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IL CASO DELLE PORTE CHIUSE/LARIANO-SORA: DOVERE DI ESATTEZZA, DOVERE DI VERITA'. ASSOLUTA


articolo del 29/3/2011



DOVERE DI ESATTEZZA,

DOVERE DI VERITA'. ASSOLUTA.

La reale motivazione della gara di Lariano,

giocata a porte chiuse.

Un sereno, necessario passo indietro

 

di Massimiliano Cannalire

 

Il dovere di un giornalista è quello di scrivere il proprio, libero pensiero, e anche quello, misto al diritto, di rettificare un concetto, una volta appurato l'errato sentiero intrapreso. In questa ottica vorrei oggi esprimere, in modo chiaro, quanto accaduto, tra venerdì, sabato e domenica, partendo dal tardo pomeriggio del quinto giorno della settimana. Questo per rispetto della verità, della restituzione al 100% dei fatti in esattezza, cronaca, se possibile analisi. Qualche tempo fa ho ammirato un collega di un importante quotidiano romano che ha fatto un serio passo indietro relativamente alla questione dello stupro del Parco della Caffarella. Un caso raro, di autocritica, e di approfondimento sulla società civile, che spesso è impegnata nel puntare il dito. Ma un caso che va preso a esempio. E posto in essere.

Il tutto, naturalmente, non è stato possibile ieri, in quanto la nostra testata, e altre, credo, sono state impegnate sulla vicenda del preannuncio di reclamo spedito a Roma dal Lariano. Soltanto nella tarda notte tra lunedì e martedì venivo a conoscenza del comunicato del Sora Calcio sul sito di riferimento www.forzasora.it, e da quello, e dal suggerimento via FB di due sostenitori volsci, ho tratto lo spunto, stamane, in primissima mattinata, con grande voglia di appurare le cose esatte nella loro totalità, per contattare le autorità competenti sul caso della partita giocata a porte chiuse a Lariano. Voglio fare una premessa, prima di ciò. L'intervista pubblicata sul sito da me diretto, è andata in onda via radio, è stata fatta a un personaggio di provata affidabilità quale ritengo sia Roberto Pinci, presidente del Lariano. Questo per dire cosa? Che non credo si sia impazzito nel dirci, con grande serenità, ciò che gli era stato riferito in una sede ufficiale, e che, invece, stamane, hanno smentito dall'ufficio di Velletri preposto all'ordine pubblico. Che motivi avrebbe avuto, il presidente del Lariano, anzi uno dei due presidenti, del club giallo-verde, per dire una cosa per un'altra?

In ogni caso via radio verrà concesso egual spazio, sabato pomeriggio o domenica, a possibile scelta della società interessata, per ribadire i concetti, magari con più tempo di una articolo a disposizione, questa mattina da Alessandro Pisani, responsabile della comunicazione del Sora Calcio, il quale, a sua volta, correttamente, ha chiesto la dovuta benedizione al presidente Fiorini.

La storia è semplice - La partita viene disposta come gara da giocare a porte chiuse, nella giornata di venerdì, e a quel punto né il Lariano, né il Sora, avevano la possibilità di avvisare la totalità dei rispettivi tifosi che, arrivando allo stadio "Roberto Abbafati", avrebbero ricevuto un diniego all'ingresso. Al punto che abbiamo visto, a mezzo TV, quali rischi abbiano corso parecchi tifosi, sistemati addirittura sui tetti delle case. Con l'autorità pubblica che si è presa, questo va confermato, una grande responsabilità, da questo punto di vista, sia per i muretti da cui osservare la partita, sia per la parte più alta delle abitazioni.

L'intervista è stata dattiloscritta nella notte tra il sabato e la domenica, e ovviamente il tifoso sorano normale e comune uomo della strada ha avuto il legittimo risentimento, sapendo cose diverse da quella raccontata al presidente Pinci e poi riportata in sede radiofonica, quindi trascritta in rete. Stamane ho ricontattato uno dei due massimi dirigenti larianesi, il quale ha ribadito: "Te lo giuro su ciò che ho di più caro, e quella frase incriminata l'ha sentita anche un'altra persona, che era con me, a Velletri". Poi prosegue: "La motivazione poi scritta era un'altra, ovvero che gli spettatori in arrivo fossero di più della quantità permessa, e non mi potevo sentir dire che la partita non si sarebbe giocata. Io ho ribadito al Commissariato di Velletri che il Lariano ci ha sempre giocato". E la controdeduzione, quale è stata?

Pinci: "Che mancano le lampade d'emergenza alla tribuna per cui non sono permessi più di tot. spettatori. Con tutto che ho replicato che lo stadio è stato fatto con tre vie di fuga, la separazione delle tribune e il fatto che, pur in assenza delle lampade noi giochiamo di mattina: non c'è stato verso di fare una cosa differente. Ma a Velletri mi hanno risposto testuali parole...noi non ce la sentiamo di metterli in contatto. Ecco perché poi ho ripetuto la cosa delle tribune separate". Questo è quanto mi ha riferito il presidente del Lariano, Pinci, stamane.

Dopodiché ho contattato prima la Prefettura quindi il Commissariato di Velletri ascoltando il parere dell'ufficio preposto. Il responsabile per l'ordine pubblico ha detto, in modo netto e chiaro, alla precisa richiesta della motivazione che ha fatto scaturire la decisione delle porte chiuse: "La capienza dello stadio. L'afflusso previsto da Sora, con l'aggiunta dei tifosi di casa, era maggiore rispetto alle 100 persone consentite".

Ci è stato riferito in un'intervista radiofonica fatta a uno dei due presidenti del Lariano, che qualcuno, da voi, avrebbe dichiarato o comunque detto di un discorso legato a una tifoseria ospite facinorosa...

"No, niente di ciò. Il motivo era quello".

E allora come è possibile estrarre quella sua deduzione?

"Sarà stata una sua considerazione".

E veniamo alla voce ufficiale del Sora.

Questo quanto ci è stato riferito dall'addetto stampa, che, con apprezzata capacità di analisi e di attenersi ai fatti, ha tenuto a specificare diversi concetti.

Alessandro Pisani: "Noi non facciamo tarantelle, le subiamo, e i tifosi escono fuori da queste storie disamorati, perché si organizzano in funzione della partita. Come un nostro tifoso, che parte da Milano, per tornare a Sora a vedere le partite interne, per unire il fatto di passare due giorni in famiglia e un paio di ore allo stadio, a tifare per il Sora. Questa situazione è accaduta di venerdì, dopo le 6 del pomeriggio, e il sabato i giornali non hanno fatto a tempo a riportare le decisioni prese, e quindi in tanti non sapevano nulla, di questa singolare complicazione. Ho visto tre persone, a Lariano, giunte e venute per acquistare il biglietto, e la cosa è stata comunicata loro lì per lì. Allora se si sa che il Sora ha questi problemi legati alle partite in trasferta, è meglio cominciare a pensarci di lunedì, perchè credo che le soluzioni vadano trovate e messe in pratica. Ci stiamo giocando un campionato!", dice con grande calore e passione il responsabile della comunicazione del Sora Calcio. Ed effettivamente è così, in un torneo che vive sul punto a punto da parecchio tempo, e che, domenica dopo domenica, concede grandi emozioni alle due tifoserie ma anche ai semplici appassionati magari non schierati.

Poi prosegue: "Per noi si potrebbe giocare anche su campo neutro, pur di disporre dei tifosi che per il Sora Calcio rappresentano il dodicesimo uomo in campo. Una scelta del genere tutelerebbe anche i tifosi della squadra avversaria, e sarebbe presa anche per il rispetto che si deve a loro. Non ci è piaciuta, questa cosa, anche per la considerazione che si deve nei confronti dei tifosi del Lariano. E adesso spero che i nostri tifosi possano andare a Terracina come a Formia, permettendo loro di seguire la squadra e di esprimere la propria passione. Se non avessimo il loro supporto sarebbe un danno, come lo è stato a Lariano, con i nostri ma anche i loro sostenitori che hanno pagato un prezzo elevato a quanto accaduto. Ripeto che le decisioni della Prefettura ci piovono dall'alto ma comunque le rispettiamo. Quello che dicono gli altri non ci interessa".

Questo dovevo ai tifosi del Sora Calcio, questo dovevo alla verità assoluta, semplicemente per ristabilire cosa sia realmente accaduto, per motivazioni, tempistiche, difficoltà incontrate. Non con lo spirito di chiedere perdono (ruffianamente), ma con l'umiltà di aver preso una strada sbagliata. Con tutte le riflessioni di cui credo d'esser capace.

Diceva Luigi Pirandello: "E' uomo chi ammette d'aver sbagliato". Questa volta, sull'errata conclusione, tocca a me. Poi, vinca il migliore.

Massimiliano Cannalire

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