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ADDIO EOLO CAPACCI, SIGNORE DELLE RADIO E DELLE TV PRIVATE


articolo del 13/2/2011



ADDIO EOLO,

Signore delle radio

e delle TV

romane e laziali

 

Addio Eolo, amico delicato. Che contropiede al cuore, che mi hai fatto, stavolta, che hai fatto a tutti. Dopo il tuo intervento mattutino, che avevo avvertito stranamente più corte del solito, venendo in macchina in radio, ma pensavo fosse una sensazione, per uno come te che ha sempre avuto il senso dell’intervento, della tempistica, che hai sempre dispensato cose sensate, fossero serie o dette col sorriso. Imprendibile, come la tua ironia, e persino mentre ero in diretta con te ne aspettavo gli effetti, subendoli e trasformandoli in un’allegra maniera di intendere lo sport e di commentarlo.

Ciao, delicato e signorile, forte e caparbio, leale e come pochi educato, in un mondo di gente che strilla. Non c’è misura, che possa dire l’affetto, la stima, la profonda riconoscenza, che ho nel cuore quando, passando da una lettera dell’alfabeto all’altra, esce fuori questo nome così particolare, così singolare, di un elemento che ha scelto di essere sé stesso, uomo capace di sottrarsi con discrezione ai paragoni. E’ vero: Eolo è stato uno che, se volessimo ricordare un grande della televisione, potrebbe essere messo di fianco a Paolo Valenti, perché nel Lazio lui è stato il conduttore garbato, posato, ma non per questo capace di rinunciare a deduzioni argute, attente, profonde e spiritose.

Ci siamo fatti parecchie risate, di domenica, quest’anno, ma la parabola di Eolo nasce tanti anni fa, nelle televisioni e nelle radio private, ai tempi della GBR da favola, quella aurea, con lui che precorse tanti nomi di oggi, e anzi ne fece cominciare parecchi. Arrivò di lì a poco una squadra irripetibile, con Marco Liorni, Pietro Pinelli e Monica Leofreddi, ma anche con Simona Ventura, Fabio Alescio, Max Arrichiello, e, mascotte, io, inviato del cosiddetto terzo campo, quello che non riguardava le romane, saltando dalle realtà regionali alla serie A.

Eolo non è stato il tipo dal consiglio gratuito ma glielo dovevi chiedere, discreto come pochi, riservato, come di rado se ne incontrano: e parlare all’imperfetto di Eolo sarà una cosa complicata, difficile, da coniugare, da adottare, perché ci siamo sentiti per telefono per il solo gusto di ritrovare un antico amico ma mai trascorso; per la sola volontà di scambiarsi dei pareri, con la prospettiva di collaborare, un giorno. Dopo Gbr non ci eravamo più trovati nella stessa televisione, se non visti in alcune iniziative, serate, premiazioni, e allora ci davamo delle informazioni utili, basate sulla sua lunga esperienza, e sul conoscere tanta gente.

Eolo, quest’estate, ha incoraggiato come un eterno compagno di studi, con entusiasmo, con lungimiranza, con la voglia di aiutarci, l’editore di Radioincontro, Pino Castiello, a fondere le sue energie con me e Max Arrichiello.

Come ha detto oggi un collega del Tg2 "è stato il gentiluomo delle private". Già, perché accostare quel sostantivo a Eolo Capacci è sempre venuto naturale a chiunque ne raccontasse la figura, cosa che accade oggi ai tanti estimatori che ha sempre avuto, da giornalista riconosciuto quale grande competente.

Sono passate poche ore perché Eolo ha avuto un malore mentre si accingeva a sedersi a tavola, e per un’ora hanno provato a rianimarlo. Non c’è stato niente da fare. Perché come ha sempre vissuto, con quella discrezione sua grande dote, Eolo se n’era già andato.

Ti ho voluto bene, da Amico, e considerato quale gran signore, sul piano umano, prima che un bravo presentatore. Ci lasci un grande esempio, bella persona. Ciao, come ce lo siamo detto per anni.

Mi perdonerai, se per una volta scelgo, per il resto, ammirate riflessioni, rispetto alle tante parole che il nostro compagno di avventura, il microfono, diffonde.

Con la riconoscenza mia e di tanti di noi. Tuo.

Massimiliano Cannalire

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