò già sono partiti, dalla popolare Lariano, città famosa per il buon pane prodotto, ma anche per un impianto che dovrebbe o forse potrebbe essere pronto, tra sei giorni. O altrimenti se ne parla tra tre turni di campionato, in attesa dell’esito di coppa.

Cosa dire del Monte San Giovanni Campano e del Morolo? La Ciociaria, in attesa di recuperare il derby Ceccano-Sora, manda in visibilio Mirko Carlini e i suoi, squadra discretamente attrezzata ma non è l’Internazionale Ambrosiana Milano: oggi il Monte ha 8 punto, gli stessi di Terracina e Vigor, che mi sembra abbiano giocatori più noti, alle cronache d’Eccellenza, che tra di loro hanno finito sull’1-1, senza vinti né vincitori. Fatto è che paga pegno la Roma VIII, in caduta libera, e con evidenti problemi nella messa in opera di una squadra competitiva; e la Vis Artena, brutta davvero, la versione che ha spalancato la strada ai morolani di Angelo Costantini e Anonio Gaeta. L’umiltà della loro squadra è stato fattore capace di mettere un mattone sopra l’altro per andarsene dal “Comunale” con 3 punti, fermo restando che ritengo il Morolo una discreta formazione. Non in tanti, in questo girone, dispongono di Cirelli, fluidificante di destra, Pestrin, gran mediano, Patrizi, difensore, in attesa che tornino, stabilizzandosi, a certi livelli gli attesi Maferri e Tealdi. Di questo oggetto misterioso sono tre anni che ne sentiamo parlare, fin da Roma Sud (Torrenova, se non ricordo male), ma di fatto ne ha messe poche, insieme, di soddisfazioni. Datecene traccia.

Chiudiamo con la battuta d’arresto patita dal Marino sul campo dell’Anitrella, che vanta, nel suo organico, di atleti della bontà tecnica e tattica di Pessia, della forza di Mandarelli, in rete ieri, di Marciano, uno bravo davvero, e in attesa di Pesce. Ma per il resto la squadra di Ciardi non ha davvero i Campione, i Novembrino – ieri assente per squalifica – o ancora i Fontana, espulso, i Mauro della situazione. Il problema della squadra castellana non era, a mio avviso, il tecnico: è il traffico tra i giocatori andati e venuti in quantità industriale. Si dice circa una quarantina. Il che ritarda l’amalgama di un gruppo. E’ semplice. Non è detto che tutti questi giocatori presi lontano dalla Capitale, siano migliori di quelli romani o laziali. L’Anitrella ringrazia e si sistema a quota 5, in attesa di giocare al “Bernabeu” di Torbellamonaca.

Un discorso per il Formia. E’ difficile che io e l’ottimo collega Caroni la pensiamo diversamente. Formia è stata grande. Quest’anno si dovrà abituare a una nuova veste, di ristrettezze, di classifica impopolare, di lontananza dal palcoscenico e presenza di retrovia. Capita, anche a piazze che hanno una storia nata tanti anni fa. Direte voi “peccato”. Ma per fare il calcio a certi livelli, oltre a scelte oculate, alla base su cui puntare, e a tanti altri fattori, serve l’argent, il soldo. Possibilmente da spendere bene. Sennò mi torna in mente un detto caro a Carlo Mazzone.

Chiudo con una battuta dedicata all’amico “riccioli d’oro”. Dicono si sia preso un canale tutto suo. Perfetto. Ce lo vedreste, in un dialetto tutto suo, a presentare una trasmissione in televisione: sopra gilet elegante, camicia con i lacci da western. E sotto i jeans. Sarebbe uno spettacolo nello spettacolo. O no?

Massimiliano Cannalire

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