COSA CI E' PIACIUTO E COSA NO, DI VIALE TIZIANO
articolo del 23/5/2011
Le interviste e diversi retroscena
dello spareggio di ieri.
COSA CI E' PIACIUTO E COSE NO,
DI VIALE TIZIANO
Dal ritardo all'apertura dei cancelli
alla singolare decisione di adottare
le tribune come curve; dagli improperi
dei due geni della lampada di Albano
alle esagerazioni in sala stampa
Parto in questa serie di pensieri dalle interviste e dall’equivoco che ha indotto alcuni colleghi a pensare (io stesso, lì per lì) e a scrivere che Pochesci non si sia presentato in sala stampa. “Non sapevo nemmeno dove fosse. Sono venuti giù due tuoi colleghi del Corriere Laziale, Ziantoni era uno, più Martino di Rete Oro, e mi hanno intervistato sotto. Nessuno ci ha detto che occorreva andare in sala stampa. Non siamo tra i professionisti, e quindi non pensavo si fosse organizzata una cosa del genere”. Questo il primo chiarimento. Ma facciamo un passo indietro. Arriviamo alle 8.45 (!) a viale Tiziano, nella speranza di fruire con largo anticipo dell’ingresso in tribuna. Prima novità. La variabile decisa dal dirigente della Polizia rispetto alla consuetudine: i tifosi della Lupa in tribuna dall’altra parte, quelli del Sora in tribuna centrale. Geniale. Senza parole, ci ha trovato una cosa del genere, noi che eravamo pronti a gustarci una curva dietro la porta con la marea bianco-nera.
Dall’ora di arrivo ottengo, otteniamo l’ingresso alle 10.15, una cosa da terzo mondo, senza che gli esponenti del Comitato Regionale della F.I.G.C. potessero prendere una decisione al posto della forza pubblica. Normale, sul piano formale, assurdo, sul piano organizzativo, al punto che personalmente, e per qualche frase e due minuti, io mi sono dovuto beccare le reprimende dei due Archimede Pitagorico in dote (…) all’Albalonga, padre – direttore sportivo – e figlio – guida tecnica – proprio al sopraggiungere della moltitudine dei sostenitori bianco-neri. Con il rischio che l’alterarsi del primo creasse qualche incoraggiamento al tiro al piccione contro gli esponenti della stampa. Considerazioni tristi di chi, calcisticamente, nega l’evidenza: l’andata a picco di un progetto per cui il club castellano di certo non è rimasto contento, per gli impegni profusi. E non ho avuto mai, del resto, la pretesa di mettere tutti d’accordo, compresi due idioti, tra i tifosi del Sora, che non cancellano né scalfiscono di un minimo, nelle mie valutazioni, lo straordinario spettacolo, vocale, di costante incitamento che poi avremmo ascoltato per buona parte dell’incontro. Su questo occorre dare ragione a chi sostiene che siano una coreografia, un pubblico da serie superiore, al di là di quella ottenuta sul campo.
Che la giornata dell’ordine pubblico, nonostante i numeri messi in campo per uomini e donne della Polizia di Stato, non fosse felice lo avevo intuito subito. Ma pur considerando quel compito un lavoro delicato, di impegno collettivo, la gestione non mi è piaciuta, se è vero come è vero che a fine primo tempo la Lupa ha prodotto delle rimostranze successive l’invasione, pur gioiosa e festante, per il gol segnato. Fatto è che in tribuna stampa non mi pare di aver notato gente in divisa, dall’alto delle cabine dei radiocronisti.
Un appunto, per il futuro, va fatto a chi, l’ufficio comunicazione del Comitato Regionale, si è sperticato nell’emettere giudizi e sentenze di sabato, e poi ha fatto arrivare le formazioni in tribuna stampa un minuto prima del fischio d’inizio, e a noi, poveri operai del settore, arrampicati lassù, i due undici con le relative riserve e la terna un minuto dopo (!?) il segnale di avvio della partita. Per fortuna che mi ero premunito con un giornale del turno precedente, del 15 maggio, e me le ero preparate con le variabili. Tutto confermato, e la radiocronaca può proseguire, mentre il buon Tortolano da Cassino scatta belle foto, e con me ci sono Cesare Lamonaca, 17 anni in comune al Corriere, e il giurista stavolta radiocronista come ogni domenica Francesco Casarola.
Per tutta la partita la cosa più apprezzata da quelli di fede neutra, dal semplice appassionato, è stata la forza vocale, continua, dei tifosi volsci, pronti a esplodere, e a saltare giù, al gol di Scarpato. “Maledizione dei portieri”, devono aver pensato, ancora una volta, i dirigenti e i sostenitori frascatani, e magari lo stesso Pochesci, preso di mira con il canto prepartita e durante, in modo esagerato. Quando uno viene così apostrofato, legge dello sport, di tutti gli sport con due fazioni, è perché, credo, viene temuto. E’ capitato anche questa volta, ben oltre i singoli dissidi. Non credete?
La perla di Scarpato e gli attributi dell’arbitro che caccia Sibilia, e l’ingresso delle squadre negli spogliatoi, con un ritardo perché la Lupa protesta con gli esponenti del Comitato. Si ricomincia e tutto il resto della cronaca è già noto. Al fischio finale mezza tifoseria resta in tribuna a esultare, mezza scende sul manto erboso flaminio, per ritrovare quella serie D da cui partirono, venti anni fa, alla volta del professionismo. E’ già successo, può riaccadere.
LUISO IN SALA STAMPA – “Non siamo matti che avevamo festeggiato prima, ce lo avevano detto dall’alto. E poi è successo che siamo dovuti tornare a fare gli allenamenti. Abbiamo dimostrato di essere i più forti del girone, sul campo, questo lo sottolineo per chi vuole intendere intende. La squadra ha vinto senza percepire da 5 mesi un euro. Sarò presuntuoso ma vi dico: date a me la Lupa e faccio 300 punti. E siccome a Sora, dopo il Sindaco, ci sto io, spero che ora i dirigenti facciano di tutto per reperire i rimborsi dovuti, anche mettersi il capello di notte e andare a trovare i soldi! Ai nostri rappresentanti in società dico che questo gruppo va mantenuto, non smembrato, e lo devono mantenere”. Poi va nel dettaglio: “Gran bel primo tempo, ripresa sofferta dopo la giusta espulsione di Sibilia. Siamo stati bravi a chiuderci, contro una signora squadra, e a ripartire in contropiede. E devo ringraziare Rossi, il portiere, che è arrivato tra dicembre e gennaio, per le parate fatte oggi e in altre gare delicate. Oggi abbiamo dimostrato la forza del gruppo, e dedichiamo la vittoria ai nostri tifosi, che meritano categorie superiori, ben oltre quella conquistata oggi. Abbiamo vinto senza stipendi da 5 mesi, mentre la Lupa ha speso oltre 1 milione di euro”, conclude. Magari sui conti avrebbe dovuto evitare questa polemica, in un giorno di festa, ma il lato umano di Luiso esce quando fa la battuta sulla maniera di rimediare i soldi da destinare a chi non ne prende da parecchio tempo.
LA REPLICA
Pochesci, contattato telefonicamente, ribadisce di non sapere nulla del dover partecipare alla conferenza stampa, ma di aver risposto alle domande poste da due, tre colleghi, e dice: “Ha vinto la squadra che non è più forte. Accettiamo il verdetto del campo ma la partita l’hanno vista tutti, e possono dire ciò che vogliono”. Sulle dichiarazioni di Luiso risponde: “Loro i punti li hanno fatti sul campo, e noi? 25 vittorie contro le loro 24 mi sembrano siano numeri rappresentativi. Complimenti al Sora, che ha sfruttato un inizio e un primo tempo migliori, soprattutto i primi 20-30 minuti. Su Luiso dico che è la ennesima dimostrazione che è un fortunato, che ha avuto un gran …”. Chiude sulla polemica della gestione economica: “Ognuno spende quello che può, e non è bello che faccia i conti in tasca a noi, come noi non andiamo a farli a loro, nonostante le acclarate difficoltà che hanno avuto”. Un pensiero all’organizzazione: “Per il futuro va fatta una considerazione: l’organizzazione è stata pessima. Non so di chi sia la colpa, se del Comitato Regionale o della Questura. Pensate se la Lupa fosse passata in vantaggio. Evitiamo, poi, di parlare delle tramvate prese da Guardabascio…”.
Un suggerimento, finale, a entrambi: perché non guardare, per i prossimi tornei, maggiormente alle proprie cose?
Massimiliano Cannalire
(hanno collaborato Cesare Lamonaca,
Massimiliano Martino,
Antonio Tortolano)