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LA FINALE PER IL TITOLO: FUTBOL CLUB-TOR DI QUINTO 1-3


articolo del 10/5/2011



 

 

 

 

 

 

Rinascita Tor

di Quinto.

Non basta un

gran bel

Futbol Club,

per 65'

Con un 2° tempo da incorniciare la squadra

di Paolo Testa cancella il gran primo

periodo del Futbol. Bravo a correre, sul

breve, ma che cede, alla distanza.

Super-Kanouté: Marcelli immenso.

Per il club nato nel 1946 è il titolo

numero 11, nel Lazio.

 

FUTBOL CLUB-TOR DI QUINTO 1-3 (1-0)

Futbol Club: Mostarda 7,5, Macellari 7, Carriola 5, Allena 7, Fernetti 8, Costantino 7,5, Ciampicacigli 6 (46' Privitera 6), Maccagno 5,5 (67' Zandri 6), Cascione 5, Amici 7 (85' Antonioli s.v.), Castelli 6,5. A disp. Battilana, Santori, Comite, Zandri, Ciammarughi. All. Gianluca Luzi 7,5.

Tor di Quinto: De Simone 7, Ulisse 8, Proietti 7, Silvestro 6,5 (91' Lunetta s.v.), Marcelli 8, Carlucci 7, Kanoutè 8, Commini 7, Pischedda 7, Farneti 5 (53' Berillo 7), Marioni 6,5 (87' Civita s.v.). A disp. Placidi, Pioppi, Almanza, Parroni. All. Paolo Testa 8.

Arbitro: Giorgio Ermanno Minafra di Roma 2 (6,5). Assistenti: Sigg. Alessandro De Lorenzo (7,5) e Paolo Minà (7) di Latina.

Il Tor di Quinto vince, in tre mosse, contro il Futbol Club ma non è stata un'impresa facile, per i ragazzi di Paolo Testa: l'avversaria odierna ha giocato un gran bel primo tempo calando alla distanza sul piano dei nervi, della concentrazione e anche sul piano fisico. Ma ha poco da rimproverarsi, la formazione di Gianluca Luzi, che è stata all'altezza della blasonata squadra vicina di casa. La differenza l'hanno fatta diversi fattori, ma va detto che ancora una volta c'è voluto un Tor di Quinto coeso, compatto, capace di cancellare la brutta creatura vista nel primo periodo di (non) gioco. Un'altra cosa, la squadra di Testa anzi dei Testa, nel corso del secondo tempo, un altro passo, un'altra determinazione, nel momento in cui Silvestro si è ricordato di avere delle buone qualità, da sistemare, finalmente, di fianco a quel grande atleta che é Commini; e tutto per incoraggiare la maiuscola prova del gigante Marcelli, la signora partita di De Simone, la determinazione di Pischedda, la voglia di spaccare il mondodi Berillo. Senza omettere, nemmeno per un attimo, Kanouté, che, a cavallo tra febbraio e marzo, è giunto alla corte del 25 di via del Baiardo dal non vicino Senegal! E Mamadou Yaye Kanouté, già capace di firmare la semifinale di ritorno portando al Salaria Sport Village la sua compagine, ha ripagato la fiducia del direttore sportivo, Giampiero Guarracino, stratega di non arrivabile capacità strategica, e di mister Paolo Testa, con una prova maiuscola. La singola partita di Kanouté è da giocatore destinato a categorie professionistiche, perché ha corso pure quando sapeva di non arrivare sul pallone, pure quando nel primo tempo lo facevano viaggiare chiedendogli di rimettere in gioco anche palloni complicati.

Nel momento cruciale sono mancati in troppi, alla squadra di Luzi, a cominciare da Maccagno, che si fa male, a Ciampicacigli, che difetta per la benzina e il tecnico lo toglie, come sarà costretto a fare con Amici che litiga con il mondo intero, a un certo punto. Macellari ha spinto per un'ora e di più non gli si può chiedere: ma manca la continuità, nel gioco corale, nel momento in cui salgono di livello i centrocampisti centrali, in cui Ulisse dà loro man forte dal quarto d'ora finale del primo tempo quando viene messo a fare il mediano, essendo partito col 2; Proietti smette di fare avanti e indietro e comincia a gestire chiusure e spinte. E in tutto ciò Kanouté, Pischedda, Marioni e Berillo cominciano a mostrare i numeri di cui sono capaci. Alla fine è festa grande.

Al 1' Commini alza in rovesciata un pallone lavorato da Kanouté. Lodevole il tentativo dell'8 bicampione d'Italia, latente la precisione. Capita. Al 4' Amici scalda la platea degli arancio-neri del civico 21, di via del Baiardo: grande discesa per vie centrali e tiro dai venti metri, forte ma centrale, con De Simone che para senza patema d'animo alcuno. All'8' punizione dalla destra, battuta da Castelli, col piede sinistro, che il numero 1 dei campioni tricolori in carica respinge, istintivamente coi pugni; la palla carambola sulla testa di Cascione poi termina alta: brividi. Al 9' un morbido cross dalla destra operato da Kanouté incoraggia l'arrivo in area di Proietti, chiuso, dai due centrali difensivi, a pochi passi dal portiere. Al 10' Amici non trova lo spazio per concludere meglio di un sinistro a girare dal semicerchio che delimita l'area di rigore, con la sfera che va abbondantemente alla destra della porta amaranto-blu. Al 13', dopo due sciolate abbastanza ingenue da parte di Commini, l'arbitro Minafra lo ammonisce, esagerando. Dà l'idea, il direttore di gara, di sentire troppo sul groppone l'osservatore di turno e il relativo voto. Il cartellino non sarà utilizzato in due, tre situazioni che lo avrebbero meritato, sul versante opposto.

16’: Castelli ci prova su calcio da fermo. La punizione dell'11 del Futbolclub, calciata da molto lontano, termina fuori. Amici poco dopo viene chiuso da Commini al momento di tirare, proprio sulla linea dei sedici metri: ammirevole, il gesto del talentuoso giocatore del Tor di Quinto, che resta contuso dalla pallonata. Sull'altro fronte Ulisse, numero 2, si sgancia per far ripartire i suoi, affronta due avversari col primo che lo sbilancia ma l'arbitro inverte la punizione. Che non sortisce effetti.

Al 25' un potente tiro di Castelli viene parato da De Simone che si sposta leggermente sulla sua destra per accartocciarsi sul cuoio. Al 27' un'apprezzata combinazione "orange": Ciampicacigli-Macellari, passaggio di ritorno col 7 di Luzi chiuso in angolo da Carlucci. Al 29' l'ottima pressione esercitata dalla sfidante porta le prime, consistenti paure al Tor di Quinto: calcio d'angolo di Castelli dalla destra, col piede sinistro, colpo di testa di Amici con la palla che sbatte sulla parte interna della traversa; la difesa, poi, libera ancora concedendo il pallone agli avversari. La difesa traballa troppo e a confermare questa tesi arriva, inesorabile, il punto del vantaggio del Futbol Club: è la mezz'ora quando Amici entra in area da destra, orizzontalmente saltando Proietti e poi Carlucci, e, giunto al centro, di sinistro, elude l'uscita di De Simone: 1-0 per chi vorrebbe giungere al primo titolo. Meritato, per quanto si è visto fino a quel momento.

La squadra di Gianluca Luzi non cala di intensità e al 32' Macellari, costante in fase di discesa, manda la palla alta dopo uno scambio. Al 38' Kanouté entra in area per ricevere un passaggio diagonale ma viene spinto, forse impercettibilmente, da Carriola, che fatica a stargli appresso: sarebbe rigore, vista anche la buona posizione dell'arbitro. Che si fa scappare l'infrazione. RIVISTE LE IMMAGINI CI SCUSIAMO COL DIRETTORE DI GARA CORREGGENDO IL GIUDIZIO SULLA SPECIFICA AZIONE E SULL'OPERATO IN GENERALE DEL FISCHIETTO DI ROMA 2.

Al 39' Kanouté prova a fare tutto da sè; all'ingresso dei sedici metri; la sua mezza girata, col destro, vede la palla uscire di poco, pochissimo, rispetto al palo più lontano.

Al 41' un fallo di Macellari meriterebbe il "giallo", che non arriva. In contropiede, al 43', il Tor di Quinto rischia di subire il secondo gol ma alla disceda del Futbol Club manca il passaggio di rifinitura.

Il secondo tempo è cominciato da 2' quando Kanouté finalizza, con un guizzo imprendibile, il punto dell'1-1. Il tutto è nato dal calcio d'angolo che dalla sinistra ha battuto Marioni, con una prima correzione di Silvestro. In mezzo all'area i giocatori del Futbol Club, ben cinque, permettono due tocchi agli avversari, e nasce l'azione del pareggio. E' il 2' e la "botta" viene assorbita subito, dalla squadra che ha preso la rete. Nonostante questo al 5' la difesa del Tor di Quinto prova a fare il fuorigioco, lo fa in modo pessimo perché arriva a tirare da solo, sulla destra, in area, Cascione, ma manda la palla di molto alta. Occasione sciupata. Poi Amici prova a seminare il panico nelle retrovie altrui trovando, alla fine, valida opposizione. Al 15' Maccagno spedisce fuori un pallone calciato dai venti metri. Al 17' Macellari ci prova di sinistro ma è bravo De Simone a gestire bene l'arrivo della conclusione. Al 23' è Zandri, appena entrato, a impegnare il numero 1 del Tor di Quinto, che respinge in calcio d'angolo con un bel balzo sulla sua destra. Esaurita la spinta alla distanza si nota che da qualche minuto la formazione di Paolo Testa ha cominciato a giocare palla a terra, con apprezzabile ordine e, con il passare dei minuti, anche con delle buone geometrie. Gran prova di Commini, bene Ulisse, cresce Silvestro, che al 27' carica un gran tiro dalla lunga distanza, con Mostarda che deve prodursi in un balzo di reni, per deviare il pallone in calcio d'angolo. Applausi per entrambi i protagonisti.

Al 30' il Tor di Quinto ribalta l'esito della finale, con il punto del 2-1: palla in mezzo di Marioni, conclusione di prima provata da Pischedda, che vede il prezioso cuoio cozzare contro la parte interna della traversa, leggeremente sulla sinistra. Sfera che torna in campo, seppur di un nulla, e che rimbalza fino all'area piccola. Proietti si erge a pivot di turno e schiaccia di testa in rete. Esplode la gioia dei sostenitori amaranto-blu mentre Pischedda fa segno di pettinarsi la cresta stuzzicando in modo stupido i tifosi orange. Il tutto dopo aver ricevuto un'ammonizione qualche minuto prima. Amici gli dà un calcetto sotto gli occhi dell'arbitro. Che sceglie di non intervenire, sbagliando. Andavano fuori tutti e due: il centravanti dei campioni in carica per doppia ammonizione, e l'avversario per condotta violenta. Facile, gestire le partite, al posto dell'applicazione del regolamento. Il giovanissimo arbitro imparerà, ci auguriamo.

La partita cambia totalmente. Il Futbol è sulle gambe e con alcuni giocatori non in grado di cambiare passo, con un paio fuori dai gangheri. Parte in contropiede Kanouté per Pischedda che, al 33', una volta in area, rientra alla Paolo Rossi di un tempo, e viene colpito sul piede d'appoggio, palesemente, e insieme al pallone: rigore decretato dal signor Minafra. Reazione furibonda, sbagliata, quasi nevrastenica di Fernetti, che dimentica, pur valoroso, di essere un giocatore, per parecchi istanti. Viene ammonito, e graziato. Il "rosso" l'arbitro lo riserva per condotta gravemente sleale (fallo da ultimo, dicono i fenomeni del commento nelle televisioni nazionali, n.d.r.) per Costantino. Il Futbol Club resta in dieci contro undici, è sotto di una rete e allora Matteo Mostarda veste i panni del protagonista. Si muove si quel tanto che basta a produrre poi un gran balzo con la mano destra, una volta battuto il rigore da Silvestro, che sceglie una soluzione di interno destro, forte e angolata. In mezzo un brutto siparietto con il lancio di due fumogeni che volano dalla tribuna del Futbol Club. La gara resta sospesa per un minuto e mezzo, forse due, prima della battuta del penalty. Restano undici minuti più recupero. Con un giocatore in meno il Futbol ci prova, con carattere, ma non riesce a costruire che qualche cross ben respinto e dai difensori titolari, Marcelli in testa, e da quei generosi elementi impiegati in mezzo al campo, che tornano a coprire i propri sedici, venticinque, cinquanta metri. Luzi capisce al 40' che è il momento di togliere Amici, che già ha rischiato di farsi cacciare dopo il secondo gol, per evidenti limiti di concentrazione e caratteriali, pur avendo dei bei numeri tecnicamente parlando: dentro per gli ultimi minuti va Antonioli, per evitare un'altra sommaria sanzione, se non altro. Già dal campo il giocatore non la prende bene, ancor meno quando un compagno va incontro per dargli il "cinque".

Lo spazio si apre per le discese di Kanouté, di Pischedda, di Commini, che gestisce il ritmo e le diverse velocità dei contropiede. Da uno di questi, dopo la possibilità neutralizzata dal dischetto da un grande numero 1 orange, il Tor di Quinto ha la forza, ha la voglia, ha la precisione, per chiudere l'incontro, con Kanouté impressionante, che al 43' sbaglia dopo due dribbiling riusciti con il pallone che arriva sul fondo. Che al 46' sciupa un contrattacco con Pischedda e Marioni che mancano la rifinitura. Ma che al 47' si fa quaranta metri con la palla, sulla sinistra, prende il fondo, salta uno, due avversari, mette un grande assist per Pischedda in mezzo, e il centravanti già decisivo in occasione dello scudetto il 12 giugno di un annetto fa, manda il pallone in porta. Per il 3-1, per l'ennesimo titolo, l'undicesimo in regione. Per cominciare a fiutare un ritorno nella Capitale da protagonisti tra una mesata circa, nel tentativo di scrivere per la terza volta di fila il nome del Tor di Quinto, già apprezzato a livello nazionale e laziale, nel novero delle migliori società e squadre di tutti i tempi. Perché il sesto scudetto sarebbe l'ennesima esaltazione di chi ha saputo scegliere, scartare, programmare, mettere in dubbio una volta di più precedenti certezze. E, dopo due tricolori, vincere, insaziabilmente, sul piano caratteriale. E su quello tecnico ricostruire i presupposti per essere ancora competitivi, a dispetto di chi aveva, con il saluto a tanti signori giocatori, Loreti, Licciardone e Frasca (in Seconda Divisione in Sardegna) e De Rossi (smessa l'attività, incredibilmente!), pensato a delle fondamenta non cosìbene distribuite, architettate, lavorate. Bisogna cospargersi il capo di cenere perché oggi battere un Futbol Club di grande livello per almeno 65' forse 70' minuti, è stata tutt'altro che impresa facile. Dire il contrario significherebbe non valorizzare l'ottima partita giocata dai ragazzi di Luca Bergamini, e sarebbe sbagliato. Come sarebbe erroneo dare per scontato un successo fatto di tanti, tanti fattori. I cambi in corsa fatti da Paolo Testa, dopo il primo tempo, come quello di spedire in mezzo al campo Ulisse, a francobollare Amici, che infatti, nella ripresa, eccezion fatta per i primi minuti, non ha più giocato un pallone che è uno, in favore dei compagni, e ha finito per innervosirsi. La capacità societaria di aver messo - Giampiero Guarracino nella veste di stregone del fiume - insieme una rete di collaboratori e osservatori degni del professionismo; quella organizzativa - Massimo Testa e Giovanni Francesco M. Spallucci detto Gianni - che difficilmente lascia le cose al caso. E la costruzione di un gruppo in cui i dubbi sono stati via via spazzati dal campo, con grandi giocate tecniche e generose, come le due grandiosi parate di De Simone che avevano permesso al Tor di Quinto di esserci oggi, contro il Futbol Club. Un Futbol che non ha nulla da rimproverarsi, per questa finale persa. Perché ha dato tutto, ha perso alla distanza, sì, ma contro un altro grande team costruito per vincere in regione, prima che per provarci al di fuori.

Questo ha detto il campo. Le statistiche parlano dell'11° coccarda regionale juniores per il Tor di Quinto che, in Italia, ha vinto 5 scudetti, 1 d'ufficio per un gran ricorso poi assegnato ex-aequo con la Spes Artiglio, 4 sul campo, nel lungo volgere di 19 anni. Sono numeri, e ai numeri bisogna dar retta. Si tratta della nona finale in 12 anni!, e ancora della sesta vinta sul totale di quelle giocate, dal 1999-2000 a oggi. Ma, soprattutto, nell'anno in cui la partita più importante la sta giocando un ragazzo, eterno, di 41 primavere, Paolo Testa. Che martedì scorso era a Parigi per dare il colpo di grazia a quel tumore che gli è già costato l'asportazione dello stomaco e grandi sacrifici e attenzione, e concentrazione. Quella, dopo quest'altra grande vittoria, sarebbe, sarà LA PIU' IMPORTANTE. Restiamo dell'idea, dal 1946 a oggi.

Massimiliano Cannalire

(hanno collaborato Alessandro Natali,

Massimiliano Arrichiello e Fulvio Ventura)

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